* CAPITOLO CINQUE
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KING’S CROSSg
- Se tu mi volessi
davvero bene non faresti così! – le disse Elisabeth mentre guardava Natalie dentro la macchina. La
bambina piangeva rifiutandosi di scendere dall’auto e continuava a ripetere al
padre che voleva tornare a casa.
- Papà torniamo a casa mi fa male la pancia! – fu la risposta di
Natalie, che non voleva desistere.
- E
va bene! – replicò allora la sorella stizzita. – Verrà la mamma con me… però andiamo non voglio che Silente mi veda fare tardi.
– aggiunse dando le spalle alla macchina ma gettando un occhio verso la
sorella.
- Non credo che Sil… - comincio a dire Nora, ma fu interrotta da Elisabeth.
- Andiamo mamma! –
insistette Elisabeth.
- Già andiamo! – disse
anche Natalie che si era alzata dalla macchina e davanti a tutti si lisciava
con una mano il vestito e con l’altra si asciugava le lacrime.
- Ma…
- dissero insieme Jonathan e Nora, confusi per il repentino cambiamento d’idea
di Natalie.
- Andiamo! – ribadì Elisabeth interrompendo di nuovo i genitori e
muovendosi verso di Natalie, con un sorriso di trionfo.
La stazione di King’s
Cross era piena come ogni primo giorno della settimana e i babbani sembravano
avere tutti una gran fretta, tanto da non accorgersi degli
innumerevoli persone vestite in modo stravagante che camminavano al loro fianco
spingendo grossi bauli e gabbie con animali di ogni tipo.
Le due bambine
camminavano fianco a fianco davanti hai genitori,
ridendo per l’aspetto bizzarro di quelle persone che sembravano affannarsi
tanto per raggiungere chissà quali luoghi.
Elisabeth un po’
conosceva i babbani, in quanto suo padre, in memoria di sua madre voleva che le
sue figlie fino all’età di undici anni frequentassero
una scuola babbana. Ma non appena l’uomo aveva capito
che difficilmente il temperamento irrequieto di Natalie avrebbe svelato presto
ai suoi compagni i suoi poteri, desisti dell’idea.
- Eccoci
qui! – disse improvvisamente Nora con voce squillante,
sembrava essere più emozionata lei che sua figlia. – Vado prima io così
vi mostro come si fa! – disse prima di correre con la gabbia di Flora, il gufo
reale africano che il padre aveva regalato alle figlie pochi giorni prima,
stretta fra le mani.
- Vai tu adesso Betty! – disse allora Jonathan guardando le figlie.
Elisabeth sorrideva entusiasta, mentre Natalie fissava stupida la colonna
davanti a se dove era scomparsa prima sua mamma e dove
ora scompariva sua sorella.
- Sali sul carrello
tesoro. – le disse allora suo padre mentre la bambina
si guardava intorno chiedendosi o dove erano finite sua madre ed Elisabeth, o
perché nessuno si stupiva di cosa fosse accaduto.
- Uao…
- fu la prima cosa che disse Natalie una volta attraversata la colonna. Il
treno rosso che conduceva ad Hogwarts fumava imponente
davanti ai suoi occhi e centinaia di famiglie di maghi affollavano la banchina
del binario 9¾.
Elisabeth e Natalie
non avevano mai visto tanti maghi della loro età in tutta la loro
vita. E mentre la più piccola di casa McDonald
guardava rapida ogni singola cosa, Elisabeth stringeva forte la mano della
madre, indecisa se essere spaventata o emozionata.
- Cerchi qualcuno
Natalie? – chiese con tono sarcastico Elisabeth dopo aver
sistemato con il padre i bagagli sul treno.
- No! – rispose
confusa Natalie, guardando con aria contrariata la sorella ed evitando lo
sguardo dei suoi genitori che la fissavano incuriositi.
- Jonathan guarda… -
disse poi improvvisamente Nora. – Quello è Harry Potter!
