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Autore: moni_cst    03/03/2013    8 recensioni
Allora perché aveva avuto quella conversazione surreale con Lanie? Come era possibile che Lanie riuscisse a tirarle fuori pensieri che erano nascosti nella sua anima da un po'. Come era possibile che fosse Lanie a suggerirle di parlarne con Castle. Ci avrebbe dovuto pensare da sola. E ci aveva pensato infatti, ma....
[...]
Era sempre tutto perfetto con lui, ma questa volte doveva riuscire a dare voce ai suoi sentimenti, lo doveva fare per lui. Doveva riuscire ad esplicitare con le parole quello che Castle le aveva letto negli occhi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Kevin Ryan, Lanie Parish, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rick e Kate'
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Un desiderio viscerale.

Parte seconda: Rick.

Kate era ancora appoggiata allo stipite della finestra e aveva appoggiato la fronte sul vetro. Non poteva più rimandare, non ce la faceva più a tenere un segreto con Castle… ed erano passati solo pochi giorni dalla nascita di Jasmine. La cosa che più la tormentava era che lui non avesse mai fatto solo cenno alla possibilità di costruire una famiglia insieme, eppure il loro rapporto ormai era stabile ed era da tempo chiaro ad entrambi che il loro desiderio più grande era quello di vivere insieme ogni giorno ed invecchiare insieme. L’unica volta che Rick aveva fatto cenno alla possibilità di avere altri figli era quando si era preoccupato di poter rimanere sterile, dopo essere stato esposto ad una possibile e quanto mai improbabile contaminazione. Anche allora quando lei le aveva chiesto se avesse voluto altri figli lui aveva risposto in modo vago che gli sarebbe piaciuto non precludersi questa opportunità, non aveva chiaramente detto che ne avrebbe voluto altri. Kate sorrise pensando a come si era preoccupato in quel frangente, pensava anche di perdere i capelli e rimanere calvo. In ogni caso da allora il loro rapporto era cambiato, si era consolidato. La detective sospirò. In quello stesso istante sentì un abbraccio che la cinse da dietro e le calde labbra dello scrittore sul suo collo.
“Pensierosa?” chiese Castle.
Kate appoggiò la testa su quella di Rick e con un meraviglioso sorriso si girò per salutarlo e baciarlo sulle labbra.
“Un pochino, ma nulla di che. Ti stavo solo aspettando. Non ti ho sentito entrare. Mi sei mancato”. Solo a quel punto vide il mazzo di fiori che lui teneva nascosto dietro la schiena. Rick portò il braccio avanti e le porse il mazzo di fiori di campo che le aveva preso.
Kate sorrise. “Grazie! A cosa devo questi? Oddio che giorno è? Mi sono dimenticata qualcosa?”.
“No, tranquilla. E’ solo che mentre tornavo a casa con il taxi stavo pensando che da quando stiamo insieme non ti ho mai portato un mazzo di fiori e .. ho realizzato che era una follia che non lo avessi ancora fatto.”
Kate si muoveva per la cucina e prese un vaso dalla credenza per mettere i fiori in acqua.
“Grazie sono molto belli.” Appoggiò il vaso sul mobile accanto al televisore e tornò da Castle che nel frattempo aveva appeso la giacca nell’appendiabito accanto alla porta di ingresso.
“Ah ti sei spogliato? Volevo chiederti se ti andava di fare una passeggiata al parco delle altalene.” Kate lo disse di getto, meravigliandosi anche lei delle sue parole che le erano uscite di bocca così da sole, senza preavviso. Rick la guardò un po’ perplesso. Fuori continuava a piovere e c’era un’umidità che si tagliava con il coltello, inoltre erano già le sette di sera e aveva anche una discreta fame…
“Se proprio vuoi, andiamo. Ma Kate, cosa c’è?”
“In che senso?” lo disse senza convinzione sapendo che la sua proposta era un po’ assurda.
“Sono le sette, piove da più di dieci ore, il parco è tutto bagnato e io sono stato fuori, tutto il giorno lontano da te. Speravo in una serata un po’ più intima, una cenetta insieme, un film abbracciati sul divano. Niente di speciale. Anzi tutto è speciale se lo facciamo insieme. Però se vuoi andare, andiamo”.
