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Autore: ehydarlin    26/02/2013    28 recensioni
STORIA SOSPESA
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«Pensavo di mandarti a Londra…» annunciò la nonna.
«Londra? Stai scherzando, vero? A quanto pare stai diventando proprio vecchia. Noi siamo già a Londra!» Accentuai il ‘già’ guardandola confusa provocando la risata sonora della nonna.
«So bene che siamo già a Londra,» continuò non facendomi capire «io intendevo mandarti a Londra nel 2013. Sai, la Londra del 2010 era davvero molto diversa da questa dell’anno 2069.» sorrise.
Genere: Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologue











Addentai un’altra volta quel biscotto che mia nonna mi aveva posto sul tavolino di casa come abitualmente facevamo tutti i pomeriggi.

«Che programmi hai rispetto alle vacanze di quest’estate?» domandò la nonna sedendosi sul divano pulendosi le mani sporche di farina sul grembiule con disegnato sopra un omaccione paciocco che ingurgitava dolci a non finire.

«Non ne sono sicura, ma avevo intenzione di fare il viaggio di studio che la scuola ci ha proposto, ma poi devo chiedere a mamma se mi vuole lasciare…» confessai.

Vidi mia nonna un po’ pensierosa mentre le rughe del suo viso comparivano e scomparivano mentre masticava le sue prelibatezze preparate in cucina poco prima.

«Pensavo di mandarti a Londra…» annunciò la nonna.

«Londra? Stai scherzando, vero? A quanto pare stai diventando proprio vecchia. Noi siamo giàa Londra!» Accentuai il ‘già’ guardandola confusa provocando la risata sonora della nonna.

«So bene che siamo già a Londra,» continuò non facendomi capire «io intendevo mandarti a Londra nel 2013. Sai, la Londra del 2010 era davvero molto diversa da questa dell’anno 2069.» sorrise.

Come se non sapessi cosa significa ‘69’… Nonnetta decrepita.

Va bene che ero stupida, e questo l’avevo preso da mia madre che l’ha preso da sua madre, cioè dalla persona davanti a me, ma questo non era decifrabile neanche da un laureato in ‘lettura del pensiero’!

«Hai presente che tuo nonno è morto molto tempo fa?» spiegò. Annuii e lei continuò. «Ti potrei aiutare ad incontrarlo, tornando indietro nel tempo» chiarì con un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro.

La guardai un secondo stranita, anzi per due secondi… okay, tre. Facciamo cinque va’!

«Nonna? Immagino che la vecchiaia ti stia iniziando a fare brutti scherzi» alzai un sopracciglio.

«Ma che vecchiaia! Io sono arzilla come una bambina delle elementari!» urlò alzandosi dal divano e mettendosi davanti a me con le mani sopra i suoi fianchi. «Senti,» ricominciò guardandomi con sfida «Questa potrà essere una bella esperienza. Potrai andare indietro nel passato, e ti dirò di più» piano piano prendeva sempre più enfasi «Tuo nonno era molto desiderato dalle ragazze della tua età, quindi sarebbe ancora più eccitante vedere una persona che così tante persone ammirano e vogliono incontrare» ormai era irrecuperabile.

Abbassai lo sguardo verso il piatto dei biscotti vuoto sul tavolo. Me li ero già mangiati tutti. Maiala che non sono altro!

«Probabilmente sarebbe meglio ti dessi alla cucina invece che alle storie di fantascienza, nonnina» soffiai porgendo il piatto di fronte alla nonna in segno di portarmene altri, fregandomene altamente della linea.

«Dai Meg! Ti assicuro che ti divertirai» continuò speranzosa mentre allungava le mani verso il piatto.

«Davvero? Beh, allora fammi ridere, se ci riuscirai potrò crederti» bugia. D’accordo che eravamo nel 2069 ed era possibile viaggiare nel tempo, ma i vestiti che servivano per catapultarsi nel passato costavano davvero troppo. Era impossibile che lei avesse quei vestiti.

«Quindi se ti farò ridere tu ci andrai?» continuò con gli occhi lucidi dall’emozione.

