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Autore: Makino    17/09/2007    7 recensioni
Kagome: bella ragazza del 1700.
Inuyasha: atleta ventunenne dell’epoca moderna.
Potranno mai incontrarsi? Certo, se lei all’improvviso si ritrova capace di viaggiare nel tempo...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2 settembre, Silt. Parco centrale. Ore 18:30 circa




Inuyasha era seduto sull’erba, all’ombra di uno dei tanti alberi del parco, visibilmente di cattivo umore.
Lo infastidiva sentirsi così impotente ed inutile in quella situazione; aveva capito che Kagome stesse soffrendo per il loro rapporto, decisamente non previsto e probabilmente non contemplato nei libri di storia... ma non poteva essere altrimenti dopotutto!
Tutta la faccenda rasentava l’inverosimile e lui stesso non era ancora riuscito ad abituarsi del tutto agli strani ‘poteri’ di quella che ormai poteva considerare la sua ragazza.

“Una ragazza decisamente fuori dal comune!” si ritrovò a pensare ridacchiando mentre gli tornavano alla mente svariati episodi esilaranti.

“cos’è che ti fa ridere tanto?” sentì improvvisamente una voce alle sue spalle
“Oh! Hide! ciao amico mio!”
“ma che amico e amico... ma dove diavolo sei stato?” disse il ragazzo
“Hide... sempre scorbutico tu...” disse Inuyasha sorridendo “comunque sia... ciao anche a te!”
“ma sentitelo... fa anche lo spiritoso...”
“ora basta fare salotto! Inu! sono ore che ti cerchiamo!”
“Jiro! Dai! ci siete anche voi...” rispose Inuyasha ben poco sorpreso “che ci fate voi da queste parti?”
“non è il momento di perdersi in chiacchiere... Kagome è all’ospedale!” disse un Jiro preoccupato
“cosa?” urlò sconvolto Inuyasha “in quale ospedale? e perché? ha avuto un incidente?”
“calmati Inuyasha, non ha avuto nessun incidente!” disse Daisuke
“forza andiamo! ho parcheggiato la macchina in quella stradina” disse Inuyasha indicando un punto al di là della strada
Daisuke sospirò “beh... ecco... in realtà noi avremmo un metodo più veloce per arrivare...”
“che intendi dire?”
“questo...” e i tre sventolarono qualcosa davanti agli occhi del giovane atleta.
Inuyasha sbiancò.




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2 settembre, Silt. Circa tre ore prima




“Accidenti Ka-chan... scotti! ma com’è possibile che ti sia salita la febbre così all’improvviso?”
“Non ne ho idea...” mentì anche se credeva di intuire la ragione del suo malessere.
Le emozioni di quella donna erano talmente forti che la stordivano. Poteva ancora sentire quel brivido di timore che aveva provato quando l’aveva vista in sogno; non sapeva perché ma, nonostante i sentimenti negativi che emanava quella misteriosa figura, sentiva di potersi fidare... aveva preso la sua decisione, l’avrebbe aiutata ad ogni costo... doveva prima di tutto però scoprire chi fosse e in che luogo si trovasse. Forse Koga ne sapeva qualcosa... magari gli avrebbe raccontato il suo sogno.
“Però quella donna mi ha chiesto di non dire a nessuno che mi ha contattata... che abbia paura di qualcosa? Koga però non credo costituisca una minaccia, è mio amico e magari può darmi una mano... si, credo che mi rivolgerò a lui...” rifletté cercando di alzasi facendo leva sulle braccia
“ahhhh!! ferma Ka-chan! non muoverti, hai la febbre alta! non ti permetterò di muovere un passo, a costo di legarti al letto! stai ferma che provo a chiamare I-chan!” disse Rin
“Rin-chan, lasciami andare, devo fare una cosa importante!”
“assolutamente no! dove pensi di andare in queste condizioni?”

