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Autore: Salice_    01/03/2013    3 recensioni
La storia parte dall'episodio 43 dell'anime, quando Mew Zakuro rivela alle sue compagne il motivo della presenza di Kisshu nella cattedrale. Lei dice a Mew Ichigo: "Ti ricordi quando hai detto che gli alieni possono provare dei sentimenti? Visto che era lì ho pensato di chiederglielo di persona."
Ma la vita, si sa, è imprevedibile e ha l'abitudine di giocare con i destini delle persone, allontanando, incrociando, spezzando i fili che legano i rapporti. In un mondo alle porte della guerra, cosa succederebbe se l'alieno dagli occhi dorati iniziasse a provare dei sentimenti per la Mew Lupo?
DAL CAPITOLO QUARTO:
“E tu perché sei favorevole a questa tregua?” si chiese mentalmente Zakuro. “Forse perché in fondo allo sguardo arrogante e strafottente di Kisshu mi è parso di leggere una muta supplica. So come ci si sente ad essere abbandonati da tutti, potendo contare soltanto sulle proprie forze. Non vorrei essere troppo caritatevole, ma qualcosa negli occhi di quel ragazzo mi dice di fidarmi. Anche il mio istinto di animale selvatico lo conferma, e quello non sbaglia mai.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
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Penso, Credo.

 Erano passati diversi giorni da quando gli alieni erano riusciti ad impossessarsi dell’Acqua Mew e tutti i componenti del gruppo si erano ristabiliti completamente. Quella fredda mattina di marzo, Kisshu aprì gli occhi, infastiditi dai raggi del primo sole: si trovava nell’immensa camera color indaco di Zakuro, steso nelle sue fresche lenzuola. Era ormai da un po’ che i due avevano preso l’abitudine di dormire insieme e Kisshu pensava che per la modella si trattasse di un grande passo avanti, considerando quanto fosse riservata e solitaria. L’alieno stava abbracciando Zakuro da dietro, e lei continuava a dormire beatamente, i lineamenti rilassati e il viso angelico; i lunghi capelli scuri erano sparsi sul cuscino e solleticarono in naso di Kisshu, che però si promise di non esserne infastidito, anzi: avrebbe amato anche i ciuffi viola che al mattino, come in quel momento, gli sarebbero arrivati sul volto. Il ragazzo rimase ancora un po’ in quella posizione, ripensando a come avevano passato la sera precedente, disfacendo quello stesso letto; dopodiché baciò teneramente una spalla di Zakuro e le accarezzò la pancia, cercando di svegliarla. Kisshu non dovette perseverare ancora a lungo, dal momento che la Mew Lupo al minimo tocco cominciò a sbattere le palpebre, assonnata, ridestandosi e fissando negli occhi l’alieno.
- Buongiorno. – gli sorrise.
- Ben svegliata, dolce tesoro. – rispose Kisshu sfiorandole le labbra con le sue.
- Hai dormito bene? –
- Sì, benissimo! –
Zakuro si sollevò dalle lenzuola e scrollò leggermente la chioma viola, prima di sorridere a Kisshu e dire: - Io vado a farmi un bagno; se vuoi intanto vai di sotto a fare colazione, non occorre che tu mi aspetti. –
Kisshu scosse la testa, con aria esageratamente contrariata. – Assolutamente no! Vado a preparare la colazione anche per te, poi la facciamo insieme. –
La modella non rispose, limitandosi a baciare l’alieno sulla guancia e a dirigersi nel grande bagno annesso alla camera.
Kisshu andò al piano di sotto e cominciò a preparare del cappuccino, pensando di inserire anche due brioches nel microonde in modo da riscaldarle e offrirle alla sua adorata. Dopo qualche minuto di lavoretti in cucina, però, a Kisshu venne un’idea decisamente migliore della colazione a letto: risalì velocemente le scale e tornò nella camera, naturalmente vuota dal momento che Zakuro era nella vasca da bagno. L’alieno tastò la maniglia del bagno, accorgendosi però che la modella si era chiusa dentro.
“Dannazione, si è chiusa a chiave! Vabbè, ho un altro modo per entrare.”
E con questo, si materializzò all’interno del bagno, trovandosi di fronte la visione di Zakuro nell’enorme vasca idromassaggio, coperta da uno spesso strato di candida schiuma; i capelli erano bagnati e raccolti con una pinza, cosa che lasciava scoperto il collo esile ed invitante della ragazza.
- Kisshu? Che fai qua? – domandò lei leggermente stupita, facendo il gesto automatico di coprirsi.
Il ragazzo si limitò a rivolgerle un sorriso malizioso, prima di muovere qualche passo verso di lei e mormorarle: - Anche io ho bisogno di fare un bagno, e penso proprio che lo farò con te. –
Detto questo, Kisshu si sfilò la t-shirt e la gettò a terra, rivelando il suo fisico perfetto; si tolse anche i pantaloni del pigiama e i boxer, rimanendo nudo di fronte a Zakuro, che lo fissava con uno sguardo di profonda ammirazione, per nulla imbarazzata.
L’alieno si immerse nella vasca, spostando un bel po’ di schiuma, e si allungò sopra al corpo della ragazza, guardandola negli occhi con voglia e leccandosi le labbra in segno di apprezzamento. I due presero a baciarsi con foga, dopodiché Kisshu spostò la sua attenzione sul collo della ragazza, prendendo a baciarlo e a mordicchiarlo, fino a che lei non lo fermò.
- Kisshu, basta. -
- Ma come basta, ho appena cominciato! –
Zakuro sorrise, sorniona. – Ma non basta in quel senso! Intendo dire che ora tocca a me. –
E con questo, spinse via Kisshu dalla sua posizione dominante, facendolo sedere di schiena di fronte a lei; quindi, prese a lavargli i capelli con dolcezza, massaggiandogli la testa e provocandogli brividi in tutta la schiena.
- Ti piace? – domandò la modella.
- E’ bellissimo. – mormorò l’alieno, che si stava godendo ad occhi chiusi tutte quelle attenzioni.
Dopo aver sciacquato i capelli verdi del ragazzo, Zakuro prese a baciargli il collo, discendendo poi sulle spalle possenti e definite, mentre le sue mani affusolate vagavano ovunque per il corpo dell’alieno; Kisshu, dal canto suo, non riuscì a trattenere dei gemiti di piacere, cosa che divertì ancor di più Zakuro, la quale continuò il suo operato per diversi minuti.
Quando ormai quella dolce tortura era diventata per Kisshu insopportabile, egli invertì nuovamente le posizioni, trovandosi sopra a Zakuro, che lo fissava con i suoi bellissimi occhi blu, e affondò dentro di lei con decisione; i due continuarono ad appartenersi per un po’, perdendo qualsiasi cognizione di tempo e di spazio.
 
