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Autore: wakewithcoffee    03/03/2013    10 recensioni
Undici ragazzi con sogni nel cassetto, speranze, aspirazioni, gioie, dolori, indecisioni, paure, problemi, emozioni e sentimenti. Undici vite che scorrono veloci fra banchi di scuola, discussioni in famiglia e uscite con gli amici. Non sanno ancora cosa ha in serbo il mondo per loro, ma a poco a poco, incuriositi, ma anche spaventati, si stanno affacciando nella società, ricca di opportunità ma anche così spietata.
Undici strade diverse che si ricongiungono, ogni sabato, in Piazza di Spagna.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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 Paola girò la chiave nella serratura della cassetta della posta ad occhi chiusi. Aprì lo sportellino e gli occhi contemporaneamente e sbuffò delusa: ancora nulla. Aveva ordinato quel cofanetto speciale di Tiziano Ferro per internet ormai da due settimane, ma ancora non era arrivato nulla. In breve tempo, allo sconforto si affiancò una strana sensazione alla bocca dello stomaco: anche quella sera avrebbe dovuto fare i conti con le lamentele di suo padre che, scettico verso lo shopping in rete, era convinto di aver perso cinquanta euro a vanvera per ‘quello lì’. ‘Quello lì’, come si ostinava a chiamarlo suo padre, era il suo idolo. Per lei non era uno sconosciuto, anzi, era un suo amico e insieme a lui aveva vissuto tutti i periodi, sia felici che dolorosi, della sua vita. ‘Quello lì’ aveva cantato e urlato migliaia di ore dallo stereo e le stava componendo, a poco a poco, la colonna sonora della sua vita. C’era sempre stato da quando, ancora all’asilo, lo aveva sentito cantare il suo nome in “Rosso relativo”: era come se le avesse dedicato una canzone dopotutto, no? Anni più tardi, a seguito delle tante prese in giro di suo fratello, capì che quella canzone non era stata scritta per lei, ma ormai non le importava più: Tiziano Ferro le era rimasto accanto anche quando nessuno era suo amico e lei gli aveva giurato fedeltà, qualsiasi cosa fosse accaduta.
Richiuse la cassetta della posta e con un’espressione scocciata si avviò alla fermata dell’autobus, dove l’aspettava Margherita che aveva una faccia più abbattuta della sua e, se da una parte questo fatto le tirava su il morale – come si dice, male comune mezzo gaudio – dall’altra la turbò parecchio.
“Wow, un corpo formoso come il tuo e poi neanche una curva in faccia? Un bel sorriso per la stampa?”
No, forse quello non doveva dirlo. Si stava chiedendo proprio se avrebbe fatto meglio a non aprire bocca, quando il viso di Margherita si girò cupo verso di lei con uno sguardo tempestoso. Come le cime del libro di  Emily Brontë o come si chiamava. L’edizione che aveva in casa era composta da 422 pagine: il libro era troppo lungo e lei troppo pigra per leggerlo, ma la copertina l’aveva guardata bene e le sembrava che l’autrice si chiamasse proprio così.
Mentre Paola si perdeva nei suoi pensieri e ripensava alla sua filosofia di vita secondo la quale, se si avevano dei buoni cd da ascoltare, i libri potevano essere usati per alimentare il caminetto e farsi calore, Margherita si gonfiò: “Non è aria, Pao. Oggi no. No, no, no!”
A guardar bene per Margherita non era mai aria: un giorno litigava con Luca, il suo bel tenebroso che la veniva a prendere a scuola e che ancora non aveva avuto modo, o forse non aveva voluto trovare il modo, di presentare alle sue amiche, un giorno un tre in fisica, un altro discuteva con la madre o sua sorella le prendeva i vestiti di nascosto macchiandoglieli a scuola, un altro aveva fatto troppi sforzi in palestra. Margherita era l’unica ragazza che, oltre a soffrire della crisi premestruale, si innervosiva anche durante e dopo il ciclo mestruale. Come se lo facesse apposta.
“Non fare la nervosetta, che il cofanetto di Tiziano Ferro non è ancora arrivato, ho appena controllato nella cassetta delle lettere: ci parli tu stasera con mio padre?”
“Faresti meglio a non lamentarti, tu, perché la mia cassetta delle lettere non era vuota come la tua, ma avrei preferito che lo fosse stata! È arrivata la cartolina da scuola, dice che se continuo così avrò quattro in greco, biologia, storia e inglese…”
Margherita non fece in tempo a finire, che la voce di Paola si aggiunse alla sua: “Mi dispiace, Marghe, ma pensa al lato positivo: quella di fisica ti ha graziato!”
“ Non mi ha graziato, Pao! Nella casella di fisica non c’è scritto un quattro, ma un tre! Un tre! Hai presente le due gobbe di cammello messe per verticale? Tre!”
“Cazzo.” 





Note dell'autrice

Ciao a tutti, questa è la prima storia che pubblico su Efp, spero sia di vostro gradimento o, almeno, che non vi abbia fatto poi troppo schifo. Mi scuso se userò talvolta delle parolacce, ma come già saprete la nostra lingua è composta anche di quelle... Recensite e ditemi che ne pensate. Grazie per averla letta e... a presto, se vi andrà di tornare a leggere!
  
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