Ma Kagome non l’ascoltava più, concentrata a sentire la presenza di Koga per poter andare da lui; la febbre che le annebbiava la mente e la intontiva, le permisero di spostarsi non più di pochi metri.
Rin infatti, che l’aveva vista scomparire improvvisamente dal letto in cui giaceva, la ritrovò subito sulla soglia della stanza da letto che tentava con fatica a reggersi in piedi facendo leva sullo stipite.

“maledizione!” la sentì imprecare per la prima volta la ragazza del futuro
“Ka-chan, torna a letto forza! qualunque cosa tu abbia da fare ti prego di rimandarla! hai visto tu stessa che non ti è possibile smaterializzarti in queste condizioni!”

“d’accordo Rin...” disse ormai rassegnata “mi daresti qualcosa di più leggero da indossare? a causa di questa febbre sto sudando molto...”
“subito!” e corse alla ricerca di qualcosa

Kagome nel frattempo si coricò nuovamente a letto. La testa le scoppiava e il pensiero di quella donna non faceva che aumentare il suo mal di testa.

“ecco Ka-chan! ti ho preso una canottiera di I-chan... dovrebbe andare bene”
“gra...grazie” disse con il respiro affannato
“accidenti... la febbre non fa che aumentare... ma è possibile che I-chan non risponda al cellulare? oh no! accidenti!” disse Rin notando improvvisamente il cellulare del ragazzo abbandonato sul comodino “adesso capisco! senti Ka-chan... volevo contattare Inu perché ti andasse a comprare qualcosa per far scendere questa febbre visto che lui non ha nulla in casa... chissà perché non si ammala mai... poiché è irreperibile vado giù da me a vedere se trovo qualcosa... riesci a resistere da sola per qualche minuto?”

Si limitò ad annuire, ormai mezza addormentata.
Rin corse verso il proprio appartamento cercando di sbrigarsi... quella febbre la preoccupava non poco...

Kagome intanto, nel delirio, sognò nuovamente quei due bambini, sempre la stessa scena: la promessa e poi uno dei due scompare; la scena cambia, vede quella donna sempre nella stessa cella: le chiede aiuto, ma improvvisamente il viso sporco si sovrappone ad un altro... la donna ora ha il volto pulito, i capelli ordinatamente legati dietro la nuca in una crocchia scarlatta, le sorride. Poi di nuovo quel volto pieno di terra...
“ma lei... lei...” fu improvvisamente svegliata dal suono del citofono “oh, no! forse Rin ha dimenticato le chiavi...” pensò e con grande sforzo tentò di alzarsi.
Ci mise un bel pò, ma alla fine riuscì ad arrivare alla porta d’ingresso.
“Rin... a-vevi dimenticato le chia....”
“Kagome!”
“Dai...suke?” chiese la ragazza incerta. La vista le si stava appannando
“Kagome, ma tu stai male!” disse Jiro
“ra..ragazzi, ci siete tutti!” disse Kagome intuendo che i quattro amici di Inuyasha erano lì
“Kagome! non sarebbe meglio che tu ti stendessi?” disse Arata
“forza, aiutiamola!” disse l’ultimo, Hideaki

Ma non fecero in tempo ad avvicinarsi a lei che la videro letteralmente accasciarsi a terra, svenuta.

“KAGOME!” urlarono preoccupati
“Accidenti... avrà 40 di febbre!!!” disse Daisuke poggiando una mano sulla fronte della ragazza
“Jiro, chiama un’ambulanza, tu Hide vai a prendere un cuscino! io intanto vado a vedere se trovo del ghiaccio!” disse Arata “ma dove accidenti è Inuyasha? perché l’ha lasciata da sola in queste condizioni?” “Dai!”
“dimmi!”
“vai a vedere se Rin è in casa! magari lei ci sa dire dove si trova Inu”
“corro!!”

