Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Nemamiah    02/03/2013    3 recensioni
Due ragazze il cui destino è scosso da una pesante perdita. L'ingresso in un mondo diverso, la scoperta dell'amore....queste due ragazze dovranno affrontare una vita nuova e particolare, all'ombra dell'assassino di coloro che erano per loro le persone più care al mondo.
Coppie: LxNuovo Personaggio - BBxNuovo Personaggio - MattxMello
Genere: Avventura, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Matt/Mello
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 25 L mi spinse lentamente sul letto, facendomi sedere.
Si accomodò accanto a me e iniziò ad accarezzarmi la testa, molto delicatamente. Mi accoccolai su di lui.

-...A te non piacciono i contatti fisici no? O mi sbaglio?-

-Si...ma mi sembra che tu abbia bisogno di un po' di conforto. Sembri così persa senza di lei...Perché siete così legate? Non riesco a capirlo...-

-È una storia un po' lunga e strana oserei dire..ma se la vuoi sentire te la racconto volentieri...-

-Si, sono curioso.-

-Allora...Io e Virgi ci siamo conosciute quando eravamo davvero molto piccole, potevamo avere uno, al massimo due anni. Ho pochi ricordi di quei tempi e diverse cose mi sono state raccontate dai miei genitori. So però che era già allora diversa dagli altri bambini. Era allegra, spensierata e sempre, sempre sorridente. Che le dicessero no, che le facessero qualche scherzetto tipo rubarle la bambola, lei sorrideva a tutti quanti, anche se cadeva e si faceva male. Le nostre mamme dicevano che sembravamo gemelle, non ci separavamo mai, nemmeno per il riposino.

Ricordo che anche alle elementari era così. Cercava di far fare pace a chi litigava, faceva favori a tutti e chiunque l'adorava...in realtà provavo un po' di invidia nei suoi confronti, anche se penso che non me ne rendessi pienamente conto.
Una volta entrate nelle scuole medie è iniziata a cambiare.

Fin da bambina le è sempre piaciuto guardare le altre persone, capire di cosa avevano bisogno. Cercava di percepire un po' anche le loro emozioni. Non ho mai capito se per lei fosse un divertimento, un hobby o qualcos'altro.
So solo che l'ultimo anno delle medie è diventata più taciturna. Stava volentieri da sola, sorrideva anche di meno.
Non badai molto a cosa le stava succedendo...pensavo in realtà che fosse una cosa normale, che stesse crescendo.

I problemi incominciarono al secondo anno di liceo. Era la più brava della classe, benvoluta dai professori e non proprio amata dalle nostre compagne. Molte la prendevano in giro, la snobbavano, le facevano scherzi pesanti, come bagnarle i vestiti durante l'ora di ginnastica. Poi lei se ne doveva tornare a casa in pantaloncini corti e giacca.
La cosa strana è che non diceva mai nulla.
Lei sapeva pure chi era il gruppetto colpevole. Eppure ogni volta guardava quelle ragazze negli occhi, poi chiudeva i suoi e se ne andava, senza dire una parola...

Incominciò piano piano ad isolarsi ed io più la vedevo incupirsi, più mi allontanavo. Non capivo più chi fosse, ne cosa le stesse succedendo. Però mi faceva paura. Inoltre non volevo diventare un bersaglio di scherzi e altro, perciò reputai che andarmene fosse la soluzione migliore. Adesso che ci ripenso credo di essere solo stata egoista e stupida, di non aver mai davvero capito di cosa avesse bisogno. Bhe, non che adesso io sia molto migliorata.

Quando entravo in classe era seduta in un angolo in fondo, nell'intervallo se ne stava seduta al suo banco a leggere o fare i compiti. Difficilmente parlava con qualcuno, o se lo faceva era perché aveva bisogno di qualcosa o perché le interessava davvero. Sai, lei non si avvicina alle persone che non le interessano, semplicemente le ignora. Non cerca di stabilire il minimo contatto.

Ovviamente alle ragazze della classe piaceva sempre meno. Se commentava qualcosa era sincera, senza mezzi termini.
Non le parlai più, per un anno intero. Anche se mi sedevo vicino a lei tutte le mattine non la guardavo mai negli occhi. Fissavo diritto davanti a me.
Pensavo che quella fosse una nuova Virgi, che avesse subito un cambiamento irreversibile...anche se non avevo capito da cosa fosse stato causato.