«Certo, ma dovrai farmi ridere con l’umorismo dell’epoca, altrimenti non vale» dissi facendo la superiore.

«Non c’è problema, sei pronta?» sorrise sfregandosi le mani come pronta per una lotta «La vuoi sentire una barzelletta al contrario?»

I nostri sguardi continuavano a diventare sempre più da sfida. Lo sapevo. Io farò sempre parte del “Team Nonna”, lei sì che capisce quando è il momento di divertirsi!

«Basta che sia una barzelletta» risposi non curante di quello che aveva detto.

Alzò un angolo della bocca come se volesse dire ‘ti farò ridere fino a che tu non ti farai la pipì addosso come una poppante, poppante!’. Il succo era quello.

«Bene,» continuò nonna «Allora inizia a ridere.» disse semplicemente con un sorriso beffardo stampato in faccia.

Ma che cazz…?

Non capii subito, ma appena la lampadina nella mia testa si accese, feci una gran fatica a rimanere seria. Ma come si va? Aiutatela, vi prego! «Nonna! Ormai hai più di novant’anni dovresti smetterla di drogarti!» la rimproverai trattenendo con tutte le mie forze di non ridere a quella squallida battuta. Ma che razza di umorismo è? È talmente stupida che fa ridere, ed è questo che è inspiegabile.

«Innanzi tutto ho settantatré anni, non darmi più anni di quanti ne abbia già!» disse calma per poi lasciar salire uno scatto d’ira. «Porca puttana, Meg! Io non fumo e non mi drogo, cosa più importante, ridi, cazzo!»

«Che fine!» urlai traumatizzata. La nonna più dolce dell’universo, ammettetelo!

«No, inizio» terminò lei.

Non capii al volo ciò che significasse, mi ripetei la discussione: “Che fine!”, “no, inizio”.

Mi portai la mano sulla fronte quasi facendomi male.

No! No, non può essere! Mi trattenni con tutte le forze di non mandarla a quel paese, perché davvero se lo meritava, ma non lo feci. Amore paterno…

Me la ripetei in testa decine di volte, ma, dopo un po’ che continuavo a spostare la testa da destra a sinistra come se dovessi autoconvincermi che non era vero che l’avesse detto veramente, non riuscii più a trattenermi. Troppo brutta e scema come barzelletta, ma nonostante questo avevo perso.

Perbacco!

Appena accennai un sorrisetto, mia nonna urlò come una pazza da esorcizzare: «Hai riso! Hai riso!» disse continuando a ridere e a dimenarsi perché la mia sconfitta significava che mi mandava indietro nel tempo.

«Perché non lasagne? Oppure tortellini. Sono più buone del riso…»

Lei rimase un attimo zitta accogliendo in silenzio la mia battuta squallida, che dimostrava che io ero davvero degna di essere la nipote di una nonna stupida come quella davanti ai miei occhi, e poi sorrise. «Beh, con questo umorismo sarai adattissima. Ti daranno dell’idiota.»

«Come sto facendo io adesso con te? Allora non credo che con il tempo l’essere umano sia tanto peggiorato…»

Sbuffò. Mi dava ragione, ovviamente.

«Spiegami una cosa… come riuscirai a farmi andare nel passato?» chiesi dirigendomi in cucina e servendomi da sola dei biscotti che la nonna non mi portava.

«Culo.» rispose con la bocca piena anche lei dei suoi biscotti.

«Che?» domandai io.

«Culo. Puro, semplice, morbido come un culo di un bambino. Culo.» spiegò senza farmi ovviamente capire.

«Sicuramente gli aggettivi ‘puro’ e ‘morbido’ non erano riferiti al tuo di culo, vero?» puntualizzai.

Lei rise falsamente «Sono tornata oggi dal supermercato e ho trovato il vestito dei salti nel tempo in un cassonetto della spazzatura.»

«Minchia!» urlai «Che culo!»

«Te l’ho detto!»

