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Autore: Zoe43    28/02/2013    2 recensioni
-Ma perchè le mie opinioni, i miei desideri non contano mai?!?- mi ribellai. Cercai di mantenere un tono di voce moderato, non volevo infastidirlo troppo.
 
Paul si massaggiò le tempie con due dita e si strofinò il viso con una mano. Chissà a cosa pensava in quel momento: probabilmente si stava dando dell'idiota per aver deciso di fare da tutore ad uno come me. Non facevo altro che creare problemi. Come non biasimarlo.
 
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! Ora che finalmente il mio computer è resuscitato posso procedere con la storia:) Mi dispiace che abbiate dovuto attendere così tanto ma questa volta non è stata colpa mia! Spero tanto che continuerete a leggere questa fanfiction!
Vi auguro un buon anno nuovo (in ritardisssssssimo ma vabbè) e ci tenevo a fare un ringraziamento speciale a _JK_ che mi ha lasciato una recensione davvero bellissima nell'ultimo capitolo! Grazie anche a tutti gli altri <3 .xx
 
 
 
 
 
 
 
Fissai il mio volto nello specchio del bagno. Socchiusi gli occhi e mi feci più vicino: dire che avevo un aspetto orribile era davvero un eufemismo. Ero a dir poco mostruoso quella mattina. Mi ero svegliato con i capelli tutti appiattiti a un lato e due occhiaie che mi arrivavano al mento e che facevano invidia ad un orsetto lavatore. Sospirai rassegnato e cercai di aggiustarmi quella massa arruffata e oscena che avevo in testa meglio che potei e poi uscii dal bagno sbadigliando.
-Buongiorno, splendore!- esclamò Doniya euforica saltandomi letteralmente tra le braccia. Come si faceva ad essere così allegri e pimpanti di prima mattina? Sarebbe rimasto per sempre un mistero.
-Hey, siamo di bonumore stamattina.- la strinsi delicatamente per la vita e sorrisi. Lei ridacchiò e sciolse l'abbraccio fissandomi con gli occhi che brillavano. 
-Già.- sospirò felice.
-E' successo qualcosa di emozionante?- domandai incuriosito da tutta quella ilarità.
-Mmh..no niente.- abbassò lo sguardo e arrossì. Le pizzicai le guance tra l'indice e il pollice e poi le sfiorai con i polpastrelli nel punto in cui si erano tinte di un rosa acceso.
-Non dovresti nascondere niente al tuo adorabile fratellino.- scherzai sorridendo appena. Doniya ridacchiò e mi diede un buffetto al braccio.
-Dai, ti do un passaggio, adorabile fratellino.- 
 
 
 