A metà della terza, ricominciai ogni tanto a guardarla, se gli occhi sono lo specchio dell'anima, pensavo, allora dovranno pur dirmi qualcosa. E proprio durante una di quelle occhiate la vidi sorridere.
Hai presente quel sorriso felice e dolce? Simile a quello che rivolge a Near. Ecco, vederlo mi sconvolse quasi. Pensavo che non fosse più in grado di essere allegra e me la ritrovavo a sorridere in quel modo? Era davvero troppo strano.
Così decisi, di punto in bianco e senza un motivo di seguirla. Mi informai un po' in giro, e scoprii che si vedeva con un ragazzo.

Si chiamava Alan. Lui era il classico figo a cui tutte le ragazze vanno dietro come delle oche, sperando di farsi notare. Aveva vinto le gare di matematica della regione e faceva volontariato. Insomma, era un ragazzo perfetto.
Iniziai a spiarli. Non riuscivo a credere che lei, così cupa, solitaria e silenziosa, avesse iniziato ad uscire con uno come lui.

Vederli insieme era sconvolgente, come pure sentirli parlare. Lei aveva il viso sereno, la voce squillante e vivace, gli occhi ridenti. Ascoltai spesso i loro discorsi. Si raccontavano cosa volessero fare in futuro, cosa pensassero dei professori e dei compagni di classe. Scoprii che lui era un autolesionista e che confidava a lei ogni sua preoccupazione, ogni sua tristezza.

Una mattina le mie compagne le fecero l'ennesimo scherzo. Quel giorno nevicava, fitto fitto, e faceva freddissimo. Le inzupparono per l'ennesima volta i vestiti e le scarpe. Non poteva nemmeno pensare di metterli ad asciugare su un termosifone poiché era già l'ultima ora. Sfortunatamente per loro, Virgi le beccò prima che le bagnassero anche la giacca. Io ero con lei, dato che dovevo prendere della roba nello zaino.

Per un attimo mi sembrò che stesse reagendo come tutte le altre volte, se non che, dopo aver recuperato la sua roba, la lasciò di nuovo cadere sul pavimento. Poi si mise ad urlare. Insultò quelle ragazze nei peggiori modi possibili, rimarcando tante volte quanto aveva dovuto sopportare da loro, poi scappò via in lacrime. Dopo che se ne fu andata sgridai anche io le mie compagne. Quella volta avevano esagerato.

Corsi dietro a Virgi, fino a raggiungere la stanzetta dei bidelli della nostra scuola. Era il luogo dove di solito lei e Alan si incontravano. Lei lo abbracciò  scoppiò in un pianto assurdo. Mai l'avevo vista inveire in quel modo, mai. Anche lui era sconvolto. Iniziò ad accarezzarle dolcemente la schiena, cullandola, cercando di calmarla con le sue parole. Io rimasi nascosta dietro lo stipite della porta, senza quasi respirare per paura di fare rumore.

Ciò che sentii quel mattino mi fece capire quanto poco la conoscessi. Quanto poco fossi in grado di capirla.
Si confidò con Alan, raccontandogli quanto sola si sentisse, quanto fiele in corpo avesse accumulato per poter nascondere tutta la tristezza, l'amarezza che le provocavamo. Ma soprattutto si lamentava del fatto che io non avessi percepito assolutamente nulla, che non avessi mai sentito ciò che lei non era in grado di esprimere a parole.

Allora mi diedi dell'egoista, e anche della stupida. Mi ricordo che quando avevo parlato per la prima volta a mia mamma di quella situazione lei mi disse che l'apparenza non conta quando si tratta di sentimenti, che esistono molte persone che sanno nascondere le proprie emozioni. Capii in un solo secondo che la sua durezza era tutta una maschera, un modo per proteggersi. E la paragonai ad un diamante. Se trattato con cura, questo può risplendere come non mai, ma se lo tagli nel punto sbagliato si rompe in mille pezzi, perdendo la sua originaria purezza.