Kate guardò fuori dalla finestra, effettivamente non aveva senso uscire. Solo voleva parlare con Castle adesso e temeva che a casa non sarebbe riuscita a parlare come avrebbe voluto, senza interruzioni e distrazioni di nessun genere.
“Hai ragione, il tempo effettivamente non ispira. Senti Rick, ti devo parlare e devo farlo subito, non posso attendere un minuto di più.” Castle si mosse verso di lei, le prese la mano e la avvicinò. Poteva percepire le sue emozioni e i suoi timori nel suo sguardo e, incollando i suoi occhi a quelli della sua donna, la abbracciò.
“Hey, qualunque cosa sia che ti preoccupa io sono qui e la possiamo affrontare insieme ok?”
“Contaci! Non sai quanto ci sei andato vicino” rispose la donna alzando un sopracciglio.
“Kate, mi stai spaventando. Cosa mi dovrai mai dire? Mica sarai incinta?” A quel punto Kate spalancò gli occhi e la bocca contemporaneamente e si rese conto che tutto il discorso che si era preparata era andato in frantumi in quell’istante. Ma come aveva fatto ad uscirsene così? Sapeva che prendeva la pillola, come poteva pensare che fosse incinta? Rimase così di stucco che Castle osservando il suo stupore disse “Oddio, sei incinta?”
“Castle, sta zitto! Riesci sempre a rovinare tutto. E non sono incinta per la cronaca”. Si allontanò da lui e si diresse in cucina a prendere due bicchieri e una bottiglia di vino.
“Peccato!” Castle buttò lì quella risposta dopo averla vista allontanare, quando era a distanza di sicurezza per la sua incolumità fisica.
“Peccato? Non mi avevi mai detto di volere un bambino”. Kate gli porse la bottiglia di vino e l’apribottiglia, facendogli cenno di aprirla. Era stupita. Le cose non stavano andando come lei aveva pensato e programmato tutto il pomeriggio appoggiata a quella finestra. Come al solito Castle  era riuscita ad anticiparla e a spezzare l’ordine delle cose nella sua testa. Certo le aveva reso il compito più facile perché praticamente l’aveva introdotto lui il discorso ma … com’era stata la sua espressione? Com’è che aveva detto? “Oddio sei incinta?” che faccia aveva quando aveva detto queste parole? Spavento? NO. Decisamente no. Felicità? No, non particolarmente sembrava piuttosto stupito. Si, aveva fatto una faccia decisamente stupita. Quindi nessun indizio su come la pensa.  
Castle nel frattempo armeggiava con la bottiglia ma non smetteva di guardarla, le sembrava pensierosa e sinceramente c’era qualcosa che la stava torturando. Riprendendo il discorso di prima, iniziò a mescere un po’ di vino nel primo bicchiere poi mentre glielo porse disse “Kate io non ho mai detto di volere un bambino. E’ vero. Io non voglio un bambino, in generale”. A quelle parole vide la sua donna impallidire e un velo di tristezza coprirle lo splendore dei suoi occhi. Possibile che Kate volesse un figlio? Non gli sembrava vero. Non gli sembrava possibile, mai un solo accenno, neanche velato. Ma l’espressione triste e delusa di Kate lo lasciarono senza dubbi quindi s affrettò ad aggiungere “Io non voglio un bambino, Kate. Io voglio un bambino da te, vorrei costruire con te una famiglia vera, quella che non ho mai avuto io e che non ho mai potuto dare ad Alexis. Vorrei costruire con te una famiglia, una famiglia schifosamente tradizionale”. Detto questo, posò il suo bicchiere e prese il volto della donna tra le sue mani e dolcemente lo alzò e vide i suoi occhi velati di lacrime che lo guardavano pieni di emozione.
All’improvviso tutto gli fu chiaro. Senza dire una parola, dopo aver inchiodato a lungo gli occhi ai suoi, la strinse forte in un abbraccio meraviglioso.
“Kate, sarai una madre fantastica, saremo dei genitori fantastici”.
Kate affondò il suo viso nel petto del suo uomo e pensò che ancora una volta lui l’aveva anticipata, aveva letto i suoi pensieri e gli aveva dato voce. Il suo cuore batteva forte e poteva percepire anche l’emozione dello scrittore. Era sempre tutto perfetto con lui, ma questa volte doveva riuscire a dare voce ai suoi sentimenti, lo doveva fare per lui. Doveva riuscire ad esplicitare con le parole quello che Castle le aveva letto negli occhi. Se lo meritava.
