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Autore: Miss Weasley    17/09/2007    1 recensioni
- Non per vantarci ma, sapete, ad Hogwarts siamo piuttosto famose… - cominciò a dire una piccola strega di circa quattordici anni, rivolgendosi agli utenti di EFP che avevano appena cliccato la pagina “Ultime storie ”.
– È per questo che, nonostante… - continuò la ragazzina, salvo bloccarsi improvvisamente come se un nodo le si fosse formato in gola. - … nonostante tutto… non possiamo non tornare a scuola l’anno prossimo. – aggiunse seria, smuovendo i capelli biondi.
- Oh… ma piantala! – disse un’altra giovane maga, di poco più grande ma con gli stesi grandi occhi neri, interrompendola. – Nessuno sa chi siamo… altro che famose! – la contraddisse annoiata.
- Parla per te… - replicò la prima ragazza. – Io sono apparsa nel quarto libro! – aggiunse trionfante.
- Una volta! – replicò la seconda ragazza, alzando gli occhi al cielo!
- Sempre una in più di te! – fu la risposta che diede la biondina, mostrando all’altra la lingua. – Non vi ricordate? Prendete il quarto libro a pagina 157: mi vedete? Ancora no? Guardate meglio alla riga 34! Letto?– continuò a chiedere, rivolgendosi agli utenti di EFP.
“… mentre “McDonald Natalie!” si univa al tavolo di Grifondoro…”
Visto? – tornò a domandare dopo aver letto la frase che la riguardava. - E questa è mia sorella, Elisabeth McDonald! – concluse indicando la brunetta che aveva di fianco.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Nuovo, personaggio, Serpeverde, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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* CAPITOLO CINQUE *

 

h KING’S CROSSg

 

 

 

 

- Se tu mi volessi davvero bene non faresti così! – le disse Elisabeth mentre guardava Natalie dentro la macchina. La bambina piangeva rifiutandosi di scendere dall’auto e continuava a ripetere al padre che voleva tornare a casa.

- Papà torniamo a casa mi fa male la pancia! – fu la risposta di Natalie, che non voleva desistere.

- E va bene! – replicò allora la sorella stizzita. – Verrà la mamma con me… però andiamo non voglio che Silente mi veda fare tardi. – aggiunse dando le spalle alla macchina ma gettando un occhio verso la sorella.

- Non credo che Sil… - comincio a dire Nora, ma fu interrotta da Elisabeth.

- Andiamo mamma! – insistette Elisabeth.

- Già andiamo! – disse anche Natalie che si era alzata dalla macchina e davanti a tutti si lisciava con una mano il vestito e con l’altra si asciugava le lacrime.

- Ma… - dissero insieme Jonathan e Nora, confusi per il repentino cambiamento d’idea di Natalie.

- Andiamo! – ribadì Elisabeth interrompendo di nuovo i genitori e muovendosi verso di Natalie, con un sorriso di trionfo.

La stazione di King’s Cross era piena come ogni primo giorno della settimana e i babbani sembravano avere tutti una gran fretta, tanto da non accorgersi degli innumerevoli persone vestite in modo stravagante che camminavano al loro fianco spingendo grossi bauli e gabbie con animali di ogni tipo.

Le due bambine camminavano fianco a fianco davanti hai genitori, ridendo per l’aspetto bizzarro di quelle persone che sembravano affannarsi tanto per raggiungere chissà quali luoghi.

Elisabeth un po’ conosceva i babbani, in quanto suo padre, in memoria di sua madre voleva che le sue figlie fino all’età di undici anni frequentassero una scuola babbana. Ma non appena l’uomo aveva capito che difficilmente il temperamento irrequieto di Natalie avrebbe svelato presto ai suoi compagni i suoi poteri, desisti dell’idea.

- Eccoci qui! – disse improvvisamente Nora con voce squillante, sembrava essere più emozionata lei che sua figlia. – Vado prima io così vi mostro come si fa! – disse prima di correre con la gabbia di Flora, il gufo reale africano che il padre aveva regalato alle figlie pochi giorni prima, stretta fra le mani.

- Vai tu adesso Betty! – disse allora Jonathan guardando le figlie. Elisabeth sorrideva entusiasta, mentre Natalie fissava stupida la colonna davanti a se dove era scomparsa prima sua mamma e dove ora scompariva sua sorella.

