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Autore: anqis    28/02/2013    9 recensioni
Lui, figlio di papà e donnaiolo. Sicuro di sé? Decisamente troppo.
Lei, l’unica che riesce a fronteggiare quell’ammasso di arroganza e stronzaggine, l’unica che non si fa ammaliare da quel sorriso, forse.
Una foto, un ricatto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.
 




 
Giungo di fronte alla casa, dove lascio cadere la bici dietro al cespuglio come ho fatto più volte. Noto con disappunto che le finestre della casa sono illuminate, il che significa che sua madre è a casa. Dovrò solo stare più attenta e cercare di non farmi notare. Certo, facile a dirsi quando hai deciso di indossare una maglietta gialla fosforescente e il sole è ormai calato e ormai è buio. Sono trasparente quanto Lady Gaga in un convento di suore. Mi tiro uno schiaffo in fronte mentre mi insulto ripetitivamente. Haylie, sei un genio del male, davvero.
Sospiro, dai che ce la puoi fare. In punta di piedi mi reco verso la porta di ingresso, mi appoggio con la schiena al muro e comincio a camminare lungo il porticato, che sembra abbia deciso proprio oggi di invecchiare e scricchiolare ad ogni mio passo. Maledizione, il karma ha deciso di prendersela con me oggi. Non è colpa mia se durante il corso di falegnameria mi è partito accidentalmente un chiodo che è finito direttamente sulla sedia del professore che in quel esatto momento ha deciso di appoggiare il suo delizioso fondoschiena a due ante sul.. ecco. La scena raccapricciante mi storce il viso in una smorfia. Povero professor. Jim, non era mia intenzione.
Mi inginocchio di scatto quando vedo le tende della finestra spostarsi. Merda, merda. Ehi, perché sono così agitata? Nel senso, sono o non sono la ragazza di suo figlio, giusto? Perché dovrebbe mai vietarmi di.. Oddio, ho appena detto ragazza? Sento le guance diventarmi ad un tratto calde e sono certa di potermi mimetizzare con i tulipani che coltiva la signora Styles. Scuoto la testa, mantieni la calma Haylie, non lasciarti assalire dall’ansia. Gattono con attenzione e la leggerezza di un gatto senza una gamba e raggiungo con mio grande sollievo il retro della casa, dove riesco a vedere la casa sull’albero da cui proviene una luce diffusa e l’accordare di alcune note di chitarra. Sorrido inconsciamente. Faccio per alzarmi quando la porta si spalanca e mi ritrovo gli occhi della madre di Harry sbarrati e puntati su di me. Alzo le mani di istinto.
“Signora, appoggi per favore quel mattarello” balbetto mentre poggio un piede e mi tiro su.
Dopo qualche secondo di incertezza fa cadere l’arma sulla panchina a dondolo – hanno una panchina a dondolo che io non ho mai provato? – per poi lasciarsi andare anche lei.
“Santo cielo, Haylie mi hai fatto prendere uno spavento” mormora con voce tremante.
Mi avvicino incerta. “Non era mia intenzione” mi giustifico con dispiacere, anche se l’espressione che ha fatto è da registrare e postare su youtube. Haylie, sei una ragazza cattiva e spietata, vergognati.
Il silenzio cade su di noi e questa volta il legno sembra aver deciso di non scricchiolare più. Scommetto che si mettono d’accordo. “Beh, allora io dovrei andare da Harry..” esorto.
La signora mi fa cenno di andare con la mano e non me lo faccio ripetere due volte.
“Haylie” mi chiama ad un tratto.
Mi volto. “Perché non provi ad entrare dalla porta principale la prossima volta?” mi chiede con un sorriso affettuoso e così materno. Mi chiedo come possa essere la stessa donna ad aver preferito la passione alla sua famiglia, a suo figlio, ma mi costringo a reprimere queste domande nella mia mente.
“Certo, signora Styles” dico rispondendo a mio malgrado con un sorriso un po’ stiracchiato.
“Anne, puoi chiamarmi Anne” dice spostandosi all’indietro una ciocca scura, dello stesso color cioccolato che caratterizzano i riccioli di Harry. Non mi muovo.
