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Autore: Dryas    02/03/2013    6 recensioni
Konoha ha un solo liceo. Lì tutti si conoscono, tutti sanno tutto di tutti, o almeno così credono. E' per aiutare un'amica che Tenten si mette in gioco, anche se questo comprende avere a che fare con lo scontroso e arrogante Neji Hyuga. Dalla sua parte ha Rock Lee, sempre pronto a sostenerla e proteggerla, e Kiba, il suo primo travolgente amore, ma basteranno per vincere Sasuke Uchiha? Una storia di pregiudizi e di sorprese, di amore e di odio, di dolore e di speranza. E tutto nasce in un liceo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Buio e Luce










Tenten si accorse di essere sul punto di correre. Voleva arrivare a casa a tutti i costi, lasciarsi cadere nel letto e sprofondare tra coperte e cuscini per almeno dieci ore consecutive. Era stanca, così stanca da abbassare la guardia anche nelle strade buie che temeva fin da quando era bambina. Non si aspettava di venere afferrata per un polso e trascinata di forza in un vicolo laterale, praticamente impossibile da notare di notte.
-Mi devi qualche spiegazione, Tenten-
Conosceva quella voce, bassa e profonda, la più affascinante che avesse mai sentito e che in quel momento le fece venire brividi di paura.
-Lasciami, Sasuke- tentò di divincolarsi dalla sua presa ferrea. Era grosso almeno il doppio di lei e nascosta dalle sue spalle spariva completamente alla vista di chiunque fosse passato per la strada principale –che spiegazioni vuoi? Non capisco-
-Non capisci?- chiese lui, afferrandole il mento e sollevandolo con delicatezza fino a far incontrare i loro occhi. Lui era pieno di rabbia e di odio, tanto che sentì un dolore fisico nel momento in cui il suo sguardo la trapassò –oh, io credo di sì-
La sua mano si strinse e le sue dita le graffiarono il viso. Tenten gemette, ma era troppo spaventata anche per mettersi a gridare. Sasuke si avvicinò annullando ogni distanza tra loro.
-Non sapevo che Neji Hyuga avesse un debole per le brune- le disse –o forse, più semplicemente, sei una puttana. Siete stati voi a mettere la droga nel mio armadietto, non è così?!-
Con terrore crescente, Tenten sentì le sue dita spostarsi sul suo collo e stringere. Disperata, cercò di allontanarle, ma tutto ciò che ottenne fu di venire bloccata dall’altro suo braccio.
-Vi ho sentiti un secondo fa fuori dalla palestra- continuò –tu non hai idea di quello che hai fatto! Hai rovinato la mia vita e la mia carriera!-
Le tirò uno schiaffo così forte da scaraventarla a terra. Sentendosi libera, Tenten cercò di rialzarsi e di mettersi a correre, ma lui l’afferrò per i capelli ormai sciolti e la trascinò indietro.
-Lasciami andare!- riuscì a gridare, ma tutto ciò che ottenne fu la sua risata. La spinse di nuovo contro il muro e, mentre la teneva ferma con il suo corpo, le mani accarezzavano il suo. La paura di Tenten divenne così incontrollabile da trasformarsi in nausea. Tremava e non era più in grado di reggersi da sola sulle gambe, ma quei tocchi invadenti e indelicati fecero nascere in lei una rabbia che non avrebbe mai creduto di avere. Con un urlo trovò la forza di scalciare e sbracciarsi, ed ebbe la lucidità di individuare il suo volto per poi colpirlo con tutta l’energia che ancora le rimaneva, premurandosi di chiudere bene le dita.
Ci riuscì, era libera, ma lo sforzo fatto era stato così faticoso che la sua corsa ancora una volta fu troncata. Aspettò che nuovo dolore si aggiungesse a quello che già provava, ma il rumore secco di due corpi che si scontrano era troppo lontano per appartenere a lei. Si ritrovò a terra, con la faccia sull’asfalto e una mano dolorante.
-Ce la fai ad alzarti?- una nuova voce le venne in soccorso.
-Neji?- chiese, guardandosi intorno e intravedendo Sasuke nell’oscurità, steso a terra. Presa dal terrore di vederlo rialzarsi, piantò i palmi delle mani sulla strada e tentò di sollevarsi. Non ce l’avrebbe mai fatta se Neji non l’avesse afferrata per entrambe le braccia e sostenuta fin dai primi passi che compirono per allontanarsi da lì.
-Sa tutto- gli disse, angosciata e sull’orlo delle lacrime –ha scoperto che siamo stati noi-
-A questo penseremo dopo- fu la sua risposta.
Neji camminava troppo velocemente per le sue capacità, ma mai una volta rischiò di farla cadere, e non aveva la minima idea di dove la stesse portando. Si fidò ciecamente, lei non sarebbe stata in grado nemmeno di ritrovare la strada di casa in quello stato. Tutto ciò che le importava era di allontanarsi il più possibile da Sasuke.
