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Autore: xingchan    02/03/2013    4 recensioni
Un drago, un ragazzo ed un demone donna.
La compagnia di Nerima coinvolta in un rito centenario.
In Cina.
Dove nessuno di loro avrebbe voluto tornare.
(Post manga)
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Pugnale'
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Akane non capiva perché Yang si era calmato improvvisamente sebbene avesse un mucchietto di ragazzine alle calcagna. Poi, seguendo il suo sguardo, arrivò al pugnale, che ora era del suo stesso colore.

E bruciava, dentro le sue mani.

Ma, non sapendone comunque il motivo, non aveva l'urgenza di interrompere il contatto come solitamente si fa se ci si scotta.

Alzò lo sguardo verso Yang fieramente, e questo provocò un ennesimo ringhio del drago e una successiva occhiata intorno a lui. Scrollandosi nuovamente come un cucciolo bagnato, la creatura riuscì a liberarsi da Akari e Shan Pu definitivamente.

La cuoca di okonomiyaki invece, dopo un momento di esitazione, venne sbattuta contro la parete rocciosa. L'unica che sembrava fosse almeno minimamente all'altezza di Yang era Ranma-chan, che non voleva proprio saperne di mollare il muso del drago, anzi. Con nuovo slancio, si issò verso il centro degli occhioni rossi.

Ma la sua salita non durò a lungo perchè, con uno strattone, anche lei finì a terra. La creatura lanciò uno sguardo ad Akane e poi si avventò sulla ragazzina rossa.

Dalle sue narici fuoriuscì un getto di vapore che investì in pieno Ranma, facendogli recuperare le sue fattezze naturali, sotto lo sguardo attonito di tutti. E l'espressione di Yang diventò ancora più aggressivo, come se sapesse che lo stavano prendendo per i fondelli. Tanto che tutti lo intuirono.

Prese fiato ripetutamente per prepararsi ad un ruggito assordante che indirizzò proprio verso il giovane con il codino che lo squadrava a sua volta in modo duro e deciso.

-RANMA!-.

La ragazza con il caschetto aveva una gran paura. Non che non ne avesse avuta durante quei giorni alle prese con gli allenamenti, ma ora era decisamente peggio. Akane non fece in tempo a preoccuparsi di se stessa che si ritrovò con gli occhi di Yang puntati contro.

Ebbe un sussulto. Quello sguardo era identico a quel pugnale, doveva essere questa la ragione per cui prima aveva taciuto. Si avventò su di lei, sotto le grida degli altri di scostarsi da quel punto; ma lei non ne aveva la minima intenzione. E non ne sapeva il perchè, dannazione!

Aveva pieno controllo del suo corpo; come mai non si muoveva da lì?

Perchè?

Improvvisamente, il drago si fermò a pochi centimetri dal suo viso, ed Akane notò che parte del pugnale era fuso con i suoi occhi. Yang sembrò patire dolore, ma dall'atteggiamento complessivo nessuno l'avrebbe compreso.

Un verso, cavernoso come quello di un demone.

Contorto, come un intreccio di rami nodosi di un albero.

Qualcosa le attanagliò la mente. Un po' come fece Ling durante la prova.

Però, era molto, molto più tenace. Si sentiva quasi schiacciare fisicamente da quello che appariva come un enorme macigno. Sudò freddo, mentre tutti gli altri cercavano di soccorrerla, sottraendola a quella ferocia che la stava consumando.

Il suo respiro si fece pesante, le sue mani strette intorno alla testa, nel vano tentativo di 'sollevare' quel peso. Si premette ancora di più le dita fra i capelli, sempre più insistentemente, finchè non si sentì quasi le unghie conficcatesi nella pelle.

E la sua mente, divenne più chiara. Limpida.

Quella lucidità permise ad un flusso incessante di immagini e considerazioni di sfociare nella mente svuotata di Akane, legata con una corda robusta ed invisibile a quella di Yang. Come una cascata, lenta al punto giusto ma al tempo stesso imponente, la serie di immagini cominciò a prendere vita.

Per la ragazza sembrò quasi che Yang fosse in procinto di sfogliare insieme a lei un album di fotografie di cui Akane ne ignorava l'esistenza; ed appena partirono,

sentì una sensazione strana e poi un dolore acuto, come se qualcuno le stesse infilando una pala d'acciaio nella testa. E successivamente le si pararono davanti agli occhi.

La prima cosa che vide fu la scuola.

Il caro, vecchio istituto Furinkan. I suoi compagni di classe che giocavano a pallone durante la pausa, le sue migliori amiche, i professori in compagnia di quella piccola inviperita della professoressa Hinako, quello schizzato del preside con quell'assurda ananas in testa.

La sua famiglia.

La dolce Kasumi, che si premurava sempre di far trovare a tutti la biancheria pulita e la cena pronta; la maliziosa Nabiki a caccia di nuovi guadagni e suo padre Soun, il quale non risparmiava nemmeno una lacrima per coloro che gli stavano a cuore.

