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Autore: bluemary    16/09/2007    3 recensioni
"La Regina del Crepuscolo sedeva in mezzo al nulla. Ammantata di tenebre, giaceva nel silenzio simile ad un’ombra più scura della notte, il suo passo era l’Oblio, il suo sorriso la fine di ogni respiro, il suo sguardo uno sconfinato dolore." Una ragazza priva di passato alla ricerca di un luogo in cui non è mai stata, un mercenario dagli occhi di ghiaccio, quattro ombre senza volto che parlano di una leggenda ormai perduta.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mille grazie a Shirahime88 (sono curiosa, che genere di sospetto ti è venuto?) e Rakyr il Solitario (sarò felice di leggerli una volta che avrò un po’ di pausa dagli esami), mi auguro che anche questo capitolo vi soddisfi^^




Capitolo 2: La Pergamena

-Dov’è?
Aryen si voltò di scatto, ricercando il luogo da cui era provenuta quella voce tanto simile al fruscio del vento tra le foglie, il gelido respiro di un fantasma ormai dimenticato.
-Dove l’hai nascosta?- chiese ancora l’ombra, come sempre troppo scura ed indefinita per poterne scoprire il volto.
La ragazza rabbrividì. Per la prima volta durante le visioni dei suoi sogni si rendeva conto di poter respirare e le sembrava che l’aria la stesse accarezzando con dita di ghiaccio.
-Cosa?
Una seconda ombra si distaccò dalle tenebre di quell’ambiente senza contorni e si accostò alla compagna.
-Devi trovarla, Lylen.
-Se riesci a prenderla forse c’è ancora speranza.- disse la terza figura, materializzandosi accanto alle prime due, subito seguita dall’ultima di loro.
-Se Lei non l’ha presa in passato, forse non è troppo tardi.
Aryen barcollò sopraffatta dalla debolezza: ogni sillaba pronunciata dalle loro labbra invisibili la feriva, era assieme un inesorabile comando ed una stilettata in pieno petto, s’incideva sulla superficie del suo cuore simile ad una sferzata, fino a penetrare nella sua mente, a corroderla, a cancellarne la volontà…
-Cosa? Cosa devo trovare?- urlò, la voce pervasa dalla disperazione che le parole di quelle figure di tenebra le incutevano.
-Quello che stai cercando.- all’improvviso le ombre scomparvero dietro un pezzo carta ingiallito dal tempo, completamente coperto da rune pregne di potere -La Pergamena.