-Grazie, Doni ci vediamo a pranzo?- le domandai scendendo dalla sua auto. Lei si levò gli occhiali da sole e parve pensarci su.
-Oh, oggi no, sto con..un amico.- spiegò. -Invita qualcuno, così non stai solo.-
-Mmh mmh. Ciao, a dopo.- dissi e mi diressi verso il cancello della scuola. Negli ultimi giorni Doncaster era perennemente illuminata da un sole primaverile a dir poco bollente, così Paul, Waliyha e Safaa avevano deciso di fare una vacanzina sulla costa, a Blackpool. Perciò io ero rimasto con Doniya ma era come se fossi da solo dato che lei non era mai in casa. 
Mi levai la felpa e rimasi solo con la T-shirt: quella mattina il caldo era davvero soffocante.
-Hey, Zayn!- udii una voce in lontananza e socchiusi gli occhi alla ricerca del suo proprietario. Andy Stevens si sbracciava per farsi notare da me e con un sorriso mi faceva cenno di avvicinarmi al cappannello di ragazzi accanto a lui. Raggiunsi il gruppo ed Andy mi contornò le spalle con il braccio muscoloso.
-Ciao, ragazzi.- dissi e sorrisi. Le belle giornate mi rendevano quasi felice.
-Hey, Zayn!-
-Che si dice, Malik?-
Tutti i ragazzi mi salutarono con pacche sulle spalle e scherzosi palpeggiamenti al sedere. Io e LOuis ci scambiammo un cenno con la testa e un sorriso.
-Allora, sentite..- esordì Andy sorridendo eccitato a noi ragazzi. -Oggi è sabato, il giorno delle scintille che aspettiamo per tutta la settimana- gli amici ridacchiarono. -perciò ho deciso di dare una festa a casa mia. Alcool, ragazze, piscina e ancora ragazze e soprattutto niente genitori!- urlò selvaggiamente e mi strinse tra le braccia sollevandomi da terra. Scoppiarono tutti a ridere ed esultarono come barbari. Louis sembrava elettrizzato, sprizzava eccitazione da tutti i pori e gli occhi azzurri splendevano di una luce divertita. I nostri sguardi si incontrarono e all'unisono ci stringemmo nelle spalle e ridacchiammo.
-Ovviamente voi siete tutti invitati e siete liberi di portare con voi qualche deliziosa amichetta- strizzò un occhio verde-azzurro -e ,tralasciando gli sfigati, inviterò la maggior parte della scuola.- ci informò senza perdere l'entusiasmo. La casa di Andy non poteva neanche essere definita una casa, tanto era grande. Poteva essere definita un hotel ad almeno 5 stelle talmente era immensa e bella e poi, da quanto sapevo, lui era piuttosto bravo ad organizzare le feste. Louis una volta me ne aveva parlato. "Dovresti vedere le feste che organizza a casa sua!" aveva esclamato eccitato come una ragazzina. "Sono un vero spettacolo!". 
-Tomlinson!- esclamò poi. Louis lo fissò aspettando che continuasse a parlare. -Tu potresti cantare.- si aprì in un sorriso ampio e stupefacente, immaginandosi, probabilmente, la voce di Louis risuonare tra le mura del suo palazzo.
-Ci sto, amico.- accettò lui e battè il suo pugno contro quello dell'amico.
-Ok, perfetto, comunicherò della festa agli altri della scuola durante la ricreazione in sala mensa.-
 
 
 
