Capitolo 7
Così da una parte c'era la calma glaciale
di Helena, dall'altra la calma sorridente di Eny. Erano proprio messi bene lui
e Chris.
-Credo sia meglio che tu vada a prendere
le tue cose- disse il vampiro moro.
-Ah, quindi il soggiorno-vacanza nella Casa
del Vampiro si prolunga...- commentò Eny poi fece spallucce -ok- Chris si
voltò verso Sebastian che annuì.
-Si, l'accompagno io- disse quest'ultimo
alzandosi dal divano -sbrigati- Eny si infilò le scarpe e prese le chiavi di
casa, seguendolo giù per le scale e fuori. Lui sperò di non fare incontri
spiacevoli...d'altra parte era pieno giorno e raramente Morgan o gli altri
uscivano col sole, certo erano deboli e non potevano cacciare...ma che
importava? Si poteva prendere la birra, adescare qualche bella donna con la
quale divertirsi prima che arrivasse la notte, il giorno offriva attrazioni
diverse dalla notte ma non per questo meno piacevoli. Sebastian seguì Eny per
strada, poi in metropolitana, infine ancora per un lungo tratto a piedi.
La ragazza abitava in un appartamentino al
terzo piano di un palazzo occupato principalmente da studenti universitari come
lei, mancava l'ascensore ma ad Eny non dispiaceva quel posto, anche se non era
molto grande.
-Benvenuto in casa Wood- disse aprendo la
porta d'ingresso che dava sul salotto con angolo cottura. Sulla sinistra due
porte, sulle quali Sebastian trovò scritto in caratteri gotici rosso sangue
rispettivamente: Bagno e Stanza di Eny -senti, ti spiace se mi faccio una
doccia? Vivere due giorni in quella topaia senza cambiarmi non è stato il
massimo- disse lei, mentre faceva avanti indietro dalla camera da letto al
salotto con borse e valigie.
-Fa come ti pare- disse Sebastian -hai
della birra?-
-Guarda in frigo se non è andata a male-
disse Eny, prendendo degli abiti puliti e sparendo poi in bagno. Il vampiro
andò a prendere la birra, fregandosene della data di scadenza...in fondo, mica
poteva ucciderlo, no? Aprì la lattina e ne bevve un sorso, era buona...quindi
bevibile. Si guardò attorno, c'era una nota stonata in quella casa. Era
arredata in modo essenziale e semplice, tutti i mobili erano chiari, di legno e
anche le pareti erano bianche, ma c'era qualcosa che non andava.
Tanto per cominciare le scritte in gotico
sulle porte, poi un pupazzo nero a forma di Morte con tanto di Falce in mano e
volto sinistramente sorridente...ma non erano quelle cose...Sebastian si
concentrò sulle fotografie appese un po’ dovunque. Le esaminò una per una, con
calma, erano una più strana dell'altra. Riconobbe Eny nella bambina vestita con
un abitino nero e i capelli pettinati in due codini ai lati della testa,
stringeva un coniglietto bianco tra le braccia e fissava tranquilla
l'obbiettivo mentre dietro di lei si stagliava un sentierino immerso nella
nebbia, al tramonto. In un'altra c'era sempre Eny seduta su un muretto rotto,
avrà avuto undici anni ed era sempre vestita di nero...alle sue spalle un bel
cimitero pieno di statue enormi. Tutte le foto erano così, in alcune c'era Eny,
altre erano paesaggi, cimiteri, lande desolate...non c'era una sola fotografia
normale su quei muri.
Ma fu quando trovò la foto di una giovane
donna che non era Eny, che Sebastian ebbe un sussulto e rischiò di rovesciare
la birra a terra. Era una fotografia in bianco e nero piuttosto datata e
ingiallita dal tempo, raffigurava una donna sulla trentina molto affascinante,
dal sorriso caldo e seducente. I capelli mossi le incorniciavano il volto
pallido e scendevano lungo le spalle, sulla scollatura dell'abito dal corpetto
stretto. Sebastian aveva già visto quella donna prima, solo che non era una
donna.
-Lei è mia nonna, cioè...era- disse Eny
alle sue spalle, il vampiro si voltò. La ragazza aveva un accappatoio nero di
quelli corti e i capelli ancora umidi.
