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Autore: _Teartheheart    02/03/2013    11 recensioni
25 Gennaio 2013 ore 23:30 Bradford, una sera come un altra di un Venerdì come un altro ...
Eppure quel Venerdì cambiò la vita di Rosy.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1.


25 Gennaio 2013 ore 23:30 Bradford, una sera come un altra di un Venerdì come un altro, i miei genitori come tutti i venerdì sono usciti per un appuntamento, io invece sono rimasta a casa con il mio fratellino più piccolo Spike.
Per loro il venerdì era sacro, era il giorno della settimana dedicato a loro due, amavo il loro rapporto erano felici insieme, ed io ero felice che lo fossero, insomma al giorno d'oggi trovare due persone che ancora si amano è quasi impossibile, io avevo la fortuna di avere due genitori così e ne andavo fiera. 
Mi alzai dal letto dove la quale mi ero catapultata quando i miei genitori era usciti, faceva freddo così misi sulle spalle un plaid, aprì la porta andando verso la camera di Spike, bussai continuamente prima che la sua voce mi rispose "Che vuoi Rosy?" domandò con voce fastidiosa "Non ti scaldare, volevo chiederti cosa vuoi mangiare" risposi io 
"Ti dispiace se non ceno? non ho fame" 
"Ok Spike, ma devi andare lo stesso a letto presto" replicai io capendo il suo intento "Va bene" rispose sbuffando. 
Feci un sorrisino per poi allontanarmi, ovviamente non mi avrebbe ascoltato e sarebbe rimasto fino a tardi a giocare con l'xbox, a discapito suo questa volta non mi sarei presa io la colpa. 
Non aveva fame e in verità nemmeno io, così andai in cucina andando verso il frigorifero, aprendolo presi il mio adorato succo d'arancia, aprì velocemente la bottiglietta bevendolo, se mia madre mi avesse visto bere dalla bottiglia me ne avrebbe detto di tutti i colori. 
Richiusi il frigorifero per poi togliere il casino che mia madre aveva lasciato, quando doveva uscire non rimetteva mai niente apposto, casa nostra sembrava una discarica vestiti buttati da un lato all'altro, cosmetici in cucina, che poi dico io una persona come può vestirsi pian piano per ogni stanza?. 
Ripulì tutto il casino per  poi andare nuovamente in camera mia. 
Mi distesi sul letto alzando gli occhi verso il soffitto, pensavo a tutto e al niente. 
Insomma cercavo solo di passare del tempo, ma la mia noia saliva sempre di più, mi alzai per prendere un libro ma quando lo feci, di colpa la luce si spense.
Restai immobile, odiavo rimanere al buio, mi sentivo ridicola perchè avevo paura del buio a 16 anni, a 16 anni non si dovrebbe avere paura del buio insomma stiamo parlando di 16 anni. 
Feci un passo indietro prendendo il telefonino che avevo sul comodino accendendo il flash facendomi strada "Spike" urlai il nome di mio fratello "Che c'è?" chiese con voce arrabbiata "Stai bene?" chiesi io 
"Rosy è mancata solo la luce, per fortuna sono arrivato a salvare la partita" 
"Viene con me?" domandai io impaurita all'idea di rimanere sola, lo sentì sghignazzare "Mi dispiace ma ho sonno" dopo quella frase non disse più niente. 
Ovviamente sapeva della mi paura e mi aveva lasciata da sola di proposito. 
Pian piano mi voltai con il telefonino puntato verso il piano di sotto, con molta cautela scendevo i gradini ad uno ad uno guardandomi intorno "Rosy" sentì sussurrare il mio nome, il mio cuore iniziò a battere ferocemente contro il mio petto "Spike?" chiesi io sperando con tutta me stessa che fosse lui, ma nessuno rispose.
Andai in cucina camminando piano, aprendo il cassetto vicino al lavandino, sfilai lentamente un coltello da cucina, grande abbastanza da poter spaventare  qualcuno, sentì dei passi "Chi c'è?" domandavo io con voce preoccupata, sentivo il respiro di qualcuno avvicinarsi sempre di più 
Alzai il telefono con il flash acceso, lo alzai pian piano avendo paura di chi avessi riscontrato davanti ai miei occhi, la luce inquadrò delle scarpe, erano bianche con una linea che li contornava nera, alzai sempre di più i suo jeans arrivavano ai suoi fianchi, indossava una camicia a quadri rossa, con una T-shirt bianca sotto, deglutivo e alzavo sempre più lentamente la luce. 
Arrivai al suo viso, cercai di urlare d'istinto ma non lo feci restando ammaliata dalla bellezza di quel viso, i suoi occhi nocciola mi guardavano, i il suo ciuffo lungo all'insù incorniciava quel splendido viso, lo guardai per un momento, il ragazzo misterioso sorrise per poi avvicinarsi a me. 
 