“l’ambulanza sta arrivando!” Jiro tornò verso l’ingresso
“bene, io ho trovato del ghiaccio, mettiamole intanto questo sulla fronte... è l’unica cosa che possiamo fare in questo momento” sospirò Arata

“ma che sta succedendo?” nel frattempo Rin era tornata. Teneva tra le braccia una quantità indescrivibile di medicinali
“Rin! meno male... dov’è Inu??” chiese Jiro
“ragazzi mi dispiace! nemmeno Rin è in cas... oh! sei qui...” disse tutto trafelato Daisuke
“aveva detto che sarebbe andato a prendere dei libri in biblioteca, ma non riesco a contattarlo perché ha lasciato il cellulare a casa!” disse Rin
“come il suo solito...” disse Dai
“abbiamo già chiamato l’ambulanza!” disse Jiro
“NO!” disse di riflesso Rin, spaventata. Non poteva certo portarla all’ospedale! come avrebbe potuto giustificare il fatto che secondo l’anagrafe Kagome non è giustamente mai esistita? il documento falso non poteva aiutare, di certo avrebbero subito scoperto il trucco e per tutti loro sarebbero stati guai seri
“come no?” disse sorpreso Jiro
“ecco... io... preferirei prendermi cura io di Kagome... sapete... ehm... lei... lei odia gli ospedali!!”
“ma Rin, ragiona! respira a malapena e ha la febbre altissima, non c’è niente che tu possa fare! non hai certo una laurea in medicina!” disse Hideaki
“ha ragione lui! rischia grosso!”
“ma...” cercò di dire Rin “e ora che faccio? è un bel guaio questo...”
“Ehi... Rin!” disse piano Arata, in modo che solo lei potesse sentirlo “fai come ti dicono, andrà tutto bene, fidati di me!”
“ma cosa...” provò a chiedere Rin incerta
“tranquilla... intanto portiamola all’ospedale, penseremo poi a risolvere il problema della sua identità...”
“tu... tu... sai chi è Kagome?” disse la ragazza intuendo che il giovane era a conoscenza di tutto
“certo, l’ho sempre saputo!”
“ma... ma come hai fatto?”
“diciamo che i poteri di Kagome sono molto simili ai miei...”
“cosa?”
“si, si... ma ora non perdiamo tempo, ti spiegherò tutto dopo con calma. Ora andiamo, l’ambulanza è arrivata!”
“d’accordo!”
“ragazzi!” disse Arata rivolgendosi ai tre amici “io e Rin saliremo sull’ambulanza, voi andate alla ricerca di Inu e spiegategli la situazione”
“va bene” disse Hide per tutti e tre
“andiamo, Rin, forza!” disse Arata
“va bene” disse Rin, guardando i paramedici che caricavano l’amica su una barella...




§------------------------------------------------------------------§




21 aprile 1793, Axle. Prigioni segrete




“Per fortuna... ho fatto appena in tempo.” “pensò la bella prigioniera aprendo gli occhi. Sentiva dei passi avvicinarsi alla sua cella “per oggi ho accumulato abbastanza energia... Mi dispiace tanto Kagome, vorrei tanto risparmiarti questa sofferenza, ma non posso. So che sei in grado di percepire le mie sensazioni, ma non ne sei ancora abituata. Starai male ora, conosco bene il senso di malessere che si prova la prima volta, perché ci sono passata anche io... ti prego, resisti! finchè sarò confinata in questa cella, potrò solo comunicare con te attraverso i sogni, ma non posso rivelarti nulla, tesoro mio, sarebbe la mia e la tua fine...”

“ma guarda chi abbiamo qui... vedo che non ti sei mossa...” disse una voce in tono di scherno
“dovrei ridere, Yuudai?”
“beh, potresti fare meno la seriosa ogni tanto...”
“io sono gentile solo con le persone per cui provo rispetto!”
“bada bene a come parli... non sei nella posizione per fare l’insolente, e lo sai!”
“cosa cambierebbe per me, ora come ora? sono confinata fra queste quattro mura da 20 anni! non ho proprio nulla da perdere”
“ma quanto sei patetica... cosa credi di ottenere parlando così? compassione? rimorso?”
“non ho nulla da spartire con gente come voi...”
“tanto meglio, neanche noi vogliamo avere a che fare con una traditrice!”
“ancora con quella vecchia storia... non perdonate facilmente voi...” sorrise lei rassegnata
“tua è la colpa!”
“ma non dovreste essere voi a punirmi, nè tu nè il tuo adorato padrone! voi non sapete nulla di quella storia, non c’entrate! eppure vi ostinate con questa assurda vendetta! io non ho fatto niente a voi due, niente! colui che dovrebbe prendersela con me è morto, MORTO!!”
“tu non capisci! il mio padrone era molto legato a lui, ma per colpa di una sgualdrina come te, se n’è dovuto separare!”

