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Autore: Zoe43    04/03/2013    1 recensioni
-Ma perchè le mie opinioni, i miei desideri non contano mai?!?- mi ribellai. Cercai di mantenere un tono di voce moderato, non volevo infastidirlo troppo.
 
Paul si massaggiò le tempie con due dita e si strofinò il viso con una mano. Chissà a cosa pensava in quel momento: probabilmente si stava dando dell'idiota per aver deciso di fare da tutore ad uno come me. Non facevo altro che creare problemi. Come non biasimarlo.
 
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hola a tutti:)) volevo solo ringraziarvi per il vostro supporto, per tutti i complimenti e per le recensioni! Grazie mille, apprezzo molto il fatto che non mi abbiate abbandonato nemmeno dopo quell'abissale ritardo nel postare i capitoli <3 grazie grazie e grazie, buona lettura.xx
 
 
 
 
 
 
Spalancai di getto la porta di casa e la sigaretta che stringevo tra le labbra mi cadde a terra alla vista di due enormi occhi azzurri colmi di lacrime.
-Louis.- dissi sbalordito poggiandogli una mano sulla spalla. Lui abbassò lo sguardo e qualche lacrima precipitò giù, fino a bagnargli la punta delle scarpe. Le sciugò in fretta con due dita e poi tirò su con il naso.
-Cos'è successo?- domandai carezzandogli i capelli alla base della nuca.
-C'è qualcuno in casa?- chiese con la voce rotta dal pianto e il petto che veniva scosso da forti singhiozzi.
-No, solo io.-
-Posso entrare?- i suoi occhi umidi si posarono sui miei e dovetti distogliere lo sguardo per riuscire a non scoppiare in lacrime.
-Ma certo.- mormorai scostandomi dalla porta per farlo passare. Attraverso la soglia e andò a gettarsi sul divano, coprendosi il viso con le mani. Mi sedetti accanto a lui e gli circondai le spalle con un braccio. Sapevo benissimo che Louis si chiudeva in se stesso quando le emozioni che provava erano troppo forti per lui, perciò attesi in silenzio offrendogli solamente la mia presenza.
Il suo viso ruotò piano verso il mio e i nostri occhi si trovarono a pochi millimetri di distanza. Louis sorrise debolmente, di un sorriso amaro, quasi rassegnato e triste, terribilmente triste. Allungò una mano e la poggiò sulla mia guancia, disegnando cerchi concentrici sulla mia pelle ruvida con il pollice. Le sue labbra sottili si dischiusero e cominciò a respirare più velocemente con la bocca: il suo repiro di caramelle all'arancia s'insinuò nelle mie narici ed io respirai a pieni polmoni. 
L'intensità del suo sguardo era tale che mi provocava la tachicardia ed aveva un effeto a dir poco ipnotico su di me. Chissà se avevo lo stesso effetto su tutti gli altri comuni mortali.
-Va meglio?- sussurrai. Lui annuì e avvicinò ancora di più il suo viso al mio. Sfiorò ripetutamente le mie labbrra con le sue inumidendole talvolta con la punta della lingua.
-Louis..- bisbigliai chiudendo gli occhio e scendendo piano sul suo collo, depositando un bacio leggero sul pomo d'Adamo.
-E' così difficile starti lontano.- mormorò più a se stesso che a me, affondando una mano tra i miei capelli e stringendone una ciocca tra le dita. Alzai la testa e feci scontrare la mia fornte con la sua, mentre lui era ancora alle prese con i miei capelli. Acchiappai con la punta dell'indice una lacrima che ancora era rimasta all'angolo delle sue labbra.
-Sai che non sei obbligato..- bisbigliai poggiando una mano dietro la sua nuca. Louis mi morse piano uno zigomo e annusò la mia pelle chiudendo gli occhi cielo.
-Cos'è successo, Louis?- domandai poi. Lui sospirò e si allontanò da me, distogliendo lo sguardo e incrociando le braccia nude sul petto.
-Mia madre mi ha buttato fuori di casa.- borbottò fissandosi i piedi. Strinsi i pugni. Ma che razza di persona era sua madre?
-Per quale motivo?- esclamai.
-Perchè non mi vuole bene, Zayn!- si alterò guardandomi con gli occhi che erano tornati ad essere freddi come cubetti di ghiaccio. -E sai perchè?- continuò abbassando il tone della voce fine. Rimase in silenzio per una manciata di secondi, poi alzò lo sguardo e mi fissò serio ma estremamente dispiaciuto in procinto di piangere ancora. Mi avvicinai e gli strinsi forte una mano.
-Perchè non sono come vorrebbe lei.- ringhiò con voce tremante.
-Oh, Louis.- mormorai e lo strinsi tra le mie braccia mentre altre lacrime prendevano a solcargli le guance.
 