“Sa sign- Anne, so di non dovermi impicciare nelle faccende familiari altrui” comincio. Il sorriso di spegne ad un tratto, ma mi costringo ad andare avanti. “Ma so per certo che suo figlio, Harry, le voglia ancora molto bene. So che la parola di una ragazzina non conti niente e che probabilmente non conosco tutti gli aspetti della situazione, ma so per certo che l’amore del figlio per un genitore non finisce mai. Come ha perdonato il suo ex marito per tutte le volte che non ha mantenuto una promesso, Harry perdonerà anche lei. Forse con più fatica e tempo, perché Anne, è più difficile perdonare le persone a cui si vuole più bene” dico grattandomi un braccio per scaricare la tensione.
Non risponde e penso di aver esagerato. Le sorrido, “Scusi, non dovevo” e torno a camminare sull’erba del giardino. Non prima di due passi, mi chiama di nuovo.
“Grazie Haylie” mi dice, gli occhi gonfi e lucidi.
Mi gratto la nuca e le faccio un vero sorriso, di quelli sinceri. “Di niente.”
Ci scambiamo uno sguardo, poi mi volto e mi avvio verso l’albero. Mi aggrappo alla fune e mi isso sulle scaline che sono state inchiodate al tronco e in un attimo raggiungo il pavimento. Lo trovo come sempre appoggiato al muro, la testa china sulla chitarra mentre muove il piede a tempo, circondato da fogli sparsi qua e là, un matita in bilico sull’orecchio ed una birra a lato.
Appena appoggio piede il suo sguardo si alza per incrociare il mio. Si apre in un sorriso che mette in risalto quelle dannate e adorabili fossette che nessun ragazzo di quell’età dovrebbe avere.
“Ehi” sorrido di risposta.
“Vieni qui” mi dice facendo spazio e indicandomi il posto accanto a lui. Incrocio le gambe e poi mi siedo, in un attimo la sua spalla tocca la mia ed io mi sento a mio agio, al caldo.
“Questa maglietta è un pugno all’occhio” commenta lanciandomi un’occhiata.
Alzo gli occhi al soffitto. “Sai, per non venire investiti da qualche auto nel buio della notte” spiego. “Allora, cosa stai strimpellando, popstar?” gli domando incuriosita. Ho sentito una melodia fin troppo familiare da sotto, ma che non sono riuscita a riconoscere.
Si fa ad un tratto rigido, lo sento dalla sua postura. “Niente di che..”
Spinta da non so cosa, mi appoggio con le mani sulla sua spalla e gli sfioro la guancia con il naso. “Dai, sono curiosa. Una volta che sono io a chiederti di farmi sentire una canzone, non lo fai” sussurro all’orecchio, con voce bassa. So che si arrenderà. Per aumentare le mie certezze gli lascio un bacio sulla guancia.
“Che hai oggi? Sei stranamente.. troppo dolce” dice allontanandosi di scatto facendomi finire in avanti. Mi fissa con la fronte corrugata, ma un sorriso beffardo lo frega.
Sbuffo incrociando le braccia. “Una volta che mi comporto da fidanz-“ mi si smorza la parola. Non abbiamo mai chiarito bene la situazione tra noi due ed è da qualche giorno che mi chiedo se possiamo considerarci “fidanzati”. Non che mi interessa essere etichettata e queste formalità, ma vorrei esser certa.. certa che siamo più di semplici amici, che io sia di più delle sue amichette.
Harry ha capito perfettamente la parola. Mi cinge le spalle e mi stringe a lui, affettuosamente.
“Sei una fidanzata perfetta anche quando mi riempi di insulti” mi sussurra all’orecchio, invadendomi di quel buon profumo di mele inconfondibile. E quando lo sento dire quella parola, chiamarmi in quel modo, stupidamente e banalmente ogni mio dubbio scompare.
“Fidanzata..” sospiro.
“Fidanzata, ragazza, quello che vuoi” mi riassicura. “Sei mia, questo è ciò che conta” e sento perfettamente le sue labbra incurvarsi dolcemente in un sorriso quando pronuncia la parola “mia”, mentre le mie guance prendono nuovamente quel colorito porpora che stona con la maglietta giallo evidenziatore. Mi giro verso di lui e gli lascio un bacio, precisamente all’angolo della bocca. Lui si avvicina di più, ma scappo dalla sua mira facendolo ridacchiare. Scuote la testa e con quella i riccioli mentre mi ride un po’ deluso. La mia versione dolce è appena finita e tornata nella botola.
“Allora, cosa stavi suonando?” ritorno sull’argomento principale.
“Dannazione, pensavo di averti sviato” dice colpendo la chitarra con un pugno delicato.
“Certo. Dai, fammi sentire” gli ordino mettendomi seduta composta, con aria concentrata.
Sbuffa, ma poi mi accontenta. Accarezza le corde e mi ricordo quando l’ho sentita.
 
