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Autore: MissPatty    28/02/2013    0 recensioni
Bella, pronta ad ascoltare. Edward, chiuso in se stesso. Amore, bugie, disperazione. Non più ti amo. La nascita di un amore, la sua distruzione, e il suo rinascere dalle ceneri.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Sentii bussare alla porta della mia camera. Non risposi. Dopo poco Jess entrò nella stanza e si sedette accanto a me sul letto.
« Hey Bells… ti va di parlarne?»
« No!»
« Bells…» mi disse di nuovo, spingendomi dolcemente con la spalla. Mi alzai di scatto dal letto e iniziai a camminare avanti e indietro al centro della stanza.
« Vedi….questo…questo è sbagliato, tu non dovresti essere qui a cercare di farmi parlare di lui… è talmente sbagliato… tu…Jess, tu dovresti essere infuriata con me, dovresti stare lì a puntarmi il dito contro e a dirmi quanto faccio schifo come amica! Tutto ciò è sbagliato!»
« Bells…Bells ora basta….» mi venne vicino e mise le mani sulle mie spalle « Devi calmarti…guardami…» alzai il mio sguardo respirando profondamente « Vuoi sapere perché in questo momento non ti sto urlando addosso?» il suo sguardo era fermo sui miei occhi, parlava lentamente come per lasciarmi comprendere bene ogni parola di quello che mi stava dicendo, iniziai a mordicchiarmi il labbro inferiore « Bells per la prima volta nella mia vita ti ho vista presa da qualcosa, ho visto una luce nei tuoi occhi, la stessa luce che avevi negli occhi ogni qual volta parlavi di tua madre » alzai gli occhi al cielo, sapevo che avrebbe parlato di mia madre. Iniziò a formarsi un groppo nella mia gola « Bells era la stessa luce di quando non volevi ammettere che lei ti mancava, di quando fingevi di accettare il fatto che lei avesse abbandonato te e tuo padre.» Delicatamente iniziò ad asciugare le lacrime che rigavano le mie guance, mi portò di nuovo sul letto e lì mi abbracciò. Rimanemmo così per qualche minuto, lei appoggiata alla testiera del letto io tra le sue gambe, con la schiena appoggiata al suo petto. Con una mano mi accarezzava dolcemente i capelli.
« Jess… io non so se posso farlo…»
« Fare cosa?»
« Conoscerlo. E se… »
« Bells, va bene avere paura, essere spaventati è normale. Tutti lo sono quando si tratta di aprirsi completamente ad un’altra persona. È normale.» l’insicurezza mi stava divorando.
« Ed ora cosa devo fare?»
« Potresti semplicemente andare a prendere un caffè con lui.» Jess continuava ad accarezzarmi i capelli e fu così che rimanemmo tutta la sera.
 
 
La mattina seguente mi svegliai tardi. Aprii lentamente gli occhi e cercai di abituarmi alla luce che entrava dalla finestra. Mi alzai e andai verso la cassettiera, lì attaccato allo specchio c’era un post-it rosa “ questo è il suo numero, non fare la stupida, chiamalo, Jess!”. Presi il pezzo di carta e lo osservai. Decisi di ignorarlo momentaneamente. Andai in bagno e feci una doccia bollente. Dopo una ventina di minuti mi ritrovai in cucina, con una tazza di caffè tra le mani. Stavo solo rimandando la cosa. Dovevo avere coraggio per la prima volta nella mia vita, farmi avanti e prendere ciò che volevo. Ed ere Edward ciò che volevo. Presi il telefono e composi il numero. Uno squillo, due, tre.
« Ciao sono Edward, in questo momento non posso rispondere. Lasciate un messaggio.» rimasi in silenzio, solo dopo qualche secondo parlai.
« Ciao Edward sono Bella. Jessica mi ha dato il tuo numero. Volevo solo scusarmi per il mio comportamento di ieri sera. Ok, chiamami quando ascolti questo messaggio.» terminai la chiamata e presi un bel respiro. Era fatta. Guardai l’orologio era ora di andare a lezione.
 