“ora basta, Yuudai!” si intromise una terza persona
“Naraku...” sibilò la donna, disgustata
“mio padrone” si inchinò l’assassino “chiedo perdono per la mia mancanza di rispetto”
“che non si ripeta più, Yuudai!” tuonò il re
“come vuole lei, padrone. Ora se lei me lo permette, vorrei congedarmi”
“vattene! e riguardo a te...” finì rivolgendosi alla donna “ti ho detto mille volte che non devi parlare di Lui!”
“prenditela con il tuo servo, che aveva tanta voglia di fare conversazione, come avrai potuto notare”
“non ti permetto di mancarmi di rispetto, Kagura!”
“allora ricordi ancora come mi chiamo, credevo l’avessi dimenticato, visto i numerosi epiteti con cui ami rivolgerti a me, da 20 anni a questa parte. Come mai ho l’onore di poter udire il mio nome pronunciato dalle tue regali labbra?” lo schernì lei

Lui sorrise.
Lei rabbrividì.
Era la prima volta che vedeva un’espressione simile sul volto dell’odiato re, un sorriso vittorioso, un passo avanti a lei.

“noto che come al solito hai la lingua lunga. Allora usala per rispondere ad una mia domanda...”
“sai bene che non rispondo mai alle tue domande...”
“in questo caso allora ascolta quello che ho da dirti... sai, non mi sono mai fidato nè di mia moglie nè di quella sciocca di mia cognata. Ho sempre saputo che avessero qualcosa da nascondere, ma non ho mai prestato tanto attenzione alla cosa, ritenevo si scambiassero segreti su un amante o altre frivolezze, usuali per voi donne...”
“e cosa sarebbe cambiato?” chiese lei, con il cuore che batteva all’impazzata
“tutto è cambiato 6 anni fa... quella volta che la mia cara moglie volle a tutti i costi allontanare Kagome da Axle, per un tempo indefinito. La cosa mi insospettì parecchio, e fece crollare l’ipotesi che Kikio avesse un amante... che motivo avrebbe avuto di allontanare da se l’adorata figlia? non poteva neanche reggere la scusa che volesse mandarla via perché non era d’accordo sul fatto che stessi cercando un marito, sapeva bene, e tuttora è a conoscenza che anche se l’avesse fatta portare dall’altra parte del globo, l’avrei ritrovata e le avrei fatto sposare il candidato da me prescelto. Così ho cominciato ad indagare; in tutti questi anni ho fatto tenere d’occhio Kagome e Sango, ma fino a poco tempo fa sembravano due dame qualsiasi, che crescevano, frequentavano salotti e signorotti altolocati. Stavo per desistere, credendo di essermi sbagliato, che ci fosse un’ulteriore ragione, per me ancora oscura, per cui mia moglie teneva lontana mia figlia: ho creduto stesse organizzando di uccidermi, così la costringevo a seguirmi nei miei viaggi, per poterla tenere d’occhio...”

“tutto qui? che c’è, hai paura di una dama debole, per di più cagionevole di salute? cominci a perdere colpi, Naraku...”

“non ho finito... come ti stavo dicendo, fino a poco tempo fa credevo che quello di tenere lontana Kagome, fosse solo un capriccio di Kikio. Poi però sono apparsi all’improvviso quei tre giovani, che hanno legato subito con la mia piccola, come se si conoscessero da una vita, oppure, ipotesi che a me piace di più, hanno qualche segreto che li accomuna. Yuudai e i suoi uomini hanno tenuto d’occhio tutti loro per mesi, e hanno dedotto che quei cinque si comportavano in modo sospetto...”

