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Autore: larryss    03/03/2013    2 recensioni
"-allora ci si vede- sorrise voltandosi di spalle e iniziando a incamminarsi lungo la via.
-Harry, sono Harry Styles..- dissi, quasi in un sussurro, un sussurro al quale il ragazzo di voltò.
-Louis.. allora ci si vede Harry Styles- sorrisi vedendolo nuovamente ritornare sui suoi passi allontanandosi sempre di più da me." - |larry|
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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just, i really need someone

 


-ti va di entrare? volevo farti ascoltare dei nuovi pezzi che ho scritto..-

A quelle parole un sorriso comparve sul volto del moretto. –non aspettavo altro dal nostro primo incontro- sentii le guance infiammarsi, era una situazione strana, così mi voltai in modo da non far vedere al ragazzo il mio rossore e gli feci cenno di seguirmi all’interno dell’abitazione.

-sei solo a casa Harry Styles?- mi chiese sbirciando nelle varie stanze che si affacciavano dal corridoio.

-si, vivo solo con mia madre e ora è al lavoro quindi.. la smetti di chiamarmi Harry Styles?- mi bloccai e iniziai a fissarle il moretto con aria scocciata.

-è il tuo nome perché dovrei chiamarti in altro modo..- disse osservandomi incuriosito.

-solo Harry, chiamami solo Harry- le labbra del moretto si incresparono in un enorme sorriso.

-ok, Solo Harry, vorrei ascoltare qualche tua canzone- scossi il capo ridendo, quel ragazzo era davvero strano. Lo portai fino alla mia stanza, entrammo. Era una piccola camera da letto, in fondo  vicino ad una finestra c’era un piccolo letto a una piazza tutto sfatto, a fianco un armadio dove tenevo tutti i miei vestiti e dal lato opposta della stanza una scrivania, completamente in disordine piena di cd musicali, cuffie..

-sei una persona ordinata, oserei dire- disse il moretto lanciandosi di peso sul letto sedandocisi sopra.

Non risposi, mi limitai ad afferrare la chitarra, appoggiata al muro appena vicino alla porta e raggiunsi Louis sul letto. Tra di noi era calato il silenzio, c’era solo un attesa, l’attesa della melodia che sarebbe iniziata a momenti.

Iniziai a pizzicare le corde, sapevo che suonando quella canzone mi sarei sicuramente messo a piangere ma, nonostante tutto continuai. Sentivo le lacrime iniziare a salire pian piano fino a quando non raggiunsero il culmine e iniziarono a rigarmi le guance. Chiusi gli occhi d’istinto ma continuando a suonare.

Ad un tratto sentii qualcosa passare sullo zigomo sinistro. Mi bloccai e spalancai gli occhi. La distanza tra Louis e me era diminuita a dismisura, il moretto si era avvicinato.

-che stai facendo?- chiesi con la voce spezzata e tremante dall’emozione che mi suscitava quella melodia.

-asciugo le tue lacrime- sorrise –è bellissima questa canzone, a cosa è dedicata?-

-a mio padre..- dissi.

-è? È..- bloccai Louis prima che potesse finire, avevo capito cosa voleva chiedermi –no, non è morto.. ma, se ne è andato di casa e ha lasciato me e mia madre..-

-perché avrebbe dovuto lasciarvi così..- disse Louis. Sorrisi, un sorriso amaro al solo pensare al motivo per cui io e mia madre ci eravamo trovati a andare avanti soli e doverci perfino trasferire.

-è colpa mia, tutto è colpa mia..- silenzio -..ma non mi va di parlarne.- sentii un pizzicorio improvviso pervadermi le braccia.

Louis mi guardò stranito -stai bene?-

 Lasciai la chitarra sul letto di colpo e corsi fuori dalla camera verso il bagno. Aprii l’armadietto sopra il lavandino e afferrai un barattolino bianco. Tirai fuori una piccola pastiglia che misi in bocca ingoiandola con l’aiuto di una manciata d’acqua fresca.

Lasciai scorrere l’acqua del lavandino per qualche secondo, bagnai leggermente i palmi delle mani per poi passarli sul viso per rinfrescarmi appena. Presi l’asciugamano e lo passai pian piano sulle guance, poi mi voltai e mi ritrovai di fronte Louis. Era fermo sull’entrata del bagno, mi fissava con uno sguardo indecifrabile.

