“Ricorda l’ordinazione
di gigli fattale ieri?”, Hermione Granger non riusciva a capire se Madama Rose
fosse idiota di suo o se alla chiusura del negozio si fumasse i
crisantemi.
“Mi dispiace signorina
Granger, ma quel ordinazione è stata cancellata.”, rispose cordialmente
controllando su di un foglio di pergamena.
“Impossibile!”, ribattè
lei irata.
“E invece è proprio
così! La sua ordinazione di gigli è stata sostituita da un’ordinazione di
lilium.”
Madama Rose vide la
ragazza accerchiata da un’aura di fuoco.
“E chi è stato? Potrei
saperlo?”
La donna sorrise bieca
mentre in cuor suo pregava Merlino affinché quella ragazza non le distruggesse
il negozio in un impeto d’ira.
“E’ stato il signor
Malfoy.”
“Malfoy
eh?”
“Già”
Afferrò la borsa e
sbattendo con immonda violenza la porta del negozio, decise di andare a
scambiare quattro chiacchiere con
quel idiota.
***
Draco Malfoy aveva
appena mandato a quel paese un’altra delle sue assistenti.
E se l’assistente era
appena uscita dall’ufficio mostrando un ringhio per via dell’insolenza del capo,
un’altra ragazza avanzava con un diavolo per capello perché Draco Malfoy non
aveva nessun potere per scegliere quegli stupidi lilium.
Era lei l’organizzatrice
e il solo fatto che Zepphyrus li aveva abbandonati al loro destino non
significava che i fiori o i dolci o la musica fossero competenza di quello
spocchioso uomo attraente.
“Malfoy sei un
idiota!”,disse quasi in un ruggito
“Buongiorno Granger”,
rispose lui affabile continuando a controllare delle
carte.
“E’ inutile, resti un
idiota!”
“Non lo metto in
dubbio.”
“Dimmi per quale arcaico
motivo hai sostituito i miei gigli ai tuoi stupidissimi
lilium!”
Draco volse lo sguardo
verso Hermione.
“Semplice, i gigli
simboleggiano la vagina”
“Questi sono dettagli,
Malfoy”
“Senti Granger, io non
intendo fare figure di merda con Cathie Bardam, il Ministro della Magia e tutti
quegli stronzi che avremo l’onore di ricevere, ok?”
Non era irato, solo che
metteva lo stesso paura.
O almeno metteva paura
alle sue assistenti, non a Hermione.
“E’ la vagina il tuo
problema?”
“Non esattamente”,
rispose accigliato.
“Cioè… non intendevo in
quel senso… voglio dire…”
“Tranquilla, ho
capito!”
Hermione era rossa
dall’imbarazzo.
“…e comunque non ha
senso ciò che hai fatto. Andrò a riordinare i gigli.”, disse risoluta non
sapendo che quelle sue guance rosse e quei capelli un po’ pazzi, non facevano
altro che aumentare il battito cardiaco del ragazzo.
“No carina, te lo
scordi!”
“No, mio
caro”
I due, ormai vicini,
continuavano a guardarsi in cagnesco.
Probabilmente se ci
fosse stato Zepphyrus si sarebbero scelti i crisantemi senza tanti
complimenti.
“Non sarai tu a farmi
cedere!”, ringhiò lei.
E insieme si
smaterializzarono da Madame Rose che non appena vide Hermione ebbe come
l’illuminazione di chiudere il negozio e scappare il più lontano possibile,
però
si limitò solo a
sorridere, mentre dalla tasca dell’abito stringeva forte la
bacchetta.
“Posso esservi utile?”,
chiese.
“Sì, se questa donna le
dirà di cancellare l’ordinazione di lilium la ignori”
“Come
desidera”
Hermione si voltò
incredula verso Draco puntandogli l’indice sul petto.
“Come ti permetti,
Malfoy?”
“Il potere indiscutibile
del capo”
“Sono io
l’organizzatrice d’eventi, e se voglio i gigli… gigli
saranno!”
“Non credo
proprio”
“Oh
sì!”
Madame Rose stava
iniziando a perdere la pazienza.
Non ne poteva più di
quei due.
“Scusate se mi
intrometto, ma le vostre urla stanno facendo piangere le mandragole. Potete
mettervi d’accordo? Qual è l’ultima scelta?”
I due si guardarono e
all’unisono dissero: “Gardenie”, solo che non capirono di averlo detto insieme
ed entrambi assaporavano già la vittoria.
“Gardenie”, ripeté
mentre l’appuntava sulla pergamena stropicciata, “Vi siete subito messi
d’accordo!”