Aryen aveva pensato all’ultimo sogno per tutto il giorno.
L’irrequietezza che l’aveva colta alle parole delle sue tenebrose interlocutrici non era svanita nemmeno col risveglio, spingendola ad accelerare il passo più di quanto il suo corpo fosse in grado di sopportare, tuttavia, troppo presa dal pensiero di quelle ombre, non si accorgeva nemmeno delle gambe dolenti e del proprio respiro affannoso.
-Guarda che se continui con questo ritmo domani sarò costretto a portarti in braccio.- commentò Ravhen, lanciandole uno sguardo ammonitore.
Aryen arrossì, mentre rallentava l’andatura.
-Non mi ero accorta di andare tanto veloce.- replicò, rendendosi conto solo in quel momento delle fitte al fianco.
-È per il sogno di questa notte?- chiese l’uomo, non senza un impercettibile accenno di apprensione nella voce leggermente rauca.
La ragazza fece un cenno d’assenso senza guardarlo. Raramente gli raccontava delle sue visioni ed il mercenario non aveva mai cercato di estorcerle informazioni al riguardo, tuttavia la sua crescente inquietudine rendeva scontroso e preoccupato anche lui.
Finalmente, dopo qualche altra ora di marcia, il sole in declino li spinse a trovare il posto più confortevole per passare la notte. Si accamparono sotto una roccia ricurva, che avrebbe fornito loro un discreto riparo dal vento e dal freddo, e pochi minuti più tardi cominciarono i preparativi per cucinare la selvaggina catturata durante il giorno.
-Ravhen, cosa successe all’epoca della Regina del Crepuscolo?- chiese Aryen, una volta che ebbero finito di cenare.
Il mercenario si voltò a fissarla con un sopracciglio inarcato in un’espressione che non nascondeva in minima parte la sua sorpresa e la sferzante ironia con cui avrebbe parlato.
-Fammi capire, tu sei la ragazzina che sogna le protagoniste di quel passato e vuoi che io ti spieghi cosa successe all’epoca?
Un timido sorriso prese forma sulle labbra della giovane.
-Conosco in parte la leggenda delle Streghe, ma mi piacerebbe sentirla raccontare da te.
-Lo sapevo che saresti stata una seccatura.- sbuffò Ravhen, in un tono meno brusco di quello che avrebbe potuto sembrare, viste le sue parole.
-Questo significa no?
L’uomo sospirò, sconfitto.
-Una leggenda narra che, più di cento anni fa, una donna dal potere spaventoso sia apparsa nel nostro Continente del Sole. Quest’entità malvagia, conosciuta come Regina del Crepuscolo, sterminò chiunque le si parasse di fronte, fino a quando le Streghe, cinque fanciulle che utilizzavano la magia, la fronteggiarono e con il loro sacrificio riuscirono a sconfiggerla. Fine della storia.
Aryen lo fissò in silenzio, aspettando invano che lui riprendesse a parlare.
-Tutto qui?
Ravhen trattenne a stento un sorriso di fronte all’espressione delusa della compagna.
-Perché, cos’altro vorresti sapere?
-Chi erano le Streghe, in realtà?
-Sacerdotesse della Natura, almeno secondo le leggende.- rispose il mercenario, per poi spiegarsi meglio quando vide l’occhiata interrogativa della compagna -Giovani donne che fin da bambine vengono allevate dalle sacerdotesse precedenti ed imparano a rispettare le piante e gli animali. Fino a qualche decennio fa esisteva ancora questo strano culto, anche se nessuna tra le su adepte ha mai manifestato strani poteri. Come fai a non sapere una cosa simile?
La ragazza abbassò lo sguardo, ferita.
-Non è l’unica cosa che non so.- disse in un sussurro, al pensiero di quell’infanzia di cui non aveva alcun ricordo e che la tormentava con la sua assenza, facendola sentire una persona incompleta, priva di passato e radici.
La mano del mercenario si posò sulla sua spalla in un brusco tentativo di scusarsi per le proprie parole.
-A volte è meglio non ricordare tutto della propria vita.- commentò lui, con una nota amara –Avanti, ti concedo un’ultima domanda.
Aryen rimase in silenzio per diversi secondi, persa nei suoi pensieri.
-Chi era la Regina del Crepuscolo?- chiese all’improvviso.
-Questo non lo sa nessuno, le uniche cose che si ricordano di lei sono la sua crudeltà ed il suo desiderio di annientare l’intero genere umano. Le leggende narrano che fosse in grado di sterminare un battaglione di cavalieri semplicemente con un gesto della mano. Probabilmente era un demone.
La ragazza assunse un’aria meditabonda, cercando di ignorare il gelido brivido della paura con cui il suo corpo aveva accolto quelle parole.
-Com’è possibile che delle semplici ragazze abbiano sconfitto un simile nemico?
-Avevo detto una domanda sola.- borbottò Ravhen, senza riuscire a reprimere un sorriso per il modo infantile con cui la ragazza aveva accantonato la tristezza per dedicare la propria attenzione a ciò che la interessava.
-Prometto che è l’ultima.
Con l’ennesimo sospiro, il mercenario radunò i suoi ricordi per rispondere alla compagna.
-Si dice che avessero imparato ad utilizzare il potere della Natura, mettendolo sottoforma di rune per amplificarlo. Sembra che fossero riuscite a racchiudere tutta la loro sapienza in cinque fogli, le Pergamene, con cui poi sconfissero la Regina del Crepuscolo. Per questo vennero ricordate come Streghe: nonostante la loro indole buona, la magia in loro possesso doveva essere terribile se furono in grado di uccidere un demone.
Aryen rimase in silenzio per diversi secondi, restia ad ammettere ciò che ancora non riusciva ad accettare.
-Questa notte ho sognato la Pergamena.- disse infine, sollevando lo sguardo sugli occhi impassibili del mercenario -Hanno detto che devo trovarla.
-Intendi le ombre?
La ragazza annuì silenziosamente.
-È per questo che ci stiamo dirigendo verso le Rovine?
-Credo di sì.
Per un attimo i suoi occhi riflessero la paura che Ravhen, stizzito per una missione dalle coordinate tanto approssimative, si alzasse in piedi e la abbandonasse a quella ricerca priva di senso, ma il mercenario le rivolse un rassicurante sorriso.
-Allora la troveremo.
Sollevata da quelle parole, Aryen si permise di porgli un’altra domanda, ben sapendo che in un’occasione differente il suo compagno le avrebbe con tutta probabilità intimato di lasciarlo in pace: fin da subito si era accorta della sua scarsa loquacità.
-Secondo te è vero che le Pergamene custodiscono un simile potere?
Ravhen le lanciò uno sguardo più pensieroso che irritato, prima di risponderle.
-Ne ho sentite tante: alcuni dicono che le Pergamene siano frutto di una magia ancora più antica delle Streghe e che loro le abbiano trovate per caso e siano riuscite a scoprire il modo di utilizzarle contro la Regina del Crepuscolo; altri che in realtà siano le armi create da loro cinque, o addirittura che simboleggino le loro anime.- fece una pausa per bere un po’ d’acqua -Per me sono solo storielle per mocciosi.
-E allora perché mi stai accompagnando?- gli chiese la ragazza.
Stranamente il mercenario evitò i suoi occhi, mettendosi a giocherellare con il proprio coltello da caccia.
-Forse perché non mi dispiacerebbe tornare bambino.- commentò infine in tono sommesso.
Come sempre succedeva quando lasciava trapelare una qualche emozione, Ravhen le diede le spalle, e la ragazza appoggiò il mento sulle proprie ginocchia, riflettendo. Nonostante gli avesse già rivelato ogni cosa di sé, perfino dopo tutti quei giorni di vicinanza non era riuscita a scoprire quasi nulla di lui. Più di una volta il taciturno mercenario aveva accolto con un ringhio i suoi timidi tentativi di conoscerlo meglio, non le aveva mai raccontato nulla della propria vita, né aveva accennato ad una famiglia, sempre se ne avesse mai avuta una; eppure, ad ogni giorno passato al suo fianco, le sembrava di comprenderlo un po’ di più.
Lo fissò attraverso le ultime deboli fiamme del fuoco morente, riconoscendo in un lui un uomo meno maturo ed impassibile di quanto potesse apparire a prima vista, nonostante le cicatrici sul volto e sul corpo e la spada che stringeva perfino durante il sonno.
Un ragazzo non ancora adulto che forse, come lei, non aveva mai vissuto l’infanzia.

   
 
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