-cosa cazzo ci fai qua..- sbraitai addosso al ragazzo –dovevi startene di la e aspettarmi!-

-pensavo stessi male, volevo solo aiutarti..- disse lui in sua difesa.

-certo.. sai non me ne faccio un cazzo del tuo altruismo, di la verità.. l’unica cosa che ti interessa è capire il perché sono così strano, ti sembro forse un fenomeno da baraccone?- sibilai.

Il moretto si strinse nelle spalle osservandomi, non sembrava arrabbiato, strano dopo quello che gli avevo appena detto. –Sai che ti dico, non voglio sapere niente Harry, sono cose tue.. ora scusami ma devo andare- e detto questo si allontanò dal bagno. Dopo qualche secondo sentii la porta d’ingresso chiudersi.

Sbuffai indeciso sul da farsi.

Lanciai l’asciugamano con tutta la rabbia che avevo in corpo a terra, corsi verso l’ingresso, afferrai la tracolla e uscii. La macchina di Louis si stava allontanando e proprio in quel momento stava svoltando l’angolo di fine via. Merda.
 


 
 
Stavo camminando senza una meta ben precisa, stupida macchina, se solo non avesse avuto quei problemi con l’olio avrei potuto usare quella ma dato la mia giornata di merda quello era poi il minimo. Mi sedetti a terra su un marciapiede appoggiandomi contro un palazzo.

Giornata di merda del cazzo..

-Cazzo.- sbraitai strappando delle pagine del piccolo quaderno rosso attirando l’attenzione di tutte le persone che in quel momento stavano passando di li –che cazzo avete da guardare?- urlai. chiusi gli occhi e feci un lungo e profondo respiro.

Spalancai di colpo gli occhi tenendo lo sguardo fisso davanti a me. Strabuzzai gli occhi, dall’altro lato della strada c’era un auto molto famigliare, nera. Era l’auto di Louis.. mi alzai da terra e attraversai rischiando di finir sotto un paio di macchine ricevendo svariati insulti rispondendo semplicemente con qualche dito medio.

L’auto era parcheggiata proprio di fronte a un bar. Mi avvicinai alla vetrina e osservai.

Seduto ad un tavolo al centro del locale c’era Louis in compagnia di una ragazza slanciata, mora. Stavano ridendo, insieme, lui le teneva una mano mentre parlava. I miei occhi diventarono fessure e sentii una sensazione strana alla bocca dello stomaco, una sensazione orribile.

Spalancai la porta del piccolo bar con i pugni serrati e mi avvicinai al tavolino dove stava seduto il moretto. I due ragazzi si voltarono verso di me.

-Harry? Che ci fai qua?- non risposi, mi limitai a fissarlo dritto negli occhi.

Gli afferrai di colpo il polso. –ma che fai?- chiese.

-chi è questo ragazzo Louis? Che vuole?- la ragazza insieme a Louis iniziò a fare domande, parlare, agitarsi.

-zitta tu!- sibilai, poi mi rivolsi al ragazzo –vieni con me Louis..- dissi in un sussurro –ti prego..-


 
Eravamo seduti nella sua auto, Louis continuava a fissarmi imperterrito. Sbuffò.

-posso chiederti perché sei venuto qui?- strinsi i pugni sulle ginocchia spiegazzando tutti i jeans.

-sono venuto per te- sussurrai, non avevo il coraggio di guardare Louis in faccia così mi limitai a tenere lo sguardo fisso verso le auto sulla strada fuori dal finestrino.

-non chiedermi il perché..- ripresi -..ma sento che posso fidarmi di te e ho un assoluto bisogno di sfogarmi con qualcuno.. ho.. davvero bisogno di qualcuno..-

-perché sei così strano Harry? Prima mi tratti come una testa di cazzo, poi, all’improvviso, diventi tutto dolce quasi timido, poi di nuovo incazzato e ora vieni qua intromettendoti nell’appuntamento con la mia ragazza.. non ti conosco, non posso dire niente su di te ma..-

-sta zitto!-

-lo vedi? Mi stai trattando ancora di merda!-

-sono bipolare..-





allooora, rieccomi qua con un nuovo capitolo.
beh, che ne pensate? fatemi sapere
grazie di aver letto, grazie a chi ha recensito e a chi recensirà fghk
vi adoro
sciaooooo, alla prossima. mari c:

  
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