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Autore: _Destiny1    28/02/2013    5 recensioni
Tutte le volte in cui sono con lui penso che potremmo fermarci su una panchina a parlare di tutto, di noi, del tempo che passa, che potremmo sdraiarci su un prato e sonnecchiare un po', mano nella mano, che potremmo prendere la macchina e fare i turisti per caso chissà dove.
E lo facciamo, ogni volta in cui siamo insieme facciamo un sacco di cose.
Puntualmente, però, quando mi ritrovo lontana da lui, mi chiedo perché non ci siamo semplicemente chiusi in camera a far l'amore fino a morirne. O quasi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Passarono i giorni e Allie non usciva mai dalla sua stanza, saltava le sedute, i pasti.. si nutriva solo di una cosa, l’autolesionismo. Sembrava non essere mai sazia, continuava e continuava mentre i suoi occhi scorrevano sulla sua figura riflessa nello specchio. Si odiava, si odiava come mai prima d’allora. Ed era strano, doveva odiare lui, doveva odiarlo ma non ci riusciva, piuttosto odiava se stessa per essere stata così ingenua, così stupida. Ma soprattutto si odiava sempre di più perché non riusciva a smettere di amare lui, non riusciva a non pensarci, voleva correre da lui e baciarlo ma non poteva, non voleva.
Tutto ciò che davvero desiderava era morire, cessare d’esistere, smettere di soffrire e così fece. Andò in bagno e senza pensarci due volte ingerì una quantità infinita di pastiglie, lasciandosi cadere a terra mentre le sue piccole braccia stringevano al petto una delle prime foto di lei e Harry. E il suo cuore smise di sbattere, e con esso smise di soffrire.
 
Il suo corpo fu trovato pochi minuti dopo da Ed e da un’assistente.
 
 
 
“Harry devo parlarti..” sussurrò Ed con gli occhi lucidi. “cosa vuoi.” Sputò il riccio ignaro di tutto. “siediti per favore” disse il padre mentre una lacrima si faceva spazio sul suo volto. Harry capì che qualcosa non andava e capì ancora più in fretta che era successo qualcosa a Allie. “cosa le è successo.” Sussurrò lui serrando i pugni. Il padre rimase in silenzio. “dimmi cos’è successo!” sbraitò il riccio. “lei.. lei è morta” sussurrò con la voce spezzata Ed. Gli occhi di Harry si sgranarono e con la stessa velocità si richiusero per poi riaprirsi straboccanti di lacrime. Il mondo sembrava essersi fermato, sembrava che tutto si stesse sgretolando, che tutto fosse finito. Il suo corpo quasi senza vita cadde a terra mentre i suoi occhi si chiudevano.
Quando il riccio si svegliò si ritrovò in un stanza d’ospedale, legato a dei piccoli tubi. Sbatte delicatamente gli occhi e lentamente li aprì mentre i ricordi si facevano spazio nella sua mente. I suoi occhi si riempirono di lacrime le quali colavano lungo le sue guance rosee. “cosa mi è successo?” sussurrò il riccio al padre che era a fianco a lui. “Sei svenuto..” Harry annuì. “non le ho detto addio papà.. è colpa mia.” Disse il ragazzo mentre i singhiozzi prendevano possesso del suo corpo. Il padre lo abbracciò stretto, sembrava quasi che tramite quell’abbraccio volesse togliergli il dolore e caricarlo sulle sue spalle, purtroppo questo era impossibile. “ti ha lasciato una cosa..” sussurrò Ed mente scioglieva l’abbraccio e estraeva una lettera dalla sua giacca. Harry annuì e afferrò la busta bianca portandosela al petto. Il padre uscì dalla stanza lasciando così il figlio da solo.
“ Non dimenticherò la prima volta in cui ci siamo parlati, in cui ho pensato che non mi stavi nemmeno troppo simpatico.
Non dimenticherò la prima volta in cui mi hai fatto cambiare idea, la prima volta in cui ti ho guardato e ho deciso che potevi restare nei miei giorni, tra i miei casini, tra le mie speranze.
Non dimenticherò la forza che mi hai dato, non dimenticherò come eravamo belli insieme.
Non dimenticherò come si illuminava il mondo quando arrivavamo noi.
Non dimenticherò le giornate perfette, quel gelato per due, l'amore nei prati, le panchine dove ci siamo abbracciati, baciati, ascoltati, le panchine dove, al sole, ci siamo detti che meglio di così non poteva essere.
Non dimenticherò il sesso, tutto il sesso che c'era e che forse ci sarà sempre.
Gli istinti che risvegliavi in me, le carezze dove non si dovrebbe, in posti in cui non si potrebbe.
Non dimenticherò tutte le volte in cui stavamo per arrenderci e tutte le volte in cui, però, non l'abbiamo fatto.
Non dimenticherò i nostri occhi in quella foto al mare, non dimenticherò i tuoi occhi che guardavano l'orizzonte e poi me e poi il cielo e poi di nuovo me.
Che begli occhi.
Non voglio dimenticare niente.
Le lettere scritte di notte per non smettere di pensarti nemmeno un secondo.
Le canzoni che abbiamo cantato insieme in macchina.
Le pessime figure che abbiamo fatto insieme, le risate assordanti per cose che a pensarci adesso mi viene da morire.
Non dimenticherò le nostre insicurezze, le telefonate a notte fonda, la tua pelle bianca.
 Non dimenticherò la strada in cui mi hai detto che mi amavi per la prima volta, perché non potevi più nemmeno camminare, non potevi più nemmeno respirare, non potevi resistere nemmeno un attimo in più.
Non dimenticherò le notti passate a sognarti, le mattine passate con la nausea perché non c'eri, le lacrime impossibili da trattenere ovunque.
Non dimenticherò che è finita, che siamo finiti, che non torneremo.
Non dimenticherò niente. 
Non dimenticherò quanto ti ho amato.
Non dimenticherò quanto ti amo.
Non ti dimenticherò mai, sarai sempre con me.
Non voglio dimenticare niente, soprattutto il male, perché un amore come il nostro senza finire non poteva nemmeno iniziare.
Non voglio dimenticare niente.
Promettimi che non mi dimenticherai.
Promettimi che non mi spingerai negli angoli più remoti della tua memoria, col rischio di marcire e scomparire per sempre.
Promettimelo, ti prego..
Penso che mi mancherai per sempre come le stelle mancano al sole nei cieli del mattino.
Addio Harry.
-P.S. ti amero' per sempre.”
 
