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Autore: fedec97    03/03/2013    2 recensioni
Dall'introduzione:
'Perché si comporta così quando è con il suo ‘amico’? Quando non è insieme al suo amico è simpatico, ma insieme sei fastidioso più di un temporale il sabato sera. [...] Lentamente arriviamo all’uscita…la porta è chiusa.
-CAZZO!- urliamo all’unisono.'
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jazmin, Marianella, Rama, Tacho, Thiago
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Ayúdame vos.

 

 

-tempo prima-
-Cogliona?- chiese una voce, anzi la voce più irritante che possa esserci sulla faccia della terra. Non risposi, non mi andava di sorbirmi altri insulti dopo la scenata dell’ora precedente. Thiago mi aveva fatto beccare dal prof. Léon mentre mandavo un messaggio. No dico, UN messaggio, quell’essere lo usava in continuazione il suo cellulare, super nuovo ovviamente, e l’unico momento in cui ho mandato un ‘ok’ alla mia migliore amica, Jazmin, il professore mi sequestra il cellulare. Bella giustizia. Continuai a prendere appunti di fisica non badando a lui, ma insisteva. -Cogliona.- ripeté. Non risposi neanche questa volta.
Il solito essere sbuffò e continuò a parlare –ascolta, neanche a me fa piacere parlarti quindi facciamo una cosa veloce: io parlo, tu ascolti e alla fine mi rispondi, ok? Ok.- esitò un attimo e riprese –mi serve il tuo aiuto. In questi ultimi tempi Jazmin mi diciamo…ecco...insomma…è carina, capisci che intendo? E vorrei una mano per stare una sera solo io e lei.- -Ferma, ferma, ferma, ritorna indietro, play: ti serve il mio aiuto in qualcosa? Questa è bella.- risi sottovoce, mi tenni la pancia per non soffocare, era esilarante giuro. I miei occhi lacrimavano, ma i suoi erano piuttosto seri. Smisi di ridere e gli diedi uno sguardo confuso, era serio? –Sono serio…- era serio. – per favore, aiutami.- mi supplicò. –Mmmh..ci devo pensare, sai perché dovrei aiutarti? Jazmin non merita uno come te.-
La campanella suonò e senza dargli il tempo di ribadire corsi via, per fortuna era l’ultima ora. Gli avrei detto di sì, purtroppo, però farlo stare un po’ sulle spine non gli faceva male. Per tutto il pomeriggio mi chiamò una decina di volte, non risposi, lasciò tipo cinque o sei messaggi in segreteria, non li ascoltai, mandò più di una cinquantina di messaggi, non sto esagerando eh, non li lessi. Ok, forse qualche messaggio l’ho letto ma ero troppo curiosa di sapere come cercava di convincermi. ‘ti pago quanto vuoi?’ oppure ‘non ti insulterò e non ti darò mai più fastidio.’ o ‘per favore, mi puoi aiutare solo tu, sei la mia ultima spiaggia’ alcuni rasentavano il massimo della pateticità. Però devo ringraziarlo almeno mi ha fatto ridere un po’,  in questo periodo non mi sento proprio bene, mi sento depressa, triste, scoraggiata, sola. Sembro Patty, quella con le treccine e l’apparecchio, che a ogni cazza di puntata piangeva. I miei pomeriggi erano vuoti e spenti, non facevo proprio niente, spesso mi sdraiavo sul letto e pensavo, ero capace di passare le ora a pensare, a farmi filmini mentali e inventare storie. Non sapevo perché mi sentivo così: non ero innamorata, agli insulti di Thiago ormai ci avevo fatto l’abitudine, non andavo male a scuola (come se potesse essere una grande preoccupazione.) e non avevo neanche il ciclo. Non riuscivo a darmi una spiegazione.

Il giorno seguente avrei dovuto dare una risposta all’ennesimo spasimante di Jaz.  Camminavo come al solito in disparte e da sola, l’ipod nelle orecchie e il nulla nella mia testa. Alzai un istante lo sguardo e vidi Thiago. Bell’inizio di giornata. Mi veniva in contro correndo con lo zaino che sbatteva a destra e a manca, più che un ragazzo sembrava un pinguino con la sclerosi multipla. Risi.
-perché ridi?- ma un ‘ciao, come stai?’ ti rovina l’esistenza? Sbuffai.
-vabbè, non mi interessa più di tanto. Non hai risposto a nessun messaggio o chiamata ho cominciato a temere che la tua risposta sarebbe stata negativa..-
-oh perché ieri mattina pensavi che avrei accettato così facilmente?-
-no, è che…- cominciò a farfugliare qualcosa, si mise una mano nei capelli spettinandoli e chise –allora mi aiuterai?- sussurai un impercettibile ‘sì’ 
-cosa?- urlò lui.
–Sì. OK? HO DETTO ESSE I. CONTENTO?-  questa volta fu lui che sussurro un ‘sì’ quasi inesistente.
Non parlammo più per tutto il resto della giornata scolastica, al suono dell’ultima campanella però la curiosità mi stava divorando, ero arrivata al limite. Volevo sapere come cavolo potevo essergli utile. 
Eravamo in corridoio, lo chiamai e tutti i ragazzi si girarono a fissarmi forse anche il diretto interessato ma non lo notai. Presi il cellulare e gli mandai velocemente un messaggio ‘vediamoci ora in palestra altrimenti non ti aiuto più.’ Sembravo una bambina di cinque anni ma non mi importava la curiosità mi massacrava ogni secondo.
Come mi aspettavo era già davanti alla porta della palestra quando arrivai, ci doveva proprio tenere a Jazmin. Lo salutai e lui con molta gentilezza mi rispose –che vuoi ora?- questa frase mi fece imbestialire –cristo santo. Non solo ti faccio un piacere mi devo pure subire un tono scocciato, bah- faccio per andarmene quando mi trattiene lo zaino e quasi non mi fa cadere con il culo a terra ‘sto coglione.
 –scusa, ma sai come sono fatto, che volevi sapere?-  ecco questo tono andava già meglio dell’altro.
-cosa dovrei fare per aiutarti?- dissi solo.
-stasera sei libera?- lo guardai confusa e annuii –e Jaz?- annuii ancora –bene, allora convincila a uscire, stasera alle otto al molo 21, io sarò li , ci incontreremo ‘casualmente’ e con una scusa te ne vai e ci lasci soli.- concluse con un sorriso idiota sul viso. Lo guardai incazzata –e cosa dovrei fare dopo? Tornare a casa da sola e senza un cazzoculominchiatette da fare?-
-ti do i soldi per una pizza?- sorrise cercando di convincermi, lo fulminai con lo sguardo. –okey, okey, scherzavo- alzò le mani in segno di difesa, rimase qualche istante in silenzio –porterò una mia amica, quella che uscii con noi tempo fa, ricordi? Ti stava simpatica mi sembra, così voi vi fate un giro e io sto con la mia nuova ragazza –sghigniazzò
-sai che anche se parlate e state da soli non è detto che vi mettiate insieme vero?- la sua risposta fu una risata. Dicono che chi capisce le donne è bravo, prendete uno come lui e poi ne riparliamo.
-ah stasera.- dissi e lo liquidai con un gesto della mano. Appena tornai a casa mandai un messaggio alla mia amica ‘stasera usciamo, 7 e 30 sotto casa tua, baby.’ di solito era lei che finiva i messaggi con ‘baby’ o ‘petiza’ ma oggi mi sentivo strana. Forse non sarebbe stata una giornata così male.

