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Autore: _hopeless_    03/03/2013    4 recensioni
Harry e Nicole.
Lui ha diciotto anni e lei diciannove.
Lui è un cantante e lei è un futuro architetto.
Lui è amato da una dozzina di ragazze e lei
viene odiata da una dozzina di ragazze.
Lei si perdeva nei suoi occhi verdi e lui si
perdeva nei suoi occhi marroni.
Lui andava avanti grazie a lei e lei andava
avanti grazie a lui.
Lui era innamorato di lei e lei era innamorata di lui.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Third Chapter 

-Harry, ti prego..no.- dissi distaccando le mie labbra dalle sue e con le mani appoggiate nel suo petto lo spostai.
-Qui nessuno ci potrà vedere, dai!- disse avvicinandosi e chinando la testa verso un lato quasi per darmi un bacio.
-No.. ti prego.- supplicai scuotendo la testa -No!- ribadì.
-Perché?- chiese pur sapendo che non doveva baciarmi per il così detto “patto”.
-Harry, no! Te l'ho già, niente abbracci, mano nella mano, baci e tutto ciò! Non stiamo più insieme!- dissi facendolo indietreggiare e appoggiare nella tendina dello spogliatoio.
-Va bene, ok. Ho capito.- disse rassegnato.
Lo guardai negli occhi, in quei occhi verdi in cui mi perdevo e senza che me accorgessi dissi: -Io ti amo..- non furono semplici parole, perché contenevano dei sentimenti quasi indescrivibili.
-Ti amo- disse anch'egli e dandomi un bacio semplice sulle labbra -questo è l'ultimo- disse per poi aprire la tendina.
I momenti di tenerezza tra di noi non ebbero fine quel giorno, ma le nostre labbra non si sfiorarono più per parecchi giorni.
Distrutta la tensione che si era creata, o che almeno era in me, andammo in macchina per raggiungere un ristorante.
La serata si concluse al meglio, ma tornando a casa Mattia mi fece la sua predica, anche se quella volta fu più pesante del solito.
-Dove sei stata? Non mi dire a lavoro, perché la segretaria mi ha detto che sei uscita alle sei- disse raggiungendomi in camera mia.
-Con Harry- dissi con disinvoltura e nel frattempo sistemi dei fogli.
Si mise a ridere e continuò : -non lo capisci, vero? Questa gente vuole solo qualcuno con cui passare una notte per poi lasciarti in mezzo la strada!
-Mi sa che quello che non capisce sei tu!- dissi sbattendo i fogli sul tavolo -stiamo insieme da tre mesi..- mi fermai di parlare e mi resi conto che io ed Harry ci frequentavamo da veramente poco tempo ma per non dargliela per vita continuai -mi avrebbe lasciata già da tempo! E poi stai tranquillo che non glielo data.. adesso evapora perché questo discorso lo abbiamo già fatto!- parlai così velocemente che lo feci confondere e andare via.
-Va bene, io non ti avvertirò più, ma se torni a casa così tardi non ti faccio più entrare- quale razza di fratello dice una cosa così a sua sorella? Solo ed unicamente il mio.
-Spero che quando me ne andrò la tua anima soffrirà per le tue pesanti parole- mi sentivo frastornata, mio fratello era senza cuore e senza una coscienza, ma se ne sarebbe pentito di ciò che aveva detto. Mi misi in testa che appena avrei avuto l'opportunità di tornare a casa tardi, molto tardi, l'avrei sfruttata fino al midollo, volevo vedere se mi avrebbe mandata via, tanto io avrei trovato alloggio da qualche amico.
Per mia sfortuna non ebbi l'opportunità di uscire di casa e tornare tardi perché ogni giorni facevo gli extra a lavoro e la mia mente si stancava sempre di più, giorno dopo giorno; Harry i pomeriggi, le sere, mi chiedeva se volevo uscire, naturalmente non tutti i giorni perché anche lui era impegnato con le registrazioni, ma se aveva due minuti per stare con me veniva in ufficio per parlare e mi portava qualcosa da mangiare o da bere.
Senza rendermi conto agosto stava volando, come ogni estate che si rispetti, o stagione che sia, stava giungendo alla fine; contando le settimane, i giorni, passati con Harry erano veramente pochi, in più si stava avvicinando l'università ed io e egli ci saremmo visti di raso, ma lui aveva pensato un po' a tutto comprando dei biglietti per una vacanza in Italia, anche se il posto non mi entusiasmava tanto mi accontentavo di stare cinque giorni sola con il ragazzo più dolce che conoscessi.
Il giorno della partenza fu un trauma, infatti, passando mattinate e pomeriggi a lavoro non ebbi tempo o l'occasione per dire a Mattia della mia partenza, così la mattina in cui sarei dovuta partire lui mi vide scendere le scale con una piccola valigia in mano e come di suo solito mi lanciò addosso una sfilza di domande senza fine.
-Dove vai? Hai deciso tu stessa di andartene? Dove? Da chi?- domandò senza neanche respirare.
-Calmati che se hai tutta questa voglia di mandarmi via io rimango qui ancora più a lungo. Comunque vado in vacanza..- mi venne il panico, mi preoccupai se non mi avrebbe più lasciata andare -in Italia..da papà- dissi sperando che non lo avrebbe chiamato proprio in quel momento, perché prima dovevo chiamarlo io.
Presi la valigia, la borsa, e mi recai verso la porta fiera di me stessa, per non avergli concesso di infliggermi prepotenti parole che mi avrebbero turbata durante la vacanza.
Arrivata alla fine del vialetto presi con mano lesta il telefono e chiamai mio padre, sperando che rispondesse, e per fortuna non mi lasciò sola; vi furono le solite domande e risposte che si fanno due persone distanti, ma avendo fretta andai direttamente al punto.