– aggiunse abbassando la voce e avvicinandosi al marito.
- Sì… ha la cicatrice.
– fu la risposta del marito che istintivamente strinse a se le due figlie e
porto la mano alla bacchetta guardandosi intorno preoccupato.
- Oh… non c’è bisogno
della cicatrice. – rispose Nora fissando Harry che in quel momento veniva stretto in un lungo abbraccio da una corpulenta donna
dai capelli rossi. – È uguale a suo padre… tranne per
gli occhi, quelli sono di Lily. – continuò con voce triste.
- Chi guardi Lizzie? – chiese allora Natalie con lo stesso tono
sarcastico usato dalla sorella poco prima e notando il ragazzo dai capelli
rossi visto giorni prima a Diagon
Alley insieme ad Harry.
- Nessuno! – fu la
risposta secca di Elisabeth che arrossì violentemente
e rivolse subito lo sguardo da un’altra parte.
- Credo sia ora! –
disse allora Jonathan guardando ancora verso Harry, che ora parlava in un
angolo con il signor Weasley.
A
quelle parole, qualsiasi litigio tra le due sorelle McDonald sembrò scomparire
e le due bambine si fissarono con aria dispiaciuta.
- O
tesoro, sono così fiera di te! - disse allora
- Nora… la bambina
farà tardi! – disse allora Jonathan scostando la moglie e stringendo lui sua
figlia a se. – Non serve dirti di stare lontana dai guai
piccola, mi fido di te! – le sussurrò all’orecchio
mentre cingeva con le piccole braccia il collo del padre e si lasciava
sollevare da lui.
- Natie… – disse poi
con un filo di voce Elisabeth quando il padre l’aveva
fatta scendere, fissando la sorellina che era rimasta in silenzio.
Natalie, che sembrava
fissare intensamente qualcosa davanti a se, stringeva nervosamente tra le mani un lembo del vestitino cercando inutilmente di
trattenere le lacrime che le scendevano sulle guance rosse, rimase immobile
evitando lo sguardo della sorella maggiore.
- Mi mancherai… - le
disse allora Elisabeth abbracciandola forte. – Ci scriveremo tutti i giorni…
promesso? – aggiunse piangendo mentre anche la sorellina aveva preso ad
abbracciarla sciogliendosi anche lei in quel abbraccio.
- Ora devi
andare! - disse poco dopo sua madre
poggiando delicatamente la mano sulla spalla di Elisabeth.
La bambina però non
lasciò andare la sorellina, ma si aggrappò con maggiore forza ad essa, come si fosse decisa a non lasciarla. Jonathan stava
per dire qualcosa, ma a quel punto fu Natalie che si staccò dalla sorella e
corse verso la colonna da cui erano entrati,
scomparendo dentro ad essa.
- Questa è una cosa
inaudita! – urlò improvvisamente Jonathan qualche ora più tardi a casa mentre stringeva tra le mani una lettera.
- Cosa
succede caro? – domandò la moglie che si trovava in cucina.
- Dissennatori… - urlò
nuovamente l’uomo.
- Dissennatori? –
chiese la moglie che non riusciva a capire. – Oh… i dissennatori! - disse come
se avesse capito una volta notata Flora poggiata sulla finestra.
- Sì dissennatori… -
continuò Jonathan senza badare alla moglie. – Dissennatori ad
Hogwarts. Sono saliti sul treno… è davvero inaudito! –
insistette l’uomo con aria nervosa.
- Papà… - disse allora
Natalie che era scesa di corsa sentendo le urla del padre. La bambina come la
madre notò subito Flora poggiata sulla finestra e il gufo non appena vide la
sua padroncina le volò incontro appoggiandosi sulla sua spalla e tubando
felice. – E’ una lettera di Lizzie? – chiese subito
la bambina andando verso il padre e strappandogliela dalle mani.
- Natalie restituiscimela
subito! – tuonò l’uomo, ma la bambina che avidamente aveva già cominciato a
leggere la lettera non la restituì al padre.