 
 
 
 
 
-Non ci credo che l'hai tenuto.- 
Mi voltai verso Louis che curiosava tra le scartoffie nella mensola della mia stanza. Tra le mani teneva il gesso che avevo tenuto mesi prima, sul quale lui ci aveva scritto il giorno che ci eravamo conosciuti; sulle labbra un sorriso divertito e nostalgico. O forse era solo una mia impressione.
Sorrisi un pò in imbarazzo e lessi ciò che c'era scritto. 
"Ciao, Zayn! Sono il tuo fighissimo compagno di banco, Louis Tomlinson! Spero che non ti romperai anche l'altro braccio xx."
Ridacchiammo in coro e riposi il gesso sulla mensola.
-Perchè l'hai conservato?- mi domandò Louis stendendosi sul mio letto e incrociando le braccia dietro la testa. Mi strinsi nelle spalle, sedendomi sulla sedia girovelo e avvicinandomi a lui.
-Leggerlo mi mette di buonumore.- affermai sincero. Lui mi sorrise visibilmente lusingato.
-Ero così idiota allora.- scherzò ridacchiando e scuotendo la testa.
-Non sei cambiato molto.- replicai ridacchiando.
-Che razza di stronzo!- esclamò e mi tirò il cuscino in faccia. -Che hai pensato di me il primo giorno di scuola?- mi domandò poi assumendo un'espressione seria e curiosa. Ci pensai su mentre un sorriso mi attraversava le labbra.
-Che eri un pazzoide.- risposi. Ci sorridemmo. -Eri sempre così felice e allegro, quasi mi spaventavi. Ma mi sei piaciuto fin da subito.- dissi poi seriamente. LOuis sorrise fiero e poi schioccò la lingua sul palato.
-Appena ti ho visto- cominciò. -la prima cosa che ho pensato è stata "che gnocco"!- strillò scuotendo le mani. Scoppiai a ridere e lui si unì a me.
-Dove andrai a stare adesso?- chiesi poi cambiando discorso. -Saresti potuto stare da me ma sai anche tu che qui non c'è posto..- mi giustificai. Lui scosse una mano e si morse il labbro inferiore.
-Proverò da Stan.- rispose. Annuii e entrambi rimanemmo in silenzio finchè la porta della mia stanza si aprì lentamente cigolando, come in un film horror.
Io e Louis ci voltammo all'unisono verso la soglia, incontrando la figura massiccia di Paul. I suoi occhi grigi guizzarono dapprima su di me e poi su Louis, ripetendo il gesto almeno cinque volte: era da una vita che non portavo amici a casa mia.
-Ciao, ragazzi!- esclamò tutto eccitato, come una ragazzina davanti ad uno smalto nuovo.
-Salve, Paul.- rispose Louis del tutto a suo agio.
-Hey.- dissi io facendo un cenno con la testa a mò di saluto.
-Louis, giusto?- chiese sorridendo cordiale.
-Esattamente.- rispose Louis strizzando un occhio azzurro.
-Avete fame? Vi porto qualcosa?- domandò sfregando le mani grandi tra di loro. In quel momento un'altra persona fece irruzione nella mia stanza.
-Zayn, hai visto il mio maglioncino bianco? Ero sicura di averlo lasciato..oh, ciao.- cinguettò Doniya prima di notare la presenza di Louis e arrossire.
-Lei è mia sorella Doniya.- annunciai. Louis si alzò dal letto e le si fece più vicino, porgendole una mano.
-E'un onore conoscerti.- disse investendola con tutta la potenza del suo sguardo seducente. Doniya trattenne il fiato e gli sorrise dolcemente facendo apparire due piccole rughe ai lati della sua bocca e stringendogli la mano.
-Oh, molto piacere.- mormorò con la voce vellutata. Gli occhi di Louis non le si staccavano di dosso nemmeno per un attimo e lei continuava ad arrossire. Provai un moto di gelosia verso Louis e uno di odio verso Doniya. Possibile che dovessero essere così attraenti?
