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Autore: Lost on Mars    03/03/2013    2 recensioni
Ci sono quegli amori che nascono a prima vista, uno sguardo, una carezza fatta per sbaglio, e improvvisamente tutto acquista quel senso che sembrava perduto.
Ci sono quegli amori che nascono dopo aver passato il tempo ad odiarsi, ad insultarsi, a disprezzarsi a vicenda, perché troppo codardi e intimoriti da quella sensazione strana.
Ci sono quegli amori genuini, che nascono per caso, dalla pura attrazione di due persone che impareranno a conoscersi, a diventare amici e successivamente ad amarsi.
Poi ci sono quegli amori che nascono da affetti fraterni, da un’infanzia passata a tirarsi i capelli, conoscendosi meglio dei palmi delle proprie mani, imparando ad accettare i difetti dell’altro e a tirare fuori i miglior pregi.
Si dice che quest’ultimi, siano gli amori più impensabili, illogici che possano esistere ma sono quelli più veri, quelli in cui l’amore vero si mescola ad amicizia e a fratellanza.
Infondo innamorarsi della persona con cui si è cresciuti per dodici anni non è una tragedia, no?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Quando varcai la soglia del bagno degli uomini un paio di maghi mi guardarono male, altri invece sembravano avere uno sguardo compassionevole, li capivo, molto probabilmente stavano pensando al fatto che fossi mentalmente disturbata.
Non avrei potuto dargli molto torto, in effetti.
Ero entrata e la prima cosa che vidi fu Fred appoggiato al muro con lo sguardo perso nel vuoto, sembrava stesse pensando a qualcosa di molto importante, tutto il baccano che avevo fatto però, doveva averlo distratto dai suoi pensieri profondi e aveva fatto si che il suo sguardo si posasse su di me, curioso ma allo stesso tempo severo.
Intanto il mio cervello pensava a come iniziare quella conversazione, a patto che lui non se ne fosse andato via prima lasciandomi da sola nel bagno degli uomini come una perfetta idiota.
Per cominciare quindi, feci uno dei miei più convincenti sorrisi ma Fred non mosse nemmeno un sopracciglio, brutto segno.
«Sei davvero tanto arrabbiato?» Mormorai.
Scosse la testa e mi guardò negli occhi, nel suo sguardo non c’era niente di particolarmente strano per farmi capire come si sentisse, perciò sospirai e ricambiai lo sguardo aspettando che fosse lui a parlare.
«Non sono arrabbiato, solo confuso» Mi disse distogliendo gli occhi dai miei.
Confuso per che cosa?
«Non mi hai più scritto dopo l’inizio di Agosto, nell’ultima lettera mi dici che non sopporti Davies e adesso sembrate più uniti che mai…credo di aver bisogno di una spiegazione» Disse ancora.
Qualcuno era estremamente geloso, la gelosia lo stava divorando vivo.
Allora presi una sottospecie di rincorsa – il bagno non era grandissimo – e lo abbracciai con tutta la forza che avevo.
Quanto mi era mancato.
Mi era mancata la nostra differenza di altezza, i suoi capelli morbidi, mi era mancato stare tra le braccia del mio mondo.
Mi era mancato lui che mi stringeva protettivo, che mi accarezzava i capelli, che mi abbracciava e non chiedeva perché.
E anche in quel momento, forse non capiva perché lo stessi abbracciando ma si limitava a fare lo stesso, non mi fece nessun’altra domanda e lo ringraziai per questo.
Probabilmente mio padre e Roger si stavano chiedendo dove fossi finita, o perché fossi corsa nel bagno degli uomini come non ci fosse stato un domani, forse Roger si stava strappando i capelli dalla disperazione sul mio probabile omicidio, ma non me ne importava niente.
In quel momento, in quel bagno, in una circostanza decisamente poco romantica e igienica esistevamo solo io e Fred, e nessun altro.
«Sono più confuso di prima» Mi disse grattandosi la testa.
