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Autore: Subutai Khan    28/02/2013    2 recensioni
Vecchianza per tutti.
I giovinciuelli di Nerima crescono, si accoppiano, figliano e invecchiano.
Vediamo un po' cosa combinano. Perché non penserete che bastino un po' di acciacchi per fermare questi tizi scatenati, spero.
E preparatevi a conoscere Misaki ed Akira.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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24 dicembre 2060.
“Ukyo...”.
“Ranma...”.
“Avvicina la sedia, su. Sennò non riesco a sentirti. Ti si è abbassata la voce ultimamente”.
“Credo sia perché ho pianto troppo...”.
“Ok, brava. Così va meglio. Questi trabiccoli tecnologici sono una meraviglia, non trovi?”.
“... non fare sarcasmo sul fatto che sto su una sedia a rotelle”.
“Scusa. In tutto questo tempo non sono migliorato di una virgola”.
“Per niente”.
“Non volevo...”.
“Sì, lo so. Sei sempre lo stesso idiota, a venti come a novant’anni”.
“...”.
“...”.
“...”.
“...”.
“Ukyo, come... come stai?”.
“Come devo stare? Sarà il mio primo Natale senza di lui... siamo stati assieme per così tanto tempo che non riesco più a ricordare cosa vuol dire...”.
“Il primo è il peggiore, poi va un po’ migliorando col passare degli anni. Ma basta un minimo dettaglio per rigettarti nello sconforto più nero”.
“Non ti ho chiesto i particolari. E lo so da me che sarà tremendo, grazie tante. Come... come hai fatto a sopportare...”.
“... tutto questo tempo senza di lei? Non lo so. Non sono neanche sicuro di poter dire che l’ho sopportato. Probabilmente sto morendo pian piano senza avercela vicino”.
“Quindi... toccherà anche a me?”.
“Abbracciami, Ucchan. I nostri partner non saranno gelosi”.
“Ci staranno guardando con odio da lassù, temo”.
“No, non credo. Secondo me, invece, saranno felici di saperci vicini per poterci consolare a vicenda. Dubito vogliano vederci marcire nella disperazione”.
“Ottimista”.
“Devo essere ottimista. E lo devi essere anche tu, se non vuoi raggiungere subito il tuo adorato maiale. Sono sicuro che non vorrebbe una riunione troppo presto”.
“Ranma *sniff*... non posso... vivere *sniff*...”.
“Senza di lui? Forse. Ma lascia che ti dica questo: almeno provaci. Parlo per esperienza, lo sai, e ti posso assicurare che non è giusto lasciarsi andare. È irrispettoso nei loro confronti”.
“Io... da ragazza avrei ucciso... per poterti stringere così...”.
“Un paio di volte l’hai quasi fatto. Le cose sono cambiate, noi siamo cambiati, tutto è cambiato. Adesso è giusto così. Non pensarci troppo. È l’unico balsamo per dei cuori infranti come i nostri”.
“Sei gentile *sniff* ad accarezzarmi i capelli, anche se ormai sono pochi e grigi...”.
“Mi è sempre piaciuto il capello grigio. Anche se sospetto sia questione di abitudine con i miei. E Akira mi ha detto che Misaki ha ereditato la calvizie”.
“Uh, ecco cosa dovevo *sniff* fare. Devo chiamare Akira. Sarà preoccupato”.
“Il tuo ragazzo è una persona eccezionale, Ukyo. Al contrario di quella degenerata di mia figlia, per la quale ho smesso di esistere per chissà quale motivo”.
“Non ti ricorda un po’ Ryoga? Ha gli stessi suoi canini...”.
“Certo che me lo ricorda. Ma un consiglio: non rivederlo nel suo viso. Ti farebbe solo più male. Parlo per esperienza. Lui è tuo figlio, non una copia di suo padre”.
“Dai, adesso vado a telefonargli...”.
“Allora perché non ti stacchi?”.
“Mi sto staccando”.
“Non mi sembra. Guarda che non mi dà fastidio se vuoi stare ancora un po’ accoccolata qui. Tanto non ho niente da fare”.
“Scusa. È che sei così caldo...”.
“Non mi sarai diventata infedele con l’età, spero”.
“Cretino che non sei altro!”.
“Oh, finalmente hai ricordato come si sorride. È bello vederti di nuovo così”.
“... sei un truffatore, Ranma”.
“Per un scopo nobile sono disposto a scendere a livelli infimi. E poi non può che farti bene. Parlo per...”.
“Sì, parli per esperienza. La vecchiaia ti ha reso ripetitivo”.
“Perdona se non sono un pozzo d’arguzia come te, Ukyo Hibiki”.
“...”.
“... scusa. Lingua troppo lunga, come mio solito”.