La sua mamma.

Riccioli appena accennati le incorniciavano il viso delicato come petali di sakura, portandosi dietro una scia di nostalgia.

Nessuno l'avrebbe più rivista mai.

Ma sapeva di poter contare su altre figure che si sono mostrate altrettanto materne: prima fra tutte Kasumi e...

La signora Saotome.

Non era certa se fosse giusto considerarla come una donna che si avvicinasse di più allo stereotipo di una mamma per lei, ma comunque non poteva fare altrimenti.

Sapeva che Ranma soffriva per la sua lontananza dalla madre.

Ecco perchè faceva di tutto pur di farli incontrare, cercando di non svelare la 'doppia identità' del giovane. Ricordò quando pian piano si convinse che la sua forma maledetta era un bel problema, molto più grave di quello che lui lamentava fin dall'inizio.

Sembrava quasi che per lui fosse soltanto un peso fastidioso. Ma lei lo aveva accettato lo stesso, perchè sapeva che dietro al carattere scontroso e ribelle si celava una tenerezza ed ingenuità adorabili. La sua parte femminile non interferiva affatto con ciò che lei provava.

Akane era restia a rendere evidente i suoi sentimenti per Ranma ma Yang non le diede nessun tipo di deroga. Continuò a scavarle l'anima senza un briciolo di pietà o compassione ma stando attento al delicato equilibrio che aveva in pugno, come se per farlo utilizzasse i suoi artigli acuminati per poi sfiorarla con i suoi polpastrelli, svelando ricordi lontani e vicini, emozioni e sentimenti. Akane lo potè definire con solo due parole, per di più contrastanti fra loro: brutale e adorabile. Il suo volto era disteso mentre tutto questo accadeva, e gli altri non poterono far altro che rimanere al loro posto. Il ragazzo con il codino fremeva per poter intervenire e portare la giovane fuori dalla caverna, ma non voleva comunque reagire, pensando che avrebbe peggiorato le cose.

Le altre ragazze erano doloranti per i colpi subiti, e si erano affrettate per affiancarsi al giovane Saotome, creando per lui un ulteriore ostacolo.

I ricordi di Akane erano ormai giunti al termine.

Ma ciò che lei vide era a dir poco incredibile...

Un cucciolo di drago, che era Yang, in procinto di crescere.

I suoi inutili tentativi di prendere il volo, essendo le sue ali troppo piccole per reggere il peso del suo corpo. La prima volta che sputò fiamme, un traguardo essenziale per essere un vero drago, finalmente degno di competere con i suoi simili.

Una battaglia, cruenta ai limiti dell'immaginabile, ingaggiata da quegli esseri così simili ad Akane.

I suoi amici. I suoi familiari. Il suo maestro.

Tutti morti.

La pazzia stava per sovrastarlo, finchè non vide una donna umana.

I suoi capelli biondi le ricadevano sulle sinuose spalle e sulla schiena, mentre i suoi occhi smeraldo erano magnetici, incantevoli. Molto più belli di quelli di un drago, si ritrovò a pensare. Non seppe mai il suo nome, ma era sicuro che la sua bellezza era destinata a scomparire, lasciando il posto ad una figura sottile, scarna, senza alcun segno a testimonianza della sua indicibile bellezza. Senza parlare della sua voce, limpida e fanciullesca, che cantava una melodia magnifica, la stessa che venne costretta ad intonare lei.

Quel canto era sicuramente dedicato a qualcuno in particolare, ma a Yang piaceva molto credere che fosse destinato a lui.

Finchè un giorno, ella lasciò il mondo terreno per unirsi ancora una volta ai suoi antenati, proprio come avevano fatto gli altri draghi, suoi compagni.

Per quanto cercasse di attutire i padiglioni auricolari per non sentire i pensieri di Yang, quelli si insinuavano nella sua testa come spade. Lottando per non permettere alle lacrime di prendere il sopravvento su di lei, tentò con tutte le forze di estinguere quella presenza potente che le aleggiava nella mente.

-No! Non voglio credere che ti siano successe queste cose orribili...- strillò la ragazza con il caschetto iniziando a singhiozzare, accompagnata dalle facce stralunate di tutti. Le sue urla si facevano sempre più intense e Ranma non poteva più stare lì con le mani in mano, senza far niente.

Corse verso di lei, afferrandola per le spalle e scrollandola violentemente, interrompendo il contatto con Yang.

-AKANE!-.

La giovane Tendo si svegliò da quello stato di trance parziale e si guardò intorno come se vedesse la caverna per la prima volta, tastandosi il viso con cura, forse pensando di non essere più reale.

Era così proiettata verso le visioni reciproche che dovette provare a se stessa la sua esistenza.

-Svegliati!- le gridava intanto il ragazzo davanti a lei continuamente, mentre Ukyo, Akari, Ryoga, Shan Pu, Kuno e Mousse lo seguirono a ruota. -Che diavolo è successo?-.

