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Autore: Nonna Minerva    16/09/2007    15 recensioni
Durante l'estate dopo la morte di Sirius, Remus si trova a fare i conti con una nuova legge che lo costringe a nascondersi mentre Tonks ha problemi sul lavoro. Silente sembra avere una soluzione adeguata per entrambi.
Quella che all'inizio appare come una situazione scomoda e imbarazzante si trasformerà nella perfetta occasione per fare pace con i fantasmi del passato, portandoli ad affrontare insieme e ad accettare la morte di Sirius, facendo trovare loro un'intesa che forse porterà alla nascita di qualcosa di più...
RATING ROSSO per l'ULTIMO CAPITOLO!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10

 

I prossimi due capitoli sono un po’ malinconici, ma prima o poi era indispensabile che affrontassero alcuni argomenti, soprattutto quelli di cui parleranno nel prossimo capitolo.

 

Piccolo avviso per coloro che seguono la mia traduzione: per problemi “tecnici” non aggiornerò per un po’... in ogni caso, chi volesse saperne di più, ho approfondito l’argomento sul mio blog, in modo da non occupare troppo spazio qui.

 

www.nonnaminerva.splinder.com

 

Grazie mille a Kloe2004 per i suggerimenti natalizi! Il mio cervellino sta lavorando a tutto spiano! Uno l’avevo già scritto, ma l’altro verrà sicuramente sfruttato!

 

 

 

 

10. How could I celebrate?

 

 

A Lupetta,

a cui devo l’idea

per questo capitolo.

 

 

Una volta che Tonks gli ebbe raccontato di aver sorpreso lui e il gatto teneramente addormentati, Remus fu costretto ad arrendersi ed ammettere che Ginger, in fondo, non lo odiava poi tanto e che lui era riuscito a superare la sua paura.

 

Il tempo passava lesto, e presto i mesi da cui condividevano quella casa  sarebbero diventati due. Gli alberi avevano perso quasi tutte le foglie, disegnando vasti tappeti colorati sulla terra fredda e l’inverno era ormai alle porte.

L’ultima settimana di ottobre, un gufo arruffato e infreddolito, picchiettò alla finestra, e una volta che l’ebbero fatto entrare consegnò loro una busta giallina.

“E’ di Molly,” disse Tonks leggendo il messaggio a Remus che stava facendo colazione. “Ci chiede come stiamo e ci invita il giorno di Halloween alla Tana. Dice che ci saranno Silente e l’Ordine e che non ci saranno problemi per te, la casa sarà protetta da un sacco di incantesimi. Ora le rispondo, vuoi che le dica qualcosa?”

“Ringraziala da parte mia, ma dille che non ci sarò.”

“Come non ci sarai?” chiese allibita la ragazza. “Remus, tu devi venire, o Molly ci rimarrà male.”

“Molly capirà. Tu vacci, ti farà bene vedere un po’ di gente, e non ti preoccupare del resto, ci penso io a tenere d’occhio Wallace.”

“Ma...”

“Tranquilla, non è un problema, davvero. Saranno solo un paio d’ore, e poi devo ancora recuperare tutti i turni che hai fatto al posto mio durante l’ultima luna piena.”

Tonks, che stava imparando a conoscerlo, non insistette oltre.

“Come vuoi,” cedette, mettendo la tazza nel lavello dopo un rischiato suicidio lungo il tragitto.

 

***

 

Nei giorni seguenti all’arrivo dell’invito di Molly, Remus si fece ancora più serio e taciturno del solito. A Tonks parve che, di quando in quando, nei suoi occhi si potesse leggere anche un velo di tristezza.

Il motivo, però, di questo repentino peggioramento del suo già suscettibile umore, la ragazza non se lo sapeva spiegare.

Era certa che non dipendesse dalla luna piena, a cui mancavano più di dieci giorni. Quella occasione lo rendeva in genere scontroso, ma difficilmente triste.

Non sapendo come comportarsi, Tonks decise che, forse, la cosa migliore fosse non dire niente a riguardo ed aspettare, sperando che la sua fosse solo una fase momentanea.

 

Una mattina, Remus la trovò tutta intenta a ritagliare una zucca.

