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Autore: Zoe43    02/03/2013    3 recensioni
-Ma perchè le mie opinioni, i miei desideri non contano mai?!?- mi ribellai. Cercai di mantenere un tono di voce moderato, non volevo infastidirlo troppo.
 
Paul si massaggiò le tempie con due dita e si strofinò il viso con una mano. Chissà a cosa pensava in quel momento: probabilmente si stava dando dell'idiota per aver deciso di fare da tutore ad uno come me. Non facevo altro che creare problemi. Come non biasimarlo.
 
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprii un occhio e cercai di capire in quale luogo strano e puzzolente mi trovassi. Capii di trovarmi su un divano solo quando riuscii ad inquadrare per bene la sua figura. Avevo un sapore terribile in bocca e la testa continuava a girare, a girare ininterrottamente. Provai a muovermi ma qualcosa me lo impedì: alzai lo sguardo e incontrai il corpo abbandonato nel sonno di Zayn che giaceva dalla parte opposta del divano, tutto raggomitolato su se stesso. Mi misi seduto e mi passai una mano sul viso, sbadigliando rumorosamente. Sorpassai qualche persona distesa per terra e mi diressi lentamente nella cucina della casa di Andy. Sussultai e soffocai un grido in gola quando notai una testa riccia nascosta in un angolo della stanza.
-Hey?- gracchiai con la voce impstata dal sonno. La ragazza sobbalzò e voltò di scatto la testa nella mia direzione, fissandomi con gli occhi verdi sgranati e con qualche lacrima che le bagnava il viseo roseo.
-Arianna?- chiesi confuso, grattandomi la testa. Lei aggrottò le sopracciglia e il suo petto venne scosso da un singhiozzo.
-Brianna.- mi corresse con voce tremante.
-Oh, sì giusto..-mormorai. -Allora, che ci fai qui tutta sola a piangere?- 
Brianna assunse improvvisamente un'aria quasi disgustata e mi fissò innervosita da sotto le ciglia fitte e lunghe.
-Che c'è? Vuoi baciarmi un'altra volta?- domandò tagliente, alludendo alla mattina in cui l'avevo baciata per mettere a repentaglio la sua relazione con Zayn. Indietreggiai impercettibilmente e rimasi in silenzio, sentendomi quasi in colpa. 
-Senti, lasciamo perdere, ok? Tanto sicuramente nemmeno te lo ricordi..- disse e spostò lo sguardo dinnanzi a se.
-Mi ricordo.- replicai serio. Brianna tornò a guardarmi, quasi sorpresa stavolta.
-Perchè stai piangendo?- le chiesi avvicinandomi. Lei sospirò e si asciugò le lacrime.
-Non credo t'interessino tanto le lamentele di noi ragazze..- spiegò e un sorriso triste le attraversò velocemente le labbra color lampone. Immaginai quelle piene di Zayn che si aggincevano a baciarle dolcemente. Scossi la testa e mi sedetti accanto a lei.
-Oh, ti sbagli, io sono piuttosto bravo ad ascoltarvi e a darvi consigli.- le sorrisi incoraggiante. Lei ridacchiò piano e si spostò un boccolo dietro le spalle. Rimase una manciata di secondi in ssoluto silenzio rotto solo dai nostri respiri regolari. Poi le sue labbra a cuore si dischiusero.
-E' per Zayn.- mormorò, sollevando lo sguardo come spaventata dalla reazione che avrei potuto avere alle sue parole. Dentro me, sussultai. Fuori, non lasciai trapelare nessuna emozione, neanche la gelosia che in quel momento mi stava letteralmente divorando.
-Ah..e,e perchè? Che è successo?- chiesi cercando disperatamente di apparire indifferente alle sue parole e di non farle notare quanto fossi curioso. Lei sembrò non accorgersi di niente.
-Non lo so è che..ci frequentiamo da un pò- le sue iridi verdi si posarono sulle mie. Abbassai lo sguardo. -ed io..bhè..-
