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Autore: lady vasshappenin    04/03/2013    0 recensioni
Dal capitolo 4
-"Non mi hai ancora detto il tuo nome"- concluse beffardo -"Si è vero, ho l'onore di parlare con?"- aggiunse l'irlandesino. In quel momento stava tornando ciuffo biondo e notai subito due cose: l'atteggiamento fiero del pakistano, di sicuro avevano combinato qualcosa, e le mani di Irene stretti a pugno. Si avvicinò e continuò a guardarci senza farsi problemi. -"Non parlo con gli sconosciuti"- fu la mia risposta a quella provocazione -"Potrei dire la stessa cosa ma dato che sto cercando di interagire con tre belle ragazze cerco di essere educato"- continuò Harry. -"Se definisci l'atteggiamento appena avuto nei nostri confronti educato .. Be allora mi sa che ti serve una bella ripassatina del Galateo"- dissi felice. -"Sara, Irene, Chiara andiamo dai"- ci chiamò la mamma della rossa, -"Berry, Smith e Haron forza!"- aggiunse la preside. Sul volto dei tre ragazzi davanti a noi si creò un'espressione del tipo "Ah adesso sappiamo purè il vostro cognome". -"Va bene"- dissi io. Guardai schifata ancora per qualche secondo quei cinque studenti alquanto strani. -"Idiota riccio, finto pakistano, biondino, Auschwitz e riga umana noi ora andiamo"-.
In collaborazione con CUTIEXOXO
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La campanella era appena suonata, ma avevo perso di vista Sara e non sapevo se andare a cercarla o entrare dentro l’istituto.
Rivolgendomi a Chiara, che mi fissava con sguardo intimorito, dissi con il solito tono deciso che caratterizzava la mia voce :-“E’ inutile gingillarsi qui, Sara sarà già entrata e non possiamo arrivare in ritardo alla nostra prima lezione per colpa sua. Ci vediamo a pranzo come stabilito, ok?”-.
Chiara mi guardò in cagnesco. I suoi occhi mi dicevano chiaramente che ero un’amica degenere e priva di alcun sentimento positivo, cosa che spesso do a vedere. Mi viene molto difficile essere dolce e amabile come le mie coetanee, anche con le mie migliori amiche. Ecco il motivo per cui in Italia mi chiamavano Stone Girl, ovvero ragazza di pietra.
-“E che cazzo, Chiara! Smettila di guardarmi in quel modo! Sara non sarà morta in 5 minuti! Sei esagerata!”- sbottai d’un tratto.
Continuando a fissarmi con uno sguardo tagliente, anche più di prima dopo la mia reazione, sussurrò, stringendo le labbra:-“ Volevo solo farti capire che …”-.
Completai la frase per lei :-“… che se mi fossi allontanata io, tu mi avresti cercato! E va beh, io sono una stronza! Vaffanculo, ciao!”- e, così dicendo, girai sui tacchi ed entrai a scuola correndo.
Non fui abbastanza rapida nell’entrare, o almeno se fossi stata più veloce avrei evitato di sentire il “Fottiti” che Chiara mi aveva appena gridato.
Ero abituata a sentire la gente insultarmi, la stessa Sara mi insultava da mattina a sera. Noi due siamo troppo simili, battibecchiamo per un nonnulla, ma alla fine ci riconciliamo sempre.
I nostri litigi sono caratterizzati da insulti pesanti, manate e lacrime, le sue però. Io piango davvero poco, non sono mai stata una piagnona, nemmeno da bambina.
Con Chiara non litigo quasi mai, infatti è per questo che mi colpisce molto di più una brutta parola sul mio conto proferita dalla rossa.
Il massimo che mi dice è quel cogliona o minchiona buttato lì per ridere. Fottiti? No, non me l’aveva mai detto. Ma sarà colpa mia, sono io che sono tutta sbagliata in questo periodo.
