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Autore: swaggosauro    03/03/2013    10 recensioni
Ride. – Dai Ronnie, non posso esserti così antipatico!
- Invece si. Sei arrogante, credi che tutto giri intorno a te, sei falso, fai l’infame con me anche se non mi conosci mentre con le hostess sei tutto carino e coccoloso.
- Ca… Carino e coccoloso? – Dice lui in risposta e trattiene una risata. È insopportabile.
- Vedi? Di tutto ciò che ti ho detto non hai ascoltato una parola.
- Perché quello che hai detto non ha fondamenta! Mi conosci si e no da venti minuti.
- Beh, mi sono bastati.
- Non sai niente di me.
- Allora raccontami di te. Vediamo se riesci a farmi cambiare idea.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei mesi dopo
 
 
 - Quello è il mio posto.
Ho come la sensazione di aver già vissuto questa situazione.
Un deja-vù! dicono gli omini nella mia testa.
No, no. Ho come la sensazione di aver già vissuto questa situazione.
Gli omini stanno per obiettare, ma rinunciano e si ritirano in un angolo della mia testa.
- Quello è il mio posto - ripete la voce.
Apro gli occhi, curiosa e infastidita. Voglio dire, sto cercando di addormentarmi prima che questo maledetto aereo si stacchi da terra e uno sconosciuto viene a disturbarmi.
Incontro lo sguardo di Liam Payne.
Oh, non è uno sconosciuto.
- Che vuoi, Liam?
Dio, come sono gentile. Forse dovrei essere più crudele, in futuro.
- Sei seduta al mio posto, Ronnie - risponde lui e arrossisce.
Gli rubo il biglietto che tiene tra le mani e leggo. "Posto 23B". Sbuffo.
- Il tuo posto è dall'altra parte Liam, non mi scassare più le.. -
Mi giro e sul mio sedile leggo "23B".
Ah.
Payne sorride: - Che ti dicevo?
- Togliti quel sorrisetto ebete dalla faccia e siediti - borbotto alzandomi.
Lui ride.
Cosa diamine ride?
Neanche avessi raccontato una barzelletta.
Neanche avessi detto di quando ho bruciato la parrucca di zio Earl.
Neanche mi fossi infilata i capelli del naso.
Voglio dire, io sono seria. E questo ride.
Gli tiro uno schiaffo in testa.
Ahia - bofonchia lui. - Perchè devi essere cosí cattiva?
Alzo le spalle. - Tu sei stupido, io sono cattiva. Il mondo va cosí.
Liam sorride di nuovo.
Evito di commentare e gli dò le spalle.
- Signorina, devo chiederle di sedersi - dice una hostess passandomi di fianco. Annuisco e tiro fuori il mio biglietto.
"Posto 26B".
Oh. 
Scruto i sedili dell'aereo fino a trovare il mio. 26B, eccolo qua!
Mi accascio sul sedile, sospirando.
Ehi, sono vicina al finestrino. Bene. 
No. Non bene. Male.
Non voglio guardare mentre New York se ne va. Mentre io me ne vado da New York.
Sento il cuore accellerare. Devo smettere di pensare che sto tornando a casa prima di scoppiare a piangere.
Faccio per tirare fuori le cuffie dalla borsa quando una mano mi prende il mento facendomi girare.
Delle labbra morbide si posano sulle mie. Uot de fac?
Rompo subito quel contatto e tiro uno schiaffo al ragazzo che ha osato baciarmi. 
- Brutto maniaco depravato - grido - come ti permetti di ba.. - M'interrompo quando mi rendo conto di aver davanti a me il bellissimo viso di Harry.
Ach.
- Ciao anche a te, principessa - dice lui ridendo sotto i baffi.
Ma ridono tutti oggi? - Harry? 
- Si? - dice facendo comparire un meraviglioso sorriso.
- Va' a cantare.
Il suo sorriso si trasforma in una risata e si avvicina al mio viso. - Adesso posso baciarti o mi darai del "maniaco depravato"?  - sussurra.
Sorrido. - No, penso che ti chiameró "creatura disgustosa col moccio dal naso" o "cacca sorridente". Decidi te.
Ride e mi bacia.
Sono felice.
 
Le mie gambe sono cadute in coma.
Non vogliono saperne di alzarsi dal sedile dell'aereo.
- Dai, Ronnie, siamo a Milano adesso, dobbiamo andare - mi dice Harry in piedi nel corridoio vuoto.
Con grande, grandissima fatica mi alzo dal sedile e afferro il bagaglio che il mio ragazzo mi porge.
Scendiamo dall'aereo mano nella mano.
 