“e con questo tuo discorso dove vorresti arrivare?”

“beh... sentendo che quei tre nobili passavano molto tempo con mia figlia, ho chiesto di indagare su di loro per capire chi fossero... con due di loro è stato facile, dopotutto sono uomini ricchi e potenti, facili da identificare...”

Kagura sussultò. Quello strano discorso la rendeva inquieta.

“il terzo uomo però mi ha incuriosito...” continuò lui “Yuudai non è riuscito a scoprire la sua identità... non ti sembra strano?”
“beh, non direi proprio. Forse dovresti trovarti uomini più capaci...” disse Kagura
“davvero spiritosa... io invece sono arrivato ad un’altra conclusione... mi hanno fatto sorgere il dubbio le parole di Yuudai...”

“ah! Yuudai... e il terzo uomo?”

“Ecco... mio signore, è questo il problema! Non sono ancora riuscito a sincerarmi sulla sua identità... sembra essere un fantasma...”

“non dire sciocchezze Yuudai... da qualche parte dovrà pur venire!”

“nessuno sembra conoscerlo... e poi é molto strano... ha atteggiamenti ambigui, per non parlare dei suoi abiti... sembra quasi...”

“continua...” disse annoiato Naraku

“beh... sembra quasi venga da un altro mondo!”


“ora dimmi, non è che l’uomo che si fa chiamare Koga proviene dal tuo stesso luogo?”


“Ko... Koga?”




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21 aprile 1793, Gram




“Maledizione!” imprecò un giovane duca
“mio signore Miroku, sono desolato nel darvi una simile notizia...” disse un giovane ragazzo, vestito di una strana tuta da combattimento
“non è colpa tua Kohaku... hai fatto solo il tuo dovere... sei sicuro di essere stato discreto?”
“si mio signore! nè Naraku, nè le sue guardie si sono accorti della mia presenza. Ho potuto ascoltare il dialogo tra il re e quel suo subalterno, Yuudai, senza farmi scoprire”
“molto bene” sorrise soddisfatto Miroku. Presto però tornò serio, c’era un problema da risolvere...

“e ora che facciamo, Miroku?” si intromise un’altra voce
“dobbiamo trovare una soluzione al più presto Sango...”
“Naraku è troppo furbo... l’abbiamo sottovalutato! non possiamo permetterci che i suoi sospetti nei nostri confronti diventino concreti!” disse Koga, anche lui presente alla discussione
“giusto. non dobbiamo rischiare oltre!” disse l’affascinante principe
“hai per caso trovato una soluzione, Sesshomaru?” disse Sango
“purtroppo nulla che possa riportarci in vantaggio rispetto a quel bastardo...” ringhiò
“continua...” lo esortò Miroku
“prima di tutto Koga deve sparire per un pò”
“cosa?” disse sorpreso il giovane del futuro
“certo! ha ragione Sessho! più rimani qui, maggiore è il rischio che le spie di Naraku vedano di cosa sei capace... già i sospetti nei tuoi confronti lo portano vicino a quella che è la verità... ricorda che quel verme è a conoscenza che ci sono persone che hanno i tuoi poteri...” lo calmò la bella Sango
“mhm... forse avete ragione... ma che faccio? torno nella mia epoca? e il nostro piano?” disse Koga
“calma, una cosa alla volta...” disse Miroku
“non è che l’improvvisa sparizione di Koga lo metterà ancora più in sospetto?” disse Sango, assalita dai dubbi
“questo è sicuro... almeno però non gli permetteremo di scoprire qualcosa di nuovo...” disse Sesshomaru
“d’accordo. vorrà dire che tornerò nella mia epoca.” disse Koga