-Lui...- rispose Akane -Non...-. Boccheggiava nel tentativo di emettere ciò che gli altri dovevano sapere, e la consapevolezza di questo la spronò a proseguire.

-NON PUò RIMANERE QUI DA SOLO!-.

-Ma... Dobbiamo andarcene via!- la seguì il giovane con la bandana.

-NO! DEVO... RIMANERE QUI!-.

Akari non sapeva cosa ribattere, al contrario Shan Pu e Ukyo la presero per le braccia aiutate da Ranma e cercarono di tirarla verso l'uscita. Il tutto sotto i versi spaccatimpani del drago rosso, che aveva capito cosa volessero fare e, dopo qualche secondo, si parò davanti a Ling, Xiao Mei e Obaba per negare loro la fuga.

-Perchè?-.

-Perchè mi ha promesso di liberare quel bambino in cambio della mia anima! Non posso rifiutarmi.-.

Il demone donna dagli occhi magenta dilatò le pupille, sapendo fin troppo bene chi era quel bambino.

Suo fratello.

Però era combattuta. Non era giusto che Akane sacrificasse la sua essenza in cambio del ragazzino. Ma...

E agli uomini del gruppo non poteva mancare di certo un pensiero. Estremo, sì, ma necessario.

Ucciderlo. Uccidere Yang.

Erano consapevoli della pura pazzia che avevano escogitato, ma che scelta avevano?

Si lanciarono sulla creatura, agguantando tutto ciò che era appuntito per ferirlo. Ranma era in testa al gruppo che, ignorando completamente le grida di Akane di lasciarlo in pace, si fiondò verso il petto di Yang, il quale ruggì con veemenza e lo scagliò lontano da sé con una sola zampata.

La giovane Tendo riuscì a liberarsi dalla salda stretta delle sue rivali e si lanciò verso Yang per schermarlo con il suo corpo, zittendo il drago e fermando Ranma.

-Togliti da lì!-.

-MAI! TI PROIBISCO DI UCCIDERLO!-. Quella rabbia che le iniettava lo sguardo era così insolito. Sembrava quasi fosse in simbiosi con Yang.

-MORIRAI!- sbraitò il ragazzo con il codino. La prese convulsamente per i fianchi e quasi la lanciò verso Ryoga, riprendendo in mano le armi di fortuna e scagliandosi sulla creatura.

Ma nel momento in cui dopo aver preso slancio e stava per atterrare sulle sue squame scarlatte, Yang spalancò le fauci e, in un ultimo moto di furia, le sbattè sul giovane. Stava per inghiottirlo, ma l'altro si aprì un varco ed uscì fra i suoi denti.

Kuno e Sasuke presero la rincorsa, così come Mousse e il resto. Fecero appena in tempo a scostarsi che il drago sputò fiamme a destra e a manca, creando delle voragini all'interno della caverna. Non contento, con colpi di coda e sbattendo le ali, fece ruzzolare tutti verso l'uscio. Con un artiglio, staccò la gabbia del fratello del demone donna e la fece rotolare nella loro direzione.

Partendo all'attacco, Ranma ci provò un'ennesima volta.

Ma accadde l'inaspettato.

Yang, appena gli fu possibile, diede un graffio all'aria e, a causa del suo spostamento, prese in pieno il ragazzo, dilaniandogli il torace, uccidendolo.

Akane rimase esterrefatta e pian piano si rese conto di quello che era successo.

Yang aveva appena colpito mortalmente Ranma.

E il suo corpo era proprio lì davanti a lei.

-NO! NO!!- bisbigliò, e il tono di voce si alzava man mano che si avvicinava a lui, inginocchiandosi e prendendolo fra le braccia.

Cercando di rianimarlo, inutilmente.

-Ranma! RANMAAA!!-.

Ranma aveva gli occhi chiusi, e una smorfia di dolore dipinta sul volto.

Non respirava, il suo cuore non batteva.

Akane lo stringeva al suo petto, mentre le ragazze e successivamente i ragazzi avanzavano verso i due.

Perchè? Perchè proprio lui?

Perchè era così sfortunata? Era pronta ad essere rinchiusa dentro una grotta tutta la vita, non di veder qualcuno morire.

-Stupido! STUPIDO! Ti avevo detto di andartene! Te lo avevo detto!- piangeva, accarezzandogli i capelli e legarlo ancora di più a sé come se credesse in un miracolo.

Le sue lacrime si confondevano con il sangue copioso ed i loro vestiti si inzuppavano di sangue sempre di più e, a quella scena Yang non si capacitava della sua azione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bene, siamo arrivati!! :D

Beh, arrivati... ce ne saranno altri di capitoli. Secondo i miei calcoli dovrebbero esserne almeno altri 3 o 4. So che vi ho stufato e lasciato interdetti con quello che ho fatto succedere, ma a voi la sentenza! XD

Scusate per le ripetizioni (decisamente troppe) ma non sapevo davvero come renderlo diversamente. :(

   
 
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