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Autore: Amarant    20/09/2007    2 recensioni
"Passai per caso di fronte allo specchio e rimasi sconvolto di fronte a quella visione. Avevo perso il colorito umano. Ero pallido come un cadavere se escludiamo gli occhi che luccicavano di un rosso rubino. Ciò creava un grosso contrasto con le ali che si erano ulteriormente scurite.Il volto scarno e gli arti più slanciati poi mi facevano sembrare davvero uno zombie o qualcosa di simile."
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il tempo sembrava essersi fermato

Il tempo sembrava essersi fermato. Ero sotto casa sua da soli 5 minuti e pareva una vera e propria eternità. Non mi ero mai sentito così. Però, pensandoci, era normale. Quello era un giorno particolare. Avrei dovuto dirgli tutto. Nessuno sapeva del mio piccolo segreto. Proprio nessuno. L’avrei detto solo a lei. Anche perché lei era l’unica persona che volevo accanto. Tutti coloro che costituivano il mio mondo, cioè tutte le persone legate a quel maledetto inferno (cioè il mio orfanotrofio) non mi stavano a cuore perché io non stavo a cuore a loro. Non ero altro che un altro bambino da sistemare in qualche casa famiglia. Invece lei teneva davvero a me.

Finalmente la porta di casa sua si apre e la vedo uscire. Non so quanto tempo ho aspettato ma mi è sembrato non passare mai. Eppure dopo averla salutata e abbracciata tutte le inquietudini di qualche secondo fa sembravano scomparse.

-Ciao piccola-

-Ciao amore!-

Il suo tono era sempre allegro e solare e le sue labbra sempre morbide e calde. Erano come una droga. Non ne potevo fare a meno.

-Come siamo impetuosi oggi!-

-Eh…lo so scusami-

Arrossii. In effetti quel giorno ero tesissimo. Chissà come avrebbe reagito.

-Allora? Che sorpresa devi farmi?-

-Sali in macchina e vedrai…-

-Ok-

Mi fece un sorriso e salì in macchina. Partii e mi incamminai verso la mia meta. Dopo aver lasciato la città alle nostre spalle la strada cominciò a farsi ghiaiosa. Segno che andavamo verso le montagne.

-Ci vuole ancora molto?-

-Naaaah-

-Ancora un po’-

Le curve della strada di montagna si facevano sempre più strette ed arrivati ad un certo punto dovetti fermare la macchina per proseguire a piedi. Io andavo avanti e lei mi seguiva. Camminammo all’incirca per 20 minuti e proprio quando lei stava per spazientirsi arrivammo dove volevo. Eravamo alla cima. Si poteva vedere tutto da lì. La città e le campagne sparse li attorno. Era un paesaggio bellissimo.

-Wow! E’ stupendo da qui-

-Speravo ti piacesse-

-E’ meraviglioso amore!-

-Mi fa piacere-

E di sorpresa mi baciò. Mi sentivo in estasi…Ma mi ricordai del mio scopo principale.

-Ehi piccola non è finita qui-

-Ah si?-

-Però ho paura…Promettimi che non scapperai…-

Lei mi fece una faccia molto strana. Nessno sapeva del mio segreto quindi non avevo idea di come avrebbe reagito e avevo paura potesse intimorirsi. Mi rispose con tono interrogativo e tentennante

-Ok…Non scapperò-

Il suo sguardo mi studiava.

Mi tolsi la maglietta e lei cominciò a guardarmi ancora peggio.

-Ehi…Non sarà mica che tu vuoi…-

Diventai rossissimo

-No! Cosa hai capito…Non c’entra niente. L’ho dovuta togliere per non romperla-

Poi chiusi gli occhi e mi concentrai. Sentii la solita ma sempre estasiante sensazione di calore e mitezza che mi generava quell’evento. E sulle mie spalle due ali candide e piumate apparvero. Riaprii gli occhi e aspettai la sua reazione. Ma lei non parlava. Dopo alcuni interminabili secondi in cui temevo sarebbe scappata inorridita lei si avvicinò e mi chiese

-Posso toccarle?-

La tensione in me era alle stelle e quindi incespicavo anche sulle parole

-No…Cioè si certo…fai pure-

Lei non perse tempo e cominciò dapprima a sfiorarle e poi a tastarle.