- PAPA’… – urlò invece
arrabbiata. – Come hai potuta aprirla… è per me! –
aggiunse.
- La manda Elisabeth è per noi! – rispose l’uomo incerto.
- Non è vero…guarda mamma… dice. “Cara Natalie”! – disse la bambina
mostrando la lettera alla madre ma tenendola ben salda in mano. – È per me! –
aggiunse contrariata.
- Ciò non ti da il diritto di strapparmi una lettera dalle mani signorina!
– replicò allora suo padre porgendo la mano per far capire alla figlia che
rivoleva indietro la lettera di Elisabeth.
- Ma
mamma… - insistette piagnucolosa la bambina.
- Jonathan… lascia che
Natalie legga la sua lettera. –
disse la donna guardando il marito con aria di rimprovero. – Poi sono sicura
che la farà leggere anche a noi, vero tesoro? – aggiunse guardando la figlia
con un sorriso.
La bambina però non
rispose, ma si gettò nel divano immergendosi silenziosa nella lettura.
“ Cara Natalie,
non sono neanche arrivata a Hogwarts
che ho già vissuto un’esperienza davvero spaventosa. Mentre il treno procedeva
veloce per la sua strada ( a proposito il paesaggio è bellissimo, e tutto qui è tutto stregato
e inoltre possiamo già fare delle magie
con la bacchetta. Passando dentro un vagone ho visto un
ragazzo trasformare un topo in calice… è stato bravissimo!) si è fermato
all’improvviso senza alcun motivo.
Io ho pensato subito che fossimo
arrivati, anche se fuori dal finestrino non vedevo
niente che facesse pensare ad una scuola. Ma gli altri
ragazzi sembravano agitati e confusi, così capì che c’era qualcosa che non
andava.
Spaventata cominciai a sentire
freddo e poi tutto mi è sembrato così brutto e triste. Ho cominciato a pensare
al fatto che non ci vedremo più fino alle vacanze di Natale e che non avevamo
mai passato tanto tempo lontano e che forse tu ti saresti dimenticata di me,
oppure non mi avresti più volto bene e tra di noi
tutto sarebbe cambiato. Mentre pensavo a queste cose
mi sentivo così triste e avevo tanto freddo, volevo soltanto tornare a casa ed
improvvisamente Hogwarts mi è sembrato un posto così brutto e i ragazzi che
c’erano nel vagone con me hanno cominciato a farmi paura, avevano tutti un’aria
strana e triste. Era come se non fossero capaci a sorridere, ma del resto mi è
sembrato che non ci fosse davvero più un motivo per cui
sorridere e che non ne avrei trovato mai più uno.
Faceva così freddo Natalie e tu la mamma e papà mi sembravate
così lontani e avevo così paura di non vedervi più.
Poi ho pensato a te… alle nostre passeggiate sulla scopa e mi è
sembrato di percepire il
vento sfiorarmi il viso, ho sentito il
profumo dolce della mamma, il tocco deciso e delicato di papà, l’odore di
spezie dei nonni e ho visto il tuo sorriso e allora mi sono sentita un po’
meglio. Ho capito che si poteva ancora sorridere, anche se mi sentivo così
triste e avevo tanto freddo.
A quel punto tutto è sembrato tornare normale. I ragazzi nel vagone con
me si guardavano intorno confusi e ho sentito un po’
di confusione provenire dai corridoi. Ci siamo affacciati ma un uomo dall’aria
stanca e i vestiti sgualciti ci ha detto di rientrare
nella cabina e di non muoverci.
È stato davvero terribile sai Natalie. Così ho
passato tutto il viaggio pensando che una volta arrivata avrei
chiesto di tornare a casa, ma dopo che siamo arrivati Silente…”
Leggendo quel nome
Natalie si fermò e automaticamente senza accorgersene prese a lisciarsi il
pigiama ed aggiustarsi i capelli. Dopo un respiro profondo riprese a leggere,
senza accorgersi dei genitori che la guardavano confusi.
