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Autore: Etteim    03/03/2013    0 recensioni
Il contenuto di questa storia è molto personale. Una storia che vi farà capire, o meglio che non vi farà capire cosa sono, se qualcuno lo scopre che batta un colpo. Intanto non ne sono al corrente neanche io.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi di nuovo qui, un'altra notte passata in bianco, un'altra notte passata dinanzi allo sguardo supremo di questi corpi celesti... Cerco qualcosa x distrarmi alla tv, ma niente, solo un inutile film horror in cui non c'è altro che un enorme spargimento di sangue e budella umane. Ormai neanche questo riesce più a incutermi paura o timore, o qualsiasi altra cosa. Amareggiata spengo la tv, mi affaccio alla vista delle mie amate stelle, loro sono sempre lì con il loro caloroso abbraccio che mi aiutano a pensare... Ma è proprio quello che non mi serve adesso, pensarci prima o poi inizierà a lacerarmi dalle viscere, e mentre mi rendo conto di ciò, una nuova lacrima amara mi riga il viso. Mi volto verso il pc e con gli occhi gonfi leggo un nuovo messaggio da parte di Giulia : << Buonanotte tesoro <3 >>. 
 
 
Leggendo quelle due parole la testa iniziò a girare ripensando a tutto quello che era successo dopo quel sabato pomeriggio. 
Era passato quasi un mese dalla mia ultima crisi legata al vomito e agli svenimenti, credevo che dopotutto lui sarebbe uscito dalla mia vita, ma evidentemente mi sbagliavo. Una mattina a scuola, ero in classe quando un responsabile all'interno della segreteria entra e mi dice che avevo dimenticato un quaderno a casa, e che mio cugino lo aveva portato a scuola. In quel momento presi il quaderno senza mostrare alcun segno di squilibrio, ma annuendo semplicemente, mentre pensavo al fatto che non avessi dimenticato alcun quaderno, e che non avessi alcun cugino maschio. Sfoglio il quaderno, era vuoto ma nella parte interna di una delle due copertine c'era scritto un innocuo :" Non dimenticarti che ci sono sempre". 
Mentre i pensieri più strani invadevano la mia mente, il display del cellulare si illumina, un messaggio in arrivo, era il suo numero :"Non dimenticarlo. P.S. sono fuori scuola". In quel momento la testa iniziava a girare più velocemente, uscii dalla classe, corsi in bagno, un malore allo stomaco assurdo, non trascorsero più di 2 minuti, vomitai.
I giorni successivi non andai a scuola fortunatamente, ma iniziai a ricevere tramite chiamate e messaggi delle minacce da parte sua, mi diceva che sarebbe venuto a prendermi fuori scuola, sotto casa, poi mi diceva che gli mancavo , che mi voleva, che voleva avermi, che ero una puttana, che voleva la mia morte... ed altro ancora...
Intanto ero a casa con la febbre, di tanto in tanto vomitavo, ero diventata simile ad uno scheletro, non riuscivo a mangiare, a bere che il mio corpo quasi come per punirmi, lo rifiutava. Era come se il mio corpo volesse smettere di vivere. Quando il 20 Aprile 2010 il mio cellulare squillò e parlai con lui, quella fu l'ultima volta in cui parlammo. Litigammo, piansi tanto, lui mi augurò di restare in quel letto per sempre, si augurò la mia morte. Dopo quella telefonata mi alzai dal letto per andare in bagno, e mi accorsi di non riuscire più a camminare, ero alzata davanti al letto ma non mi accorsi che il mio corpo tremava come non mai. Ero quasi sul punto di perdere conoscenza.
Riaprii gli occhi il giorno seguente, ero in ospedale, era il 21 Aprile. La mia appendicite si era bucata, il mio stomaco non funzionava più dopo la fuoriuscita del liquido che era contenuto dall'appendicite. Mi tenevano in vita le trasfusioni, le flebo. 
 
Dopo la mia esperienza vissuta in ospedale le cose si tranquillizzarono, mi tenevano legata a quel ricordo solo i 10 della ferita, le visite che ogni mese continuavo a fare e un libro di Edgar Allan Poe che mi era stato regalato dalla donna che occupava il letto accanto al mio.
 
La mia vita ricominciò, intanto la scuola era terminata, avevo perso le mie amiche non so per quale strano motivo, era da tempo che in casa mia era tutto così piatto... fino a quando non conobbi lei, Giulia. Una ragazza come tante conosciuta tra una chiacchierata e l'altra in chat. La invitai a casa mia, trascorremmo una giornata stupenda, facemmo il bagno in piscina, ridendo e scherzando, lei mi baciò, e io baciai lei. Successe tutto in un secondo, salimmo in camera ancora bagnate, con una voglia strana ma forte di qualcosa che non era nostro. Passammo il resto del pomeriggio a dormire, io ero tra le sue braccia. 
 
Passavano i giorni, parlavamo del più e del meno, la trovavo fantastica, mi capiva, ed era l'unica persona che mi era rimasta. Lei mi confessò di essere bisessuale. e che era innamorata di un ragazzo, del suo migliore amico. Io la presi bene, non cercavo del sesso da lei, ma soltanto qualcuno disposto a starmi vicino. Ci eravamo promesse che se una delle due si fosse fidanzata con un ragazzo avremmo smesso di vederci in camera, come se niente fosse mai accaduto. 
 
Il mio sguardo era ormai ancora fisso verso lo schermo del computer, Giulia era ormai nelle braccia del suo ragazzo, illudendomi mi aveva scritto: << Buonanotte tesoro <3 >>. Come se il giorno dopo tutto sarebbe tornato alla normalità, solo che lei proseguiva la sua vita, e io la mia. Ma in una storia come questa la normalità non era in benvenuto. Accesi per la nona volta l'ultima sigaretta quella notte, non volevo che arrivasse il domani, perché avrei dovuto ricominciare. 
   
 
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