“Cosa?”, ripeté scettica
Hermione, “Le gardenie sono una mia scelta!”
“Mi dispiace Granger, ma
sono anche una mia scelta”
“Idiota”
“Sei ripetitiva
Granger”, rispose prima di seguirla fuori il negozio, lasciando una Madame Rose
piuttosto sbigottita dalle reazioni di quei due.
***
Di certo quella mattina
di sole, quando Draco aveva aperto gli occhi ghignando al nuovo giorno, non
immaginava di dover affrontare una discussione sui fiori.
Lui aveva sempre
detestato i gigli e non vedeva perché doveva dare messaggi strani alla
presentazione di un nuovo romanzo di una tizia che non aveva mai
visto.
Scegliendo i lilium non
si aspettava di certo che avrebbe trascorso il resto della giornata in compagnia
di una folle emicrania.
“Granger, ormai abbiamo
scelto le gardenie… non credo sia il caso di parlarne ancora!”, disse
stancamente.
“Malfoy, se tu mi
ascoltassi sapresti benissimo che ormai, per me, le gardenie sono un capitolo
chiuso”
“Hai altri
problemi?”
“Il principale sei tu e
dunque non voglio che t’intrometta in campi che non ti competono, intesi?”,
disse fremente, mentre in realtà un organo le suggeriva che dopotutto quel
batticuore non era poi tanto nocivo per la sua salute.
Draco con un colpo di
bacchetta fece apparire le sigarette che aveva dimenticato sulla scrivania e se
ne accese una.
“Se i gigli mi fanno
schifo, ho il sacrosanto diritto di scegliere ciò che più mi
piace!”
“Avresti dovuto
parlarmene!”, ruggì lei.
“E come? Come avrei
potuto visto che non vuoi neanche sentire il mio nome?”, aveva alzato il tono di
voce, e forse era stata la prima volta che lo aveva fatto nella sua
vita.
Hermione sgranò gli
occhi.
“Hai detto che stare con
me ti ripugna, e adesso, se vuoi scusarmi ho alcune faccende da
sbrigare.”
Hai detto che stare con
me ti ripugna.
Parole vere e false al
contempo.
Lo aveva detto, ma non
lo pensava.
Rimase lì a guardare
Draco che si allontanava lungo la via, rimase lì a guardare quel fiume di gente
preso dalla quotidianità e dai suoi problemi.
Rimase lì a guardare ciò
che desiderava.
Rimase
lì.
***
Draco Malfoy avrebbe
dovuto andare dritto di filato nel suo ufficio e ultimare il suo lavoro, ma la
questione fiori aveva prosciugato tutta la sua voglia di tornare a sedersi su
quella sedia attorniato da quelle papere delle sue
assistenti.
La sua integrità era
stata risucchiata da Hermione, e non aveva le forze e la voglia di pensare ad
altro.
Merlino, se
l’amava.
Ma perché doveva essere
tutto così complicato?
E improvvisamente si
ritrovò a pensare alla storia di sesso e d’amore tra Maria Antonietta e Axel von
Fersen.
Era tutto così stramaledettamente vero
che faceva fatica a crederci.
Aveva detto che era una
stronzata pensare che qualcuno potesse innamorarsi e non riuscire più a godere
delle gioie del sesso con altre donne che non fossero lei.
Dovevano essere
stronzate.
Dovevano esserlo per
riuscire a convincerlo di qualcosa in cui non credeva così da poter alleviare il
suo dolore.
E non riusciva a capire
perché amare dovesse fargli così male…
***
Saber non era in casa
quando Hermione si buttò stancamente sul divano.
Era sola quando un
barbagianni planò dentro casa.
La ragazza gli si
avvicinò e prese il rotolo di pergamena che teneva tra le
zampe.
***
Domani assaggeremo i
dolci. Ti aspetto alle 11,00 nel mio ufficio. Draco
Malfoy.
***
Non era un invito. Era
un ordine.
Eccomi con un nuovo
capitolo.
Ma questa storia
continua a piacervi? XDXD
Non vorrei che si
stesse facendo noiosa e che il seguito che ho scelto non vi
piace!Sigh!
Ma lasciando perdere i
miei piagnistei, vi ringrazio di cuore per le magnifiche recensioni che
continuate a lasciarmi! Ma non è che lo fate perché vi sentite in dovere,
vero?
Credo che queste
meravigliose domande me le pongo perché l’estate è finita e il grigiore
dell’inverno sta per abbattersi su tutti noi!
Ehm, ok, è meglio che
vada!
Grazie davvero a
tutti.
Kisses