La coppia si diresse poi al Caffè Mew Mew per il turno di lavoro di quella mattina; dopo aver indossato le loro divise, si ritrovarono nella sala principale con le altre ragazze, Ichigo compresa, che quella mattina era riuscita ad essere puntuale a causa della sveglia che aveva suonato due ore prima. Mentre il gruppetto chiacchierava animatamente e Purin tentava di insegnare a Kisshu a fare il giocoliere utilizzando tre arance, Ryan e Kyle fecero la loro comparsa nel locale, con uno sguardo serio dipinto sul volto.
Bastò un’occhiata ai due per capire che c’era qualcosa che non andava e fu Ichigo a prendere la parola.
- Ryan, Kyle, è successo qualcosa? -
Il moro non rispose; toccò al biondino prendere le redini del discorso.
- Oggi non apriamo. -
- Come mai? – chiese ingenuamente Retasu.
- Perché ora che i nemici hanno il Cristallo, la battaglia finale potrebbe scoppiare da un giorno all’altro; è meglio tenerci pronti. –
Un silenzio gelido calò nella sala. Retasu si portò le mani alla bocca, in ansia, Minto rimase a bocca spalancata ignorando il suo Earl Grey che si stava lentamente raffreddando; Ichigo sbarrò gli occhi, sconcertata, Purin si accasciò sul tavolino sopra il quale era inginocchiata e Kisshu fece cadere tutte e tre le arance, lasciando che si spiattellassero sul pavimento. Zakuro, dal canto suo, aveva la solita espressione impassibile, anche se era profondamente turbata dalla notizia.
Il suo sangue freddo, però, le permise di riprendersi quasi subito, dopo solo un attimo di smarrimento, e di rivolgersi a Ryan.
- Quindi per adesso cosa consigli di fare? -
Il biondo incrociò le braccia al petto, mormorando con voce atona: - Vi consiglio di riposarvi e tentare di distrarvi, per quanto possibile, da questa notizia. È la cosa migliore. –
Zakurò annuì e parlò a nome di tutti: - Quando verrà il momento di combattere, noi saremo pronti. –
Il resto del gruppo annuì, chi con più sicurezza chi con meno, alle parole della Mew Lupo, e Ryan accennò un sorriso sghembo nonostante la situazione. – E’ così che vi voglio ragazze. Ora andate pure, ci terremo in contatto. –
Si voltò e fece per dirigersi con Kyle in laboratorio, ma dopo pochi passi puntò il suo sguardo di ghiaccio sull’alieno, aggiungendo: - Kisshu, prima di andare pulisci quel casino che hai combinato per terra, grazie. –
 