Le sue mani toccarono i miei fianchi spingendomi verso di lui, sentì il suo respiro sulla mia palla, il coltello era ben nascosto dietro di me "Chi sei tu?" chiese ansimando, il ragazzo fece un sorriso ironico "Sarai mia" 
I suoi occhi ad un tratto diventarono rossi, delle vene rigavano il suo viso, facendolo diventare pauroso, di scatto sfilai il coltello dalla schiena, portandolo al suo torace trafiggendolo, tremavo paurosa, sentì il suo lamento, si accasciò al pavimento dolorante, dopo pochi secondo lo sentì ringhiare, la luce si accese, il coltello mi cadde dalle mani facendo arrivare un rumore forte alle mie orecchie, mi voltai vedendo che il corpo del ragazzo era sparito, ma come diamine aveva fatto? . 
Chi era? e cosa voleva da me?. 
 
Iniziai a pulire il sangue che aveva lasciato la ferita del ragazzo, ero in panico avevo ferito un ragazzo, e se adesso sta male? e sta morendo? 
scrollai il capo cacciando via quei pensieri, iniziai a pulire il pavimento per poi pulire anche il coltello. Sentì la porta dell'entrata aprirsi, m voltai con il coltello pulito in mano, sentì delle risate e mi rilassai sentendo le voce dei miei genitori. 
Vidi i due venire in cucina sorridenti, mia madre con il rossetto rosso ancora perfetto sulle sue labbra, i suoi occhi verdi contornati da delle linee perfette di eyes liner, il suo corpo perfetto con un vestito nero che lo risaltava tantissimo, mio padre era perfettamente vestito con uno smoking nero, i suoi occhi castani chiari - come quelli miei - parlavano ad ogni suo sorriso. 
Potevi vedere che erano felici da miglia e miglia di distanza. 
 
I suoi occhi si spalancarono vedendomi con l'enorme coltello in mano - come biasimarli ero spaventata anche io - 
"T-esoro" la voce di Emily mia madre, balbetto prima di rivolgersi a me "Mamma" dissi io abbassando il coltello "Rosy cosa fai con quel coltello in mano?" chiesi mio padre Drew indicandomi, lo alzai mostrandolo a loro, lo guardai per poi tornare ai loro visi 
"Ehm .. niente stavo solo pulendo" deglutì per poi riposare il coltello nel cassetto, per fortuna sembrava mi avessero creduto "Oh, capisco .. ehm io e tuo padre andiamo a letto che siamo stanchi" diceva la donna dai capelli nocciola che cadevano perfettamente sulle spalle, sorrise prendendo la mano di mio padre e portandolo verso le scale.
 