“Cosa stai facendo?” chiese, stupito che una persona della sua età festeggiasse ancora una festività tanto inutile, oltre che a preoccuparsi che il coltellaccio che stava usando potesse sfuggirle di mano e ferirla.

“Pulisco la zucca,” fece lei, con estrema naturalezza.

“Questo lo vedo,” replicò lui, calmo, guardandola intagliare due fori, che con molta immaginazione si poteva pensare fossero un paio di occhi. “Quello che mi sfugge è… perché?”

Sorpresa da quella strana domanda, Tonks interruppe per un attimo la sua opera artistica, e piegando la testa di lato lo fissò con un’espressione a metà tra l’incredulo ed il divertito

“Per lo stesso motivo per cui tutti decorano le zucche ad Halloween.”

“Che sarebbe?”

“Non lo sai?”

“No, altrimenti non te l’avrei chiesto. So cos’è Halloween,” si affrettò a precisare, “Quello che non capisco è perché tutti si affannino tanto per nulla. Cosa c’è di tanto speciale?”

“Cosa c’è di speciale?” Tonks era sempre più incredula. “E’ una delle feste più belle dell’anno! I bambini che si travestono e vanno a chiedere i dolci, le zucche illuminate, l’atmosfera... tu non trovi che tutto questo sia tremendamente eccitante?”

“Se lo dici tu.”

“Sei proprio strano, lo sai? Perchè non mi dai una mano con questa?” lo invitò, cercando di coinvolgerlo. “Vedrai, è divertente!”

“No, grazie,” declinò Remus con una strana voce, “Ho da fare, ci vediamo dopo,” la salutò, uscendo in tutta fretta.

La ragazza sbuffò e si rimise all’opera. Avrebbe dovuto infondere nel suo coinquilino un po’ di spirito festivo prima di Natale, altrimenti, col suo muso lungo le avrebbe rovinato tutte le feste che amava di più.

***

 

“Avanti, Remus, vieni anche tu,” cercò di convincerlo Tonks per l’ennesima volta, mentre finiva di prepararsi per andare alla festa di Molly. “Silente stesso ha detto che possiamo lasciar perdere la missione per una sera! Dai, ti farà bene uscire un po’.”

“Preferisco rimanere a casa, non ho molta voglia di uscire. Starò un po’ tranquillo, poi fra un paio d’ore andrò a fare un giro per controllare Wallace.”

“Non è necessario che tu vada.”

“Lo so, ma visto che sono a casa, non mi costa niente.”

“Fa’ come vuoi,” si arrese lei, pettinandosi i capelli. “Ci vediamo più tardi.”

 

So she said what's the problem baby
What's the problem I don't know
Well maybe I'm in love (love)

 

***

“Io davvero non lo capisco, Molly,” confessò la ragazza un’ora più tardi alla padrona di casa, accettando l’aperitivo che le veniva offerto. “Si comporta in modo strano, più strano del solito. Non ha praticamente toccato cibo oggi; mi ha evitato per tutto il giorno e non ne ha voluto sapere di venire stasera, pur sapendo che in questo modo sarebbe stato scortese ed io non l’ho mai visto adottare un comportamento che non fosse perfetto. Di solito è gentile, attento a non ferire i sentimenti di nessuno, invece adesso... adesso non ci capisco più niente.”

Molly annuì comprensiva e le rivolse un sorriso triste.

“Non ti preoccupare, cara, è solo una cosa passeggera, vedrai che da domani tornerà ad essere il Remus di sempre.”

“Come fai ad esserne così sicura?”

“Perché conosciamo molto bene Remus,” intervenne Arthur, avvicinandosi alle due donne accompagnato da Silente che per l’occasione aveva indossato un’ampia veste rosso porpora con grandi stelle gialle disegnate. “E sappiamo che questo non è un buon periodo per lui.”

“Ci aspettavamo che non avesse molta voglia di festeggiare,” disse Silente.

“Non capisco,” mormorò Tonks confusa. “Perché è un brutto periodo?”

“Lo sai che giorno è oggi?” chiese Silente con dolcezza.

“Oltre ad  essere Halloween?”

“Sì, oltre ad essere Halloween.”

La ragazza scosse la testa.

“Il 31 ottobre è il giorno in cui Tu-Sai-Chi ha attaccato i Potter, con le conseguenze che conosciamo,” le spiegò Arthur.