 
Per l'ennesima volta, feci uno sforzo immane per far sì che le palpebre, estremamente pesanti, non mi calassero sugli occhi. Mi pizzicai un braccio nel tentativo di svegliarmi un pò ma niente, mi stavo lentamente addormentando. Era quasi inquietante il fatto che non riuscissi a stare sveglio, che non riuscissi a impormi di non addormentarmi. Comandavo io, giusto? E allora perchè il mio corpo sembrava stesse dendo retta ad un alto cervello (che non era di certo il mio)?
Provai a bere un pò d'acqua ma rischiai di cadere nel sonno mentre bevevo. Sobbalzai spaventato. Avrei potuto morire affogato! Ridacchiai sommessamente al pensiero che qualche settimana prima non mi sarebbe dispiaciuto affatto porre fine alla mia vita, anche con una morte così stupida. Morto annegato perchè colto dal sonno mentre beveva da un'innoqua bottiglietta d'acqua. 
Ridacchiai ancora e scossi la testa, stroppicciandomi un occhio. Che stessi guarendo dalla depressione? Contrassi la mascella. Una parte di me si impose di non illudersi, ma l'altra saltò di gioia a quel pensiero. Eppure, ero convinto che la lontananza da Louis mi avrebbe fatto solo peggio. Invece tutto procedeva sempre meglio. Lui mi mancava, sempre, costantemente ma il rapporto che avevamo adesso non mi dispiaceva. Certo, non era abbastanza e in certi momenti questo mi faceva soffrire, ma almeno c'era. Non era tutto finito, non ci ignoravamo. Ad un occhio esterno e distratto saremmo potuti apparire come due buoni amici. Ed io lo accettavo. Tutto, pur di non perderlo.
Mentre la mia mente correva libera tra pensieri, speranze e fantasie, un bigliettino piegato in quattro mi colpì alla testa e si adagiò sulla superficie liscia e bianca del mio banco. Sobbalzai e mi voltai alla mia sinistra, verso il mio compagno di banco, che era tornato ad essere Louis, e lo fissai con sguardo interrogativo. Lui alzò le soppracciglia e sbuffò, indicando con gli occhi il biglietto. Lo aprii e lessi le poche parole scritte con la sua calligrafia familiare, ordinata e tondeggiante.
"Che c'è che ti fa ridere tanto?;)" c'era scritto. LO fissai, stupito che si fosse accorto delle mie impercettibili e rare risatine e lui mi sorrise con aria divertita.
"Niente, pensavo." scarabocchiai sotto la sua domanda. Non potei fare a meno di provare un leggero moto di invidia nei suoi confronti: la mia calligrafia era disordinata e nervosa, praticamente illegibile. Lui era più bravo di me in tutto, anche nelle cose più banali. 
Ripiegai il bigliettino e, senza farmi vedere da quella sottospecie di cietaceo enorme spappolato sulla cattedera, meglio conosciuto come Prof. Patterson, lo feci scivolare verso il banco di Louis.
Lui lo aprì quasi impaziente con ancora un sorrisetto allegro sulle labbra che poi sparì subito dopo aver letto la mia risposa insoddisfaciente. Afferrò la sua bic verde e scrisse velocemente una risposta, dopodichè mi ripassò il biglietto.
"Mmh, ok e cerca di stare sveglio, la grassona ti fissa di continuo!!!" lessi. Mi morsi un labbro e cercai di respirare profondamente ma non riuscii a trattenermi e scoppiai in una rumorosa e potente risata che fece voltare tutti, compresa la grassona, ovvero la professoressa. 
Louis mi fissava con uno sguardo tra il confuso e l'ammaliato con un sorriso stupito dipinto sulle labbra sottili.
-Malik, cosa c'è di così tanto divertente nel Romanticismo? Faccia divertire anche noi.- mi rimproverò il cetaceo fissandomi infastidita da dietro i minuscoli occhiali dalla montatura tonda.
-Guarda,- bisbigliò LOuis con una mano davanti alla bocca per non farsi sentire da nessuno oltre me, mentre ancora ridacchiavo ed ero scosso da sussulti. -sembra che anche il suo doppio mento ti stia fissando con degli occhietti malefici!- scoppiò in una risatina verso la fine della sua battuta ed io mi rigettai in una'altra risata senza fine, asciugandomi le lacrime dagli occhi e piegandomi in due dal dolore agli addominali. La mia mente, in quell'insolito momento, era un subbuglio disordinato e rumoroso di pensieri, tutti in contrapposizione tra loro: alcuni erano estremamente divertiti per ciò che diceva Louis, altri erano spaventati per la punizione che avrei subito per aver disturbato la lezione, altri ancora erano doloranti dato che avevo la pancia a pezzi per aver sforzato così tanto gli addominali ridendo, altri invece erano esterreffatti. Da quant'è che non ridevo così? Avevo dimenticato quanto fosse bello e liberatorio ridere. In quel momento potei dire di essere felice davvero. Semplicemente felicee spensierato.
-Malik, si può sapere che le prende? Sto per sbatterla fuori dalla classe.- mi avvertì furiosa. Avrei tanto voluto smettere di ridere ma mi era davvero impossibile e, cosa ancor più grave, Louis non era affatto d'aiuto: non faceva altro che prenderla in giro e fare battute su ogni cosa uscisse dalla sua bocca.
-Uuuh, hai sentito, Zayn?- chiese Louis con voce suadente. -Vuole sbatterti fuori dalla classe! Che cosa sexy. Soppravviverai o verrai inglobato nel suo lardo strabordante?- sussurrò malizioso. Mi alzai di scatto dalla sedia, tenendomi la pancia con una mano e indicando con l'altra la porta. Sperai che la prof capisse che la mia era una muta richiesta disperata di uscire dalla classe. 
-P-posso..- provai a dire, ma un fiume di risate mi interruppe ancora.
-Fuori di qui!- tuonò lei. Mi precipitai, tra le risate, fuori dall'aula e mi poggiai al muro. Louis mi seguì e si posizionò di fronte a me con aria divertita. Il corridoio era deserto e la mia risata rimbombava in modo assurdo tra le pareti.
-Dio, non respiro..- gracchiai. Louis mi afferrò il viso con entrambe le mani.
-Zayn, basta. Se continui a ridere finirai per farti scoppiare una vena!- esclamò sorridendo leggermente. Chiusi gli occhi e feci dei respiri profondi. La parte di me che ancora pensava a Louis di notte e immaginava di baciarlo, rabbrividì e annegò lentamente nella sensazione che le mani fredde di Louis poggiate sulle mie guance mi provocavano. 
Stemmo in silenzio per un pò, in attesa che mi calmassi del tutto. Quando ogni traccia delle risate cessò, aprii gli occhi, incontrando i ghiacci azzurri di Louis.
-Non farlo più.- mormorai.
-C-che cosa?- sembrò spaesato, intimidito dalle mie parole.
-Farmi ridere così tanto.- gli spiegai. Lui sorrise e non diede segno di voler levare le sue mani dal mio viso. Distolsi lo sguardo e ne afferrai una con le dita, come se fosse fragile e preziosa. La levai dalla mia gota accaldata e la tenni per qualche secondo stretta alla mia, poi la lasciai andare, come avevo fatto con lui tempo prima.
-Ehm..- Louis si schiarì a disagio la voce e portò anche l'altra mano in tasca. -Dovremmo andare in mensa, tra poco Andy annuncerà la sua festa.- disse guardandosi i piedi e grattandosi la nuca.
Annuii.
 