Si staccò leggermente da lui, con la mano gli diede una leggera carezza sul viso e iniziò “Rick, ancora una volta hai letto nei miei pensieri. Volevo parlarti di questo. Io… io quando ho preso Jasmine in braccio l’altro giorno ho definitivamente capito quello che mi stava succedendo da un po’ di tempo. Io ho avuto la conferma che quella stretta che sentivo dentro di me all’altezza dello stomaco altro non era che un fortissimo ed evidentissimo desiderio di maternità, un desiderio decisamente viscerale.” I suoi occhi si perdevano dentro quel blu intenso che ormai era la sua vita. Lui stava sorridendo e fece un cenno col capo perché aveva capito che la sua musa aveva bisogno di condividere con lui quel momento, quelle emozioni che aveva provato. E gli sembrò bellissimo. “Non mi era mai capitata prima questa sensazione e non te ne ho parlato prima perché tu…tu sei un padre meraviglioso e ho la fortuna di sapere già che padre attento, affettuoso, premuroso sei. Ma non hai mai fatto cenno al fatto di volere altri figli, dopo tutto il tempo che mi hai aspettata, ho pensato che giustamente ora ti volessi godere tutto questo” e così dicendo fece un cenno ad indicare loro due. “La nostra storia è bellissima, stupenda e l’arrivo di un figlio modifica certamente gli equilibri e…”
“Kate non posso proprio immaginare come tu possa solo aver pensato che io non volessi costruire una famiglia con te. Io avevo paura di metterti pressione. Avevo paura che non eri ancora pronta per questo.” La riabbracciò ancora più stretta e in quel momento il telefono  squillò. “Vedi perché volevo andare al parco? C’è sempre qualcuno che si intromette e interrompe” e dicendo questo a malincuore rispose sapendo che era il suo turno di reperibilità. “Beckett!”
“Ciao Katie, come stai?”
“Ciao papà, sto bene. Tu? E’ successo qualcosa?” mentre parlava prese la mano di Castle per impedirgli di allontanarsi e gli sussurrò di aspettare.  “Ok, papà… Senti ti ringrazio dell’invito ma sto aspettando Rick che dovrebbe rientrare da un momento all’altro e ho già cucinato, poi a dirla tutta sono piuttosto stanca. Non è che possiamo rimandare a domani?” Si portò il dito indice della mano destra alle labbra per far cenno a Castle di tacere e non fare rumore e le venne da ridere a vedere la sua faccia buffa e fintamente sconvolta.
Terminata la telefonata, bevve un sorso di vino poi avvicinò le sue labbra a quelle di Rick e lo baciò con molto dolcezza per fargli assaporare bene il sapore del vino.
“Rick, hai ragione. Io ho cercato in mille modi di farti capire quanto sia cambiata ma non sono ancora brava ad esternare completamente i miei sentimenti. Però devi ammettere anche tu che non è facile chiedere a un uomo che ha una figlia di venti anni di ricominciare da capo con pappette, pannolini e notti insonni”. Lui continuò a stringerla tra le sue braccia cullandola e affondando la testa nei suoi soffici capelli.
“oh Kate….guardami e baciami ti prego. Ora”.
La detective non se lo fece dire due volte e suggellò con un bacio dolce, lungo e intenso quel momento che non avrebbe dimenticato mai. Quando si staccarono sorridendosi a vicenda, Kate fece un grosso respiro. Ce la poteva fare. Con lui era riuscita a fare tutto, poteva cercare di buttare giù anche quell’ultimo mattone che era rimasto.
“Rick, ci sarebbe un’altra cosa che devo dirti” Lo scrittore la guardò incuriosito. Cosa altro poteva esserci da aggiungere ad un momento meraviglioso come quello.
“Ti amo.” Rick rimase a bocca aperta mentre la fissava stupito e non riusciva a proferire parola.
“Ti amo Rick. E scusami se ti ho fatto aspettare tanto ma io…volevo che fosse in un momento speciale. Poi mi sono resa conto che ci sono stati tantissimi momenti speciali e che non ho mai dato voce a quello che ho pensato tantissime volte.”