Non ragiono più, mi rifugio dietro ad un pacco di sigarette e mille bugie per stare meglio. Però non cambia nulla. Sono sempre la stessa, con gli stessi problemi e gli stessi identici casini di due mesi fa.
Non ho una storia da un bel po’ di tempo e ne sento il bisogno. Mi andrebbe anche una cosa da una notte ora come ora! Ma che dico? Questa non sono io! Io ho giurato a me stessa di non avvicinarmi mai più ad un essere di sesso maschile. Sono tutti degli scimmioni che fanno a gara per vedere chi ce l’ha più lungo!
Mentre facevo queste riflessioni e mi auguravo di chiarire al più presto con Chiara, varcai l’aula di Storia, dove avrei assistito alla mia prima lezione in questo collage.
Dentro vi erano circa una quindicina di ragazzi, fra cui individuai Zayn.
Era seduto al terzo banco della fila centrale e scriveva qualcosa sul suo cellulare, annuendo.
Non c’erano parole per descriverlo. Fisicamente, ora che lo guardavo meglio, era davvero una bomba. Con quel ciuffo biondo che gli ballonzolava di lato e quel sorrisino furbetto, aveva uno dei visi più belli che avessi mai visto. Ma purtroppo dovetti ricordare a me stessa che era amico di quella merda di Styles e che era fidanzato con una Barbie. Aspetta un po’, dov’è quel mostro della sua ragazza?
Oh, è la seduta accanto a lui, che gracchia come una cornacchia, blaterando di manicure e di festini privati. E’ proprio vero: si gira tanto il mondo, ma le troie si trovano ovunque.
Ora si spiega il suo continuo annuire. Praticamente non la sta nemmeno ascoltando, starà chiacchierando amabilmente con uno dei suoi amici. E solo in quel momento mi accorgo che nessuno dei suoi amici è in aula e che è da troppo tempo che lo sto fissando immobile vicino allo stipite della porta.
Avvistai il primo posto libero nel raggio di qualche metro e mi ci fiondai. Accanto a me c’era una ragazza dai voluminosi capelli ricci di un biondo dorato che, inspiegabilmente, mi ricordò Chiara.
Forse per le linee morbide del viso o per quel sorriso con cui mi aveva salutato in quel momento mi sembrava di essere la compagna di banco della mia migliore amica, cosa che succedeva in Italia. E questo non mi aiutava, anzi, mi faceva sentire colpevole. Cercai comunque di essere socievole, ricambiandole il saluto con un sorriso abbastanza forzato.
-“Piacere, sono Roxane!”- esordì lei.
-“Io mi chiamo Irene, il piacere è tutto mio!”- aggiunsi io, provando ad essere un po’ più gentile del solito.
Roxane si rivelò immediatamente una ragazza simpatica: nei cinque minuti prima dell’arrivo del docente in classe avevamo parlato e ora mi guardava con allegria.
Aveva due occhioni giganti di un azzurro meraviglioso, assomigliava un po’ ad una civetta con quelle grandi pupille che usava per contemplare il mondo circostante, immagazzinando ogni minimo dettaglio.
Ma quei due zaffiri enormi donavano moltissimo al suo viso, era davvero bella.
In poco tempo seppe che ero italiana e che mi ero traferita da pochi giorni in Inghilterra.
-“Deve essere fighissima l’Italia, io non ci sono mai stata, ma non sai quanto ho desiderato passare almeno un paio di giorni a Milano!”- mi disse entusiasta -“E pensare che tu ci vivevi lì! Milano, la città della moda, wow!”-.
Non ebbi il tempo di risponderle che entrò una donna in classe.
Bassa, tarchiata e con un gigantesco naso schiacciato, mi ricordò un maiale. Contenni a stento le risate e mi alzai, salutandola, come fece del resto tutta la classe.
Si pregustava una prima ora decisamente pallosa.