 
Riposi l’ultimo fascicolo nella libreria. Il  mio turno era finalmente terminato. Guardai il cellulare. Nessun messaggio, nessuna chiamata. Sbuffai. Non mi riconoscevo. Io non ero il tipo di ragazza che rimane in attesa vicino al telefono, sperando che il ragazzo per cui ha una cotta la chiami. Alzai gli occhi e vidi che Jessica e Mike mi stavano guardando, con uno stupido sorrisino stampato sui loro volti.
« Non voglio nemmeno sapere perché state ridendo.» dissi spegnendo il mio pc.
« Non vuoi saperlo, perché in realtà già lo sai…» mi rispose Jessica bevendo dalla sua tazza, Mike nel mentre si fingeva interessato allo schermo del computer che aveva davanti.
« Sapete una cosa, voi due dovreste essermi di supporto» appallottolai dei fogli di cara lanciandoli verso di loro « invece di stare lì a deridermi!»
« Noi non ti deridiamo Bells » rispose Mike fintamente offeso « quello che il nostro comportamento cerca di farti capire, è che notiamo in te una certa ansia riguardo all’arrivo di una risposta ad un messaggio che hai lasciato stamattina!» ormai Jessica non nascondeva affatto la sua risata. Sbuffai di nuovo.
« Ci terrei a sottolineare, che io, a differenza vostra, non ho mai gongolato quando vivevate situazioni simili alla mia!» entrambi mi guardavano. Dai loro volti era sparita ogni traccia di ironia. Jessica cercava disperatamente di farmi capire qualcosa sgranando i suoi occhioni celesti. Fu  Mike a rompere il silenzio.
« Ciao, cerchi qualcuno?»
« Si, cercavo Bella» mi voltai ed Edward era vicino la porta, i capelli scompigliati, jeans scuri e maglietta blu. « Sono passato a casa a cercarti e la tua vicina di casa mi ha detto che potevo trovarti qui.» disse rivolgendosi a me. Perché quando questo ragazzo mi parlava, tutto il resto scompariva. La mia testa, oramai ragionava come quella di una tredicenne. In tutto questo mio pensare, era rimasta in silenzio ad osservarlo. La situazione stava diventando quasi imbarazzante.
« Spero che Miss Patty non ti abbia messo in difficoltà, la nostra vicina quando si tratta di ragazzi può diventare alquanto molesta.» parlare della mia dirimpettaia fu la prima cosa che mi venne in mente, ma Mike corse in mio aiuto aggiungendo « Si, Miss Patty può essere molto insistente quando vuole. Ricordo ancora di quella volta che passai per lasciarti degli appunti, e fui rapito per bere un tè con pasticcini!» io e Jessica iniziammo a ridere, seguite poi dai due ragazzi.
« Amico non vorrei essere stato nei tuoi panni!» disse Edward, poi riportò il suo sguardo su di me « Bella, io vorrei parlarti. Se qui non hai finito, posso ripassare dopo.»
« In realtà il mio turno è appena finito, stavo appunto tornando a casa» dissi prendendo la giacca e la borsa.
« Perfetto, posso darti un passaggio a casa se vuoi?»
« Mi farebbe piacere,grazie.»
Salutai i ragazzi, e seguii Edward fuori dal centro e verso la sua macchina. Nessuno dei due parlava. Entrammo in macchina. Aspettai che lui mettesse in moto, ma questo non successe.
« Ho ascoltato il tuo messaggio, e volevo dirti che non mi devi nessuna scusa. Anzi sono io che devo scusarmi con te, ho insistito con te, sono stato troppo invadente.» continuava a non guardarmi, ma parlava con decisione « Bella, lo so che posso sembrare un folle, ma da quando ti ho conosciuta sei nella mia testa. Voglio solo che tu dia un’occasione a noi due. Una semplice occasione. » finalmente si girò a guardarmi, gli sorrisi, sembrava nervoso.
« Ok.»
« Ok?» ripeté come se non avesse sentito bene.
« Si, anche io voglio avere quest’occasione.» chiarii meglio «Era ok, già quando ti ho chiamato stamattina. Certo potevo dirtelo appena entrati in macchina, ma tu sei subito partito con il tuo discorso, non volevo interromperti.»
 I suoi occhi si illuminarono con un sorriso; mi prese la mano e la portò vicino alle sue labbra sfiorandole dolcemente. Mi guardò di nuovo, iniziò a prendere qualcosa dalla tasca dei suoi pantaloni, dicendo « Ho una sorpresa per te!» pose nella mia mano due pezzi di carta. Li portai vicino agli occhi e rimasi impietrita.
« Edward, questi sono due biglietti per il concerto di stasera dei Mumford & Sons!»
« Esatto. Ti va di andarci?»
« Certo che mi va di andare, che razza di domande fai!» rise e mise in moto la macchina.
                                                            
                                                      
Uscimmo dalla macchina come due bambini che non vedevano l’ora di andare al luna park. Le note di “I Will Wait” risuonavano in lontananza. Ci guardammo emozionati, Edward mi prese la mano e iniziammo a correre verso il palco. Quando fummo abbastanza vicino da poter vedere il cantante ci fermammo. Lì in mezzo a centinaia di persone inspirai profondamente. Tutti ballavano e saltavano al ritmo della musica. Le parole di quella canzone erano stupende. Ero come ipnotizzata dalla band. La folla, incitata dal cantante, iniziò a cantare il ritornello. Un sorriso era stampato sul mio volto. Mi girai e vidi che Edward non stava guardando il palco. Stava fissando me. Mi avvicinai a lui. Nessuno dei due distolse lo sguardo. Lo attirai a me tirandolo per la giacca. Un sorriso comparve sul suo volto. I suoi occhi si spostarono sulle mie labbra. Non potevo più aspettare. Mi alzai sulle punte e lo baciai. Lo baciai come desideravo farlo da giorni. Dolcemente. Lentamente. Assaporando ogni secondo, ogni sensazione. La folla esultò per la fine della canzone ed io e Edward ci staccammo. Sorrisi.
« Cos’hai da sorridere?»mi chiese quasi sussurrando. Lo guardai per un secondo.
« Sono solo felice!» sorridendo abbassò il suo volto verso il mio lasciando che il suo naso accarezzasse il mio e così riprese a baciarmi.

 
 
 
 
 
 
Note dell’autore.
Prima cosa mi scuso per il tremendo ritardo, ma la vita reale richiede spesso la mia attenzione. Allora cosa ve ne pare? Fatemi sapere cosa ne pensate! Ricordo sempre della pagina dedicata alla storia (l’indirizzo lo trovate nella mia pagina profilo autore qui su efp) e per chi volesse mi può aggiungere su fb basta cercare MissPatty Fanfiction. Mi raccomando lasciate una piccola recensione! Ciaoooo!
   
 
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