 
 
 
 
-Si sente?- la voce alta di Andy sovrastò il chiacchiericcio dei ragazzi nella mensa. Picchiettò con un dito contro l'altoparlante e lo avvicinò alle labbra, distese in un sorriso. -Buongiorno, scuola!- tuonò. Gli studenti esultarono, alcuni lo salutarono con un "Sei grande, Stevens!", altri lo mandarono elegantemente a farsi fottere. 
-Come tutti vi sarete accorti, oggi è sabato, perciò..- si bloccò e fissò gli studenti che ,in silenzio, aspettavano che proseguisse a parlare, con un sorriso quasi inquietante stampato in faccia. -voglio che tutti voi basterdelli trasciniate le vostre chiappe regali a casa mia stanotte per divertrvi a quella che sarà la festa più bella della storia!- gridò alzando un braccio al cielo (il soffitto della mensa) come un divo del rock davanti al suo pubblico. La mensa si riempì di un esulto unico e frastornante che mi ruppe un timpano. -Ah e ovviamente,- continuò Andy con voce vellutata e sguardo angelico. -gli sfigati non sono assolutamente invitati!. Ci vediamo stasera alle 10, amici miei!- concluse sorridendo ancora. Gli sarebbe venuta una paralisi facciale con tutti quei sorrisi. Quel ragazzo era davvero vanitoso ed egocentrico.
-Tu ci vai?- domandò Louis al mio fianco. Mi strinsi nelle spalle e incrociai il suo sguardo.
-Sì, penso di sì.- risposi annuendo.
-Mmh, come mi vesto?- mi chiese aggrottando le sopracciglia. Ridacchiai e gli posai una mano sulla spalla. 
-Senti, ti va di venire a pranzo da me? Sono solo a casa. Così decidiamo anche come vestirci per la festa.- proposi. Il quel momento però mi resi conto che forse non era stata la migliore delle mie idee invitarlo a casa mia. Magari avrebbe pensato che mi stessi illudendo che saremmo tornati insieme e avrebbe cominciato a spiegarmi che non sarebbe potuto succedere, avrei sofferto e il suo atteggiamento nei miei confronti sarebbe tornato freddo e distaccato. Mi feci prendere dall'ansia e cominciai a mangiucchiarmi nervosamente un'unghia.
-Sì, perchè no?- rispose tranquillamente Louis, con mia grandissima sorpresa.
-B-bene allora. Hai la macchina, sì?- domandai. Lui fece l'occhiolino e mi diede una scappellotto dietro la nuca.
-Certo, sciocchino.-
 
 
 
 
 
