Tutta
quella gente
iniziò ad avvicinarsi un po’ troppo per i miei
gusti…
Divento
truzza eh!
Yo!
Com’è che diceva
nonna? Ah giusto! «Spaco botilia amazo familia Yo!»
urlai facendo delle mosse
di karatè per farli stare alla larga.
Non
mi ascoltarono
molto… anche perché nonostante le mie mosse
MICIDIALI di karatè, continuavano
imperterriti a chiedermi qualcosa.
Aoh!
Ma era così
grave la situazione nel 2013? Minchia.
«Ehi…
state
importunando la mia fidanzata?» chiese una voce dietro a
tutta folla di barboni
che si voltò verso quella persona.
Non
lo vidi bene, ma
in due o tre parole riuscì a far scomparire quella folla
insopportabile.
«Tutto
bene,
piccola?» chiese sorridendo il ragazzo mettendomi sotto il
mento un dito per
farmi guardare il suo volto. «Sei davvero una bambola te,
eh.»
L’ho
riconosciuto.
Giacca di pelle, occhiali da sole con le nuvole in cielo, jeans sotto
al culo…
«Io
so chi sei!»
dissi sorridendo.
«Beh,
non me ne
stupisco, bambola!»
«Tu
sei un truzzo!»
completai la frase con un sorriso a trentadue denti.
Ceh,
provate a
sorridere facendo vedere tutti trentadue denti… un tipico
esemplare di mostro
sdentato.
Bell’entrata
nel
mondo passato. Mi congratulo con me stessa. Se solo potessi mi
stringerei la
mano da sola, ma il truzzo davanti a me l’aveva presa tra le
sue mani facendomi
continuare a fissarlo dritto negli occhiali.
Un
bello specchio,
potevo vedere chiaramente il mostro sdentato riflettersi perfettamente.
Lui
fece una faccia
come… aspetta, com’era? Ah sì!
Una
faccia da “Are
you fucking kidding me?”
Yo!
Perché io può. Come
dicono qui…
«Che
ci fa una
ragazza come te in un luogo così malfamato di
Londra?» continuò lui ignorando
la mia affermazione di poco prima. Londra… beh, almeno la
città l’avevo
azzeccata. «Veramente non so come sia arrivata
qui… Ho fatto “puff”, e sono
arrivata da tutti quei barboni…»
«Dovresti
stare
attenta a quelle persone» abbassò la mano dal mio
mento. Cos’era quello? Un
modo per sedurre? “Pff. Dilettante.”
«Comunque»
scossi la
testa «Sto cercando una persona, potresti aiutarmi a
cercarla?»
«Ehi,
ehi, bambola!
Non sono mica una guida turistica, io!»
Sbuffai.
«Ok, ok,
truzzetto, troverò questa persona con le mie sole
forze.» presi la mia valigia
e mi allontanai. «Stammi bene eh, yoyo!» salutai
alzando una mano.
Uscita
dal vicolo
riuscii ad arrivare al centro di Londra…
Ma
come cavolo faccio
adesso a sapere dove si trova questo Liam? Giusto! Le ricerche su
internet
della nonna!
Aprii
la valigia
mentre mi sedevo su una panchina di un parco con poco più
avanti un parco dove
un paio di bambini giocavano allegramente tra la sabbia ai piedi
dell’altalena.
E
pensare che nel mio
tempo quei bambini potevano essere nonni di qualcuno che
conoscevo…
Che
cosa figa! Chissà
com’era la nonna da giovane…
Sospirai
lasciando
far passare quei pensieri e iniziando a leggere il libro.
«Hai
trovato il tuo
principe, bambola?»
Mi
voltai di scatto.
Minchia che paura! «Ehi truzzetto, mi stai seguendo per
caso?»
«Che?
Io? Seguire una
ragazza? No piccola, sono le ragazze che inseguono me.»
«Ah,
ho capito…
quindi è per questo che indossi una giacca di pelle con il
colletto alzato fino
alle orecchie, occhiali da sole nonostante le nuvole e il cappello che
ti copre
mezza faccia? Perché altrimenti le tue pollastrelle ti
riconoscono?»
Uoooh!
Non ci credo.
Ho usato proprio il termine ‘pollastrelle’. Mi
sento tanto “stile nonna” in
questo momento, e non so se prenderla bene o male…
Il
ragazzo sorrise.
«Chi
stai cercando?
Magari potrei aiutarti…»
«No,
grazie. Non mi
serve il tuo aiuto.»