- Sali sul carrello tesoro. – le disse allora suo padre mentre la bambina si guardava intorno chiedendosi o dove erano finite sua madre ed Elisabeth, o perché nessuno si stupiva di cosa fosse accaduto.

- Uao… - fu la prima cosa che disse Natalie una volta attraversata la colonna. Il treno rosso che conduceva ad Hogwarts fumava imponente davanti ai suoi occhi e centinaia di famiglie di maghi affollavano la banchina del binario 9¾.

Elisabeth e Natalie non avevano mai visto tanti maghi della loro età in tutta la loro vita. E mentre la più piccola di casa McDonald guardava rapida ogni singola cosa, Elisabeth stringeva forte la mano della madre, indecisa se essere spaventata o emozionata.

- Cerchi qualcuno Natalie? – chiese con tono sarcastico Elisabeth dopo aver sistemato con il padre i bagagli sul treno.

- No! – rispose confusa Natalie, guardando con aria contrariata la sorella ed evitando lo sguardo dei suoi genitori che la fissavano incuriositi.

- Jonathan guarda… - disse poi improvvisamente Nora. – Quello è Harry Potter! – aggiunse abbassando la voce e avvicinandosi al marito.

- Sì… ha la cicatrice. – fu la risposta del marito che istintivamente strinse a se le due figlie e porto la mano alla bacchetta guardandosi intorno preoccupato.

- Oh… non c’è bisogno della cicatrice. – rispose Nora fissando Harry che in quel momento veniva stretto in un lungo abbraccio da una corpulenta donna dai capelli rossi. – È uguale a suo padre… tranne per gli occhi, quelli sono di Lily. – continuò con voce triste.

- Chi guardi Lizzie? – chiese allora Natalie con lo stesso tono sarcastico usato dalla sorella poco prima e notando il ragazzo dai capelli rossi visto giorni prima a Diagon Alley insieme ad Harry.

- Nessuno! – fu la risposta secca di Elisabeth che arrossì violentemente e rivolse subito lo sguardo da un’altra parte.

- Credo sia ora! – disse allora Jonathan guardando ancora verso Harry, che ora parlava in un angolo con il signor Weasley.

A quelle parole, qualsiasi litigio tra le due sorelle McDonald sembrò scomparire e le due bambine si fissarono con aria dispiaciuta.

- O tesoro, sono così fiera di te! - disse allora la Nora afferrando la figlia e stringendola in forte abbraccio. – Mi raccomando Betty… - cerco di aggiungere, ma era talmente emozionata che le parole non le uscirono.

- Nora… la bambina farà tardi! – disse allora Jonathan scostando la moglie e stringendo lui sua figlia a se. – Non serve dirti di stare lontana dai guai piccola, mi fido di te! – le sussurrò all’orecchio mentre cingeva con le piccole braccia il collo del padre e si lasciava sollevare da lui.

- Natie… – disse poi con un filo di voce Elisabeth quando il padre l’aveva fatta scendere, fissando la sorellina che era rimasta in silenzio.

Natalie, che sembrava fissare intensamente qualcosa davanti a se, stringeva nervosamente tra le mani un lembo del vestitino cercando inutilmente di trattenere le lacrime che le scendevano sulle guance rosse, rimase immobile evitando lo sguardo della sorella maggiore.

- Mi mancherai… - le disse allora Elisabeth abbracciandola forte. – Ci scriveremo tutti i giorni… promesso? – aggiunse piangendo mentre anche la sorellina aveva preso ad abbracciarla sciogliendosi anche lei in quel abbraccio.

- Ora devi andare!  - disse poco dopo sua madre poggiando delicatamente la mano sulla spalla di Elisabeth.

La bambina però non lasciò andare la sorellina, ma si aggrappò con maggiore forza ad essa, come si fosse decisa a non lasciarla. Jonathan stava per dire qualcosa, ma a quel punto fu Natalie che si staccò dalla sorella e corse verso la colonna da cui erano entrati, scomparendo dentro ad essa.

 

- Questa è una cosa inaudita! – urlò improvvisamente Jonathan qualche ora più tardi a casa mentre stringeva tra le mani una lettera.

- Cosa succede caro? – domandò la moglie che si trovava in cucina.

- Dissennatori… - urlò nuovamente l’uomo. 

