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Autore: phoenix_esmeralda    28/02/2013    1 recensioni
"Mille volte si era sentito morire, facendo l’amore con una donna che non faceva mai l’amore con lui, una donna che lo amava ad occhi chiusi per non accorgersi di chi aveva nel letto. Ogni notte si era fatto violenza per non baciarla e si era costretto a non parlare per non infrangere, con la sua voce, l’illusione in cui Asbell amava cadere. Non c’era peggior dolore che toccare il corpo di una donna senza averne l’anima. "
Quarta classificata al contest "A volte l'amore è crudele" di Cloe901s Prima classificata al contest "Baci un po' ovunque" di AchiSama. Prima classificata a "Il contest dei cliché" di Exoticue/Fanny_Rimes
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 - 5 -
L’esistenza di un segreto



 

 
Affidandosi a Kristan, Asbell si aspettava che il giovane si muovesse cautamente nel tempo, organizzando una struttura d’azione che impegnasse diverse settimane e che solo nel corso di un paio di mesi avrebbe fruttato informazioni valide.
Ma niente di tutto questo si verifica.
Già due giorni dopo aver ricevuto l’incarico, Kristan le fa capire, tramite un’occhiata a tavola, di avere notizie fresche.
Asbell trascorre l’intero pomeriggio nella frenesia di rientrare in camera - l’unico luogo che ritiene sicuro - ad ascoltare le novità. La celerità del suo giovane amante la sorprende: non le è mai sfuggita la malagrazia con cui gli abitanti del palazzo tollerano la presenza di Kristan e non riesce a capire quali alleanze possa aver stretto per arrivare a un risultato in tempi tanto brevi.
Tuttavia è piacevole,  riflette, che una volta tanto Kristan riesca a sorprenderla.
Stabilisce che la cena venga servita nei suoi appartamenti, nella speranza di poter carpire quanto prima le informazioni agognate, ma quando lei e il giovane siedono a tavola risulta subito evidente come la presenza della cameriera sia eccessivamente ingombrante.
Trovare un altro argomento di conversazione le risulta così ostico che finiscono per cenare nel silenzio quasi completo.
- Hai voglia di riposare un po’ sul terrazzo? – Suggerisce Kristan, quando la cameriera inizia a portare via le stoviglie.
Asbell si alza immediatamente e il suo scatto rovescia il piattino del sale. Rivolge al giovane uno sguardo imbarazzato, mentre scivola dietro al tavolo e si dirige oltre la vetrata.
- Non credevo  che mi sarei agitata così tanto – confessa, una volta all’aperto – Invece ho i nervi a fior di pelle.
- Non è necessario, non credo che tu sia in vero pericolo.
- No?
Kristan si appoggia di schiena al bordo della balaustra, nella luce del crepuscolo i suoi occhi grigioverdi rilucono di bagliori olivastri.
- Thenna e i suoi sostenitori stanno cercando un cavillo legale per spodestarti. Il tuo punto di forza in questo momento è l’onestà che hai sempre palesato verso il popolo... Sei amata e sostenuta dai tuoi sudditi proprio per questo: per l’integrità e la generosità che hai dimostrato in questi due anni di regno. I tuoi avversari ritengono che basti trovare una pecca nel tuo governo per farti cadere in disgrazia.
- Una pecca? Intendi dire... qualcosa di illegale?
Lui annuisce. È talmente tranquillo... Come se giudicasse irrealizzabile il proposito di Thenna. Kristan ha beneficiato delle decisioni che lei ha preso a favore del popolo, è sempre stato uno dei suoi seguaci più fedeli e nutre nella sua onestà la più incrollabile fiducia.
Asbell si morde un labbro per evitare un gemito di sconforto, ma il giovane legge perfettamente le emozioni sul suo volto.
- Che succede?
Lei tace, non sa come dirgli la verità. Kristan tuttavia non è uno sciocco, ha compreso cosa la turba.
- Signora... Thenna potrebbe trovare qualcosa di incriminante nei tuoi confronti?
Nessuna risposta.
Kristan la scruta intensamente, i suoi occhi attenti sembrano esaminare ogni angolo del silenzio in cui è precipitata.
- Quindi... c’è qualcosa?
Asbell gli dà le spalle. Non sopporta di deluderlo, ma non può tacergli la verità... verrà comunque a galla molto presto.
- Se controlla i conti di palazzo, troverà degli ammanchi.
- Ammanchi? Vuoi dire... che ti sei impadronita illegalmente di denaro che non ti spettava?
Risponde solo con un cenno della testa, se dovesse provare a parlare scoppierebbe in lacrime.
- E possono risalire a te?
Asbell si stringe le braccia al petto, respira profondamente.
- Sono l’unica a possedere le chiavi dei forzieri oltre al tesoriere... Arriveranno subito a me. Non è solo questione di perdere la fiducia del popolo... è un reato che compromette la mia posizione sul trono. Le lacrime ora le solcano il volto senza ritegno, mentre il silenzio stavolta rivela lo sbigottimento di Kristan.
Asbell si muove all’improvviso, rientra nel salone dove la cameriera ha finito di ripulire e si dirige in camera, l’istinto la spinge a fuggire dagli occhi limpidi del suo amante e dalla delusione che gli ha arrecato.
Si abbandona sul letto presa dalla disperazione e i suoi occhi corrono al ritratto di Arras. Neppure lui avrebbe accettato il suo comportamento. Oh, ne verrà a conoscenza ben presto!
La disprezzerà come tutti gli altri.
 