“Io..” mormorò confusa, “Non lo sapevo...”

All’improvviso si sentì tremendamente in colpa; da giorni non faceva che parlargli di Halloween. E mentre lei era tutta presa da zucche e dolcetti, ogni sua parola doveva essere stata come una pugnalata al cuore per lui.

Certo, non era colpa sua, ad averlo saputo sarebbe stata più cauta, non l’aveva fatto apposta. Eppure, il pensiero di quello che Remus doveva aver passato in quei giorni anche a causa sua faceva male lo stesso.

 

Well maybe I'm in love (love)

 

 

***

Remus avrebbe voluto condividere l’entusiasmo di Tonks per quel giorno di festa, l’avrebbe voluto, veramente, ma non ci riusciva.

Si sarebbe sentito un traditore a festeggiare il giorno in cui due dei suoi migliori amici avevano perso la vita ed il giorno in cui aveva creduto che Sirius li avesse traditi tutti quanti.

Vero, poi avevano scoperto che lui era vittima tanto quanto loro, ma, per tredici anni lui questo non l’aveva saputo.

Ed ora se n’erano andati tutti, per sempre.

 

Si strinse il mantello attorno alle spalle, riportando lo sguardo sulla casa di Wallace. Aveva sperato che venire lì e concentrarsi sulla missione l’avrebbe aiutato a dimenticare i brutti ricordi ma, al contrario, la solitudine ed il silenzio di quel posto lasciavano campo libero ai tristi pensieri, che anche quell’anno ritornavano il giorno di Halloween con la medesima insolenza.

 

All’improvviso, un piccolo bicchiere colmo di un liquido ambrato comparve nel suo campo visivo. Voltò la testa di scatto e si trovò di fronte Tonks, un sorriso triste dipinto in volto.

“Cosa ci fai qui?” domandò Remus, sorpreso. “Ti credevo alla festa.”

“Ci sono andata, ma sono dovuta tornare indietro. Apparentemente la tonalità dei miei capelli non li ha convinti e devono aver pensato che io fossi una spia,” ironizzò Tonks, prendendo in mano una ciocca di capelli castano spento e sbirciandoli con evidente disgusto con la coda dell’occhio. “Non avevano tutti i torti, oserei dire.”

L’espressione sul volto della ragazza riuscì finalmente a strappargli un mezzo sorriso, ma subito dopo si rattristò  e lei si fece seria.

“In realtà, non è questo il vero motivo.”

“Chissà perché, ma lo sospettavo,” fece Remus. “Te l’hanno detto, vero?”

“Sì,” mormorò lei, “Mi dispiace, Remus, sono giorni che non parlo d’altro. Se solo l’avessi saputo...”

“Ma non potevi saperlo.”

“No, infatti, avresti dovuto dirmelo. Se non per me, almeno per te.”

“Hai ragione, scusa.”

“Scusami anche tu, non volevo turbarti.”

“Non ti preoccupare, sei scusata. Che ne dici ora di intaccare un po’ quella bottiglia che sospetto tu tenga sotto il mantello?”

La ragazza sorrise, versando da bere per sè.

Alzarono i bicchieri e Remus mormorò un flebile “A loro.”

“A loro,” ripeté Tonks, facendo tintinnare il bicchiere contro quello il suo e vuotandolo in un sorso.

Rimasero lì per un’altra ora, lo sguardo fisso sulla casa, senza dire una parola, perché in queste occasioni il silenzio vale più di cento discorsi.

E quando, nel buio, la mano di Tonks cercò la sua, stringendola piano per fargli capire che sapeva cosa provava, che lei c’era, per la prima volta in quindici anni, il peso di quella notte gli parve un po’ più leggero.


Think about it every time
I think about it
Can't stop thinking 'bout it.*

 

 

Continua…

 

 

 

Capitolo 11: Secrets, sorrows and healing.

 

 

* La canzone è ‘Accidentally in love’ dei Counting Crows. Fa parte della colonna sonora di Shrek2, e vi consiglio davvero di ascoltarla se non l’avete mai fatto, perché è bellissima.

D’ora in poi farà un po’ da colonna sonora a questa fic.

  
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