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Autore: KuromiAkira    16/09/2007    2 recensioni
E se la persona che pensate conoscere più di chiunque altro si rivelasse diversa? E se vi accorgeste di averla sottovalutata?[InoXShika]
Dal capitolo 16 inizia la "seconda serie" di 'le due metà' con anche nuovi personaggi!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando tornò a casa, con uno strano sguardo negli occhi erano passati due giorni.

Aprì la porta, vedendo del sangue nell’ingresso. Non ci badò molto.

Avanzava seria e sicura, col volto privo di espressione.

Andò verso il salotto dove però trovo i suoi famigliari a terra.

Il padre con il ventre squartato, la madre decapitata, i parenti impiccati.
Il suo sguardo si fece di puro terrore per un momento.
Ma poi le parve di sentire una vocina, nella sua testa.

Se lo meritano… mi hanno venduta… mi odiavano…

Corse verso la stanza di suo fratello.
Lo trovò senza vita di fronte alla porta della sua stanza.
Solo a quel punto il suo sguardo cambiò.
Le lacrime scesero copiose sul viso, e cominciò a urlare e invocare il nome del fratello.

Sentì del lenti passi dietro di lei. Poi il corpo del vecchio che l’aveva aggredita la sera prima cadde vicino a lei.

- Ecco il colpevole… che uomo schifoso… non per niente odio gli uomini… -

Kuromi si voltò. Vide una donna dai lunghi capelli biondi, mossi, e il viso serio.
Un espressione indifferente, di fronte a tutto quel sangue.
Kuromi si tranquillizzò.
Quella donna l’aveva portata a casa sua. Aveva ascoltato il suo racconto, l’aveva presentata a una ragazzina e a uno strano gatto e l’aveva ospitata.
Si era sfogata raccontando dell’odio della sua famiglia, e dell’appoggio del fratello, l’unico che le volesse bene.
Aveva urlato, piangendo, dello schifo che provava verso il padre che l’aveva venduta a un uomo che nemmeno conosceva e la delusione che provava.

Era troppo sconvolta per tornare da sola e in quel momento non le importata che quella donna poteva essere chiunque. Voleva sfogarsi e quella donna gliene diede l’occasione.

Poi quando disse che voleva tornare a casa almeno per prendere suo fratello quella donna si era offerta di riaccompagnarla spiegando che non sopportava l’idea che i ragazzini scappassero di casa.
Lo disse con un tono quasi triste che la convinse ad accettare.



- Fratello… fratello… cosa farò ora? Mi avevi promesso che saresti stato sempre insieme a me… -

Strinse tra le braccia il corpo del fratello, affondando il viso nel suo petto. Poco le importava se si macchiasse di sangue a sua volta.

La donna si inginocchiò e le afferrò la spalla con le mani.

- Capisco… - esordì – Ti aiuterò…-

Kuromi alzò lo sguardo stupita.
La donna sorrise.

- Il mio nome è Nao. Sono un scienziata molto brava… se vuoi posso fare in modo che tuo fratello stia sempre con te. – spiegò sorridendo.

Kuromi sussultò.
Aveva sentito parlare molto di una scienziata di nome Nao.
Dicevano che era disprezzata perché faceva esperimenti sugli umani.

- Cosa? Come? – chiese speranzosa.
- Potrei farlo rivivere… però visti i risultati dell’ultima volta… tu hai detto che eri invidiosa di tuo fratello perché era forte no? Non ti piacerebbe avere quella forza ora inutile con tuo fratello morto? –

La ragazzine la fissò confusa e quasi spaventata.

- La forza? –
- Tuo fratello… vivrà sempre dentro di te… ma se vuoi la sua forza… allora devi affidarti a me… e diventare il mio esperimento… -

Nao si alzò e si girò, facendo per andarsene.

- Sei libera di accettare o meno… se sei disposta a questo sacrificio… faro rivivere tuo fratello… dentro di te! E avrai la sua forza. In caso contrario… addio. –

Kuromi la guardò allontanarsi. Poi, asciugandosi le lacrime si alzò e trascinò il corpo del fratello fino al laboratorio, seguendo Nao con uno sguardo vacuo.

- Bene. – esclamò la donna una volta arrivati all’entrata del laboratorio. – se è questa la tua decisione… -
- Si. – Kuromi si inginocchiò – la prego, se può farlo davvero… mi dia la forza di mio fratello! In cambio la seguirò sempre! –

Nao sorrise.

- Va bene. Sei una ragazzina devota… da oggi in poi diventerai il mio esperimento. Io sarò la tua unica madre. E, stanne certa, non ti venderei mai, per alcuna ragione. Uhuhuh. –
- Si, madre. –



Kuromi si svegliò nel posto dove aveva combattuto contro Ino.
Si rese conto di aver sognato il suo passato e per un attimo le ritornò in mente il momento in cui, risvegliatasi dal sonno indotto artificialmente da sua madre, si era guardata allo specchio e aveva notato che un occhio le era diventato viola. Il segno che ormai non era più umana.
Voltandosi incontrò lo sguardo fiducioso di colei che da quel momento sarebbe stata sua madre e le aveva sorriso.