Rick era rimasto immobile pietrificato, il suo volto era completamente sbiancato e sembrava quasi non respirasse. Lei non riusciva a spiegarsi quella reazione, pensava che lui avrebbe fatto i salti di gioia e invece eccolo lì immobile che la guardava senza riuscire a muoversi. Poi all’improvviso di colpo le prende la mano e la trascina in camera da letto. La conduce davanti al comò e la abbraccia. Poi la guarda con un’intensità e una luce negli occhi mai vista prima.
“Kate, anche io ti amo. Ma ora chiudi gli occhi. Non posso aspettare un secondo di più”
La donna con un sorriso divertito in volto si stava chiedendo cosa avesse in mente il suo scrittore, chiuse gli occhi e subito dopo sentì il fruscio di un cassetto che si apriva. Doveva essere il cassetto di Castle, quello che le aveva regalato per San Valentino.
Sentì la mano del suo uomo sul suo viso, si sentì sfiorare gli occhi e un sussurro che le diceva che li poteva riaprire. Tutto si sarebbe immaginata tranne di vedere Rick davanti a lei con un anello in mano, un solitario, che con emozione evidente le chiese “Kate, vorresti essere la madre dei miei bambini e svegliarti accanto a me tutti i giorni per il resto della nostra vita? Vorresti farlo per legge?”
“Per legge??!!”
”Si per legge!” poi continuò “Sposami Kate, rendimi se possibile ancora più felice, regalami la famiglia che non ho mai avuto, aiutami a costruirla insieme giorno dopo giorno, difficoltà dopo difficoltà, gioia dopo gioia. Rendimi l’onore di essere tuo marito.”
Kate aveva il cuore gonfio dall’emozione, non si aspettava niente del genere. I suoi occhi erano carichi di emozioni e scintillanti come non mai quando prendendo la mani di Rick sussurrò “ Si, ti sposo!”.
Castle la prese tra le braccia e la sollevò facendole fare un giro su se stesso. Le loro labbra si incontrarono più e più volte in piccoli teneri baci finchè la prima a spezzare questo momento magico fu la detective che chiese “Rick ti sposo perché ti amo alla follia e voglio costruire con te una famiglia… com’è che avevi detto prima?”
“Schifosamente tradizionale”
“ Si giusto. Voglio costruire con te una famiglia schifosamente tradizionale e ti avrei detto di si anche se me lo avessi chiesto in un momento meno magico e carico di emozione come questo ma … ma così … così è stato davvero perfetto. Come hai fatto? Come hai fatto a sapere che oggi avremmo preso decisioni così emozionanti?”
Rick la guardò con compiacimento e le rispose sorridendo “Non sai da quanto tempo quell’anello è in quel cassetto. Volevo chiederti di sposarti da un po’ ma tu non mi hai mai detto a parole quello che provavi per me e, seppure sono sempre stato certo dei tuoi sentimenti… ecco io mi sono convinto che il giorno che mi avessi detto esplicitamente che mi amavi saresti stata pronta anche a sposarmi”.
Kate lo guardò con ammirazione, stima e tantissimo amore.
“Rick ti amo e non potevi scegliere un giorno migliore per chiedermelo, il giorno in cui abbiamo anche deciso di diventare una famiglia vera e propria con figli, hai parlato al plurale prima, ma andiamoci piano, una cosa per volta”.
Si abbracciarono nuovamente e si diressero in cucina per preparare la cena insieme come facevano tutte le volte che tornavano dal distretto in orari decenti.
“Rick ancora un’ultima cosa”
“Dimmi”
“Ti ricordi una delle prime volte che seguivamo un caso insieme, quanto tu mi dicesti che avevi due ex mogli?” Rick la interruppe “Si, lo so tu mi dicesti che eri più il tipo da una volta e basta e io onorerò ogni tuo desiderio”
Kate sorrise, lo abbracciò e si sentì libera di dire nuovamente quelle parole così dolci da pronunciare “Ti amo Rick”.


 Spazio di Monica
Ecco qui. Ho finito e concluso così questa storia.
Dopo la conversazione con Lanie vi aspettavate altro? Io l'ho pensata così…. vi è piaciuta?

















































 

  
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