Secondo capitolo.

Navetta al sapore di un bacio.

Saliamo nella navetta, un piccolo autobus, che ci porterà alla stazione da lì dovremmo prenderne un altro e saremo arrivati in albergo.
Alex mi sorride, sempre tranquillo e a suo agio. Beato lui!
Timbro i biglietti per lui e per me, e poi ci mettiamo in piedi in fondo alla vettura. L’autista parte dopo solo pochi secondi e la navetta è quasi vuota ci sono solo due passeggeri: un ragazzo con valigie che è salito insieme a noi e una signora sulla mezza età. Mi dirigo nella parte finale del bus, dove non ci sono posti a sedere ma solo dei sostegni per tenersi durante il tragitto. Poggio la borsa enorme, che mi sono portata dietro con l’occorrente per la notte che trascorrerò fuori, per terra e mi adagio sopra la sbarra di metallo per tenermi in piedi. Lui poggia il trolley e si mette davanti a me con una mano si tiene. Mi osserva incuriosito e seguo la direzione del suo sguardo che punta verso la busta che tengo in mano con il famoso lo “gel”.
“Questo è tuo” dico porgendogli lo “gel”
Lui mi guarda sorpreso e poi apre la busta issando un gel da un kg. Mi guarda ridendo e so che sta pensando che è veramente enorme, ma non ho trovato nulla di più piccolo nel minimarket.
“Mi hai detto che l’avevo dimenticato e così l’ho preso” mi giustifico.
Lui sorride e mi ringrazia, appoggia la busta con “lo” gel per terra e mi guarda. C’è imbarazzo tra di noi, un disaggio che non c’è mai stato. L’unica volta che mi sono sentita titubante nei suoi confronti è stato la prima volta che l’ho sentito al telefono, ma allora l’imbarazzo è durato solo qualche secondo.
Abbasso il capo, non riesco a sostenere il suo sguardo. Ancora non ci credo che lui sia qui!
E se fosse un sogno? E se da un momento all’altro mi svegliassi?
Prego affinché non accada e mi avvicino a lui. Se posso toccarlo esiste e non è un sogno.
“Posso abbracciarti?” chiedo in imbarazzo.
Lui annuisce e lo stringo forte.
Lo sento.
Lui è lì.
Con me.
Lui mi stringe
Mi perdo in quell’abbraccio che ho sempre desiderato. È così caldo. È un porto sicuro.
Mi scosto per poi abbracciarlo di nuovo.
Ho bisogno di lui.
Ho bisogno di quel contatto che per mesi è mancato.
Mi accorgo che ricambia la mia stretta è sono felice, perché forse anche lui ha bisogno di credere che sono qui e che tutto questo sta veramente succedendo. Mi scosto e sto per ritornare ad appoggiarmi al bus quando lui mi afferra una mano e mi trascina verso di sé. Sbatto quasi su di lui mente le sue labbra inaspettatamente si trovano sulle mie.
Le divorano.
Mi divora.
E anch’io divoro lui.
Ci baciamo con un desiderio tale che per poco il cuore non smette di battere. Come degli uomini nel deserto arsi di sete cerchiamo l’uno nell’altro di placare quell’arsura, di riuscire a soddisfare quel bisogno.
È un bacio dolce.
È un bacio passionale.
È tutto insieme.
È il calore delle sue braccia che mi stringono.
È la delicatezza della sua lingua che gioca con la mia.
È la dolcezza del suo sapore.
È la felicità di essere insieme.
È il bisogno di stare vicini.
È… amore.

Prossimo aggiornamento Domenica con un pov di Alex, vi aspetto ;)