La
nonna me ne ha
parlato davvero troppo di queste persone che ti chiamano
“piccola”, “bambola” o
addirittura “amore”. Come si chiamavano?
«Farfallone.» gli dissi ricordandomi
il gergo della nonna.
«C-che?»
«Farfallone,
donnaiolo,
sciupafemmine, maniaco, come vuoi che ti chiami?» quasi urlai
e un po’ di gente
iniziò a fermarsi per strada e a guardarlo con aria confusa.
Beh…
avevo urlato che
era un maniaco, non mi stupisce più di tanto.
«Vuoi
che continui?»
chiesi ancora una volta alzandomi dalla panchina con furia.
«Ehi,
io non ho fatto
proprio niente!» si giustificò lui.
Di
fianco ci passò
subito dopo una vecchietta che vicino a noi, sono sicura che abbia
detto una
cosa tipo: “vergognati,
mascalzone!”.
Ah…
una nonna delicata
e non scurrile come quella che mi ha cresciuta per tutta la vita.
Forse
è proprio per
questo che dico tanti “minchia”,
“cazzo” e via dicendo.
«Cazzo!»
urlai ancora
sovrappensiero.
«Non
ho fatto
niente!» continuò il ragazzo.
«Naah,
io non voglio
te, non scassare la minchia!»
«Ma
io voglio
aiutarti.»
Oh.
Quale parte di “non
scassare la minchia” non gli è chiara? Gli devo
fare un disegno?
Ripresi
il mio libro
e lessi che tra poco questo Liam Payne doveva arrivare tra pochi minuti
in quel
parco a trovare un suo amico.
“Amico”?
Oddio… no,
non credo… anche perché per poter essere mio
nonno avrà dovuto farlo con una
FEMMINA! Però perché un parco per degli AMICI?
Soprattutto un parco di bambini.
Ma che cazzo!
Mi
sedetti su
un’altalena vuota e aspettai l’arrivo del nonnetto
decrepito giovane.
Io
amo i miei nonni, per
questo li chiamo “decrepiti”. That’s love
bitches!
Un
momento di
silenzio per la mia finezza andata a farsi fottere grazie alla mia
nonnetta
decrepita che non dimentica mai una parolaccia in ogni sua frase e che
mi ha
attaccato questa grave malattia. “Amen.”
Sentii
l’altalena di
fianco alla mia che iniziò a cigolare.
Gneeeek,
gneeeeeek.
Impossibile
da
ignorare.
Aprii
gli occhi e
diedi un’occhiata verso la persona seduta alla mia sinistra
che si dondolava
sul gioco.
Aveva
dei lineamenti
davvero molto delicati e dolci… questo ragazzo poteva essere
tutto tranne che
truzzo.
Questo
è poco ma
sicuro. Lo guardai per vario tempo, finché i nostri sguardi
si incrociarono.
Abbassai immediatamente gli occhi e guardai la sabbia sotto le scarpe
che
continuavo a muovere mentre iniziavo a dondolarmi anche io.
Rialzai
lo sguardo e
i nostri sguardi si incrociarono una seconda volta e non dicendo niente
tornai
a fissare la sabbia sotto di me, probabilmente arrossendo. Mi servivano
gli
occhiali del truzzo per vedere il mostriciattolo che avevo appena
creato.
Mi
servivano gli
occhiali del truzzo per vedere il mostriciattolo che avevo appena
creato.
Che
vergogna!
«Ehi!»
salutò il
ragazzo. Girai subito la testa verso di lui.
Uff,
non stava
salutando me, ma un suo… amico.
“Perché
ovunque vada
c’è il truzzo che mi segue?”
Aspetta.
Sfogliai di
nuovo il libro della nonna. Esattamente, in questo preciso momento,
Liam stava
arrivando al parco per incontrare il suo amico…
No.
Non può essere
lui.
«Ehi,
ci
rincontriamo!»
Ma
possibile? Ehi,
ehi, ehi, ehi, ehi. Ovunque c’è qualcuno che dice
“ehi”. Adesso mi sono davvero
rotta di questi “ehi”.
«Già…»
sospirai
amareggiata. Non mi libererò mai di quel truzzetto. Ah
giusto… «Ehi!»
Vocabolario
molto
esteso, dicono.
«Vi
conoscete?»
chiese il ragazzo dolce sull’altalena.
«Si,
ci siamo
conosciuti poco fa…»
«Veramente
mi ha
SEGUITO fino ad adesso, e poi io non so neanche come ti
chiami…»
«Oh,
mi scusi signorina
“non scassare la minchia”, ero occupato ad
ascoltare le sue critiche su di me
per dirle come mi chiamo.»