 
 
3 anni dopo
 
 
Harry si trovava davanti alla lapide di Allie, erano passati tre anni dalla sua morte e come ogni giorno lui era andato a trovarla. Si dice che il tempo curi tutte le ferite, ma nonostante siano passati degli anni, le sue non hanno mai smesso di fare male.aveva fatto come Allie voleva, non l’aveva dimenticata e mai ci sarebbe riuscito.
 Lui ricorda ogni strada percorsa insieme per la prima vota. Ricorda ogni sguardo. Ricorda il primo bacio che si scambiammo. Ricorda la prima carezza. Ricorda la sensazione di benessere dopo essere stato tenuta fra le sue braccia. Ricordava tutto.
“ripenso sempre  a noi.
non io e te. no. noi.
noi, niente tu, niente io. niente di tutto ciò.
il tuo "io" ed il mio erano uno solo, uniti, insieme.
nessuna frase in prima persona singolare.
noi e basta, tutto il resto veniva dimenticato.” Sussurrò il riccio con gli occhi lucidi mentre la sua mano sfiorava la lapide in marmo.
“ La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle tue.” Continuò mentre una prima lacrima gli rigò il volto. “Le impronte sul cuore, restano. Tu resti.” Disse prima che i singhiozzi prendessero il sopravvento, con un grande respiro represse le lacrime  e si lasciò scappare un sorriso leggendo la frase che Allie ripeteva sempre e che ora era incisa sulla lapide.
 
“Gandhi ha detto che qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia. 
Concordo con la prima parte della frase.”
 
 
Si dice che per un po' di tempo Harold non abbia neanche avuto la forza di alzare la testa tanta era il dolore, sicuramente il sorriso mancava e il futuro lo vedeva tutto nero, ma lui ogni tanto sorride e pensa a lei, si commuove ma ormai lei era volata via.
 


-Fine.
 
 
 


 
  
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