-Ne sei innamorata?- domandai di getto, senza neanche accorgermene. Brianna distolse lo sguardo e cominciò a torturarsi le dita sottili.
-Non ha importanza.- bisbigliò.
-Sì, sì che ha importanza!- mi alterai. La sua espressione si fece sbalordita. -I tuoi sentimenti hanno importanza.- dissi poi carezzandole una spalla. La ragazza sospirò e mi fissò tristemente.
-Io..credo di sì.- mormorò. Il mio cuore sussultò e chiusi gli occhi. -Ma lui..sembra che non gli importi niente di me.- continuò. -Sembra sempre in un altro mondo, con la testa per aria. Spesso devo chiamarlo più volte per far sì che mi presi attenzione anche per poco.- si sfogò demoralizzata.
Sospirai e mi tappai il viso con le mani.
-Tu che ne pensi?- mi chiese timidamente. Pensai a qualcosa da dirle ma non mi venne in mente niente perciò mi alzai da terra e andai a bere un bicchiere d'acqua.
-Voi siete molto amici, ti ha detto qualcosa?- continuò. Mi voltai verso di lei e scossi la testa.
-Noi non siamo amici.- ruggii. Brianna mi fissò smarrita e confusa con le labbra socchiuse a formare un "o" muta e rosa.
-C-come no?-
-Senti, è una storia lunga. Non ci pensare, ok? Sono sicuro che Zayn saprà darti una risposta migliore di quella che potrei darti io. Parlaci, chiedigli cosa prova per te.- le suggerii tra i denti mentre la mia mano destra si stringeva in un pugno.
-Ma gliel'ho già chiesto ieri!- protestò sollevando le braccia e facendole ricadere subito dopo lungo i fianchi.
-E quando?- domandai sollevando un sopracciglio. -Quando era ubriaco fradicio e non si ricordava nemmeno il suo nome?-
Brianna sospirò e abbassò lo sguardo. IO girai i tacchi e tornai in salotto, più nervoso che mai.
-Louis.- una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare. Mi voltai e incontrai gli occhi assonnati e incredibilmente dolci di Zayn. Subito mi calmai e mi aprii in un sorriso.
-Ciao.- sussurrai e gli carezzai una spalla scendendo poi lungo tutto il braccio. Gli angoli delle sue labbra si curvarono all'insù e poi sbadigliò, stiracchiandosi.
-Dormito bene?- domandai.
-Mmh..- mugugnò. -Non come avrei voluto.- Sbadigliò ancoa, contagiando anche me.
-Ti sei divertito ieri?- chiesi ancora. Zayn si massaggiò le tempie con due dita e poi si strinse nelle spalle.
-Non ricordo molto, in realtà..- rispose.
-Senti, di là c'è Brianna in lacrime. Dice che non t'importa di lei.- lo informai. osservai il suo viso diventare, da sereno e tranquillo, a confuso e preoccupato.
-Cosa?!- esclamò. Io annuii e fissai il nocciola scintillante dei suoi occhi. 
-E l'ha detto a te?- chiese sollevando le sopracciglia folte. Annuii ancora, alzando le spalle.
-Maledizione..- borbottò passandosi una mano sulla fronte.
-Sembrava davvero triste.- pensai ad alta voce. Sembrò quasi che Zayn stesse per scoppiare in lacrime da quanto  il suo viso si fece mortificato.
-Davvero?- domandò dispiaciuto. Annuii per la terza volta. Lui girò su se stesso e poi tornò di fronte a me, infilando le mani nelle tasce dei suoi pantaloni beige.
-Tu..tu la ami?- chiesi timidamente, abbassando lo sguardo. Lui non rispose ma percepii il suo corpo e il suo viso farsi più vicini, il suo respiro abbattersi piano sul mio collo e un leggero odore di alcool insinuarsi nelle mie narici.
-Non si possono amare due persone contemporaneamente.- disse a bassa voce. Alzai lo sguardo e lo fissai con gli occhi sgranati, mentre una parte di me, su di giri,realizzava che magari, quella persona che Zayn amava davvero, sarei potuta essere io, finchè lui, indietreggiando, si allontanò da me e sparì in una stanza.
 