«Oh,
mi scusi
signorino tunz tunz, ma non mi piaci, quindi è inutile
continuare a chiamarmi “piccola”
o “bambola”. Non attacca con me,
truzzetto.»
Sentii
una risata da
parte del ragazzo sull’altalena… che bella la sua
risata, davvero dolcissima…
«Non
mi interessano i
vostri bisticci d’amore…» sorrise il
ragazzo. «Comunque io mio chiam--»
«Scusa…»
chiese una
ragazza al truzzo appoggiandogli una mano sulla spalla facendolo girare
verso di
lei. «Oh mio Dio! SEI PROPRIO TU!» urlò
la ragazza.
Chi
è? Che ha? Lo so.
È un truzzo, ce ne sono tanti… perché
tanto entusiasmo?
La
ragazza stava
parlando ma subito lui se ne andò via correndo con il suo
amico.
«Aspetta!
Aspettate!»
urlarono le ragazze che li seguirono nella loro corsa.
Ma
che cazzo… e mio
nonno? Il mio futuro nonnino decrepito era il truzzo? No. Doveva essere
il
ragazzo dolce. Ma come avrebbe fatto il ragazzo dolce ad innamorarsi di
una
persona scurrile come mia nonna?
No.
Nessuno dei due è
mio nonno.
Spero…
«Che
fai?» mi chiese
una voce «Non li insegui anche te?»
Alzai
lo sguardo
verso la cima dello scivolo alla mia sinistra e vidi un altro ragazzo.
«Perché
dovrei?»
domandai spostandomi un po’ per vederlo meglio.
«Ah,
capisco.» continuò
scivolando giù per poi raggiungermi all’altalena.
«Non li conosci…»
«Certo
che non li
conosco, sono capitata per caso in un vialetto e ho incontrato il
truzzetto che
non ha fatto altro che inseguirmi fino ad adesso…»
«I-il…
truzzetto?»
chiese il ragazzo per poi scoppiare a ridere fragorosamente.
«Si, in effetti si
comporta un po’ da truzzetto… comunque piacere, mi
chiamo Louis.» sorrise
un’ultima volta.
Oh!
Finalmente una
persona che si presenta. Cavolo, in questo tempo sono tutti maleducati!
«Megan»
mi presentai
a mia volta.
«Piacere
di
conoscerti, Megan. Dovresti ritenerti fortunata a parlare con
“il truzzetto”,
come dici te. Sai… è molto popolare tra le
ragazze.»
«Peccato
che a me non
piacciano i truzzi.» commentai «Sono sicura che ha
già perso la verginità
quello lì.» riflettei ad alta voce provocando
l’ennesima risata di Louis.
«Ha
diciannove anni,
è ovvio che non ce l’abbia
più!»
Ma
questo che cosa
voleva da me? Non sarà anche lui un truzzo che vuole perdere
la verginità…
“Perché
nonna mi hai
portato in un tempo tanto schifoso?”
«Chi
se ne frega di
quello che fa e quello che non fa il truzzo, non sono affari che mi
riguardano.
Posso chiederti un piccolo favore, Louis?» chiesi facendo gli
occhioni da
cucciola come la nonna mi aveva insegnato.
«Mi
dispiace, ma è
meglio che torni a casa a questo punto…» disse
dispiaciuto mettendosi le mani
nelle tasche dei pantaloni sembrando ancora più sexy.
Okay,
lo ammetto, era
un gran figo, per restare nel gergo del 2013…
«Ti
prego, devo
trovare una persona!» continuai pregandolo
«Comunque non è tardi, puoi tornare
dalla mammina con anche cinque minuti di ritardo
eh…» sorrisi infine.
Lui
sbuffò calcando
un po’ la sabbia sotto ai nostri piedi. «Ok,
però che sia una cosa veloce!» disse.
«Grazie
mille, Louis.
Devo trovare un certo Liam Payne. Per caso lo conosci?»
chiesi speranzosa.
Fece
una faccia
stupita ma allo stesso tempo divertita, non riesco neanche a capire
perché…
«Vuoi
incontrare Liam
Payne?» Chiese un’ultima volta fissandomi dritta
negli occhi e sporgendosi un po’
in avanti verso di me.
«Certo!»
risposi
annuendo. «Altrimenti non te l’avrei
chiesto.» quasi urlai.