 
-Zayn, sei un pessimo cuoco.- affermò schietto Louis punzecchiando con la forchetta la massa collosa di pasta col sugo nel suo piatto. Alzai lo sguardo dalla mia porzione ormai quasi finita.
-Fà così schifo?- chiesi a bocca piena. Avevo talmente fame che non avevo neanche sentito il sapore degli spaghetti che avevo cucinato, preso com'ero ad ingozzarmi.
-Decisamente, sto per vomitare.- rispose schifato, allontanando il piatto da se. Sospirai un pò in imbarazzo.
-Potrei cucinarti..- cominciai a dire mentre, nella mia mente, scorrevano tutte le immagini in cui Paul provava ad insegnarmi a cucinare qualcosa ed io rispondevo con un "Chi se ne importa. Non mi servirà mai a niente saper cucinare". Oh, come mi sbagliavo.
-No, tu non cucinerai nient'altro!- m'interruppe alzando un dito. -Tu mi darai il numero di una pizzeria e il sottoscritto ordinerà una dozzina di pizze perchè sta davvero morendo di fame perchè tu non sai cucinare.- mi ordinò isterico. Inghiottii il boccone e mi pulii la bocca con la tovaglia.
-Sei a casa mia e detti legge?- domandai fingendomi arrabbiato. Lui alzò gli occhi al cielo ed incrociò le braccia sul petto. -E non è nemmeno tanto carino da parte tua farmi notare che sono una frana in cucina!- mi finsi offeso e gettai i suoi spaghetti ormai freddi e appiccicati tra loro nella spazzatura.
-Quando ho fame divento nervoso.- si giustificò stringendosi nelle spalle ampie. -Dai prendiamoci una bella, invitante e commestibile pizza!- propose sorridendo come un bambino. Non mi sarei sorpreso se in quel momento avesse cominciato a saltellare per tutta la casa e a battere le mani tutto contento.
Digitai il numero di una pizzeria sul telefono e Louis ordinò ciò che voleva.
 
 
 
 
 
 
Tre pizze e un quarto dopo, Louis si getò sul divano con un'espressione sofferente sul volto e tenendosi la pancia con una mano.
-Oh, dannazione, Zayn!- strillò ancora più isterico.
-Che c'è?- chiesi distrattamente, mentre le mie dita correvano veloci sullo schermo del mio cellulare.
"Stasera c'è la festa di Andy. Io vado e tu?" avevo scritto a Brianna. Avevo cominciato a considerarla come una migliore amica anche se, ogni tanto, ci incontravamo tra le lenzuola. Adoravo il modo in cui mi faceva stare bene e vedere la vita in un modo tutto diverso e facile. Sorrisi immaginandola mentre correva da una parte all'altra della sua stanzetta, che profumava di confetti e bucato, che si disperava e che continuava a ripetere che non aveva niente da mettersi.
-Zayn sei un vero idiota.- continuò Louis, non smettendo un attimo di lamentarsi. Sollevai gli occhi dal cellulare e lo fissai con un sopracciglio sollevato.
-Qual'è il problema, sua maestà?- domandai facendo un inchino teatrale.
-Avresti dovuto fermarmi e impedirmi di mangiare tre pizze.- piagnucolò gesticolando freneticamente. Mi lasciai scappare una risatina.
-Ma l'ho fatto.- risposi. -E tu mi hai morso una mano!-
Louis scosse la mano e distolse lo sguardo.
-Che ore sono?- chiese coprendosi il viso con una mano.
-Le 3.- risposi fissando malinconico l'orologio.
-Manca un'eternità alla festa!- riprese a lamentarti.
-che ti va di fare?- gli domandai.
-Usciamo un pò?- propose.
-Va bene. Vado a cambiarmi.- dissi e mi defilai.
Due minuti più tardi tornai in salotto e afferrai il cellulare e le chiavi di casa.
-Bè, andiamo?- Mi voltai verso Louis e gli angoli delle mie labbra si piegarono all'insù. Louis dormiva profondamente sul divano di casa mia, con una mano tra i capelli scompigliati e le labbra dischiuse a formare una "o". Corsi nella mia camera e tornai da lui con un plaid azzurro. Lo adagiai sopra di lui e gli carezzai i capelli lisci e morbidi. Mi sentii tanto una mamma ma non ci pensai e, con la scusa stesse dormendo, mi sedetti a terra e presi a guardarlo, in ogni suo dettaglio, in ogni neo, ogni dettaglio più piccolo. All'improvviso, la sua espressione, da beata e riposata, si fece ansiosa e corruciata.
-No..- mormorò rigirandosi e stringendo tra le dita affusolate la coperta. Tesi l'orecchio e lo osservai estasiato. -Troppe pizze..- si lamentò. Ridacchiai e gli carezzai una guancia.
Troppo presto, però, i miei occhi cominciarono lentamente a chiudersi, stanchi e insonnoliti. Lottai con tutte le mie forze per non addormentarmi, volevo continuare ad ammirare il viso angelico di Louis, ma il sonno fu più forte di me.
 