Cause I got three little words that I've always been dying to tell you 
But I see you with him, slow dancing 
Tearing me apart 'cause you don't see 
Whenever you kiss him, I'm breaking 
Oh, how I wish that was me 

 
Si ferma per poi alzare gli occhi verso di me in attesa di una risposta. Sa che io ho capito a cosa si riferiva e quando, solo che non sa che l’ho già sentita.
“L’ho già sentita” dico sincera, stupendolo.
“Quando?” mi chiede sgranando gli occhi.
Haylie, non è che ti sei messa nuovamente nei guai? Deglutisco incerta.
“Quando eravamo in vacanza, la sera in cui mi sono ubriacata. Mi sono alzata perché avevo sete e allora ti ho sentito, non l’ho fatto apposta” mormoro quasi dispiaciuta.
“E dopo averla sentita non ti è venuto in mente?” mi domanda, apparentemente calmo.
“Cosa?”
“Che io fossi innamorato di te?” mi chiede.
Mi lascia spiazzata e muta. Gioco con le mie mani, “Eri già innamorato di me?”
I suoi occhi mi guardano seri, “Credo, non voglio risultare banale, ma credo di essere sempre stato innamorato di te. Non sempre, cioè dalla prima volta che ti ho visto, ma da quando abbiamo cominciato a parlarci. L’ho capito solamente troppo tardi” ammette.
“Meglio tardi che mai” dico senza slegare l’intreccio dei nostri occhi.
Fa un altro dei suoi sorrisi. “Giusto.”
Mi accoccolo nuovamente a lui, è così comodo. “Avete scelto un nome per la band?”
Si illumina, “Sì! L’ho scelto io!” esulta notevolmente fiero di sé.
“Dimmi che non hai preso le iniziali dei vostri nomi per il nome della band, perché se lo hai fatto è la buona volta che ti scomunico come ruolo di fidanzato, amico, conoscente” lo avviso puntandogli un dito contro, che lui afferra e abbassa.
“No, tranquilla. Veniva una cosa troppo strana e l’abbiamo messo da parte” dice, “Ci chiameremo i One Direction!” grida con troppa enfasi, tipo presentatore televisivo.
So che si aspetta da me la stessa sua reazione, ma l’unica cosa che mi viene fuori è: “Perché?”
“Perché andiamo in una sola direzione, quella del successo!” spiega con meno sicurezza.
“Per fortuna, pensavo una cosa del tipo “Una sola direzione, verso quella delle mutandine” replico rubandogli un lamento ed un borbottio esasperato. Sono pur sempre maschi, sarebbe potuto sempre succedere o no? Con Louis nella band poi, era al 99,9% sicuro.
“E mi dica, Harry Styles dei One Direction, qual è il vostro singolo di debutto?”
“Si chiama What Makes You Beautiful” rispose inforcando nuovamente la chitarra e rivolgendomi un’occhiata complice. Cosa voleva dire con quello?
“Sei proprio stata tu a dirmi che avrei dovuto scriverci una canzone con tutte le cavolate che ho detto” mi spiega, poco prima di cominciare a cantare, senza darmi il tempo di rispondergli. Credo di aver capito perfettamente a quando si riferisce, ed un afflusso esagerato di sangue mi colora il viso.
 
 
So c-come on
You got it wrong
To prove I’m right I put it in a song
I don’t why
You’re being shy
And turn away when I look into your eyes

Everyone else in the room can see it
Everyone else but you

Gli faccio una linguaccia. “To prove I’m right I put it in a song” per provare che ho ragione lo metterò in una canzone, simpatico, davvero. Non riesco a reprimere un sorriso.
 
Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But you when smile at the ground it aint hard to tell
You don’t know, You don’t know you’re beautiful
If only you saw what I can see
You’ll understand why I want you so desperately
Right now I’m looking at you and I can’t believe
You don’t know, You don’t know you’re beautiful
Oh oh, but that’s what makes you beautiful

 
“A parte questo. Loro ti guardano sempre, appena varchi la porta tutti gli occhi sono posano su di te. Conosco dei ragazzi che.. - abbassa di nuovo lo sguardo sulle sue All Star bianche – che sussultano quando ti sposti i ciuffi dietro l’orecchio, sentono le ginocchia tremare quando sul tuo volto ostile e infastidito compare un improvviso e inaspettato sorriso” sorride tranquillo. Le mie mani tremano stringendo l’orlo della canottiera chiara.
“Se potessi vederti con i loro occhi, potresti capire quanto ti vogliono disperatamente”
 
