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Autore: TeddySoyaMonkey    03/03/2013    8 recensioni
Cato, Clove, l'Arena e tutto quello che vi successe all'interno.
Una raccolta di mie interpretazioni di quelli che secondo me possono essere i momenti da ricordare della loro travagliata storia negli Hunger Games.
***
Sono consapevole del fatto che il fandom è pieno di Clato e che nessuno si filerà questa povera raccolta, ma se volete fare un tentativo ne sarei felice e, come si dice, possa la buona sorte essere sempre a favore dell'autrice.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questione di leadership

 

-Te la sei lasciata sfuggire!- Le urlò. -Era lì e te la sei lasciata sfuggire!-
Lo sguardo di Clove si assottigliò ancora di più, gli occhi scuri che teneva fissi in quelli del ragazzo ardevano di rabbia, mentre lo fronteggiava a testa alta, come a dire che non le faceva paura, che non lo temeva, che non aveva il dubbio che le potesse staccare la testa a morsi come invece meditava di fare l'altro.
-Se ci tenevi tanto perchè non sei andato tu a farla fuori, eh?- Sbottò infine, puntandogli al petto il manico di uno dei coltelli che si stava sistemando sotto la giacca con aria meditabonda da quasi mezz'ora. Quel tamburellare lo infastidì, anche se non gli stava puntando la lama al petto, il gesto sembrava minaccioso. Cato non poteva permettere che gli altri favoriti pensassero che Clove fosse più forte di lui, così afferrò l'impugnatura e la strattonò, sperando di tagliarle le mani, ma la ragazza lasciò la presa sul coltello velocemente senza uscire scalfitta dalla piccola lotta.
-Non puntarmi contro i tuoi giocattoli.- Le disse quindi, facendo un passo avanti fino a che, quasi, i loro petti si scontrarono e tenendo il coltello rubato alto sopra la sua clavicola, come se volesse affondarglielo nella carne.
Tutti dovevano sapere chi era più forte e non solo fisicamente.
Clove lo guardò di rimando senza indietreggiare. Alzò un angolo delle labbra in un ghigno e sussurrò, abbastanza piano perchè solo Cato potesse sentire: -Altrimenti cosa mi fai?-
Il ragazzo digrignò i denti, stringendo convulsamente la presa sul coltello che aveva una tale voglia di affondarle nella schiena, nella pancia, nella testa, ovunque riuscisse ad arrivare. In quel momento non gli importava che Clove fosse la sua compagna di distretto, che fosse una favorita e che, almeno in teoria, avrebbe potuto fidarsi di lei per un altro po' prima di essere costretto a trapassarle le budella con una qualche lama.
Fu proprio quando la voglia di sangue si fece accecante che qualcuno reclamò l'attenzione di Cato, tamburellandogli con grazia su una spalla con le dita ancora coperte di sangue caldo.
-Lasciala perdere, Cato.- Gli disse Lux, con un sorriso accompagnato da un tono quasi cospiratorio. Il ragazzo si sorprese di non averla sentita arrivare; d'altra parte gli era sempre stato detto che era solito diventare cieco, dalla rabbia. E, be', anche sordo in quel caso.
-Avremo altre occasioni per ucciderla. Ora dobbiamo pensare ad un'altra questione.- Aggiunse quindi Lux quando Cato le rivolse uno sguardo. Con un cenno la bionda indicò la bocca della Cornucopia, dove un giovane dalla corporatura robusta e i capelli chiari aspettava, con una lancia puntata alla schiena.
Subito Cato riconobbe Peeta, il ragazzo innamorato del dodici. Per un attimo un moto di euforia prese il posto dell'ira, ma non appena il suo sguardo ricadde, quasi accidentalmente, sull'espressione truce di Clove decise che quella "questione", come l'aveva definita Lux, poteva aspettare un altro paio di minuti, soprattutto considerando che aveva una lancia puntata addosso.
-Ancora un secondo.- Rispose quindi il ragazzo, prima che la compagna scrollasse le spalle per dirigersi fuori sperando che quel secondo non durasse molto; non le piaceva poi tanto l'idea che i tributi del due, che erano così forti, passassero troppo tempo insieme. Era per questo, oltre che alla notevole attrazione che provava, che la portava spesso ad usare quel tono zuccheroso quando si rivolgeva a Cato.
Stesso Cato che osservò la compagna camminare verso la bocca della cornucopia e sparire dietro un raggio di luce solare particolarmente intensa prima di tornare a rivolegersi a Clove, che durante il dialogo non aveva mai spostato da lui la sua espressione truce.
Entrambi avevano capito perfettamente che Lux, con quel breve scambio di battute con Cato aveva fatto vincere allo stesso quella piccola battaglia più o meno inconsia di potere che i due stavano disputando. Rivolgendosi solo al ragazzo ed escludendo l'altra, infatti, Lux era come se avesse posato una corona fatta di scintillante fiducia e abbagliante potere sulla testa di Cato, lasciando Clove contornata unicamente da un involucro di grigia amarezza.
Consapevole di una versione molto meno articolata di tutto ciò, Cato sorrise.
-La prossima volta stai attenta.- Le disse quindi, prima di voltarle le spalle e raggiungere gli altri.
-Stai attento tu, Cato.- Sussurrò in risposta l'altra, prima di sospirare e seguire gli altri all'esterno per evitare che la escludessero dai giochi che, ormai era diventata una quesione d'onore, avrebbe vinto.

  

Angolo di Ted:

Gli altri capitoli saranno più lunghi.
So che non è un tripudio di sdolcinatezza ora (e non lo sarà neanche poi) ma la Clato è questo per me e volevo incominciare da un episodio di "vita quotidiana" con poco spessore psicologico per la coppia, solo per dire: eccoli qua!

 

  
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