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Autore: Christie_road91    01/03/2013    0 recensioni
"Cazzo sono finiti i sonniferi".
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non ero impacciato, lo sembravo forse, ma la cosa non mi fregava.
Di cosa doveva importarmi? Era un mocciosetto, io non ero nato per fare il padre.
Non sapevo minimamente cosa fare.
Andai nella nostra stanza, dove Adrienne aveva piazzato il bambino con la sua culla; aveva il viso rosso e piangeva con gli occhi quasi chiusi, ero rimasto sul ciglio della porta a guardare la situazione con la testa storta, non sapevo da dove cominciare. 
"Stupido marmocchio! Perché mi metti in questa situazione?" ho bisbigliato tra me e me.
Andai in cucina, sperando di trovare quel dannato biberon con la camomilla che Adrienne mi aveva preparato per le emergenze.
Lo trovai adagiato dentro un pentolino con un fondo d'acqua ancora calda. Mi aveva insegnato a farlo, era l'unica cosa che sapevo fare, riscaldare il biberon con il latte la mattina e la sera..
Preso il biberon tornai nella stanza di Joseph, che continuava a piangere.
"Dio, perché fai così eh? Cosa cazzo pensi che io possa fare?".
Rimanevo sulla soglia della porta, ma poi decisi di avvicinarmi alla sua culla: era bianca, con dei merletti giallognoli e azzurrini, dei colori che io detestavo, ma Adrienne voleva mantenersi "tradizionale" almeno sta volta, e quindi non fiatai.
Avvicinatomi lui era a pancia sotto, con la testa coperta di capelli sottili e scuri, erano liscissimi. 
"Non mi assomiglia nemmeno" pensai.
Mi chinai su di lui per prenderlo in braccio e sinceramente ero spaventato dall'idea di farlo cadere a terra, avrebbe complicato un po' le cose, sorrisi nervosamente.
Lo alzai da sotto le braccia e lo tenevo sospeso in aria prima di capire come adagiarlo tra le mie braccia per allattarlo con i biberon, strepitava come se lo stessi prendendo a pugni, per un attimo ho avuto paura che i vicini venissero per controllare, piangeva da 15 minuti come un ossesso ed impicciona com'è la gente sarebbe potuto accadere, ovviamente in quel caso avrebbero ricevuto una porta in faccia, ma dovevo cercare di mantenere un rapporto vivibile, eravamo nuovi in quel quartiere e già erano abbastanza incazzati con me per il graffio che gli avevo lasciato sulla macchina quando la strisciai accidentalmente con la mia qualche mese prima..
Quando riuscii comunque a posizionare il marmocchio tra le mie braccia notai che appena l'avevo sistemato per bene aveva smesso di piangere dopo qualche mugolio.
"Però" pensai "è stato facile, bravo amico, se continui così potremmo riuscire ad andare d'accordo!"
Mentre parlavo, sentendomi un coglione, i miei occhi si posarono sui suoi, rimasi un secondo a fissarli.
"Cazzo, li hai proprio uguali a tua madre!", erano di un marrone scuro ed intenso, mi ci riuscivo a specchiare anche perché erano ancora lucidi per le lacrime versate fino a qualche minuto prima..
Era la prima volta forse che lo guardai fisso negl'occhi, e nel momento in cui s'incrociarono con i miei si accesero di una luce incredibile, si vedeva il riflesso dei miei occhi verdi.. erano grandi, per essere quelli di un neonato, e notai che finalmente li teneva aperti. Guardandolo mi scappò un sorriso, e sono sicuro che lui fece lo stesso, mi sbirciava e scopriva le gengive, non credo sapesse ancora sorridere, ma lo leggevo dentro di lui.
"Al diavolo!" non ero li per quelle smancierie, non capivo che mi stesse succedendo! Alla fine lui mi aveva tolto tutto no? Adrienne, Mike, persino mia madre se veniva a trovarci passava più tempo con lui che con me.
Era troppo ingiusto.
Dov'ero io?
Tornava la rabbia, l'odio.
"Fanculo! Io non diventerò uno di quegl'uomini che vivono in funzione dei figli, uno di quei borghesucci medi che escono il portafogli solo per pagare gli studi e l'auto ai figli." pensavo.
Mentre borbottavo sentii la porta di casa chiudersi delicatamente, mia moglie era tornata, giusto in tempo.
Quando entrò in camera da letto ci guardò da dietro la porta che era socchiusa e disse piano "Che bel quadretto, pensavo di trovarlo fuori dalla porta vicino la cassetta delle lettere, e invece? Lo trovo a sorridere tra le tue braccia? Mi stupisci Mr. Armstrong!" 
"Smettila! Sei arrivata giusto in tempo, stavo per farlo."
Andai verso di lei le porsi Joseph e andai via.
Io non ero un bravo ragazzo? Ok? Nemmeno lui lo sarebbe diventato. Tutti ti  pugnalano le spalle, anche i figli.
Ci si leva tutto per loro, anche il sangue, l'anima, ma prima o poi anche loro ti mandano a fanculo.
Quindi perché giocare a papà e figlio solo prima che questo accada? 
Mi chiusi nella mia stanza, quella dove solitamente suonavo, e scrissi a lungo, fino all'alba del giorno dopo.
Non c'era altro da fare.
  
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