«Hai frainteso tutto, Fred» Dissi sorridendo «Oh mi sei mancato tanto!» E così dicendo lo abbracciai ancora.
«Ma Davies stava…» Riprese ancora Fred.
«Lascia stare Roger» Gli dissi chiudendo gli occhi.
«Avrò un motivo in più per scagliargli contro i Bolidi, quest’anno» Mi disse prendendomi il mento tra le dita, costringendo i nostri sguardi ad incontrarsi. «Posso baciarti?» Scoppiai a ridere.
«Da quando me lo chiedi?»
«Da quando siamo nel bagno del Paiolo Magico con le nostre famiglia a meno di quindici metri di distanza» Mi rispose.
Non dissi niente e lasciai che le nostre labbra si incontrarono, avevo più volte immaginato il giorno in cui ci saremmo rincontrati a Diagon Alley, ma di certo non avevo mai pensato ad una cosa del genere.
Però mi piaceva, era strano, era fuori dal comune, era tipico di noi.
Non vedevo l’ora di poter stare abbracciata a lui la sera tardi, davanti al fuoco della nostra Sala Comune, addormentarmi tra le sue braccia, con le sue labbra sulla mia tempia, mentre la stanza si svuotava poco a poco lasciandoci soli con i nostri cuori silenziosi.
Mi sarei potuta sciogliere al solo pensiero di quelle immagini.
«Sarà meglio che usciamo» Mi disse.
Aveva perfettamente ragione, si sarebbero insospettiti troppo, forse già lo erano, non è esattamente quel che si dice normale seguire un ragazzo che tutti pensano essere uno dei tuoi migliori amici nel bagno del Paiolo Magico ma ce la saremmo cavata come sempre.
Uscimmo con un sorriso innocente sulle labbra, George ci ammiccò maliziosamente mentre ci separavamo per raggiungere i nostri rispettivi tavoli.
Al mio ritorno c’era anche la nevrotica, alias Anne che guardava prima me e poi Fred con aria sospetta, avrei dovuto immaginarlo che si sarebbe fatta mille filmini mentali.
«Chi era quel ragazzo?» Mi chiese apparentemente innocente e curiosa. Apparentemente, appunto.
«Fred Weasley» Risposi con freddezza, certo, aggiungere le parole il mio ragazzo, nonché amore della mia vita che niente e nessuno porterà via da me, mi sarebbe piaciuto ma Roger lo sapeva già e a casa ci avrei litigato come non mai per quel braccio inopportuno e da amputazione, poi c’era mio padre e…no, decisamente non potevo.
«Già, gioca come Battitore nella squadra dei Grifondoro» Disse Roger.
«Grazie, non ci serviva questa tua illuminante informazione» Dissi tagliente fulminandolo con lo sguardo.
Com’era quel detto babbano? Se gli sguardi potessero uccidere… Roger si troverebbe già tre metri sotto terra, non sopra il cielo.
«Sarà meglio andare» Borbottò mio padre, già, il clima non era dei migliori, poi ebbi un’idea geniale.
Ed era così geniale che avrebbero dovuto darmi un premio: mentre mio padre pagava mi avvicinai di soppiatto al tavolo dei Weasley e mi sedetti tra Fred e George mentre Molly mi faceva milioni e milioni di domande sulle mie vacanze.
Ad un tratto George la implorò di smetterla e fu allora che io partii in quarta con il mio infallibile piano.
«George, ricordi nella lettera che mi avete mandato tempo fa cosa mi avevate chiesto?» Dissi guardando George mentre gli davo una gomitata per dirgli di stare al gioco.
«Ah! Sì, mi ricordo…» Iniziò evidentemente nel panico, poverino, avrei dovuto capirlo, non aveva la minima idea di ciò che avevo in mente.
«Cosa, caro?» Chiese Molly.
«I ragazzi mi avevano chiesto di passare l’ultima settimana di vacanze con voi, ma non vorrei disturbare…» Iniziai molto vagamente, e allora guardai Fred si avvicinò al mio orecchio  sorridendo.