-Come sono morbide…-

Ci poggiò sopra la testa e cominciò ad accarezzarle.

Dopo un po’ smise e mi disse con il tono gentile al quale non sapevo resistere

-Perché non me lo hai mai detto?-

-Avevo paura…-

-Di cosa?-

-Che scappassi…-

-E perché? Sono stupende!-

-Davvero ti piacciono?-

-Si!!!-

L’abbracciai e la strinsi a me ma subito lei mi scostò

-Ahi! Stringi troppo forte!-

Mi feci di nuovo rosso

-Scusami…Quando mi spuntano divento anche più forte-

-Ah davvero?-

-Si-

-Posso farti una domanda?-

-Certo-

-Ma puoi volare con quelle?-

-Si…-

Le si fecero gli occhi lucidi.

L’abbracciai delicatamente e le chiesi con tono gentile e premuroso

-Cosa c’è piccola?-

-Sin da bambina ho sempre avuto il sogno di poter volare…E in questo momento non sai quanto ti invidio…-

-Chiudi gli occhi allora…-

Lei lo fece e io la presi in braccio e subito dopo spiccai il volo. Si aggrappò subito a me gridando

-AIUTO! COSA FAI???-

-Sta calma…Non ti lascio…-

Ci mise almeno 20 minuti per tranquillizzarsi mentre rimanevo ondeggiante nell’aria ad una decina di metri di altezza. Teneva gli occhi chiusi per la paura. Quindi mi decisi a parlare

-Prima mi dici che il tuo più grande sogno è volare e poi fai così? Sta tranquilla e fidati di me…Su apri gli occhi-

-Starò tranquilla quando sarò a terra!!-

-Dai su non fare la bambina!-

-Bambina!?!? Sono qui sospesa a non so quanti metri d’altezza e tu mi dici di non fare la bambina?-

-Vabbè fai come vuoi tanto non scendiamo se non apri prima gli occhi-

E come un bimbo terrorizzato lei spalancò prima l’occhio destro e poi il sinistro.

Rimase estasiata dalla visione.

Non aveva parole.

-Visto?-

-Avevi ragione…-

E con quella gentilezza e quella tenerezza che solo lei aveva mi sfiorò le labbra. Una volta, due e poi smisi di contarle. Il bacio diventò pian piano sempre più appassionato. Sentivo il suo sapore e il suo odore. Erano inconfondibili. Sarà stata l’atmosfera ma quel bacio sembrava non finire mai. Mi sentivo in paradiso. E quando le mi labbra si staccarono dalle sue lei mi disse

-Ti amo-

Le risposi

-Anche io…-

Quelle parole risuonavano in me e mi facevano sciogliere il cuore. Sentivo una marea di emozioni. Avevo la testa fra le nuvole

-Ora però posso scendere?-

-Adesso si…-

Scendemmo a terra e lei mi disse

-Però la prossima volta mi riporti di nuovo li in alto?-

-Certo!-

Ero entusiasta del fatto che a lei fossero piaciute le mie ali.

-Ho un certo languorino, tu?-

In effetti la fame cominciava a farsi sentire

-Si. Prendiamo il pranzo-

Sistemammo il telo da pic nic e pranzammo sull’erba.

E dopo pranzo trascorremmo l’intero pomeriggio a coccolarci a vicenda. Il tempo trascorse fin troppo velocemente e mentre il sole tramontava io dissi è ora. Dobbiamo andare che si sta facendo tardi.

-Ok. Va bene-

Ci sistemammo in macchina e partimmo per il ritorno…

  
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