Dannazione. Riconosco perfettamente le parole, le stesse parole che mi ha rivolto quando ci eravamo trovati sul muretto della scuola, di ciò che mi ha per consolarmi dopo l’incontro con Coraline.Distolgo lo sguardo puntandolo fuori dalla finestra, imbarazzata. Sto andando a fuoco, questo spiega l’improvviso calore e la puzza di fumo che aleggia intorno a noi. Cazzo. Harry ride della mia reazione mentre le note della chitarra risuonano durante la parte strumentale. Finisce la canzone e con sguardo divertito mi sorvola il viso, prima di scoppiare in una risata roca e divertita, per niente trattenuta. Gli salto addosso.
“Non osare cantare una cosa del genere in pubblico, ok?” ringhio tartassandoli di pugni. Le sue mani bloccano i miei polsi.
“Perché, ti vergogni?” mi chiede. Vedo dalle sue iridi la preoccupazione.
Non ha capito un fico secco. “No, perché questa canzone è mia, punto. Non lascerò che altre ragazze la ascoltino, che ne sai che poi pensino sia rivolta a loro? No, assolutamente no” rispondo con tutto il coraggio che mi ci vuole.
“Sei gelosa della canzone?”
Come devo dirglielo ancora? “Gelosa è una parolona..”
Inarca le sopracciglia. “Sì, della canzone e di te” sputo con fatica.
Mi scruta in silenzio.
“Haylie”, perché deve pronunciare il mio nome in quel modo?
Rabbrividisco.
“Se non ti alzi, giuro che da qui non ne esci viva” mi avverte con un’espressione serissima.
Cosa? Non realizzo abbastanza in fretta la cosa, che le sue labbra si appoggiano alle mie facendole sue, in un bacio forte e dannatamente invitante alla quale non posso resistere.
Non ci posso credere. Harry Styles, ed io.
Sorrido contro le sue labbra morbide.
Non è possibile.


- spazio autore.

MINCHIA.

Quando sarebbe stata l'ultima volta che vi ho promesso l'epilogo?
Non oso guardare l'ultimo aggiornamento, ma vi concedo la possibilità di insultarmi e lanciarmi ciabatte, casse di pomodori, banconate di 100 euro (?) INVOCO IL VOSTRO PERDONO. Il fatto è che a un certo punto di ogni mia fan fiction mi blocco, e questa volta era proprio prima della fine, non sono riuscita più scrivere, niente più ispirazione, caput. Allora ho deciso di pubblicarla su facebook, giusto per vedere se riuscivo a ritrovare quella cosa che mi spingeva a sfornare e alla fine, eccomi qua, dopo chissà quanti mesi con il mio epilogo e l'ufficiale conferma di aver terminato la MIA PRIMISSIMA FAN FICTION! SI, CAZZO, YEAH. Con fatica, ma ci siamo riuscite!

Ringrazio tutte le adorabili lettrici che hanno aggiunto questa fan fiction tra le seguite/ricordate/preferite! Arrivando per ora ad un totale di 54 seguite, 14 ricordate e 32 preferite! *spara i fuochi d'artificio!* Mi ero appena iscritta e come prima fan fiction portata e termine credo sia un buon traguardo! Ringrazio poi in particolare quelle anime buone che mi hanno lasciato una recensione, da quelle che mi hanno scritto poemi (i miei preferiti) sclerotici alle semplici parole che bastano e avanzano. 65 RECENSIONI, grazie di tutto, davvero.

Mi dispiace porre fine a questa storia. 
Dire addio al mio petulante e protettivo Liam, il cugino migliore dell'intera faccia terrestre, a Zayn il pakistano dalla camicia di lino tentatore (ho ancora in mente la scena in cui si toglie la maglietta e si tuffa, mlmlml), Niall e alla sua entrata figherrima (chi di voi non ha voluto assalirlo) a quel suo perenne odore di muschio bianco che nella realtà non coincide minamente a quell'odore che immagino io, a Louis e al suo sprint che ha reso ogni capitolo diverso, più frizzante e ai suoi orribili pantaloni, alla madre di Harry, Anne alla quale chiedo scusa per il brutto personaggio che le ho affidato, a cui spero si risolvi tutto con il figlio, anche a Coraline, a Harry, alle sue orribili polo, alla sua ascella puzzolente con cui ha quasi soffocato Haylie, alle sue fossette e a quel sorriso, mia maledetta fonte di ispirazione. E infine a Haylie, la prima protagonista che ho amato con tutta me stessa, la sua sincerità, quelle battute pessime, la sua franchezza, quel coraggio che tanto vorrei avere. Grazie a tutti, mi mancheranno.

Nei mesi trascorsi  non ho però smesso di scrivere, chiunque voglia continuare a seguirmi faccia un salto sul mio account EFP, ho sfornato un'altra fan fiction e diverse one shots. Niente, vi ringrazio ancora e alla prossima.

Alice.

   
 
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