- Grazie… - bisbigliò

Appena tornò alla realtà si sfiorò la guancia, che stranamente non le faceva più male.
Non c’era più traccia della ferita.

- Ti sei ripresa? –

Kuromi si voltò leggermente alla sua destra. Ino era seduta di fronte a lei, guardandola senza espressione apparente negli occhi.
- Tu… sei ancora qui? –

Ino prese a guardare davanti a se.
Anche la ferita della bionda era scomparsa.

- Tanto Orihime mi aspetterà comunque… non importa se tardo. – rispose.
- Perché non mi hai uccisa? Anzi, mi hai pure guarita!!!! –
- Mpf, grazie agli insegnamenti di Sakura e Yuko, che di tanto in tanto spiegano anche a me le arti mediche…. –
- Perché non ne hai approfittato? – chiese nervosa la mora.
- Non mi piace avere dei vantaggi. – rispose prontamente Ino.

Kuromi non rispose, si limitò a raddrizzare la testa e a guardare il cielo che aveva lo stesso colore degli occhi di Nao.

-E poi… voglio sapere di più su di te… cosa ti ha fatto mia madre, e perché hai detto che sei stata tu, di tua spontanea volontà, ad andare da lei. –

Kuromi sorrise.

- Te ne pentirai per questo. Comunque… - la ragazza si alzò a sedere appoggiando il gomito sul ginocchio. – non mi cambia nulla dirtelo o non dirtelo. –
- Quindi? –
- vedi, io sono sempre stata debole. Cos’ debole che la mia famiglia, gradi e famosi shinobi, mi odiava.
Hai mai sentito parlare del clan Sakebi? –
- I maggiori assassini del paese del fuoco… un piccolo clan formatosi da pochi decenni da membri di vari clan che hanno abbandonato la famiglia… chiamati ‘Sakebi’ per via degli urli strazianti delle loro vittime (Sakebi significa urlo) –
- Vedo che ci conosci… in una famiglia così un elemento debole era un peso… senza contare che avevo un fratello gemello, identico a me ma molto, molto forte…
Lui era ammirato e amato, mentre io ero la pecora nera! Certo sembra buffo dirlo così, visto che il colore del nostro clan è il nero e tutti i membri si vestivano di nero!
Io ero inutile ma sono pur sempre una bella ragazza… così mio padre trovò una cosa da farmi fare… ovvero vendermi per delle notti a degli uomini! –

Kuromi lo disse con una sorriso sadico sul volto.

- Purtroppo per loro, per quanto debole, io riuscii a fuggire. Così quel l’uomo uccise la mia famiglia.
Odiavo i miei genitori ma mio fratello era sempre gentile con me, e se pur invidiosa, non l’ho mai odiato veramente! Fortuna volle che incontrai nostra madre che mi diede l’opportunità di cambiare la mia vita e al contempo di portarmi dentro, per sempre, un pezzo della mia famiglia, mio fratello! –
- Cosa? – chiese Ino ormai incredula.
- Tu sei una metà. Sei un essere umano al quale allo tolto una metà! Io invece sono l’esatto opposto, sorella… io ho dentro di me mio fratello gemello! Io valgo per due! Ho la sua forza e la sua anima!
Nostra madre ha fatto in modo che ogni cellula del corpo di mio fratello venisse assimilata dal mio! –
Kuromi si avvicinò a Ino e aprì bene gli occhi.

- Vedi? Ho un occhio viola e uno blu! L’occhio viola è la prova che il mio corpo è stato modificato. Quello blu è la prova della presenza di mio fratello dentro di me! –
- Gli occhi? Però io… -
- Già… tu li hai entrambi azzurri… non so il motivo… ma questo mi fa rabbia! - urlò

Improvvisamente lo sguardo fiero e inquietante della ragazza si fecce triste ma rabbioso.

- Così come mi fa rabbia che l’anima di mio fratello mi abbia ostacolata! Alla fine i sentimenti che provo per mio fratello sono gli stessi di quelli che provo per te! Rabbia, odio, invidia! Ora che mio fratello non può più consolarmi il mio affetto si è tramutato in odio! –

Ino la guardava sempre più sorpresa ma anche dispiaciuta
Kuromi si alzò, calmandosi improvvisamente.

- Va bene, per oggi basta così! Ci rivedremo presto, sorella… uhuhuh –
- Kuromi… - si alzò anche Ino e la guardò tristemente – Continuo a pensare che anche tu sei una vittima. Ma non di mia madre…. Ma di te stessa… -

Kuromi la squadrò sospettosa.

- Parli troppo. – ribattè prima di andarsene.

Ino sospirò.
In fondo, anche Kuromi aveva sofferto. E pur non sapendo bene come si erano svolti i fatti era sicura che Nao si fosse approfittata della debolezza di Kuromi.

Sospirò. Si sentiva esausta. Avrebbe voluto tornare a casa e farsi una dormita, ma sapeva che tutti, prima fra tutti Orihime, le avrebbero chiesto cosa fosse successo… ma questa era una domanda alla quale, per il momento, non se la sentiva di rispondere.
  
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