«Sei un maledetto genio, Alison Clark» Mi sussurrò.
 Sorrisi compiaciuta mentre un brivido mi attraversava la schiena.
«Non ci disturbi affatto! Vado subito a parlare con William» Mi disse e così si alzò dalla sua sedia, mentre io ero orgogliosa della mia piccola quasi-vittoria.
Sì perché Molly avrebbe dovuto convincere mio padre e le probabilità che lui le dicesse di no erano parti allo zero virgola zero uno percento perciò, potevo dire di avercela fatta.
Vidi Molly parlare con mio padre, scherzarci un po’ e poi quando la sua espressione si fece seria capii che stava passando all’azione.
Capii anche che non ero l’unica a cui era mancato qualcuno quest’estate, ma che anche i Weasley sentivano la mia mancanza e questo mi rendeva felice, perché la mia seconda famiglia, quella con cui ero cresciuta non perdendomi niente della vita erano loro, e io gli volevo un mondo di bene.
Dopo pochi minuti Molly tornò trionfante al tavolo, sapevo che ce l’avrebbe fatta.
«Resterai da noi, solo devi andare a casa e prendere il tuo baule e poi William ti accompagnerà da noi a Grimmauld Place» Disse a bassa voce una volta tornata da noi, allora salutai tutti con la consapevolezza che li avrei rivisti di lì a pochissimo tempo, e ritornai da mio padre, dall’idiota e dalla nevrotica sfoggiando uno dei miei sorrisi più finti.
Il viaggio a casa in sostanza non durò molto, infatti ci smaterializzammo, benedette lezioni organizzate per quelli del sesto anno.
Non vedevo l’ora di cominciarle ed erano state piuttosto utili, Roger si smaterializzò con molta più facilità di me, ma infondo lui era bravo in tutto: a scuola, a Quiddich, a smaterializzarsi, l’unica cosa che non sapeva fare era tenere quel brutto naso fuori dalle faccende altrui, e per fortuna che Fred era un tipo comprensivo.
Tornati a casa mi precipitai a finire il baule che avevo iniziato a preparare durante la mia reclusione per pura disperazione, infilai dentro la nuova divisa e i libri comprati quel giorno stesso.
Tornai giù trascinando il mio baule sulle quali c’erano incise le lettere ACC, che stavano per Alison Charlotte Clark.
«Io e te dobbiamo fare un bel discorsetto» Dissi rivolta al mio fratellastro.
«Andiamo, non mi pare che sia così tragica la cosa, vai anche a casa sua» Mi rispose, caspita, aveva subito capito di cosa parlavo.
«Invece è tragica! Se Fred non fosse così comprensivo a quest’ora tu saresti un uomo morto, credimi» Gli dissi, piantando il baule in asso davanti alla porta e avvicinandomi a lui, seduto su una poltrona.
«Come la fai lunga Ally, non mi vedrai per la prossima settimana e so che ad Hogwarts farai di tutto per evitarmi, quindi vedi di finirla di fare la vittima» Mi disse forse alzando un po’ troppo la voce perché sentii i passi di mio padre avvicinarsi.
Io non stavo facendo la vittima, io avevo ragione e lui torto, le cose stavano esattamente così.
Oppure no?
E se fossi io quella cattiva? Infondo io gli piacevo e gli avevo dato subito due di picche.
Sei fidanzata, Alison, non aveva possibilità.
Mi ricordò giustamente la vocina, io stavo con Fred e per quanto potesse starci male Roger, non avrebbe mai avuto una possibilità con me, se non voleva soffrire doveva dimenticarmi, io non potevo fare nulla.
Mio padre scese in salotto e dopo aver capito che lo stavo aspettando per andare, si avvicinò a me, e dopo aver salutato tutti, uscimmo di casa.
