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Autore: Fire Gloove    03/03/2013    1 recensioni
Jacopo, alle medie, era il ragazzo più popolare della scuola.
Lucio il più sfigato.
Alle superiori si ritrovano compagni di banco.
Si attraggono, poi diventano amici. E poi?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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 VENDETTE E VECCHIETTE (J)

 

Mi rilasso sulla sedia, riprendo la matita e riinizio a prendere appunti, un ghignetto ancora sulla faccia. Certo, concentrarmi sulla lezione non è esattamente la cosa più facile del mondo, visto che le espressioni di Lucio hanno avuto un discreto impatto sul mio amichetto giù ai piani bassi.

Fortunatamente, la campanella suona dopo pochi minuti, e io mi dirigo alla ricerca del mio adorabile ragazzo.

Fermi tutti. Cosa ho appena pensato?!? Argh.

Incrocio Lucio sulla porta del bagno.

Ha il viso rosso, il respiro leggermente ansante e ho come l’impressione che faccia fatica a guardarmi in faccia. Sembra quasi si vergogni di qualcosa…

Fermi tutti… non può aver passato gli ultimi minuti a… a… in bagno a… Oh  Dei, questo piccoletto è un pervertito.

Finalmente mi guarda in faccia, con un sorriso inconsapevolmente carico di malizia sulle labbra sottili.

-Jaco, sai, la tua condotta non è stata delle più esemplari…-

-Uh, dici? Sono stato un bambino cattivo? Hai intenzione di punirmi?- rispondo ghignando.

Lui avvampa, eppure non abbassa lo sguardo.

-Forse te lo meriteresti, sai?- si passa la lingua sulle labbra, lentamente, e mi appoggia una mano sul petto. Siamo relativamente nascosti alla vista di chiunque, quindi quando mi spinge contro un muro non mi preoccupo troppo.

Anche se… da quand’è che è diventato così intraprendente? A quanto pare avere gli ormoni in subbuglio gli fa bene.

Mi si struscia contro, alza il viso per schioccarmi un bacetto sulle labbra e si allontana, riportando la situazione a una pseudo normalità.

-Allora, oggi pomeriggio dove mi porti?-

-Vedrai. Ma credo che il posto ti piacerà parecchio.-

Detto questo, veniamo letteralmente rintronati dalla campanella. Ma come, l’intervallo è già finito?

Il resto della giornata scorre in modo fastidiosamente noioso, ma alla fine l’ultima ora termina e siamo liberi di andarcene.

Io e Lucio ci dirigiamo verso la pensilina dell’autobus.

La giornata è fredda, d’altronde ormai siamo alla fine di novembre, ma c’è un bel sole, quindi non mi lamento.

Mentre aspettiamo, guardo Lucio.

E’ incredibile la quantità di cose porno che mi vengono in mente quando lo guardo, davvero.

Se venisse fuori che ha doti telepatiche sarei letteralmente fottuto.

La fastidiosa musichetta della suoneria del mio un cellulare distoglie la mia attenzione da lui.

-Pronto?-

-Jaco!-

-Scusa ma… non ho capito chi parla…-

-Due parole: aprile, Firenze.-

-Oddio, Micheal?-

-Proprio io!-

-Oh, ehi! Come mai mi chiami?-

-Mia madre doveva venire su a Torino per lavoro, e visto che scuola è chiusa per dei problemi alla caldaia sono venuto su con lei.-

-Dai, non ci credo! Senti, in che albergo stai?-

-Boh.. mi sembra si chiami Hotel Savoia… è in centro, comunque.-

-Uh, sì, lo conosco! Senti, oggi sono impegnato, ma domani pomeriggio ci vediamo per fare due tiri a canestro con Dario?-

-Sì, dai, con piacere!-

-Allora ti mando un messaggio domani!-

-A domani, ciao!-

-Ciao!-

Lucio mi guarda interrogativo, io gli sorrido.

-Era un ragazzo che ho conosciuto la scorsa primavera ad aprile ad una partita di basket. Si chiama Micheal, è molto simpatico… anche se, è un po’ omofobo…-

Lucio fa una smorfia.

-Eddai, tanto mica te lo devo presentare, no?-

-Uhmm, no, hai ragione. Ma gli omofobi mi urtano.-

-Anche a me, ma temo che ci tocchi sopportarli.-

Lui scuote le spalle sconsolato, mentre l’autobus finalmente arriva.

Saliamo e ci piazziamo su un sedile libero, gli zaini ai nostri piedi e Lucio seduto sulle mie ginocchia, la schiena che aderisce al mio petto.

Un paio di vecchiette ci guardano malissimo, e io decido che se proprio devono guardarci male, allora tanto vale dar loro un motivo.

Faccio scivolare la mano sul cavallo dei pantaloni di Lu e sfrego piano.

Lui si irrigidisce e mi da una gomitata nelle costole, ma io non desisto, prendendo a mordicchiargli il collo, che è perfettamente alla mia portata.

-Jaco, che cazzo fai?!?-

-Do qualcosa da guardare a quelle arcigne vecchiette laggiù, no?-

-Piantala, dai, o qui si rischia una gigantesca figura di merda!-

-Ih, che palle…. Ok, ok, la smetto. Però solo se mi dai un bacio!-

Lui arrossise un po’, ma si gira verso di me e appoggia le labbra sulle mie. Io gli spingo la lingua in bocca, e lo sento stringere forte la mia maglietta.

E… no, dai… non è possibile, la seconda erezione indesiderata da gestire in meno di sei ore!

Respiro a fondo, staccandomi Lucio di dosso.

-Che hai?-

Sulla faccia ha un’espressione confusa.

-Nulla… solo… un problemino ai piani bassi.-

Ghigna.

-Mi sembra la giusta vendetta per sta mattina!-

Poi mi si siede a cavalcioni sulle gambe e si china in avanti, per sussurrarmi all’orecchio.

-Chiudi gli occhi, Jaco. Immagina di essere in camera tua.

Siamo seduti sulla poltrona nell’angolo, io sono in boxer, tu a torso nudo. Ti passo piano le mani sulla schiena. Sono un po’ fredde, e tu rabbrividisci appena.  Scendo dalle tue gambe e mi inginocchio ai tuoi piedi, ti abbasso piano la zip dei jeans. Tu hai il cazzo durissimo, d’altronde ormai è un po’ che vado avanti a stuzzicarti, e non vedi l’ora che io concluda. Appoggio le labbra sulla stoffa dei tuoi boxer neri e lecco, con la lingua piatta. Tu gemi, e mi affondi le mani tra i capelli…-

Io sono sconvolto. Dove diamine è finito il timido e casto piccolo Lucio?

La sua voce leggermente roca, unita alle vibrazioni dell’autobus, mi sta facendo perdere la testa.

-Lu, ti prego, ba… basta. Se continui così mi vengo nei pantaloni.-

Gli dico con voce spezzata.

Lui sorride, staccandosi da me.

-Ok, ma ora con l’amichetto dei piani bassi te la vedi da solo.-

Mi si struscia contro un’ultima volta e poi mi scende dalle ginocchia.

Io reprimo un gemito di frustrazione all’idea di non poterlo scopare selvaggiamente qui e ora, poi un sorrisetto mi spunta sulle labbra. Mi giro, ma le vecchiette non ci sono più. Probabilmente il nostro spettacolino le ha fatte sentire male, penso con un ghigno.

 

 

 

 

Note dell’autrice (?): lo so, LO SO, il ritardo è imperdonabile. Però il capitolo non è male, no?

Narvinye, amica mia, sei ancora viva?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
   
 
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