 
 
 
 
 
La vibrazione forte e insistente nella tasca dei miei jeans mi fece svegliare da un sonno splendido e riposante. Alzai e il busto e mi guardai in torno: era sul pavimento. Avevo dormito lì, al freddo. Rabbrividì e guardai Louis, ancora tra le braccia di Morfeo, al caldo sul divano. 
Sospirai e gli rimboccai le coperte, afferrai il cellulare e lessi i due messaggi che mi erano arrivati da Brianna.
"Wow, la festa di Andy Stevens! Ci vengo sicuramente:)" c'era scritto nel primo.
"Oddio, Zayn devi aiutarmi. COSA MI METTO?" diceva il secondo. Ridacchiai e digitai velocemente una risposta. 
Mi stiracchiai e lo sguardo mi cadde sull'orologio: segnava le 9. Mi grattai la testa, avevamo dormito davvero tanto. Andai da Louis e lo scossi dolcemente.
-Lou, sono le 9. Dobbiamo prepararci per la festa.- mormorai il più dolcemente possibile. Lui mugugnò frasi incomprensibile e poi aprì di scatto gli occhi arrossati di un azzurro vivido e liquido. Si alzò dal divano con un movimento fulmineo, come una molla e puntò le sue iridi estremamente chiare su di me, fissandomi con un sorriso sornione sulle labbra.
-Mi sento benissimo! Andiamo a farci belli!- cinguettò prendendomi per un gomito e correndo per le scale verso camera mia.
 
 
 
 
 
 
 