-Come si chiamava?-
-Wine- lui alzò un sopracciglio -cioè,
Winifred...ma tutti la chiamavamo Wine-
Wine Wood...conosco questo nome...pensò
il vampiro annuendo piano ma non può essere lei...è impossibile, i vampiri
possono avere figli solo in determinate circostanze, con l'umano adatto, il
periodo adatto...bisogna essere predisposti per poter generare una
prole...possibile che lei sia...?
-Adoravo mia nonna- disse Eny abbassando
lo sguardo -è la persona che amo di più al mondo, anche se non c'è più. Lei mi
ha insegnato a vivere la mia vita, a prendermi cura di me stessa, mi ha
consolata quando avevo bisogno e strigliata se facevo qualcosa di stupido. Mio
padre la odiava, sosteneva fosse una strega...perchè mi insegnava cose che sui
libri e per strada non vedi, mi raccontava storie di esseri oscuri,
insegnandomi a non aver troppa paura di nulla-
-E' lei che ti scattava quelle foto?-
domandò Sebastian, Eny annuì sorridendo.
-I cimiteri sono affascinanti, dietro ad
ogni nome c'è una storia. Sono romanticamente inquietanti- si voltò e andò in
bagno per terminare di vestirsi e asciugarsi i capelli. Sebastian tolse la foto
di Winifred Wood dal muro e la tirò fuori dalla cornice, doveva mostrarla a
Christopher, la mise in tasca e l'occhio cadde nuovamente sulla foto di Eny con
il coniglietto, sul viale immerso nella nebbia...la trovò teneramente
inquietante, con quello sguardo calmo nonostante il paesaggio lugubre.
Prese anche quella e la ficcò in tasca assieme all'altra, poi infilò le cornici
in un cassetto e andò a sedersi sul divano.
Eny tornò e cominciò a riempire
velocemente le valigie di vestiti e oggetti personali.
-Non ti importa della tua vita?- le chiese
d'un tratto, lei sollevò la testa dallo zaino.
-In che senso?-
-Parlo della vita che conduci...non ti
importa di dover lasciare tutto?- lei alzò le spalle, poi sedette.
-Ho un lavoro che detesto e frequento una
facoltà che non desideravo frequentare...no, non mi importa di lasciarli
entrambi. I miei genitori mi hanno spinta a Scienze della Comunicazione
premendo perchè scegliessi la loro stessa via e facessi la giornalista, ma non
mi è mai fregato niente. La realtà è che ce l'hanno con me perchè amavo nonna
Wine che loro ritenevano una pazza squilibrata, pensando che potessi diventare
come lei, mi hanno sempre forzata, intromettendosi nella mia vita privata...in
pratica io NON avevo una vita privata. Controllavano ogni cosa, gli amici, la
scuola...tutto. Ho accettato di frequentare questa facoltà ma sono andata via
di casa e non me l'hanno mai perdonato. Non ho molti amici e il mio ragazzo mi
ha mollata un anno fa per una tizia appena conosciuta, di quelle tutte zucchero
e lacrima facile-
-Non hai l'aria di quella depressa-
-Non lo sono- replicò Eny -nonna Wine mi
ha insegnato a non abbattermi mai e poi non ho davvero il carattere per
deprimermi, malgrado tutto amo la vita e adoro essere felice, ridere e avere un
buon motivo per pensare sempre in positivo...sono fatta così. E poi deprimersi
è faticoso!-
-Io non ti capisco- ammise Sebastian, non
ci riusciva davvero. Eny andò avanti a preparare le valigie, in tutto avrebbe
portato via una valigia grande, uno zaino e un paio di borse più piccole con
dentro un po’ di tutto -hai finito? Messaggi da lasciare?-
-Nessuno, questa casa è mia, mi licenzierò
dal lavoro e ritirerò dagli studi. Mi bastano due telefonate-
-Meglio- disse lui, Eny chiuse tutte le
imposte e serrò le finestre, poi raggiunse Sebastian -finito?-
-Si, fatto tutto- uscirono dalla casa e
lei chiuse bene la porta di casa, prima di avviarsi nuovamente verso la Torre.
Buongiorno! Fresco di giornata il 7° capitolo di questa storia. Speriamo vi sia piaciuto, come sempre attendiamo speranzose le vostre recensioni! See ya, Kuji&music.