-Mio caro bellissimo, cordialissimo, gentilissimo padre..- dissi con voce burlesca per innescare senza alcun problema il discorso -Sto per venire in Italia, ma sto dicendo a tutti che sto venendo da te, se qualcuno, chiunque, Mattia, Silvia o la mamma, ti chiedesse di me tu rispondi che sono con te, capisci? Semplice, no?- speravo in un “sì” o in qualunque altra risposta che mi avrebbe resa tranquilla.
-Non capisco, quindi tu verrai in Italia ma non da me..? E dove vai?- era mio padre, questo era il minimo che potesse chiedermi.
-Da amici che ho conosciuto in America e che hanno una casa lì, sono migliori amici di Cleo, quindi tutta gente affidabile! Sai come sono, non vado in vacanza con qualcuno che non conosco!- in pratica era quello che stavo per fare, ma Harry era diverso, non avrebbero mai capito l'amicizia che ci avvolgeva, l'affetto reciproco che si era creato.
-Ti prego, grazie..Ripeto: io sono da te, semplice! Baci, ti devo salutare che mi sono venuti a prendere!- chiusi la chiamata e sperai che egli avesse capito ciò che doveva e non doveva fare o dire.
Harry arrivò su una macchina grigia, bassa; abbassò il finestrino da cui lentamente intravedo la sua folta chioma e con sguardo accattivante mi invitò ad avvicinarmi; con gesto convinto aprii il cofano in cui infilai la valigia per poi aprire la portiera dell'auto ed entrare decisa, guardandolo con sguardo compiaciuto.
-Smettila di fare il figo è accendi il motore!- esclamai vedendolo immobile, con le mani appoggiate sul volante e che continuava a guardarmi con sguardo ammaliante, doveva per forza fare lo sciocco sennò gli incominciava a mancare l'aria. Mi piaceva come le nostre risate saziavano l'aria, rendevano l'atmosfera più beata, confortevole, senza problemi, tutto ciò mi allontanava dalla solita vita, dalla monotona e frustante vita.
Arrivati all'aeroporto prendemmo un aereo diretto verso l'Italia, Venezia. Era un posto da me mai visitato; sin da piccola desideravo viaggiare, ma i miei mi portavano solo a Newcastle dai miei parenti e questo accadeva solo in qualche estate, perché poi i miei lavoravano e non erano neanche in grado di pagare le vacanze nonostante si impegnassero così tanto.
-Se nascesse maschio come lo chiameresti?- era da Harry fare alcuni pensieri e dialoghi perversi, sopratutto nei momenti sbagliati, infatti in aereo aveva innescato un discors riguardo il sesso; il fatto di doverne parlare proprio quando ero circondata da persone mi metteva a disagio ma Harry, come era appunto giusto, se ne fregava altamente.
-Se tipo un giorno facciamo sesso e ci dimentichiamo il preservativo e poi nasce un bambino come lo chiami?- Harry mi parlava mostrandomi un sorriso appagato, gli occhi lucidi e pur facendomi una domanda che iniziava con “se tipo un giorno facessimo sesso” rimaneva pur sempre dolce perché il bambino che sarebbe nato sarebbe stato nostro.
-Correrei a comprare la pillola del giorno dopo!- riposi sollevando un sopracciglio -E poi prima dobbiamo fare del sesso!- risposi facendo ricordare che pur essendo in vacanza, soli, il “patto” era sempre valido.
-Se è femmina mi piacerebbe Daisy oppure Reene..a te?- dissi voltandomi e guardandolo negli occhi.
-Mi piace Daisy! Oppure Amy..- mi guardò e con gli occhi lucidi continuò -Amy Styles.
-Ci sta bene, bisogna vedere se poi la madre sarò io..- dissi; era una frase senza alcun fine o scopo, non intendevo dire qualcosa di specifico, ma dato che stavamo parlando di bambini e neanche stavamo insieme in quel momento, le parole da me dette erano giuste.
-Quindi vorresti dire che magari ci lasceremo..- disse con sguardo preoccupato, ma subito dopo il suo cervello incominciò a dare qualche segno di vita facendolo ragionare -In un certo senso hai ragione.. non si sa mai cosa potrebbe succedere, se magari scopriamo di non essere fatti per stare insieme o qualcos'altro. Ma oggi, adesso, posso dirti che se tra di noi succedesse qualcosa non saprei cosa fare- andò per darmi un bacio, lo avrei voluto tanto, ma si fermò: si era ricordato che non doveva farlo e per il suo sforzo lo ringraziai con un sorriso, senza che dicessi niente.
-Sai cosa non ho mai fatto, l'amore nel bagno di un aereo!- gli diedi un colpo sulla spalla e sorrisi e lui continuò -Dovremmo provarci!- gliene diedi un altro di colpo, ma continuava a guardarmi con uno sguardo che mi convogliava a far pensieri positivi su tale idea, ma ero pur sempre la solita Nicole diligente.
-Harry, stai scherzando?- dissi dandogli, ancora, un'altra pacca sulla spalla.
-Hai finito di picchiami?- disse stando al mio gioco -e se faccio così..- con la punta della lingua si bagnò le labbra facendole diventare rosee e se le morse -l'idea di andare in quel bagno è più ammaliante, vero?- disse alzando un sopracciglio e fissandomi con sguardo sensuale.
-Si..!- dissi facendo un sospiro.
-Vero?- chiese esultante.
-No!- risposi facendogli capire che la mia precedente affermazione era solo ironia.


Mio spazio.
Salve, mi dispiace per avervi fatto aspettare così tanto tempo,
ma per continuare a pubblicare nuovi capitoli vorrei dei lettori.
Fatemi sapere cosa ne pensate e al prossimo capitolo c:
Giuliaxx

 

   
 
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