Avete presente quando ho detto che a volte mi distendevo sul letto e i miei pensieri si prendevano possesso di me? Bene quel pomeriggio era uno di quei momenti, altro che giornata diversa. Anzi, quel pomeriggio anche i miei pensieri mi sembravano così noiosi da farmi addormentare. Mi svegliò il cellulare, mi stava chiamando mia madre, quando è lei che mi disturba la suoneria è un suono d’allarme. Cercai in fretta di concludere la chiamata non amavo parlare con lei, mi ha lasciato qui a Buenos Aires con mia nonna per andare dal suo nuovo fidanzato a Rio. L’ennesimo fidanzato dopo papà. Spensi il cellulare ma prima diedi un occhiata all’ora. –CAZZOCULOMINCHIATETTE- urlai. Erano le sette e un quarto ed ero in condizioni pietose (peggio dei messaggi di quell’idiota..no, dai, non ero messa così male) tuta, capelli spettinati, c’era lo sciopero dei pullman, mia nonna era a una di quelle gite organizzate per vecchi quindi niente macchina, da casa mia a casa di Jaz ci voleva una quindicina di minuti e da casa sua al molo circa mezz’ora, se arrivavo tardi all’appuntamento con Thiago mi avrebbe ucciso, niente di che insomma.
In cinque minuti ero pronta, bè si fa per dire, ero decente almeno. Arrivai da Jaz con quasi dieci minuti di ritardo, l’afferrai in fretta e a passo svelto, molto svelto, ci avviammo al porto. –perché andiamo così veloce?-
-alle otto ci sono dei fuochi d’artificio mi hanno detto.- quando volevo sapevo mentire molto bene, sono un’attrice nata, tzè.
-e allora? Se arriviamo alle otto e due mica ci perdiamo tutto lo spettacolo? E poi fuochi d’artificio? Ad aprile?- se io ero brava a mentire Jaz non scherza con l’intuito.
-Hai ragione.- aveva ragione, che fretta avevo? Far aspettare Thiago non è poi così male, deve imparare ad essere paziente quel ragazzo, e poi gli facevo io un favore a lui e non il contrario. Mi calmai e rallentai il passo.
Alle otto e dieci eravamo davanti al molo 21 e quel coglione non c’era. –non ci sono i fuochi d’artificio?- ecco, neanche loro c’erano. Non c’era un cazzo, eravamo al buoi in mezzo al nulla, si sentiva solo il rumore del mare. Il mare. ‘click’ una lampadina si accese nel mio cervello. –Jaz, okey ti dico la verità, volevo venire un po’ qui per stare in pace con la mia migliore amica e se non inventavo una stronzata tu non saresti mai venuta..- feci la triste e abbassai la testa.
Jaz rise –non c’era bisogno di inventare una scusa così idiota per stare insieme- ecco perché era la mia migliore amica, credeva a tutto ciò che le dicevo. Scherzo eh.  –comunque non capisco ancora la tua fretta di arrivare qui..- pensa in fretta, cazzo. una scusa plausibile, dio aiutami se esisti, implorai in silenzio volgendo lo sguardo al cielo. Dio esiste sapete? Non mi mandò una scusa dall’alto ma un coglione e qualcun altro al suo fianco qui in basso.





EJAAAAAH!
zaaalve gente, come state?
scusate il tremendo ritardo, ma con la scuola ho pochissimo tempo libero figuriamoci per scriver e un capitolo.
Grazie per le recensioni, le visualizzazioni e a ' I am happy with you' per aver inserito la storia nelle seguite. OuO
Ora vi lascio che inizia un medico in famiglia tra poco asdfghj ** voi lo vedete?
fatemi sapere che ne pensate del capitolo e del mio modo di scrivere o anche se preferite i capitoli più lunghi o più corti (non pensate male eheh), thanks.ϟ
 

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