- Pronto?
Ronnie!
Sorrido come un'ebete mentre io e Harry aspettiamo al ritiro bagagli.
Ovvero: lui aspetta, io lo guardo aspettare.
- Ronnie! Stai bene? L'aereo è arrivato intero? Lí c'è il sole?
La voce di Joy si fa lontana mentre osservo Harry.
È in piedi con le braccia conserte e lo vedo di profilo.
Santissimi numi. È perfetto.
Sei viva? - urla la voce di Joyce dal cellulare, e una signora vicino a me mi guarda male. Probabilmente ha sentito.
- Non dovresti tenere il volume del cellulare cosí alto - borbotta guardandomi male.
- E lei non dovrebbe farsi gli affari degli altri. Sciò.
La signora sbarra gli occhi e si allontana borbottando qualcosa sul fatto che "i giovani d'oggi non sanno cosa sia l'educazione".
Boh.
- Tutto bene, Joy, io e Harry siamo al ritiro bagagli - dico nel cellulare.
Harry si gira e mi sorride.
Aaaaaah.
- Da voi come va?
- Metto il vivavoce, un secondo - borbotta lei. Frastuono di dieci secondi.
- Ecco - esclama la sua voce, più lontana rispetto a prima.
Ehi Ronnie! - urla la voce di Zayn e per poco non mi cade l'orecchio. 
- Kebabbaro, se non mi rompi il timpano mi fai un piacere - grido io in risposta. 
- Anche per me è un piacere sentirti!
- Zayn?
- Si?
- Va' a zappare i campi.
Zayn ride.
Finalmente le valigie cominciano a scorrere sul nastro.
- Allora? Come state? - chiedo sorridente.
- Bene - risponde Joy allegra. - Domani andiamo a Bradford, Zayn mi porta a conoscere la sua famiglia!
Rido, è bello sentirla felice. - Spero che non siano fuori di testa come lui - borbotto.
- Ti ho sentito! 
- Ach.
- E voi? - continua Joyce.
Sospiro. - Harry starà qualche giorno da me, a Milano, ma poi penso che..
Mi manca la voce. 
- Che dovrà tornare a Londra.
Guardo Harry, che ha avvistato la sua valigia. E mi chiedo come farò senza di lui.
- Capisco.. Mi dispiace.
Non dico niente.
- Ma per adesso non pensarci, goditi questi giorni con lui - dice Zayn.
- Oddio! - urlo.
- Che succede?!
Hai un cervello!
- Zitta tu - borbotta lui, ma lo sento ridere.
 
Harry chiude il bagagliaio dell'auto.
- Sei bravo a fare il facchino - gli dico mentre lui si posiziona sul sedile.
- Tu sei brava a fare il tacchino - ribatte lui guardandomi.
Gli tiro una gomitata. - Questa potevi risparmiartela - dico ridendo.
Mette in moto.
- Quindi mi porti a conoscere i tuoi genitori? - domanda.
- No, in realtà pensavo di portarti nella fattoria di famiglia, ti farò conoscere la mia capretta viola e la mucca di nome Gertrude, che ne pensi?
Si immobilizza e mi guarda sbarrando gli occhi.
- Hai una fattoria?
Santissimi numi. - A volte mi chiedo se sotto tutti quei ricci c'è un cervello.
Harry ride, e io muoio. 
Si avvicina col suo viso al mio. - Tanto lo so che mi ami.
Battito cardiaco: 30000.
Mi lascia un veloce bacio sulla guancia e poi si allontana ghignando.
Ingrana la marcia ed esce dal parcheggio.
- Hai sentito Joyce e Zayn? - chiede con lo sguardo sulla strada.
- Si, stanno bene, sono ancora vivi.
Harry ride silenziosamente.
- Ma perchè quando dico cose serie ridete tutti? - mi lamento.
Che mondo di pazzi.
- Tu non dici cose serie, amore.
Amore? Blblblblblbll. 
Sbuffo, e lui mi prende la mano.
- E Niall? 
- Mi ha scritto una mail, quel buzzurro non ha soldi per chiamarmi - rispondo.
Lo ammetto. Spero che Harry si ingelosisca. Giusto per vedere la sua reazione.
Il suo sorriso scompare.
Ah-ah!
- Oh - dice solo, continuando a tenere lo sguardo sulla strada.
Svolta a destra.
- Non sarai mica geloso? - sussurro sorridendo.
Ah, come mi diverto.
- Io? No.
- Tu? Decisamente.
- Non è vero.
- Guarda che puoi dirmelo!
- Ma non sono geloso!
- Harry.
- Tu sei mia, è ovvio che sono geloso.
Battito cardiaco: inesistente.
Lui si gira velocemente verso di me e sorride.
- Cos'ha detto nella mail? - chiede.
Gli stringo di più la mano. - Non so se leggertela, potrebbero esserci scritte cose compromettenti - dico passandomi la lingua sul labbro superiore.
- Leggi quella mail o ti lascio a piedi.
Oddio. - Subito, capo.
Harry ride. Com'è.. uau.
 