 
 
 
 
Quel pomeriggio rientrai a casa distrutto emotivamente e fisicamente. Mi trascinai in cucina e trovai un enorme torta al cioccolato sul bancone. Aggrottai le sopracciglia: mia madre cucinava le torte solo quando c'erano ospiti. Mi strinsi nelle spalle e ne tagliai una fetta, ingurgitandola in meno di venti secondi. 
Con ancora la bocca piena, mi diressi in salotto e fu un miracolo che non svenni. A casa mia, nel mio divano, nella stessa stanza in cui mi trovavo in quel momento, vicino a mia madre era seduta Eleonor con una minigonna verde fin troppo familiare per me, i capelli scuri e mossi liberi sulle spalle e con una fetta di torta mezza mangiata tra le mani.
-Louis, caro finalmente!- esordì mia madre aprendosi in un enorme sorriso. La fissai sconvolto, senza preoccuparmi di nascondere la mia sorpresa verso il suo atteggiamento nei suoi confronti. Da quando era così dolce e accogliente con me? Da quando le avevo confessato di essere gay, a malapena mi salutava quando mi incrociava per casa, a malapena mi guardava. E adesso, perchè quella scenetta della famigliola perfetta? Di un rapporto madre e figlio forte e amorevole?
Non risposi e la fissai con disgusto.
-Ho invitato Eleonor, sai le ho detto che l'alta volta stavi poco bene perciò..- mi guardò intensamente per farmi capire la sua bugia e reggerle il gioco.
-Veramente, è da più di un anno che non mi ammalo.- annunciai soddisfatto sorridendo raggiante e sedendomi rumorosamente sulla poltrona.
Mia madre ridacchiò nervosamente e mi lanciò un'occhiataccia.
-Ti va del the, dolcezza?- chiese gentilmente ad Eleonor. Lei le sorrise leggermente e scosse la testa.
-No, grazie. Credo sia meglio andare.- disse con la voce vellutata. Si alzò dal divano e il suo sguardo sgusciò per un attimo verso di me, poi volò via.
-Ma no, che dici! Resta qui con noi! Ci fa davvero piacere rivederti, vero Louis?- si voltò verso di me e mi fissò in cagnesco. Eleonor aspettò una risposta a disagio.
-Oh, ma certo, fa sempre piacere rivedere la propria ex piombare così in casa!- esclamai ironico. Mia madre spalancò gli occhi chiari e la bocca e mi fissò quasi con disgusto, Eleonor invece chiuse gli occhi e le sue labbra tremarono.
-Arrivederci, signora. Grazie per la torta.- disse con voce tremanete e uscì a grandi passi da casa mia senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.
-Sei contento?!- sbraitò mia madre con le lacrime agli occhi, indicando la porta di casa. -L'hai ferita, Louis!- mi accusò.
-L'hai ferita più tu oggi di quanto possa aver mai fatto io.- la incolpai. Lei si guardò intorno, terribilmente a disagio.
Colpita e affondata.
-Almeno io l'ho lasciata per un buon motivo e basta, non le sono più ronzato intorno. Le persone si lasciano tutti i giorni, è normale: capita.- cominciai alzandomi dalla poltrona e gesticolando. -Ma tu l'hai illusa che io volessi rincontrarla e magari toprnarci insieme. Basta, mamma, questa non è la tua vita. Non puoi decidere al posto mio, faccio ciò che voglio. Non ho più due anni.- conclusi stranamente calmo.
Lei rimase in silenzio a fissarmi con gli occhi annacquati e privi di vita.
-Ah è così? Fai ciò che vuoi? E'la tua vita?- domandò freddamente. Non mi mossi e un brivido mi percorse la schiena.
-Bene, allora vai fuori da casa mia e non tornare mai più.- annunciò e percepii la temperatura della stanza abbassarsi improvvisamente di parecchi gradi.
  
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