-Villa Hyuga?- domandò, poi, riconoscendo la casa di Hinata. Non ottenne risposta, Neji continuò ad aprire porte e percorrere corridoi con lei sempre tra le braccia. La loro corsa finì in una piccola stanza buia in cui vi erano solo un divano e un tavolo.
-Vado a prendere qualcosa per medicarti- le disse, lasciandola scivolare sui morbidi cuscini e aprendo una seconda porta. Tornò da quello che Tenten capì essere il bagno stringendo tra le mani un cassetta rossa segnata da una croce bianca.
-Faccio da sola- gli disse.
Lui le lasciò campo libero e la ragazza si chiuse la porta del bagno alle spalle. Portandosi le mani al viso, lasciò finalmente scendere le lacrime, calde e salate, cercando di trattenere i singhiozzi per non farsi sentire da Neji.
Quando riuscì a calmarsi, accese la luce vicino allo specchio e rimase inorridita dalla sua stessa immagine. Aveva i capelli arruffati, gli occhi gonfi e rossi, un labbro che non sembrava più tale e un alone nero sulla guancia destra. Stentò a riconoscersi.
Aprì la cassetta del pronto soccorso trovandovi tutto l’occorrente. Si lavò il viso e disinfettò le ferite, coprendole con dei cerotti, ma era consapevole che i gonfiori e i lividi sarebbero rimasti per giorni e giorni.
Una volta che ebbe finito andò a raggiungere Neji nell’altra stanza. Lo trovò seduto sul divano, assorto nei suoi pensieri, ma appena la vide scattò in piedi.
-Voglio andare a casa- gli disse, senza guardarlo in viso.
-Non è sicuro- rispose lui.
-No, vado a casa- insistette lei, facendo per avvicinarsi alla porta da cui erano entrati, ma lui le sbarrò la strada.
-Non è sicuro- ripeté con determinazione.
-Ma è sicuro per me- rispose priva di convinzione l’altra.
-Rimani, puoi dormire nel mio letto se vuoi- continuò Neji –lui non oserà venire qui e anche se lo facesse mi troverà sveglio-
Tenten finalmente lo guardò in faccia. Gli occhi di Neji sembravano davvero preoccupati e non la stavano giudicando come suo solito. Le sue parole erano sincere.
-Davvero?- gli chiese, desiderosa solo di sentirsi al sicuro e di accettare quella proposta. Lui fece cenno di sì con il capo.
Tenten si sdraiò sul letto di Neji, decisamente più duro del suo, ma pieno di morbidi cuscini. Afferrò le coperte e le tirò fin sopra la testa, nascondendosi in un rifugio immaginario che da sempre, nei momenti più bui, le aveva dato sicurezza. Chiuse gli occhi e aspettò che il sonno arrivasse, ma come aveva temuto non accadde. Sperava di poter dimenticare tutto per almeno una notte, anche se  sapeva che lo spavento era stato troppo grande per annientare così d’un colpo tutti i suoi sensi e per mettere un freno alla sua mente stanca ma ancora attiva. Dopo qualche ora, decise di alzarsi.
-Neji? Sei sveglio?- domandò senza accendere la luce.
-Sì, certo- sentì rispondere.
Tenten mettendo di fronte a sé le mani, tentò di raggiungerlo. Capì di essere arrivata al divano quando le sue dita sfiorarono il suo braccio e trovando uno spazio vicino a lui si sedette accanto.
-Se non  ci fossi stato tu … -
-Smettila- la fermò, brusco.
-Ma è così -
Rimasero entrambi in silenzio. L’oscurità piaceva a Tenten, le permetteva di fare tutto ciò che voleva senza apparire debole o mostrare i segni della sua debolezza.
-Grazie- gli disse –se non ci fossi stato tu … -
-Gli avresti tirato un altro pugno- terminò lui.
-Non che il primo sia servito a molto, anche se questa volta ho tenuto le dita chiuse-
-Ti ha dato una via di fuga-
-Ma non sono andata molto lontana- disse lei con un sospiro.
-Devi tenere il braccio più indietro e il gomito più alzato- spiegò lui –Lee non ti ha insegnato proprio niente?-
-Lee è un incapace-
Lo sentì ridere per la prima volta. Si accorse di voler vedere come fosse un suo sorriso, ma la sua risata bastò per calmarla e pian piano il sonno le fece scivolare sulla sua spalla. I suoi lunghi capelli coprirono il braccio di Neji ed erano così tanti che arrivano fino alle sue mani. Li strinse e li tenne tra le dita finché non vide il sole sbucare tra le imposte alle finestre. A quel punto si addormentò anche lui.









:D finalmente inizia il bello! E sappiate che il livello di sdolcinatezza di questa FF è infinito (con in aggiunta scene di amabili litigi). Spero sia promettente!
Dryas





   
 
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