- Dissennatori? – chiese la moglie che non riusciva a capire. – Oh… i dissennatori! - disse come se avesse capito una volta notata Flora poggiata sulla finestra.

- Sì dissennatori… - continuò Jonathan senza badare alla moglie. – Dissennatori ad Hogwarts. Sono saliti sul treno… è davvero inaudito! – insistette l’uomo con aria nervosa.

- Papà… - disse allora Natalie che era scesa di corsa sentendo le urla del padre. La bambina come la madre notò subito Flora poggiata sulla finestra e il gufo non appena vide la sua padroncina le volò incontro appoggiandosi sulla sua spalla e tubando felice. – E’ una lettera di Lizzie? – chiese subito la bambina andando verso il padre e strappandogliela dalle mani.

- Natalie restituiscimela subito! – tuonò l’uomo, ma la bambina che avidamente aveva già cominciato a leggere la lettera non la restituì al padre.

- PAPA’… – urlò invece arrabbiata. – Come hai potuta aprirla… è per me! – aggiunse.

- La manda Elisabeth è per noi! – rispose l’uomo incerto.

- Non è vero…guarda mamma… dice. “Cara Natalie”! – disse la bambina mostrando la lettera alla madre ma tenendola ben salda in mano. – È per me! – aggiunse contrariata.

- Ciò non ti da il diritto di strapparmi una lettera dalle mani signorina! – replicò allora suo padre porgendo la mano per far capire alla figlia che rivoleva indietro la lettera di Elisabeth.

- Ma mamma… - insistette piagnucolosa la bambina.

- Jonathan… lascia che Natalie legga la sua lettera. – disse la donna guardando il marito con aria di rimprovero. – Poi sono sicura che la farà leggere anche a noi, vero tesoro? – aggiunse guardando la figlia con un sorriso.

La bambina però non rispose, ma si gettò nel divano immergendosi silenziosa nella lettura.

 

Cara Natalie,

non sono neanche arrivata a Hogwarts che ho già vissuto un’esperienza davvero spaventosa. Mentre il treno procedeva veloce per la sua strada ( a proposito il paesaggio è bellissimo, e tutto  qui è tutto stregato e inoltre  possiamo già fare delle magie con la bacchetta. Passando dentro un vagone ho visto un ragazzo trasformare un topo in calice… è stato bravissimo!) si è fermato all’improvviso senza alcun motivo.

 Io ho pensato subito che fossimo arrivati, anche se fuori dal finestrino non vedevo niente che facesse pensare ad una scuola. Ma gli altri ragazzi sembravano agitati e confusi, così capì che c’era qualcosa che non andava.

 Spaventata cominciai a sentire freddo e poi tutto mi è sembrato così brutto e triste. Ho cominciato a pensare al fatto che non ci vedremo più fino alle vacanze di Natale e che non avevamo mai passato tanto tempo lontano e che forse tu ti saresti dimenticata di me, oppure non mi avresti più volto bene e tra di noi tutto sarebbe cambiato. Mentre pensavo a queste cose mi sentivo così triste e avevo tanto freddo, volevo soltanto tornare a casa ed improvvisamente Hogwarts mi è sembrato un posto così brutto e i ragazzi che c’erano nel vagone con me hanno cominciato a farmi paura, avevano tutti un’aria strana e triste. Era come se non fossero capaci a sorridere, ma del resto mi è sembrato che non ci fosse davvero più un motivo per cui sorridere e che non ne avrei trovato mai più uno.

Faceva così freddo Natalie e tu la mamma e papà mi sembravate così lontani e avevo così paura di non vedervi più.

Poi ho pensato a te… alle nostre passeggiate sulla scopa e mi è sembrato di percepire  il vento sfiorarmi il viso,  ho sentito il profumo dolce della mamma, il tocco deciso e delicato di papà, l’odore di spezie dei nonni e ho visto il tuo sorriso e allora mi sono sentita un po’ meglio. Ho capito che si poteva ancora sorridere, anche se mi sentivo così triste e avevo tanto freddo.

A quel punto tutto è sembrato tornare normale. I ragazzi nel vagone con me si guardavano intorno confusi e ho sentito un po’ di confusione provenire dai corridoi. Ci siamo affacciati ma un uomo dall’aria stanca e i vestiti sgualciti ci ha detto di rientrare nella cabina e di non muoverci.