«Sisi, come funziona?» dissi iniziando a prendere anche io un po’ di quell’enfasi che riusciva a trasmettermi la nonna.

«Tempo al tempo, mia cara… con il tempo ti spiegherò tutto.»

Sorrisi. Non avevo fretta. Era febbraio, e la “vacanza” nel passato sarebbe iniziata con l’estate a metà Giugno…

«Ti spiegherò tutto quello di cui avrai bisogno, ti dirò tutte le cose che ti saranno utili, ma devo avvisarti di una cosa molto importante!» continuò allarmata «Non devi assolutamente cambiare il corso della storia. Non puoi cambiare un avvenimento senza cambiarne un altro che completi il giro della storia. Non puoi cambiare gli avvenimenti, non puoi cambiare il destino.» terminò lasciando che un brivido mi arrivò alle spalle e che mi percorresse tutta la schiena.

«Che intendi per ‘cambiare il corso della storia’

«Se una persona nel passato non riesce a rubare un bottino dalla banca e tu lo aiuti facendolo fuggire dalla presa dei poliziotti, più tardi dovrai consegnarlo alla giustizia. Una persona muore nel passato, arrivi te e la salvi, sarà sempre in pericolo, perché la sua vita sarebbe dovuta già finire.»

Adesso che la nonna mi aveva fatto capire ciò che significava andare indietro nel tempo, non riuscivo proprio a capire il mio stato d’animo.

«Questo fatto del ‘percorso della storia’ può darti sicurezze, cioè che tu sai già cosa succederà in futuro; ma anche terrore, perché se ti fai prendere troppo dal tempo e dagli avvenimenti, la storia dovrà sempre svolgersi, che tu lo voglia o meno.» sottolineò facendomi tremare ancora di più dalla paura. «Non dovrai lasciare che il tempo possa prenderti il tuo cuore. Dopo sarà davvero difficile tornare alla tua epoca.»

Aspettai due o tre secondi prima di ricominciare a parlare… «Non credo voglia ancora andare là…» dissi un tantino preoccupata.

La nonna sorrise, «Non posso rassicurarti dicendoti che sarà un’esperienza meravigliosa, perché probabilmente non sarà così, ma riuscirà a farti crescere, maturare. Ormai hai diciassette anni, sarà un’esperienza che ti segnerà, e che ti ricorderai per sempre, bambina.»

Mi abbracciò con dolcezza e insieme ci sedemmo a tavola continuando a smangiucchiare i suoi soliti biscotti.

«Avremo ancora quattro mesi, ti insegnerò tutto ciò di cui avrai bisogno per orientarti e per stare con le persone di quell’epoca. Dopodiché succederà la cosa più bella che ti sia mai capitata.»

Sorrisi. Forse sarebbe stato davvero come ha detto la nonna: “Un’esperienza che riuscirà a farti crescere, maturare”, ma in cuor mio mi rimbombava un’altra frase, completamente diversa: “Non posso rassicurarti dicendoti che sarà un’esperienza meravigliosa, perché probabilmente non sarà così”, e allora… cosa succederà nel passato?

Non posso mentire, ho paura, ma pian piano che la nonna mi continuava a raccontare di quell’epoca, e più continuavo a ripetermi che sarei dovuta andare là.

I mesi passarono, le competenze le avevo acquisite, la nonna mi aveva insegnato talmente tante cose del futuro che non vedevo l’ora di partire per la Londra del 2013.

«Sai qual è la cosa che mi mancherà più di tutte?» chiesi a mia nonna il quindici Giugno del 2069 pronta per andare nel passato.

«Amore…» sospirò lei. «Vedrai che quando tornerai ci saranno tutti i tuoi amici, non devi sentire la loro mancanza!»

Scossi la testa. «No…» sorrisi a testa bassa. «L’unica cosa che mi mancherà davvero tanto saranno i tuoi biscotti appena sfornati che fanno venire l’acquolina in bocca appena la parola‘biscotti’ passa per l’anticamera del cervello!» dichiarai un’ultima volta.

Sì, avevo un sacco di amici e già mi mancavano, ma mai quanto i biscotti della nonna.