“No, fa nulla. Non hai mica detto nulla di sbagliato, quello è il mio cognome”.
“Sì, ma magari preferisci...”.
“... che venga usato il mio cognome da nubile? Sono vedova Ranma, non divorziata. Fosse dipeso da me gli sarei andata dietro”.
“Non dirlo. Mai più”.
“Cos’è quella faccia da omicida? Mi stai spaventando”.
“Non devi mai e poi mai pensare una cosa del genere. La disgrazia che ti è appena caduta addosso la conosco troppo bene. È solo la parte più oscura di te che ti spinge a dire simili assurdità. Non cercare la morte, Ukyo. Non ne vale la pena. E spezzeresti il cuore a Ryoga”.
“Ryoga non ha più un cuore, Ranma. È sotto tre metri di terra”.
“E lo stesso vale per Akane. Ma fidati di me, so che è così”.
“Cosa stai cercando di dirmi? Che... le hai parlato dopo che...”.
“No, no. Però è una mia certezza incrollabile. Mi aiuta ad andare avanti giorno dopo giorno, e lo farà anche con te se glielo permetterai. Devi solo cancellare pensieri stupidi come quello”.
“Eccolo qui, il Socrate dei vedovi”.
“Non so di chi tu stia parlando. Però ti prego, credimi quanto ti dico questo. È importante”.
“Va bene, va bene. Ora posso telefonare, finalmente?”.
“Non ti trattengo”.
...
...
...
“Ranma?”.
“Sì?”.
“Vediamoci più spesso, io e te”.
“Allora è vero! Sei diventata una traditrice seriale! A quella persona staranno spuntando un chilo di corna!”.
“... ritiro tutto. Non ti voglio vedere mai più”.
“La tua faccia allegra dice altro”.
“Solo perché poi non avrei nessuno di cui ridere”.
“Se ti serve un pagliaccio per scordarti quelle cose orribili eccolo, l’hai trovato”.
“Grazie”.

"Ryoga?".
"Dimmi, Akane".
"Spostati, non vedo".
"Come fai a non vedere? È tutto trasparente. Basta che abbassi la testa. E meno male che sei qui da più tempo di me".
"Non ci si abitua mai a 'ste robe strane. Lo capirai presto, novellino".
"Ma per favore".
"Te ne accorgerai e vedrai se dicevo balle".
"Voglio andarmene da qui. Voglio tornare giù".
"Non fare il bambino. Non si può, lo sai. Ora è questo il nostro posto, che ci piaccia o no. Datti qualche decennio e ci farai l'abitudine".
"Ma guardali! Mia moglie e tuo marito sono due catorci senza di noi! Non possiamo...".
"Ryoga, straparli. Siediti e respira. Ti rendi conto che noi siamo morti, vero? Ti rendi conto che non possiamo muoverci da qui, vero?".
"Uff. Sì, certo che me ne rendo conto. Ma è difficile capacitarsene sul serio".
"Lo so, lo so. Ho fatto più fatica di quanto mi piace ammettere. È dura rimanere su queste nuvolette a vedere le miserie e le pene di chi sta sotto di noi senza poter intervenire".
"Akane, ti vedo... posata. Quasi zen. È merito di questo posto?".
"Ci puoi giurare. Restare immobilizzato in sette metri quadri ti sa donare una tranquillità e una capacità di riflessione notevoli".
"Spero che faccia lo stesso effetto a me. Adesso come adesso sparerei uno Shishi Hoko Dan imperfetto grande abbastanza da far affondare l'Africa intera".
"Quanta esagerazione. Perché invece non raggiungiamo i miei genitori, naturali e acquisiti, per una bella partita a Risiko?".
"Bof. Se proprio non posso fare di meglio...".
"Ci farai il callo, maialino. Ci farai il callo".
"Aspetta. Prima di andare... vorrei farti una domanda".
"Sono tutta orecchi".
"Anzi no, due. La prima è stupida: perché ci vediamo come sedicenni?".
"Non ne ho la minima idea. È così e basta. La seconda?".
"Quello che ha detto Ranma... vale per te?".
"Sul fatto che deve rimanere in quel mondo infetto, sporco e pieno di dolore? Assolutamente sì. Qua ci deve arrivare il più tardi possibile".
"Ma...".
"Non c'è un
ma, Ryoga. Non lo voglio qui. E, più presto che tardi, ti accorgerai che neanche tu vuoi Ukyo qui. Loro stanno bene dove stanno, per ora. Anche se devono solo provare a strusciarsi ancora così e il modo per mandare un meteorite su Nerima lo trovo".
"Pffffff. Riesci ad essere gelosa anche da spirito. Lasciali fare, non dobbiamo temere nulla. Sai che ci sono affezionati e fedeli".
"Eccheccavolo, era uno scherzo".
   
 
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