“un’altra cosa... anche io per un pò tornerò a Yasha, magari fingendo un litigio con te, Miroku. Naraku ha qualche dubbio anche su di me, certo, visto che passo molto tempo in vostra compagnia. Se però gli facciamo credere che non sono altro che un ospite e non ho nulla da spartire con i vostri segreti, magari riuscirò ad entrare nelle sue grazie e scoprire finalmente i suoi piani...”
“non sono sicura del tuo piano...” disse la granduchessa
“possiamo tentare!” disse Miroku
“intanto, mentre siamo sicuri che le spie di Naraku ci stanno osservando, fingeremo di essere in disaccordo per qualcosa, in modo che io prenda la decisione improvvisa di andarmene... se non lo convinceremo, almeno avrò giustificato la mia partenza” continuò Sesshomaru
“va bene. credo che separarci per ora sia l’unica soluzione.” disse Koga
“resta un problema però... come facciamo a mantenerci in contatto? manca poco al ritorno di Kagome, dobbiamo muoverci!” disse Sango
“mhm... facciamo così... credo abbiamo aspettato anche troppo... tra dieci giorni esatti riporterò Kagome a Merle. Tu Sango, partirai domani e tornerai al tuo palazzo e aspetterai il nostro ritorno.” disse Koga “Sessho, tu rimarrai a Yasha, verrò io da te tra quindici giorni a portare notizie; avrai un luogo segreto in cui possiamo parlare!”
“certo! ricordi la stanza in fondo all’ala ovest?” disse il principe
Koga annuì affermativamente.
“e ricordi come aprire il passaggio dietro lo specchio?”
“certo!”
“perfetto. ti aspetterò nella stanza segreta il 5 maggio, al tramonto”
“bene.”
“scusate, anche io vorrei essere reso partecipe!” disse Miroku fingendosi offeso
“l’unica soluzione è che tu usi come pretesto una visita alla granduchessa Sango... tutti ormai sanno che il tuo corteggiamento è quasi ufficiale”

Sango avvampò.

“d’accordo, farò così! inoltre potrò vedere la mia dolce Sango!!”

E una mano lentamente scivolò sul fondoschiena della ragazza, seguita subito da un portentoso schiaffo ai danni del povero duca...




§------------------------------------------------------------------§




5 settembre, Silt




“ragazzi... si sta svegliando!”
“cosa? davvero?”

“mhm... ma... dove sono?”

finalmente... cominciavo davvero a preoccuparmi...”
“dai Kagome!”

a chi...a chi appartengono queste voci?”

“oh... Ka-chan, mi senti? dai, apri gli occhi!”

“io... la conosco questa voce... Rin?” “R... Ri... Rin?”

“Si Ka-chan, sono io!”
“do...ve sono?” disse lei vedendo Rin e i quattro amici di Inuyasha
“a casa di I-chan! sei stata molto male, hai dormito per quattro giorni!”
“quattro... giorni? dov’è Inuyasha?”

“tranquilla Kagome, Inuyasha è uscito un momento per comprare qualcosa da mangiare.
Non riuscivamo a farti calare la febbre e così ti abbiamo portata all’ospedale” si intromise Arata
“all’ospedale?” si preoccupò lei
“non preoccuparti... appena sei stata fuori pericolo ti abbiamo fatta fuggire...” disse lui con naturalezza
“cosa?!? e come avete fatto?”

“ehm... Kagome, è meglio se ti spieghiamo tutto dall’inizio...” disse Rin imbarazzata “beh... ecco loro sono come te...” continuò “in particolare è stato Arata a riportarti qui... smaterializzandosi come fai tu...”



§-------------§



“COMEEE??!?!?” urlò sorpresa la giovane principessa

“ero sicuro che avrebbe reagito così...” disse Jiro tappandosi le orecchie
“mi state dicendo che fin dall’inizio voi quattro sapevate chi fossi io in realtà?” disse Kagome indicando se stessa con l’indice

“beh... per essere del tutto sinceri quel giorno che ti abbiamo vista per la prima volta con Inuyasha non ti avevamo riconosciuta subito... beh, in fin dei conti è normale... sono passati 17 anni... sei decisamente cresciuta da allora!” rise Dai

“in effetti... poi però ci siamo resi conto che i nostri specchi emanavano un forte potere e abbiamo capito che lo specchio ovale dovesse essere molto vicino. Abbiamo indagato a fondo e...” continuò Hideaki

“frena... frena! hai detto... specchi?”