Io faccio parte del ‘TeamBiscottiNonna’ Forever!

Yo! Sto iniziando a parlare nel modo dei tipi di quell’epoca… come si chiamano? Ah, sì! Truzzi!

Non mi piacciono.

Praticamente questi ‘truzzi’ parlano tutti Yo,Yo, perdono la verginità tipo a undici anni e si credono fighi a fumare e drogarsi quando vanno appena alle medie… no. Non sono i miei tipi. Chissà se mio nonno era un truzzo!

Oddio, spero di no… sai che supplizio? No eh. No.

«Un’ultima cosa nonna…» chiesi a lei prima di partire. «Come si chiama mio nonno?»

Le si illuminò il viso e sorrise con gli occhi lucidi. «Liam.» disse «Liam Payne. Lo riconoscerai, fidati! Ah, quasi dimenticavo!» andò verso il tavolo e mi porse un libretto che me lo appoggiò nella borsa. «Ci sono tutte le istruzioni se qualcosa non va bene e ci sono anche tutti gli spostamenti di Liam durante l’anno… ho fatto alcune ricerche su internet. Buon viaggio, piccola.» mi salutò baciandomi possessivamente e poi lasciandomi andare indietro nel tempo.

Usava ancora internet? Mio Dio… che nonna fuori moda!

«Ti ho mandato nel Dicembre 2012 così che tu riesca a passare qualche tempo con Liam. Ricordati che la data della fine del viaggio sarà il quindici Febbraio del 2013 ok?» terminò

«Certo nonna, grazie di tutto.» sorrisi.

Salutai mia mamma, mio padre, mio fratello e la nonna. Indossai il vestito e feci un gran sospiro prima di volatizzarmi nel nulla e ricomparire in un piccolo vialetto con dei barboni acciambellati sul marciapiede in richiesta di soldi, e appena mi videro si accanirono su di me.

Minchia! E ora che cazzo faccio? Bella merda come inizio…

Ah già… devo trovare questo Liam Payne.

“Lo riconoscerai facilmente, cara.” Testuali parole della nonnina decrepita fumata e drogata allo stesso tempo. Oddio… non sarà mica un truzzo mio nonno!

Questo sarebbe davvero un problema.

Ma che cazzo! Non doveva essere una vacanza? Eppure sono qui da pochi secondi e già son piena di problemi!















Ecco la nostra bella Megannnn (autostimaaa, dove seiii?)



Animal.


x: "Non c'ho capito niente!"

io: "Devi aspettare il prossimo capitolo"

x: "Questa storia non ha senso!"

io: "HAI RAGIONE, YEEEAH!"


Okay, senza sputtanarmi - cosa alquanto difficile - volevo dirvi che è inutile che mi scriviate nelle recensioni cose come "non c'ho capito 'na mazza" perché per capire l'intera storia bisogna leggerla fino alla fine.

Dio, mi sento una specie di scienziato pazzo a parlare così: HAHAHAH PROVATE A IMMAGINARE UNA RAGAZZA CON I CAPELLI PER ARIA E GLI OCCHIALI DA SCIENZIATA PUAHAHAHAHAH! MUOIO.


Comunque, il prologo non è un granché, ma dovevo scriverlo, perché altrimenti non avreste capito una mazza e per di più ho cercato di fare un po' di umorismo per renderlo un po' più leggero, e spero di esserci riuscita lol.


DEEEEETTO QUESTO, vi lascio perché altrimenti va a finire che mi sputtano davvero troppo come faccio ultimamente :D (La faccina mi sta prendendo per il culo secondo voi? -.-)


AH AH AH AH AH AH. AIUTATEMI! :D


Vabbuò. Non ho niente da dire, il capitolo fa schifo YEEEEY!! L’unica cosa che mi piace in questo momento è animal di Conor Maynard nhvdiuhfugihdsfhes


PS: se cliccate sul titolo dello spazio autrice vi si apre una canzone. :)


Twitter: @niallersbreath
Ask: dontbetamed

   
 
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