«Impossibile.»
«Che?»
«Impossibile?
Non
senti? Leggi il labiale: i-m-p-o-s-s-i-b-i-l-e!»
Antipatico
brutto
prepotente e cattivo! «Perché è
impossibile? Lo conosci?»
«Ovvio
che lo
conosco, ma in che mondo vivi?»
«Ti
potrebbe
sorprendere la risposta.» Eh già. Il MIO mondo era
molto meglio. Nessuna
persona così scorbutica, nessuno che scappava via senza dire
niente e, cosa più
importante, non c’erano truzzi! Che sogno: nessun svergognato
con i pantaloni
sotto al culo, i diciassettenni ancora vergini e seri nelle relazioni e
nessun
occhiale a mosca quando era buio!
«Comunque
sia, mi
dispiace, Megan, ora devo proprio rientrare.»
terminò e di diresse lontano dal
parco con le mani nelle tasche camminando come se fosse il re dei re.
Da tipico
truzzo.
E
adesso dove vado?
Sentii
un brontolio
proveniente dallo stomaco. Ma che ore sono? Mi toccai le tasche, tutte
le
tasche possibili e immaginabili.
Giubbotto?
No. Felpa?
No. Tasche davanti dei jeans? No. Cintura? No. Scarpe? No. Culo? No.
Dove
cazzo stava il
mio cellulare?
«Puttana!»
urlai
portandomi le mani sulla testa.
L’avevo
dimenticato
sotto carica in sala da pranzo prima di partire perché
volevo si caricasse al
massimo e l’ho dimenticato!
Iniziai
a fare dei
versetti da bambina della materna e piagnucolai come un cane.
Che
palle! E adesso
come cazzo faccio?
Aspetta…
i soldi li
ho presi?
Frugai
nella borsa
con una velocità inaudita, solo quando controllai dentro al
portafoglio che
c’erano abbastanza soldi per un po’ di tempo prima
di trovare lavoro, feci un
sospiro di sollievo.
Guardai
in giro e,
spostandomi, trovai un orologio nascosto dietro allo scivolo.
Non
mi sorprende che
abbia avuto tanta fame, erano quasi le due di pomeriggio.
Cos’è
che mi aveva
detto la nonna di provare? Mister… no, Micle… no.
Mert… no!
Cazzo,
come si
chiamava? Non mi ricordo! Inizia con la “emme”, ne
sono sicura!
M…
m… m… m… m…
minchia che palle!
Ci
sono! Mecdonald!
No, aspetta. McDonald’s! Yeah!
Quanto
mi sento
potente!
Andai
in questo
locale, solo hamburger, quindi eh…
Mi
sfamai prendendo
due cose a caso.
Inghiottii
solo le
cose che riuscivano a mantenermi in vita per il fatto di non aver
mangiato i
biscotti della nonna, ma non ci tornerò mai più,
chissà che succede lì dentro
quando cucinano… bleah! Pensare a cosa potrebbero metterci
dentro, o come
potrebbero mantenere i cibi… aaah! Meglio non pensarci.
Consultai
ancora una
volta il mio libro per localizzare il nonnetto decrepito.
“In
giro con il suo amico che scappa dalle fan.”
Lessi ad alta voce.
Fan?
Ma chi cazzo è?
Un cloun da circo da avere dei fan? Beh, il truzzettino ce lo vedo bene
come
cloun…
Mi
stancai presto di
cercarlo, così andai dove nella cartina era segnato
l’hotel più economico della
città. Presi le valigie e mi incamminai.
Dopo
circa
cinquecento metri passai di nuovo dal vicolo dove sono precipitata una
volta
arrivata a questo tempo. Vidi un paio persone distrutte sdraiate a
terra mentre
piangevano disperatamente. Beh, devo proprio ammettere che in quel
momento ho
avuto un attimo di pietà, per cui presi dei soldi e li
divisi tra i due,
lasciandomi abbastanza soldi per massimo due pasti al McDonalds e per
rimanere
un po’ di tempo in hotel.
E
poi? Andrò a finire
sotto un ponte? E poi chissà quanto saranno decadenti i
ponti di oggi!
Sospirai
vedendo
davanti a me un edificio scialvo e sporco.
Guardai
la cartina e
poi l’edificio. L’edificio e poi la cartina. Non
c’era niente di sbagliato, il
luogo era proprio questo.
Che
schifo! E se ci
fossero stati i topi o ratti o… scarafaggi? Che merda questo
tempo.