-Dici che, se venisse fatto un concorso o una statistica sui ragazzi più fighi della festa, io potrei risultare almeno fra i primi dieci?- mi domandò Louis con le mani strette sul volante e con lo sguardo che alternava dalla strada a me. Mi voltai lentamente verso di lui divertito ma, vedendo la sua espressione seria e concentrata sul volto delicato, capii che non stava affatto scherzando. Era fuori di testa.
-Oh, ma certo.- risposi guardando fuori dal finestrino. Il punto era che per me sarebbe stato sempre lui il più bello di tutti.
Lui sorrise soddisfatto dalla mia risposta e mi carezzò una spalla.
-Anche tu finiresti tra i primi. Anzi, forse saresti il primo.- mormorò serio e nell'auto si respirò immediatamente un'aria tesa e imbarazzata.
Ci schiarimmo la voce in simbiosi e Louis si finse improvvisamente molto interessato alla strada che stava percorrendo.
D'improvviso, in lontananza ma neanche così lontano, udimmo la musica proveniente sicuramente dalla casa di Andy.
-Cazzo, siamo arrivati, Zayn!- urlò felice Louis e si aprì in un sorriso a sessantacinque denti. Parcheggiò lì vicino e scendemmo dalla macchina respirando l'aria calda della notte. Il caldo non ci abbandonava neanche quando non c'era più il sole.
Insieme, ci incamminammo verso l'ingresso che trovammo socchiuso. Louis alzò le spalle e lo spinse in avanti.
Il mento mi rotolò sul petto dallo stupore. Quella non poteva essere una casa, avevamo sicuramente sbagliato indirizzo. Quella doveva essere assolutamente una di quelle discoteche enormi e fantastiche che solo i più ricchi si potevano permettere. Oltre ad esserci praticamente il mondo lì dentro, l'ambiente era illuminato da luci intermittenti colorate e un enorme televisore trasmetteva una partita di calcio della Play Station 3. In fondo alla stanza notai un chilomentrico tavolo rettangolare completamente pieno di bottiglie di alcolici e punch. Tutti ballavano, si strusciavano e certi si baciavano in gruoppo. Sembrava tutto zozzo e divertente. Ripensai alle mie innumerevoli serate nelle discoteche di Bradford prima che i miei morissero. Scossi la testa e fissai la bolgia di gente di fronte a me.
Mi voltai verso Louis che aveva gli occhi che gli scintillavano dall'emozione e un sorriso enorme sulle labbra.
-Bè, io direi di entrare..- disse come in trance. Annuii e ci trascinammo dentro, avvolti da un odore pungente di alcool e sudore.
-Ciaaao, ragazzi!- ululò Andy appena ci vide, già ubriaco fradicio.
-Andy.- dicemmo in coro io e Louis.
-Che ne pensate?- urlò per farsi sentire, indicando la stanza intorno a se.
-Festa incredibile, come tutte le altre!- rispose Louis dandogli una pacca sulla spalla. Lui sorrise e barcollò un poco verso di me, circondandomi le spalle con un braccio.
-Zayn..- disse a voce alta vicino al mio orecchio. Un forte odore di vodka alla fragola mi invase le narici e mi sorpresi a gradirlo. -Tu sei un animale da rimorchio, amico mio.- affermò e scoppiò a ridere senza un motivo apparente. Risi anch'io, divertito dalla scioltezza delle sue parole che sapevano solo di alcool. -Facci vedere chi sei.- disse infine e mi diede un paio di pacche sulla schiena.
-Hey, Andy tesoooro!- Una ragazza alta e magra, con un vestitino stretto fuxia si avvicinò barcollando a lui in compagnia di un ragazzo più sbronzo di lei. Abbracciarono Andy e gli scoccarono un bacio sulle guance.
-Ragazzi, loro sono i miei genitori.- annunciò il ragazzo. Se avessi avuto dell'acqua in bocca l'avrei sicuramente sputata dallo stupore. Che cosa?! Quelli, i suoi genitori?!
Louis li salutò cordiale con la mano come se fosse la cosa più naturale del mondo che i genitori di colui che aveva dato la festa fossero degli invitati e poi si mischiò tra la folla mormorando un "A dopo."
-Salve.- dissi e loro mi sorrisero con le palpebre pesanti quasi del tutto abbassati sugli occhi. Se Andy non mi avesse detto che quelli erano i suoi genitori, li avrei scambiati per adolescenti come noi.
-Non avevi detto che i genitori non ci sarebbero stati?- gli domandai ad un orecchio. Lui rise e scosse la testa.
-I genitori degli altri, non i miei!- esclamò e, ballando, mi lasciò solo.
Mi diressi al bancone, ridendo quando le ragazze prendevano a strusciarmi addosso, e mi versai un bicchieri di vodka alla pesca. Lo buttai giù tutto d'un sorso e poi ne bevvi altri tre. Mi sentii subito più allegro e senza pensieri, così mi versai un bicchiere di punch e mi avvicinai alla ragazza pi bella che avessi mai visto.
-Ciao, Brianna.- le sussurrai ad un orecchio. Lei si voltò e si aprì in un sorriso abbagliante.
 