"Scommetto che da quando sei arrivata a Milano mi hai insultato almeno una volta"
Tecnicamente non siamo ancora a Milano ma in periferia, per cui non vale.
"ma va bene cosí. Come stai? E come sta Harry? Mi manchi tanto. Avrei voluto chiamarti ma non avevo soldi. Lo so, sono un buzzurro. Peró ti scrivo qua, accontentati lol"
E va bene, Niall.
"Sono in Irlanda, dalla mia famiglia. Un giorno voglio portarti qua -e se Harry non vuole che tu resti da sola con me può venire anche lui-"
Harry ride a sentire queste parole. 
- Bravo Niall.
"Però devi vederla. È stupenda. Non ha niente a che vedere con New York, però..! L'altro giorno ho conosciuto una ragazza"
- Bum! - urla Harry, e per poco non mi viene un infarto. - Facciamo in modo che s'innamori di lei, cosí tu resterai tutta per me.
Il mio ragazzo è un poco cretino, ma anche tanto dolce.
", si chiama Silvy. È simpatica, per il momento siamo amici. Abita vicino a casa mia, per cui ci vediamo spesso.
Appena quel folletto" tipica espressione irlandese "di mio papà mi farà una sacrisantissima ricarica al cellulare ti chiamerò. 
Ah, Alcott sta bene, alcuni dicono di averlo visto uscire con una donna!"
A momenti soffoco dalle risate. 
Il mio piccolo Alcott cresce.
"Non ho capito una cosa, ma tu ed Harry cosa farete? Lui tornerà a Londra?
Ciao Ronnie, ci sentiamo presto, scrivimi babbana!"
Finisco di leggere la mail e metto via il cellualare, risponderò più tardi.
Guardo Harry, che con una mano stringe ancora la mia. Sta sorridendo.
- Ora - dice - dobbiamo solo farli sposare. Tuttavia Niall è un bravo ragazzo, lo ammetto.
Non dico nulla, sto pensando.
Lui mi lancia uno sguardo preoccupato. - Che succede? - chiede.
Osservo il paesaggio che scorre fuori dal finestrino. - Stavo pensando alla sua ultima domanda - rispondo flebilmente.
"Ma tu ed Harry cosa farete?"
Harry sta in silenzio.
- Vedi.. - dice lui, e sospira. - Pensavo di dirtelo più tardi ma forse lo farò adesso..
Alzo un sopracciglio, voltandomi verso di lui. - Cos'hai combinato? - chiedo con un sorriso.
Lui sorride, guardando la strada davanti a sè. - Può darsi che io abbia - si schiarisce la voce - trovato il modo di farti venire a Londra con me fino alla fine dell'estate.. Che ne pensi?
Sono senza parole.
L'auto si ferma e Harry si gira verso di me con un sorrisetto in volto e le fossette sulle guance.
- Ho parlato con i tuoi genitori e hanno acconsentito, a patto che tu li chiami ogni giorno - continua poi aprendo la portiera. Esce dall'auto, mentre io rimango paralizzata nella mia posizione. 
Harry fa il giro della macchina e mi apre la portiera. Mi volto lentamente verso di lui e continuo a fissarlo con gli occhi spalancati.
Mi slaccia la cintura mentre parla. - Ma ovviamente se.. non vuoi capisco.. - borbotta con la voce più bassa di due ottave.
Se..? 
Scherza?
- Io.. NON CI CREDO, ODDIO HARRY - urlo con tutto il fiato che ho in gola e gli salto al collo, abbracciandolo.
Gli dò un bacio sulle labbra, più felice che mai.
Io non ci credo. Sul serio.
Oddio.
Tra poco piango per la felicità.
- Ti amo - sussurro tra un bacio e l'altro.
Lui sorride e mi accarezza la testa.
- Non sono un cane, Harry.
Ridiamo e mi bacia.
- Ti amo anch'io.












Ho gli occhi umidi a pensare che questo era l'ultimo capitolo.
E il cuore a mille.
E non so. Mi sento strana. Forse è per via della stanchezza, forse perchè domani è lunedì..
Forse è perchè loro mi mancheranno..
Mi mancherà scrivere di Ronnie, di Harry, Niall, Joyce, Zayn, perfino di Alcott.
Santissimi numi.
Non piangere.
Non so cosa scrivere. Non voglio che finisca. Cioè, probabilmente voi volete che finisca ("la seccatrice se ne va, alleluja!") ma a me dispiace. 
Ma Harry e Ronnie stanno bene. Si amano e sono insieme. E anche gli altri stanno bene.
Per cui starò bene anche io.

Grazie a tutte voi che avete recensito la storia, a voi che l'avete letta in silenzio e mi avete sopportata.
Grazie di cuore. Davvero. Vi voglio tanto bene.
Se volete parlare io ci sono lollino. 
Grazie a voi, a Harry, a Ronnie, a tutti quanti.
  
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