«Nonna!»
piagnucolai
davanti alla porta dell’hotel a meno cinquecentomila stelle!
«Perché mi hai
mandato in luogo talmente schifoso?» sospirai tirando su per
il naso, anche se
non avevo niente.
Mi
sedetti sopra la
valigia rigida contemplando me stessa se entrare oppure cercare
direttamente un
ponte.
I
soldi ce li avevo
solo per una notte qui, non troverò mai un hotel con
qualcosa di decente con
costo economico. Che palle!
Sentii
qualcuno
parlare di fianco a me. «Oh, è la ragazza di
oggi.»
Il
truzzetto e il suo
amico mi volevano davvero pedinare ovunque io andassi eh!
«Non
dirmi che vuoi
entrare in questo hotel, se così si può
chiamare…» disse subito dopo che guardò
l’edificio decadente per poi lasciare spazio in volto ad un
sorrisetto
malizioso «Porella, non riesci neanche ad avere uno
stabilimento decente.»
Rise
per poi
allontanarsi seguito a ruota dal suo amico.
Spalancai
gli occhi,
quasi potevano uscire dalle orbite. Come osava quel tizio prendermi in
giro in
questo modo?
“Porella”?
Porella
sarà tua madre, idiota che non sei altro!
«Senti,
truzzettino
so tutto io e io può!» lo chiamai seguendo i
canoni dell’epoca nel gergo.
Appena si girò un attimo stordito e traumatizzato dalla mia
frase, io
continuai. «Se non fosse per quella stupida nonna decrepita,
io sarei davanti
alla televisione tranquillamente “polleggiata” sul
divano a mangiarmi i suoi
biscotti, ma invece, sempre quella nonna decrepita, ha avuto la
BRILLANTE idea di
farmi cercare Liam Payne! Non so che faccia c’ha, non so dove
sia, ho un libro
dove posso trovarlo in qualsiasi momento, ma non me ne frega un cazzo
di questo
Liam Payne, ok? Ora, smettila di trattarmi così
perché tra noi due la persona
che può lamentarsi sono io, e io soltanto!»
riuscii a prendere fiato solo dopo
aver terminato il mio sfogo.
Mi
ero alzata dalla
valigia e quella era caduta per terra e il mio indice continuava ad
indicare il
truzzetto per dirgli di “abbassare la cresta”, o
– come di dice qui – “fly down”.
Il
suo amico stava
per dire qualcosa, ma subito quello dalla pelle olivastra lo
fermò.
«Stai
cercando Liam
Payne?» chiese con un sorrisetto.
«Sì,
lo conosci?»
cercai di risultare più distaccata possibile, ma
sembrò più una supplica che
una semplice domanda.
«Beh…
sì» mi prese il
viso sotto il mento e mi obbligò a guardarlo dritto negli
occhi. «Sono io.»
I
miei occhi si
spalancarono involontariamente mentre lui mi costringeva contro ad un
muro.
Appena
la mia schiena
incontrò il muro dell’hotel alle mie spalle,
sussultai.
Lui
allungò entrambe
le mani ai lati della mia testa mentre con la sua gamba
cercò di aprire le mie
mettendola in mezzo.
«E
adesso sono
proprio curioso di cosa vorresti fare con me…»
Odioso,
antipatico,
idiota, maschilista e, cosa più importante, un truzzetto di
merda!
Who you are.
sjkaljdgfhjd fa schifooo! YEAH! Ditelo, fa davvero cagare la minchia -.- #addiofinezza.
No, vabbè, a parte il capitolo sono depressa, e non so neanche il perché AHAHAHAH #i'mnormal ;)
Non saprei davvero cosa dire... comunque vorrei dirvi che nel prossimo capitolo capirete un po' più di cose per questo, anche perché non posso farlo lungo 27850430854329 chilometri, e già questo è stralunghissimo! D: spero che la lunghezza non vi annoi visto che mi hanno già detto che solo il prologo era lunghissimo... non lo so... ditemi voi... vi piace o no? Sinceramente non saprei cosa pensare, a me la trama piace e so che non sono un genio a scrivere, ma ce la sto mettendo tutta, però se alla gente non piace è inutile che continui... :'(
Mo' vado via, vado a vedermi un film al cinema con i miei amici, e non so neanche che film è... #nonvenefregauncazzo.
CHE BELLO!! YUPPI!!
Scià! :D
PS: se cliccate sul titolo dello spazio autrice vi si apre una canzone. :)
- Twitter: @niallersbreath
Crediti banner: Chiara_88