Dopo che Kisshu ebbe ripulito il pavimento, naturalmente senza aver smesso per un secondo di lamentarsi, lui e Zakuro si avviarono fuori dal Caffè; non avendo voglia di tornare a casa, decisero di fare una passeggiata, almeno fino a quando una delle tipiche piogge a sorpresa di marzo non iniziò a cadere dal cielo. I due trovarono così riparo sotto un piccolo chioschetto e ne approfittarono per prendersi una bibita e sedersi un po’.
Entrambi sorseggiavano la loro consumazione guardando la pioggia che cadeva ritmicamente a terra, quasi ne fossero incantati, fino a che Kisshu non spezzò il silenzio.
- Ti piace la pioggia, Zakuro? -
La modella si voltò a guardarlo, posando la sua Coca-Cola sul tavolino, e rispose: - E’ un fenomeno meteorologico piuttosto affascinante. –
Kisshu le sorrise di rimando, prima di voltarsi nuovamente a osservare le piccole gocce d’acqua che toccavano il suolo, arrestando così il loro percorso, e continuare a parlare.
- Io adoro la pioggia. Penso sia una sensazione bellissima quella dell’aria umida che ti invade i polmoni e delle gocce che, delicatamente, accarezzano la tua pelle e i tuoi pensieri. La pioggia mi aiuta a riflettere: quando piove, amo alzare gli occhi al cielo, a quello spettacolo malinconico che ho di fronte, e pensare . -
- A cosa pensi adesso? –
- Ora? Penso se sia vero o meno che dopo la pioggia c’è sempre l’arcobaleno. Penso al fatto che tra poco dovremo impiegare tutte le nostre forze per la salvezza delle persone a noi care, interrogandomi su quanto io possa essere adatto a svolgere questo compito. Penso a come sarebbe bello se la pioggia potesse lavare via le mie colpe, senza che io me ne accorga. E poi, penso che tutto tra noi due è iniziato così, in un giorno di pioggia malinconico e solitario come questo. –
Zakuro si sporse per accarezzare la guancia morbida di Kisshu, dopodiché appoggiò la testa sulla spalla di lui.
- Sai Kisshu, io la penso in un certo modo. Credo che l’arcobaleno arrivi sempre, anche in un cielo che ha visto mille tempeste. Credo che sia io che te abbiamo un’ideale valido per combattere e che nessuno di noi due si arrenderà facilmente; penso anche che sia inutile cercar di far guarire le proprie ferite. Non è vero che il tempo le cura: impari soltanto a convivere con il dolore. -
I due rimasero per un po’ in silenzio, respirando ognuno l’odore dell’altra. Alla fine, Zakuro si decise a porre all’alieno una domanda che aveva sempre taciuto.
- Kisshu, posso farti una domanda? –
- Certo, tutto quello che vuoi. –
- Come hai perso tuo padre? –
Lo sguardo di Kisshu divenne imperscrutabile, quasi disinteressato.
- E’ morto per via di una malattia molto diffusa sul mio pianeta e per la quale è stata trovata la cura solo pochi anni fa. Era molto malato, sia io che mia madre sapevamo che sarebbe accaduto. -
Zakuro vide una scintilla di gelido distacco negli occhi d’oro dell’alieno, e decise di spostare l’attenzione su qualcos’altro.
- Dimmi di tua madre; che tipo è? -
Kisshu si aprì in un sorriso sincero, prima di rispondere: - Oh, lei è fantastica! Dolce, premurosa, spontanea; ti andrebbe a genio come tipo! Mi piacerebbe fartela conoscere, un giorno. –
Zakuro riprese a guardare la pioggia. – Chissà, forse un giorno…-
Kisshu passò un braccio attorno alle spalle della modella, attirandola dolcemente a sé e posandole un bacio sulla testa. Dopodiché fu lui a rompere il silenzio.
- Ti amo, Zakuro. -
La ragazza perse un battito e sbatté le palpebre per la sorpresa.
Kisshu rimase per un po’ in attesa, prima di continuare: - Be’ a dirtela tutta mi aspettavo un “Anche io ti amo”! –
Zakuro, malgrado tutto, sorrise. – Ma io non ti amo ancora. –
- Eh? – fece l’alieno senza capire.
- Io sono innamorata di te, ma non posso dire ancora di amarti. – spiegò Zakuro. – Ad innamorarsi sono capaci tutti, e a tutti può succedere. Amare una persona è un’altra cosa. –
Kisshu sospirò, prima di rispondere: - In ogni caso, io sono convinto di ciò che provo: ti amo, e sono anche innamorato di te se vogliamo metterla così! – per poi lanciare uno sguardo ironico alla modella e farle una linguaccia.

Zakuro rise divertita, e Kisshu le mormorò all’orecchio: - Tranquilla Zakuro, imparerai ad amarmi. –
Nessuno dei due seppe mai dire per quanto tempo rimasero lì, abbracciati, ad ascoltare i propri respiri e guardare la pioggia.

Grazie a tutti coloro che continuano a recensire i miei capitoli! Questo è un capitolo di passaggio e vi informo che ci stiamo gradualmente avvicinando alla fine della storia, per cui qualsiasi recensione che mi faccia sapere la vostra opinione sarebbe gradita!
Salice_

   
 
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