Dopo qualche minuti salì in camera mia chiudendomi dentro, ancora tremavo dalla paura che mi aveva assalito vedendo quel ragazzo dal viso perfetto ma allo stesso tempo pauroso, i suoi occhi mi avevano terrorizzato, quelle vene che scendevano per tutto il viso mi avevano fatto rabbrividire.
Andai in bagno, afferrando il lavandino, alzai lo sguardo vedendo il mio viso riflesso su di esso, mi guardai e il mio viso era particolarmente pallido, si poteva scovare la paura nei miei occhi, se ne poteva accorgere chiunque.
Aprì l'acqua, portando le mani sotto di essa, in un attimo sciacquai il viso, poi prendere lo spazzolino, posai sopra il dentifricio per portarlo dentro la mia bocca, lavando attentamente ogni minimo angolo, strofinai per bene per poi sciacquarmi la bocca.
Chiusi l'acqua tornando di nuovo in camera.
 
Mi distesi sul letto prendendo tra le mani un libro, cercai di leggere ma i miei pensieri erano ovunque tranne che li, la mia testa era in confusione, come aveva fatto ad entrare in casa mia? e quei occhi .. il mio pensiero era fisso sui quegli occhi, le vene, gli occhi rossi, sembrava tutto così misterioso, mi faceva paura ma eppure mi affascinava così tanto. 
 
Voltai la testa, sentendo la finestra sbattere, il mio cuore incominciò a palpitare quando davanti il ragazzo misterioso, mi fece segno di fare silenzio, io annuì spaventata, chiuse la finestra per poi arrivare in un secondo nel mio letto, ritirai i le mie ginocchia al petto poggiando la schiena contro la sbarra del letto impaurita, lui sorrise vedendo il mio sconforto e si avvicinò sempre di più minacciosamente
"Cosa vuoi da me?" chiesi io cercando di indietreggiare il può possibile "Ti osservo da tempo"
"Che cosa vuoi da me?" chiesi ancora scandendo le parole una per una "Il tuo sangue" ammise lui, incominciai ad ansimare
"Ma cosa sei tu?" chiesi ancora impaurita, si avvicinò a me prendendomi la mano , cercai di scansarlo ma era forte "Un vampiro" 
Sussultai, rimasi sorpresa ma non avevo paura, e in quel momento non pensai nemmeno a quello che aveva detto "Perchè non ho paura?" chiesi a me stessa.
Sorrise alla mia frase e si avvicinò a me "Perchè lo voglio io " disse 
"Mi ucciderai?" chiesi, quasi sotto voce, incominciò a ridere "Non pensi che l'avrei già fatto?"
Subito il mio sguardo andò sul suo torace doveva avevo fatto il taglio "Dov'è la ferita?" chiesi sgranando gli occhi 
Continuava a ridere divertito "Sono un vampiro ricordi?"
"Un vampiro" ripetetti io a me stessa "Sei più strana di quanto pensassi" 
"Io sono strana" 
A quel punto sentì la voce di mia madre urlare dal piano di sotto "Rosy con chi stai parlando?" chiedeva lei "Con nessuno mamma sto cantando" mentì io, la faccia del ragazzo la quale nome ancora sconosciuto si nascondeva un sorriso divertito "Oh .. ok tesoro"
Alzai lo sguardo vedendo il ragazzo andare verso la finestra "Aspetta dove vai?" lo fermai "Devo andare via dolcezza" 
Fece per uscire ma lo fermai ancora "Non mi hai ancora detto il tuo nome" 
"Zayn" ammise lui "Ci rivedremo?" domandai io "Forse" 
A quel punto fece l'occhiolino scappando via, ma cosa era successo? 
Un vam.. che? dio esistono davvero? pensavo che tutto questo esistesse solo nella mia testa, vampiri .. ancora non riesco a capacitarmene.
Sarà un sogno, devo risvegliarmi al più presto tutto questo è ridicolo. 
 
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Prime impressioni? 
Ok vi rompo con un altra storia .. lalalala
Ok da premettere che mi è venuta così, dovevo postarla sennò me ne sarei pentita.
Come dire come va va ... 
 



   
 
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