È stato davvero terribile sai Natalie. Così ho passato tutto il viaggio pensando che una volta arrivata avrei chiesto di tornare a casa, ma dopo che siamo arrivati Silente…”

 

Leggendo quel nome Natalie si fermò e automaticamente senza accorgersene prese a lisciarsi il pigiama ed aggiustarsi i capelli. Dopo un respiro profondo riprese a leggere, senza accorgersi dei genitori che la guardavano confusi.

 

“… ci ha spiegato che quelli erano dissennatori e che sono stati loro a causare tanta infelicità.

Ti ricordi quando ti parlai di Azkaban, la prigione dei maghi? I dissennatori sono i guardiani di quelle prigioni e Silente (Natalie sobbalzo nuovamente) ci ha spiegato che staranno di guardia nella scuola. Non ci ha detto perché, ma ho sentito dire da altri ragazzi che sono là per Sirius Black (ricordi quando ne parlammo?). Ci ha anche detto che non dobbiamo sgattaiolare in giro senza permesso perché sono pericolosi, ma non vedo perché qualcuno dovrebbe girare per la scuola se non è autorizzato!

Oh Natalie… una volta superata questa cosa dei dissennatori… è tutto così fantastico qui! Ci sono tantissimi ragazzi della nostra età e poco più grandi. Provengono da luoghi diversi e appartengono a famiglie purosangue, miste ma anche babbane. Ho visto una ragazza che si guardava intorno per ogni minima cosa e sussultava per ogni sciocchezza, persino per una ciocorana!

La scuola è bellissima, sono sicura che ti piacerà. È piena di quadri parlanti, armature che controllano stanze in cui è vietato entrare, fantasmi e le scale si muovono!!!

Ora ti saluto è tardi e domani sarà il mio primo giorno di scuola…

Manda un grande bacio a mamma e papà e di loro che il cappello parlante mi ha fatto entrare a Corvonero. Era la casa di papà e quella in cui speravo di entrare… sono così FELICE!!!

Con affetto Lizzie!!!

 

p.s. chiedila a Flora!

 

- Lizzi dice di dirvi che è entrata in Corvonero! – disse improvvisamente Natalie mentre teneva ancora gli occhi incollati alla lettera.

- Lo sapevo… - disse trionfante Jonathan. – La mia bambina! – aggiunse soddisfatto.

- Buonanotte! – replicò allora Natalie correndo verso la sua stanza.

- Ma… - cercò di dire allora Jonathan, ma fu interrotto dalla moglie.

- Troppo tardi, accontentati di ciò che hai potuto leggere… - disse al marito mentre tornava in cucina. – E la prossima volta non aprire la posta delle tue figlie! – aggiunse.

 

Al piano di sopra Natalie aspettava che Flora raggiungesse la finestra di camera sua e carezzando con il dito la testa del animale le chiese di consegnarle l’altra lettera di Elisabeth.

Come dal nulla Flora tirò fuori dalle zampe una seconda busta.

Natalie la slegò con delicatezza ma impazienza dalle zampe del gufo e una volta aperta si sdraiò nel letto ammirando la foto di Silente che sorrideva, strizzando l'occhio da dietro i suoi occhiali a mezza luna.

 

 

h                               g

 

 

ReaderNotViewer mille scusa… per non aver ringraziato anche te per il commento!!!

Presa come ero dalla scoperta di chi è in realtà Natalie McDonald… non ho notato che il tuo commento era successivo al ultimo aggiornamento e che quindi non ti avevo già ringraziato in precedenza!!!

Spero di aver “diminuito” le descrizioni… e sono contenta che la storia ti piaccia! Sì anche a me piace come tipo di storia… mi sono chiesta spesso infatti che visione avevano i compagni di tutto ciò che succedeva ad Hogwarts! Inoltre… sì tutta la cosa di Voldemort è intrigante etc… ma la cosa più bella in Harry Potter era LA SCUOLA!

Beh dai… stavolta ci ho messo di meno! Speriamo che il prossimo capitolo non arriverà tra secoli :op!!!

 

Izumi questa volta non ha corretto il mio lavoro… quindi noterete MOOOOLTE imprecisioni! Sono molto saltuaria ultimamente, quindi mi vergogno un po’ di romperle di nuovo le scatole… intanto posto poi la contatterò e vedo se è ancora disponibile!!!

 

 

 

  
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