Kristan entra nella camera e la trova lì, accasciata sul letto, lo sguardo rivolto al ritratto di Arras.
Vederla ancorata a lui persino in quel momento è l’ennesimo pugno allo stomaco, un dolore cui è abituato ma che non per questo lo strazia con minore crudeltà.
Ci sono io qui con te adesso, ci sono io!
- Asbell... non è ancora tutto perduto. Forse non controlleranno i conti, forse non se ne accorgeranno.
È solo quando si avvicina che nota le sue lacrime.
Le prende una mano e la stringe forte, vuole disperatamente che senta la sua presenza.
- Mi dispiace – mormora lei con un tremito nella voce – So che avevi fiducia in me.
- Ne ho ancora, mia signora. Se hai preso quei soldi avrai avuto validi motivi. Tu non sei una persona avida, non ti sei mai interessata ai lussi estremi, non hai mai dato prova di vanità né di leggerezza. Qualunque cosa tu abbia fatto con quel denaro avrà ben avuto ragione d’essere.
Legge lo sgomento nei suoi occhi, quando alza il viso su di lui.
- Kristan... devi andartene da palazzo – sussurra – Quando la verità verrà alla luce, non voglio che tu corra il rischio di restare coinvolto.
Lui sussulta. Andarsene ora? È proprio per restarle accanto in un momento come questo che ha accettato di diventare il suo amante. Solo per essere lì in quell’esatto momento, ha sopportato a denti stretti la gelosia stridente, si è lasciato torturare dall’indifferenza di Asbell, si è lasciato straziare dalla sua gentile lontananza.
- Non me ne andrò. Non adesso sicuramente. Resto con te.
Gli occhi azzurri di lei si spalancano all’improvviso, la sorpresa le asciuga le lacrime.
Kristan non riesce a comprendere cosa l’abbia a tal punto sbalordita, finché non si rende conto di ciò che ha fatto.
L’ha contraddetta.
Le ha disobbedito.
Non è stato docile e mansueto, per dirla tutta. L’emergenza della situazione l’ha distratto e non ha elaborato un modo più diplomatico per dissentire dalla sua volontà.
- Ti prego, lasciami restare – aggiunge, più conciliante.
- Ne riparleremo – sussurra lei.
Questo è sufficiente a rassicurarlo. Non gli ci vorrà molto per stendere la rete di protezione e metterla in salvo. Non gli interessa che abbia preso dei soldi illecitamente, la sua fiducia in lei non può offuscarsi con tanta facilità. Asbell è la sovrana che intende mantenete sul trono per il bene dell’intero popolo. Asbell è la donna di cui è innamorato e che non può in alcun modo tradire.

  
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