-Il piacere è tutto mio! Sono Louis.- annunciò fiero lui. Le loro mani continuavano a stringersi e non accennavano a separarsi. Quella stretta di mano stava durando decisamente troppo. Non era davvero concepibile che Louis fosse un farfallone del genere, mi stava dando davvero sui nervi.
Smettete di guardarvi come se vi amaste da una vita. Smettete di tenervi per mano.
Mi alzai di scatto e abbandonai la stanza a grandi passi, sferrando un calcio alla porta.
-Zayn?- sentii la voce di Paul chiamarmi ma non gli diedi retta e uscii di casa.
Camminai a passo spedito senza una meta precisa, con una rabbia in corpo che mi ribolliva crudele nelle vene e che mi faceva venir voglia di gridare a squarciagola senza curarmi di niente e di nessuno.
Possibile che anche nei momenti in cui stavo bene e mi sentivo felice, dovesse succedere qualcosa di spiacevole?
In quel momento odiai Louis con tutte le mie forze: sapevo che in certi momenti poteva essere davvero cattivo, riusciva ad illudermi che mi volesse ancora, mi dava false speranza, mi baciava, mi diceva che gli ero mancato, poi mi respingeva, mi ignorava e ci provava con mia sorella davanti ai miei occhi. Come se non avessi sentimenti, come se, per me, lui non contasse più niente. Ma perchè si comportava così?
Tirai un calcuio ad un sassolino e mi passai una mano tra i capelli. Per sbaglio mi sbattei contro un signore che perse l'equilibrio e cadde quasi sulla strada.
-Guarda dove metti i piedi, ragazzino!- sbraitò imprecando poi a bassa voce. Mi voltai verso di lui e lo fissai in cagnesco, mi avvicinai e gli sferrai un pugno allo stomaco. Lui si piegò in due e rantolò per qualche secondo, poi si accasciò a terra respirando a fatica.
-Sta' zitto, stronzo.- ruggii e lo lasciai solo riprendendo a camminare con, adesso, una meta precisa nella mia mente. Camminavo verso la mia valvola di sfogo, verso la mia salvezza, la mia ancora.
Quando arrivai davanti a quel familiare portone rosso, suonai il campanello e attesi battendo ripetutamente un piede a terra.
Quindici secondi dopo, la porta si aprì lentamente e sulla soglia apparve lei.
Brianna mi fissò con gli occhi color smeraldo spenti e non frizzanti come al solito, le sue braccia esili sui fianchi, i capelli ricci raccolti in una crocchia alta che le lasciava libero il viso bianco e delicato, le labbra serrate tra loro e un soppracciglio sollevato.
-Ciao.- le sorrisi e mi avvicinai a baciarla. Lei però si scostò, voltando il viso dall'altra parte.
Respirai profondamente e feci per parlare, fin quando il telefono nella mia tasca prese a vibrare più forte del solito. Lo estrassi sbuffando e aprii il messaggio: in alto comparve la scritta "LOUIS". Il cuore cominciò a battermi più velocemente. Odiavo l'effetto che aveva su di me quel nome.
"Ma dove cazzo sei finito? Che ti è preso? Possiamo vederci? Per favore." c'era scritto. 
"Ho da fare." risposi soltanto. Sperai che capisse che non mi andava di vederlo.
-Allora, che vuoi?- domandò Brianna con un tono di voce scocciato. Cercai le sue mani ma lei le infilò nelle tasche della sua tuta rosa pallido. Sospirai.
-Posso entrare?- chiesi, sapendo già più che bene come sarebbe andata a finire. 
  
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