“si, tutti noi ne possediamo uno” affermò Hide e tutti e quattro tirarono fuori dalla tasca un oggetto e lo diedero alla ragazza.

Kagome osservò bene ciò che i ragazzi le avevano messo in mano. Erano effettivamente quattro specchi, grandi come il palmo di una mano.
Tre erano fatti dello stesso materiale, in lucente madreperla, tondi e con delle strane scritte sul retro. L’unico dettaglio che poteva consentire di distinguerli fra loro erano dei piccoli simboli in ferro battuto, fissati al bordo grazie ad un elegante intarsio; sullo speccho di Dai spiccava una chiave di violino, su quello di Jiro una piuma, mentre su quello di Hide un arco teso con una freccia incoccata.
Il quarto, in legno, però la colpì... non il non tanto per il fatto che non fosse come gli altri, ma perché era sicura di averlo già visto da qualche parte.
“eppure... sono sicura....”

“ragazzi... perché tre degli specchi sono uguali tra loro mentre quello di Arata è diverso?” chiese lei
“ma... ma Koga non ti ha detto proprio nulla?” disse stupito Arata
“cosa avrebbe dovuto dirmi?” chiese lei
“significa che fino ad ora ti hanno tenuta allo scuro di tutto?” ora anche Jiro era stupito
“forse è meglio se ci diamo un taglio ragazzi...” disse a sua volta Daisuke

Kagome ascoltava distrattamente i discorsi dei rgazzi, continuando a fissare intensamente i quattro oggetti, ancora allineati di fronte a lei. Improvvisamente ebbe come un flash e ricordò.
“ci sono! ragazzi... io questo specchio l’ho già visto!” disse Kagome sventolando lo specchio di Arata
“cosa?” si girò stupito Arata
“beh... non proprio uguale, ma molto simile... quello che ho visto io aveva dei piccoli intarsi sull’estremità, mentre su questo non ci sono... ecco perché non l’ho riconosciuto subito!” continuò lei
“non è possibile...” si sconvolse Arata
“dove l’hai visto??!?” chiese impaziente Jiro
“beh... è lo specchio di Rin...”
“COSA?!??” dissero i tre all’unisono
“ma che sta succedendo?” Rin nel frattempo era tornata nella stanza con in mano un vassoio.




Fu un attimo.
Jiro si lanciò verso Rin e l’abbracciò.
Il vassoio cadde, i bicchieri posti sopra si infransero rumorosamente.
Nonostante questo, i presenti poterono sentire le parole emozionate di Jiro...






























“ti ho trovata finalmente!”

















§---------------------------------------------------------------------§


Note dell’autrice:

Che dire di questo capitolo? beh, non sono pienamente soddisfatta di come sia riuscito, ma ormai la frittata è fatta ^^’’. Purtroppo il tempo scarseggia!! Le idee ci sono [per essere del tutto precisi, la storia è già conclusa nella mia testa...so già come imposterò i prossimi capitoli, fino al fatidico finale in cui tutto tornerà ad avere un senso... o è quello che mi auguro!! purtroppo, seguire in tempi così distanti la fan fiction mi fa dimenticare alcuni dettagli, e sebbene ogni volta mi rilegga i punti principali per non rischiare di stravolgere la storia, temo che qualche imprevisto possa sempre capitare... anche se, posso assicurarvelo, l’impegno nel seguire un filo logico c’è... il problema è sempre solo quello: tempus fugit!
Ahimè, anche se mi duole, questa storia si completerà in tempi moooolto lunghi.
Nel precedente capitolo avevo già spiegato che gli aggiornamenti saranno tutt’altro che frequenti, ma ci tengo a ribadirlo e se non avrete più voglia di seguire la storia non posso che capirvi. Non tento di gustificarmi, anche perchè sarebbe inutile, visto che sulle ragioni che ho dato sono stata abbastanza vaga, ma sarei davvero contenta se accettaste di avere pazienza.
Ringrazio fin da ora chi ha voluto sprecare due minuti in più per leggere questo mio commento, ma ci tenevo davvero a sottolinearlo.