“… ci ha spiegato che quelli erano dissennatori e che sono stati loro a
causare tanta infelicità.
Ti ricordi quando ti parlai di Azkaban, la prigione dei maghi? I dissennatori sono i
guardiani di quelle prigioni e Silente (Natalie sobbalzo
nuovamente) ci ha spiegato che staranno
di guardia nella scuola. Non ci ha detto perché, ma ho sentito dire da altri
ragazzi che sono là per Sirius Black (ricordi quando ne parlammo?). Ci ha anche detto
che non dobbiamo sgattaiolare in giro senza permesso perché sono pericolosi, ma
non vedo perché qualcuno dovrebbe girare per la scuola se non è autorizzato!
Oh Natalie… una volta superata questa cosa dei
dissennatori… è tutto così fantastico qui! Ci sono tantissimi ragazzi
della nostra età e poco più grandi. Provengono da luoghi diversi e appartengono
a famiglie purosangue, miste ma anche babbane. Ho
visto una ragazza che si guardava intorno per ogni minima cosa e sussultava per
ogni sciocchezza, persino per una ciocorana!
La scuola è bellissima, sono sicura che ti piacerà. È piena di quadri
parlanti, armature che controllano stanze in cui è vietato entrare, fantasmi e
le scale si muovono!!!
Ora ti saluto è tardi e domani sarà il mio primo giorno di scuola…
Manda un grande bacio a mamma e papà e di loro
che il cappello parlante mi ha fatto entrare a Corvonero.
Era la casa di papà e quella in cui speravo di
entrare… sono così FELICE!!!
Con affetto Lizzie!!!
p.s. chiedila a Flora!
- Lizzi
dice di dirvi che è entrata in Corvonero!
– disse improvvisamente Natalie mentre teneva ancora
gli occhi incollati alla lettera.
- Lo sapevo… - disse
trionfante Jonathan. – La mia bambina! – aggiunse soddisfatto.
- Buonanotte! –
replicò allora Natalie correndo verso la sua stanza.
- Ma…
- cercò di dire allora Jonathan, ma fu interrotto dalla moglie.
- Troppo tardi,
accontentati di ciò che hai potuto leggere… - disse al marito
mentre tornava in cucina. – E la prossima volta
non aprire la posta delle tue figlie! – aggiunse.
Al piano di sopra
Natalie aspettava che Flora raggiungesse la finestra di camera sua e carezzando
con il dito la testa del animale le chiese di
consegnarle l’altra lettera di Elisabeth.
Come dal nulla Flora
tirò fuori dalle zampe una seconda busta.
Natalie la slegò con
delicatezza ma impazienza dalle zampe del gufo e una volta aperta si sdraiò nel
letto ammirando la foto di Silente che sorrideva, strizzando l'occhio da dietro
i suoi occhiali a mezza luna.
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ReaderNotViewer mille scusa… per non aver ringraziato anche te per il commento!!!
Presa come ero dalla scoperta di chi è in realtà Natalie McDonald… non ho notato che il tuo commento era successivo al ultimo aggiornamento e che quindi non ti avevo già ringraziato in precedenza!!!
Spero di aver “diminuito” le
descrizioni… e sono contenta che la storia ti piaccia! Sì anche a me piace come
tipo di storia… mi sono chiesta spesso infatti che
visione avevano i compagni di tutto ciò che succedeva ad Hogwarts! Inoltre… sì
tutta la cosa di Voldemort è intrigante etc… ma
la cosa più bella in Harry Potter era
Beh dai… stavolta ci ho messo di meno! Speriamo che il prossimo capitolo non arriverà tra secoli :op!!!
Izumi questa volta non ha corretto il mio lavoro… quindi noterete MOOOOLTE imprecisioni! Sono molto saltuaria ultimamente, quindi mi vergogno un po’ di romperle di nuovo le scatole… intanto posto poi la contatterò e vedo se è ancora disponibile!!!