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Autore: Billie_Jean    03/03/2013    2 recensioni
Harriet lo sapeva, che non avrebbe dovuto lasciarsi convincere da Niall a fare quei provini da cheerleader. Ma cercava un modo per fare colpo sul capitano della squadra di calcio e quella era sembrata una buona idea, a suo tempo.
Scritta per la Au!Fest del #TheGays. Prompt: Gender Bender/High School!AU
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Scritta di getto perchè adoravo il prompt. Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate! :)

A Harriet, Louis era piaciuto dalla prima volta che lo aveva visto. Il che era senz’altro un controsenso, perché la prima volta che aveva incontrato Louis Tomlinson, era stata anche la prima volta che aveva fatto una figuraccia in pubblico; una di quelle che ti rimangono così impresse nella memoria che, anche a due anni di distanza, Harriet sentiva le guance scaldarsi al solo pensiero.

Fu per questo che si voltò verso Niall, il volto una maschera di panico e gli occhi spalancati.

-Non posso farlo, Ni- mugolò, prossima alle lacrime –Mi renderò di nuovo ridicola e Louis si ricorderà di me come della foca vestita da cheerleader che dà spettacolo al circo, riderà fino alle lacrime e a me non resterà che trasferirmi in Siberia fino alla fine dei miei giorni!-

Per tutta risposta Niall sbuffò, sistemandosi la coda di cavallo e lanciando all’amica un’occhiata obliqua.

-Almeno potrai dire di averlo fatto ridere- argomentò, e Harriet esplose in un gemito disperato –E poi non farai una figuraccia, ti sei esercitata un sacco quest’estate; vedrai che andrà alla grande-

Harriet si morse un labbro e abbassò lo sguardo, poco convinta. È vero, pensò mentre si accarezzava distrattamente la gamba con il pon-pon bianconero, seduta sulla panchina degli spogliatoi; si era davvero esercitata per fare bella figura ai provini da cheerleader: aveva passato un sacco di tempo a provare con Niall, ma nonostante tutto il suo impegno era spesso fuori tempo, non aveva ritmo, era scoordinata.

Si era lasciata convincere dalla sua migliore amica a partecipare con lei, al solo scopo di impressionare Louis, che avrebbe assistito con il resto della squadra di calcio; ma ora che era ad un passo dalla prova, non se la sentiva affatto.

La porta dello spogliatoio si aprì, ed Eleanor Calder, stretta in una divisa cortissima che metteva in mostra le sue lunghe gambe magre si affacciò, schiarendosi la gola, prima di annunciare, con tono altezzoso:

-Stiamo iniziando le audizioni e siamo già in ritardo, perciò se avete intenzione di partecipare vi conviene entrare in palestra subito-.

Eleanor voltò i tacchi e la porta si richiuse alle sue spalle; Harriet si alzò su gambe di gelatina, certa che avrebbe vomitato prima ancora che arrivasse il suo turno. Ci si metteva anche la Calder, come se non fosse stato abbastanza dover ballare davanti a Louis; lei e le sue smorfie da reginetta, le sue gambe da modella e il suo più che noto interesse per il capitano della squadra di calcio.

Harriet sentì una mano stringersi attorno alla sua e alzò lo sguardo, stiracchiando le labbra in quello che doveva essere una risposta al sorriso incoraggiante di Niall. Sapere che almeno qualcuno credeva in lei era rassicurante – anche se probabilmente Niall lo faceva solo perché non voleva presentarsi ai provini da sola. (Questa era una bugia, perché Niall era una buona amica e Harriet lo sapeva.)

Le due ragazze aprirono la porta dello spogliatoio ed entrarono nella palestra, gremita di studenti: ragazze che facevano stretching davanti a ragazzi che fissavano i loro fondoschiena come fossero il Santo Graal; l’intera squadra di calcio sugli spalti e una serie di ragazzine ridacchianti sedute qualche gradinata sopra, che additavano i giocatori senza neppure preoccuparsi di sembrare discrete.

Gli occhi di Harriet cercarono subito Louis, e lo trovarono seduto sulla gradinata più bassa degli spalti, le braccia allungate davanti a sé con i gomiti poggiati sulla balaustra e il capo reclinato mentre rideva forte ad una battuta di qualche compagno di squadra. Era così bello quando rideva, pensò Harriet, arrossendo immediatamente e distogliendo lo sguardo.

Niall la stava trascinando verso il lato destro della palestra, dove le aspiranti cheerleaders si stavano radunando, a poca distanza dal lungo tavolo al quale sedevano le veterane, incaricate di selezionare le nuove reclute per la squadra. Harriet si lasciò cadere seduta su uno dei materassini blu addossati alle pareti, cercando di calmare il battito impazzito del suo cuore e la folle danza delle sue viscere, che non la smettevano di attorcigliarsi nel suo stomaco.

Da lì vedeva perfettamente Louis, che a sua volta aveva una visuale perfetta del campo dove lei stessa si sarebbe esibita a breve; fissò lo sguardo sul volto del ragazzo, che chiacchierava tranquillo con i suoi amici, e deglutì. Non ce l’avrebbe mai fatta, ne era certa.

Una gomitata di Niall richiamò la sua attenzione e Harry si concentrò sulla Calder, che si era alzata al centro della palestra e si era schiarita rumorosamente la gola, attirando su se stessa l’interesse di tutti.

-Chiameremo i nomi uno ad uno, e ognuna di voi avrà a disposizione due minuti di coreografia; noi prenderemo appunti e decideremo alla fine chi verrà preso in squadra e chi no- scrutò le ragazze con un sorriso che sembrava più una smorfia di cattiveria –Buona fortuna- aggiunse.