Passando invece nuovamente al capitolo, credo che esso parli da solo. Ci sono stati dei colpi di scena, sempre più personaggi si trovano coinvolti nell’avventura, ma sebbene alcune domande hanno trovato risposta, molte altre risultano ancora incomprensibili ai vostri “ingenui” occhi di lettori...
Nel prossimo capitolo [in fase di costruzione XD] si chiariranno molte altre cose.
Giusto per darvi qualche anticipazione, scopriremo qualcosa di più sui quattro ragazzi, apparentemente dei semplici studenti dell’epoca moderna, e verrà svelato un legame apparentemente impossibile... incuriositi?

Alla prossima ragazzi!



Angolo dei ringraziamenti:

Lorimhar: quest’oggi sarai il primo a ricevere i miei ringraziamenti! sono contenta che la mia storia non sia esattamente finita nel dimenticatoio, e il fatto che uno dei miei più fedeli lettori (XD) non si sia scordato della sottoscritta, non può che rendermi felice! Mi spiace costringerti a rileggere i precedenti capitoli per riprendere il filo della storia, ma spero davvero tu lo faccia... che farei senza il commento del mio opinionista di fiducia?
ah! riguardo a ciò che ho scritto in nota all’inizio del precedente capitolo, non intendevo certo essere scortese e nemmeno mi stavo riferendo a qualcuno in particolare; stavo solo generalizzando su un qualcosa che mi premeva di dire a coloro che leggono la mia storia. Cerco di essere onesta, avvertendo fin da ora che sarà per me difficile “frequentare” il sito tanto spesso. Grazie per aver capito. Al prossimo capitolo! ti abbraccio

Elychan: sono davvero sollevata! ci sei anche tu! non hai idea di quanto mi faccia piacere... è solo grazie a voi che mi è tornata la voglia di continuare questa storia!! grazie grazie grazie

raska81: anche se i sinonimi di “grazie” li ho consumati per gli altri due qui sopra, ci tengo davvero che tu sappia che hai la mia più sincera gratitudine (altro sinonimo... XD) per non avermi abbandonata! carissima, ti abbraccio

makiolina: anche se mi commuovono i miei “vecchi” lettori, non per questo sono mal accetti i nuovi arrivati! ciao tesoro! le tue parole mi hanno davvero dato una marcia in più e come ho già sottolineato nel precedente capitolo, ho ripreso la storia perchè intendo completarla... perciò, non preoccuparti, prima o poi, scriverò la parola fine a questa FanFiction! gli aggiornamenti saranno distanti l’uno dall’altro, ma farò ciò che posso per non deluderti! abbraccio anche te

Topomouse: ci volevi proprio tu per completare in bellezza l’angolo dei ringraziamenti! sarò monotona a questo punto, ma mi inchino di fronte alla tua persona. Grazie anche a te per esserti ricordato della mia storia! riguardo al commento che mi hai lasciato sul precedente capitolo, quando prima l’ho letto mi è venuto un pò da ridere... credo che con quello che spero avrai letto oggi, avrai cambiato opinione su Naraku! il fatto che il “povero” re compaia in rare occasioni, non implica affatto che egli sia un ingenuo... forse, anzi, sicuramente, la colpa è mia che non gli ho dato il risalto che meriterebbe, visto che quello che ha combinato fino ad ora non è nulla... credo che il nostro sovrano ce l’abbia già il coltello dalla parte del manico e, per essere del tutto precisi, ho come l’impressione che abbia già trovato dove conficcare la lama...




  
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