Negli ultimi mesi di scuola cercai di riappacificarmi con lei. Le confidai che avevo sentito tutto quello che aveva detto, mi scusai in ogni modo possibile. E ogni volta lei mi sorrideva, ma mi sembrava quasi pietà la sua, come se non si fidasse completamente di me.
Il giorno del mio compleanno mi scrisse una lettera. Non so quanto piansi leggendola. Probabilmente penserai che fosse un qualcosa di lungo e strappalacrime...no, sopra quel foglio c'erano scritte questa parole:

"Mi spiace molto di averti fatto soffrire. Avrei dovuto provare ad dirti quello che provavo...ma era difficile.
Però grazie. Grazie per esserti riavvicinata me.
Grazie di tutto cuore amica mia."

Non era tanto, ma dicevano tutto quello mi serviva.: io ero ancora la sua amica del cuore...e questo mi rese così felice...
Passammo tutta l'estate insieme, cercando di riallacciare quel rapporto che avevamo un po' perso. Almeno, io credevo di averlo perso. Invece lei era sincera con me, mi raccontava di Alan, di se stessa. Sorrideva e pareva allegra. Mi ritrovai spesso a sperare di rimanere per sempre con lei in quel modo. Così...unite.

Tutto questo mi ha insegnato una cosa singola, ma molto importante su di lei: percepisce le cose in modo diverso da me. Può sembrare indifferente, ma non lo è mai. Si nasconde per paura, ma cerca di ruggire come una leonessa, perché solo i forti sopravvivono. E ha bisogno di qualcuno che le sappia stare accanto, che sappia vedere dietro quella facciata di pietra.
Se dovessimo dirla tutta, fino in fondo, tra le due, la più fragile è sicuramente lei. Eppure cerca sempre di proteggermi da tutto quello che può farmi star male, come se fossi un tesoro prezioso per lei.

Però è anche per questo che diventarle amica, se lo vuoi, è facile. Il suo carattere, la sua enorme forza di volontà, la sua schiettezza e la sua assenza di pregiudizi ti entrano dentro...in un certo senso sono anche in grado di condizionare le tue scelte. Per questo cerco sempre di starle accanto, a lei non serve la presenza fisica, le basta anche quella dei sentimenti, ma deve esserci. Io l'ho lasciata sola nel momento in cui aveva bisogno di me. Ecco il motivo per cui mi sento colpevole per il suo rapimento.-

-In un certo senso ora comprendo per quale motivo sia così protettiva nei tuoi confronti...-

-L. Sono più che certa che tu indaghi sul nostro caso da prima del nostro coinvolgimento. Ora però, voglio che mi rendi davvero partecipe: dobbiamo scoprire l'assassino e ritrovare Virgi. Domani andrò nella camera dell'hotel e la metterò sottosopra! Tornerò sicuramente con qualcosa si utile! Tu del resto sospetti di quel clan mafioso no?-

-Si...e sono certo che anche B non ci metterà molto ad arrivarci, è estremamente intelligente, anche se delle volte si fa prendere dalle emozioni molto più di quanto non dovrebbe fare. In ogni caso non andrai domani all'hotel. Devi avere nervi saldi e mente lucida, e adesso tu non sei in queste due condizioni. Ne riparleremo tra una settimana.-

-Bene, allora buonanotte L! E vedi di dormire un po', le tue occhiaie peggiorano a vista d'occhio!-

Lo abbracciai forte e lui mi diede un bacio che mi mandò su di giri come i precedenti. Gli risposi, poi mi alzai e andai nella mia stanza, tutta rossa in faccia.
Juliet aveva davvero ragione, L mi piaceva tantissimo...




Angoletto della baka-autrice C:

T^T
Che storia strappalacrime quella di Juliet....e chi se lo aspettava che avesse passato tante brutte cose?...O forse qualcuno lo aveva immaginato? Ditemi un po' che idea vi siete fatti sui caratteri ed, in generale, sui Juliet e Ivy! :)
Sono decisamente curiosa di sentirla!

Coomunque grazie a tutti coloro che hanno recensito questo capitolo, che lo hanno letto e/o apprezzato :)
Spero di averlo scritto bene, perché credo che sarà molto importante per capire meglio Juliet nel corso della sua...vita da prigioniera (:P) con un certo killer...

Tanti grazie e bacioni a tutti!
izumi_BB
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Nemamiah