 
 
 
 
 
 
 
Mi asciugai il sudore dalla fonte e ripresi a ballare, con la musica che mi rimbombava nel petto e con gli schiamazzi della gente che mi circondava nelle orecchie. Mi stavo esibendo in un balletto hip-hop improvvisato e ovviamente ero una frana.
-Vai Zayyyn!- urlò Brianna avvicinandosi e baciandomi in modo tutt'altro che casto. Le accarezzai la schiena e poggiai la fornte sulla sua, con il petto che andava su e giù velocemente.
-Fine del ballo.- urlai ai miei "spettatori" ubriachi. Erano ormai due ore che ballavo interrottamente, avevo diritto anch'io ad un pò di riposo. 
-Quello è il mio amico!-  si vantò Louis sollevandò il bicchiere che teneva in mano in aria e sorridendo viscido ad una ragazza mezza nuda.
-Vieni.- mi disse Brianna prendendomi per mano e trascinandomi al piano di sopra. Io e Louis ci fissammo per una manciata finchè lui non mi mandò un bacio. Io sorrisi e gli mostrai la lingua.
Andammo all'aperto, sul tetto e ci sedemmo vicini a smaltire la sbronza respirando l'aria pulita e fresca.
-Questa festa è uno sballo.- ridacchiai.
-Già.- assentì Brianna sorridendo dolcemente. Giocherellai con uno dei suoi ricci dorati e lo arrotolai in un dito, sorprendendo della velocità con cui tornava ad essere un boccolo perfetto quando lo lasciavo andare. Per un pò andai avanti così, finchè lei si voltò verso di me e mi investì con la potenza delle sue iridi verdi. La ammirai per quelli che mi sembrarono dieci minuti e pensai che era davvero stupenda, poi lei parlò.
-Zayn?- soffiò vicino al mio viso. Il suo alito profumava di limone e alcool. Chiusi gli occhi e inspirai a pieni polmoni. Le orecchie mi fischiavano e la testa mi doleva forte.
-Sì?- sussurrai senza aprire gli occhi.
-Tu mi ami?- domandò di getto carezzandomi le palpebre con i polpastrelli.
"E' ubriaca. E' solo ubriaca".
"Le persone ubriache dicono sempre la verità".
Corrugai le sopracciglia e aprii la bocca per rispondere ma due mani ci spinsero da dietro e cademmo nel vuoto. Non feci in tempo a realizzare che stavo cadendo da un tetto e da chissà quale altezza, che atterramo con un tonfo in acqua. Riemersi confuso e mi guardai intorno: io e Brianna ci trovavamo nella piscina calda di Andy. Scoppiai a ridere e mi unii all'urlo divertito generale. Brianna uscì dall'acqua e sparì tra la folla. Feci per seguirla ma Andy e altri ragazzi mi presero sulle spalle come avessi vinto una gara importante.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Erano forse ore che cercavo Brianna ma ero così confuso che talvolta me ne dimenticavo e mi ritrovavo a ballare con ogni ragazza mi passasse davanti.
A un certo punto due mani mi fecero voltare e incontrai gli occhi stravolti di Louis.
-Ti diverti eh?- mi chiese, parlandomi ad un orecchio.
-Parecchio.- urlai per sovrastare la musica assordante.
-Balli?- mi domandò ma riuscii a leggerere solo il labbiale. Piegai il capo a un lato e lo osservai per una miriade di secondi.
-No.- dissi poi e feci per andarmene ma lui mi afferrò per un gomito e mi trascinò in cucina. Non c'era nessuno, era deserta. Se Louis avesse voluto uccidermi, l'avrebbe potuto fare in tutta tranquillità, tanto nessuno mi avrebbe sentito.
-Perchè non balli con me?- domandò offeso. -Cos'ho fatto?- i suoi occhi si riempirono di lacrime.
-Louis..niente..mi scoppia la testa.- dissi massaggiandomi le tempie. Lui bevve l'ultimo sorso del suo mohito e mi si fece più vicino, schiacciandomi tra la parete e il suo corpo.
Passò lentamente la sua lingua sul contorno del mio labbro superiore e poi sorrise.
-Ah, mi era mancato questo sapore.- disse. Io gli morsi il labbro fino a farlo sanguinare e potei sentire il sapore di metallo sulla lingua, lui gemette.
-Domani mi dimenticherò anche di questa festa.- pensai ad alta voce.
-Ma non di me. Non puoi. Non puoi dimenticarti di me, Zayn.- e le nostre labbra si unirono, come due atomi attratti l'uno dall'altro.
 
 
 
 
  
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