Ci smaterializzammo a Grimmauld Place a Londra, Fred mi aveva detto che loro si trovavano al numero dodici ma dopo il numero undici c’era subito il tredici, ed era evidente che qualcosa non tornava, oppure un abile incantesimo nascondeva il tutto.
Dopo pochi secondi, una porta malconcia e piuttosto vecchia affiorò tra le due palazzine e rimasi a bocca aperta.
In più c’erano tantissimi babbani lì intorno, come era possibile che non avessero visto che una porta era appena apparsa nel lulla insieme ad un intero palazzo?
«Vieni, Ally» Mi disse mio padre, trascinando il baule su per gli scalini e bussando alla porta.
«Papà, i babbani…» Dissi confusa.
«I babbani non ci vedono» Dopodiché la porta si aprì rivelando Malocchio Moody, il nostro vecchio insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, o meglio quello che credevamo fosse lui.
Infatti Harry ci aveva detto che il figlio del vecchio Barty Crouch era scappato da Azkaban e che si fingeva Moody grazie alla Pozione Polisucco, una cosa molto complicata a dir la verità.
«Ah Clark, ti aspettavamo» Disse torvo come sempre, dubitavo che quell’uomo avesse mai sorriso in vita sua.
Entrammo e Molly mi venne ad abbracciare, salutai tutti quelli presenti nel grande salotto: il signor Weasley, Harry, Ron, Hermione e Sirius.
Chissà dove erano i gemelli e Ginny, probabilmente al piano di sopra dato che intravedevo della scale.
«Tranquillo William, te le restituiamo a Natale» Disse Arthur scherzando con mio padre.
«Ron, caro, aiuta Ally a portare su il baule» Disse Molly.
Odiavo quando qualcuno portava i miei bagagli, sapevo farlo benissimo da sola, perché feci l’occhiolino a Ron e gli chiesi solo di dirmi in quale stanza avrei dormito.
«Beh, ne abbiamo occupate un po’, perciò mamma ha pensato di mettere un altro letto in quella di Fred e George che è la più grande, ma se ti dispiace posso sempre andare io a dormire con loro e…» Iniziò Ron mentre salivamo le scale.
«Va benissimo così» Dissi entusiasta.
Trovai facilmente la stanza di Fred e George dato che era l’unica dalla quale provenivano rumori sinistri, infatti appena aprii la porta li vidi mentre costruivano qualcosa di losco ma irrimediabilmente geniali.
Non si accorsero di me, ma io inciampai sul mio stesso baule e finii catapultata su un letto gettando la pergamena che ci era poggiata sopra a terra, e quindi diciamo che non passai esattamente inosservata.
«Beh, bentornata» Disse George alzandosi da terra in contemporanea al suo gemello mentre si buttavano a peso morto su di me per abbracciarmi.
Sì, mi erano mancati da morire i loro abbracci.


Spazio Autrice:
Buooooongiorno :3
Abbiamo lasciato Roger a casa, ne sono felice anche io, per ora posso dirvi che non ci darà molti problemi per un po' di tempo quindi abbassate quei forconi, prego.
Sostanzialmente, non ce la facevo più ad ambientare la storia lontano dai miei gemelli, perciò Ally che passa l'ultima settimana di vacanze a Grimmauld Place mi pare più che logico.
Nel prossimo prossimo capitolo (quindi fra due capitoli), che ho quasi in mente, introdurremo la Umbridge e no, mi dispiace, non la farò morire di una morte atroce e lenta anche se vorrei :D
Detto ciò, spero che vi piacca *^*
A presto :3
-Marianne

Ps: questo è il banner figo (che ho fatto tutto da sola) della mia nuova storia che pubblicherò a breve, massimo martedì o mercoledì.
Nel prossimo capitolo vi metterò il link B| vi intriga almeno un pochettino? u.u
È una Lily/Scorpius quindi siamo una generazione avanti :')
Sì, lo so il modello che ho scelto per Scorpius è un figo, non so chi sia ma weheartit è stato molto di aiuto :3

 

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