Harriet chiuse gli occhi. Ne avrebbe avuto bisogno.


***


Un’ora, diciotto provini e trentasei pon-pon dopo, Harriet avrebbe voluto essere inghiottita dal parquet della palestra e sparire nelle viscere della Terra per non tornare mai più.

Non era andata male, no; era stato il momento più imbarazzante della sua vita fino a quel momento, e dire che ne aveva passati tanti. Aveva iniziato la coreografia niente male, era perfino a tempo con la musica e non aveva sbagliato più di due passi; si era concessa un attimo di godimento per la piega che sembrava prendere la situazione – forse avrebbe potuto davvero farcela – quando era successo l’inevitabile: un laccio lento della sua scarpa si era infilato sotto la suola e l’aveva fatta inciampare, facendole fare un volo spettacolare all’indietro.

Il boato di risate era scoppiato prima ancora che il suo sedere toccasse terra; quando poi uno dei pon pon che aveva gettato in aria durante la caduta le atterrò in testa, fu il colmo: anche chi di primo acchito si era mostrato preoccupato si era unito alle risate, e Harriet era rimasta immobile per qualche secondo, strizzando le palpebre per impedirsi di scoppiare a piangere davanti a tutti, prima di alzarsi, raccattare i suoi pon pon e tornare a sedersi, il viso sepolto tra le ginocchia.

Il “grazie” beffardo della Calder le risuonò nelle orecchie per tutta la durata dei restanti provini, chiudendo fuoril’incessante raffica di consolazioni di Niall.

Avevano appena finito di annunciare i nomi delle nove fortunate che erano entrate in squadra; senza nessuna sorpresa, Niall era stata presa senza esitazioni, e di Harriet non c’era neanche da parlarne; ora, la massa di studenti stava lentamente uscendo dalla palestra e facendosi strada verso gli spogliatoi, ma lei era rimasta indietro, non aveva nessuna voglia di sentirsi ridere in faccia da qualcuno che l’avrebbe riconosciuta come la più maldestra studentessa della Newton Academy di Holmes Chapel.

-Non buttarti giù, Haz- tentò ancora di rassicurarla Niall, che stringeva tra le mani la sua divisa nuova di zecca –Stasera se ne saranno già tutti dimenticati, vedrai-

Harriet annuì automaticamente, lo sguardo fisso su un punto imprecisato del parquet. Era vero, probabilmente; finché lei rimaneva una sconosciuta se ne sarebbero dimenticati, Louis compreso; e lei non avrebbe più potuto parlare con lui senza che l’episodio tornasse fuori, fresco ed imbarazzante come mai prima.

-Non ti preoccupare, Ni- mormorò, cercando di rassicurare l’amica –Ci passerò sopra, prima o poi. Tanto non avevo comunque nessuna chance- aggiunse affranta, gli occhi nuovamente lucidi e la voce prossima alla rottura.

-Non dire così- replicò Niall, dispiaciuta –Potresti…- ma interruppe la frase a metà ed Harriet alzò lo sguardo perplessa, per vedere l’amica sgranare gli occhi e spalancare la bocca. Niall le gettò un’occhiata indecifrabile ed esclamò, la voce insolitamente acuta: -Beh, io devo andare Harriet. Ci vediamo domani!-

Niall corse via e Harriet rimase impalata come uno stoccafisso, senza capire che cosa fosse appena successo. Pochi secondi dopo però, una voce alle sue spalle le fece quasi prendere un colpo.

-Hey- disse la voce –Harriet, giusto?-

La ragazza si voltò con il cuore in gola. Davanti a lei stava Louis Tomlinson, pantaloncini da calcio, magnetici occhi azzurri, barbetta e tutto il resto; e lei si rese conto troppo tardi di avere l’espressione rimbambita di un pesce lesso.

-Sì- rispose, con un filo di voce –Sono io-

Louis le sorrise, e Harriet poté giurare che ogni singolo neurone del suo cervello fosse andato in cortocircuito, al solo vedere quei denti bianchi scoperti per lei.

-Hai fatto un bel volo, prima- le disse il ragazzo, senza traccia di scherno nella voce –Va tutto bene?-

Louis Tomlinson si era preoccupato per lei. Louis Tomlinson non stava ridendo di lei. Louis Tomlinson stava sorridendo a lei. La Terra girava al contrario.

-Niente di rotto- Harriet sentì la sua voce rispondere per lei –Ma non credo che mi farò più vedere in pubblico, dopo questa scena-

Louis sorrise compassionevole e scosse il capo, divertito.

-Cosa vuoi che sia- disse, con un gesto noncurante della mano –Io sono caduto un milione di volte e nessuno mi ha ancora ridicolizzato. Credo- aggiunse, improvvisamente dubbioso.

Harriet rise, toccata dal fatto che lui si stesse impegnando per tirarle su il morale. Louis la guardò con uno scintillio di compiacimento negli occhi e si fece più vicino; Harriet poteva vedere il neo che aveva sul mento, nascosto dalla barbetta leggera.

-Comunuqe- continuò il ragazzo, fissandola dritta negli occhi –Mi chiedevo se avessi da fare, oggi, o se avessi tempo per un caffè al bar. O una cioccolata, sai, per tirarti un po’ su il morale-

C’era qualcosa di incredibilmente dolce nello sguardo speranzoso che Louis le rivolgeva, e Harriet scoprì che, quando la guardava così, si sentiva leggera come una farfalla.

-Certo- disse, aprendo le labbra in un sorriso –Per tirarmi su-.
   
 
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