 
-“Prego, entra prima tu!”- accennò Tomlinson, cedendomi il passo. Probabilmente avevo sbagliato a reputarlo un idiota. Ho detto probabilmente, con una bella P maiuscola, non lo conosco ancora, la mia opinione su di lui può sempre variare.
Lo ringraziai con un sorriso e continuai a camminare diritta verso la classe. La porta era chiusa, così bussai due volte.
Nessuno rispose.
-“Avrai bussato con troppa poca forza!”- mi apostrofò acidamente Liam. Aveva l’aria di essere un bravo ragazzo, forse lo era davvero, ma con me si era dimostrato tutt’altro.
Lo ignorai, contenendo la voglia di tirargli lo zaino su quel bel testone rapato, e bussai nuovamente, questa volta con più vigore. Forse con troppo vigore.
Infatti, tempo due secondi, la porta fu aperta da un uomo visibilmente infastidito.
Era un bel uomo sulla trentina, alto e biondo. Aveva quel po’ di barbetta incolta che lo rendeva ancora più sexy. Sicuramente era uno di quei prof giovani e attraenti, a cui tutte le alunne fanno la corte.
-“Chi è stato a bussare? Oltre ad arrivare in ritardo, avete anche la faccia tosta di sfondare la porta!”- scandì irritato.
Non afferrai subito quello che aveva detto, ero troppo attenta ad ascoltare la sua voce, calda e roca. Poteva benissimo fare l’attore o il doppiatore!
Poi capii che la sua frase era diretta a noi tre, in particolare a me, anche se lui non lo poteva sapere.
Avevo paura che quel cretino di Payne fosse così stronzo da rovinarmi la mia prima giornata al college, spifferando che era stata colpa mia.
In realtà era stata colpa sua, non mia! Mi aveva detto lui di bussare con maggior forza!
Vedendo che nessuno gli rispondeva, il professore ci lanciò un’occhiata che simboleggiava una sorta di perdono e disse:-“Va bene, per oggi lasciamo stare. La prossima volta però … Non deve esserci una prossima volta, non penso che i cardini di questa porta possano reggere un altro colpo del genere!”-.
Sorridemmo tutti e tre, forse per la bella battuta o forse per farci perdonare.
Entrati in aula, la prima persona che vidi fu quell’ammasso di riccioli lanosi di nome Harry.
Era seduto da solo e stava facendo degli areoplanini con dei fogli a quadretti. Alzò gli occhi e incrociò il mio sguardo, rivolgendomi un sorrisino provocatorio.
Ma chi si credeva di essere? Era un moccioso che si acconciava i capelli con la schiuma volumizzante della mamma!
Il professore, sedutosi in cattedra nel mentre, vedendoci ancora in piedi disse:-“Bene, allora la ragazza si sieda con il ragazzo riccio laggiù. Ragazzi, voi due vi potete sedere assieme nel banco dietro.”-.
Ragazzo riccio? Avevo predetto la mia morte quella mattina e avevo indovinato.
Tenendo il broncio, mi diressi trascinandomi verso quel dannato banco, dove c’era l’essere più fastidioso del pianeta Terra.
Mi passarono accanto Louis e Liam, che sorrisero felici a quel bradipo ebete. Ricordai che erano i suoi migliori amici e che avevano la fortuna di iniziare la giornata insieme, fortuna che non era toccata a me e alle ragazze.
Il professore aveva iniziato a fare un discorso di presentazione. In sintesi aveva detto che il suo nome era Brian McMillan, che insegnava in questa scuola da tre anni e che l’indomani ci avrebbe assegnato un test di ingresso, per verificare le nostre competenze in Biologia.
Piccola nota: io non ricordavo un fico secco di Biologia.
Stancamente, estrassi il libro di testo dal mio zaino e lo scaraventai sul banco.
-“Ehi, tutto bene?”- mi disse con voce calda e ammaliante Harry.
-“Andrebbe meglio se non fossi seduta con te!”- lo ribeccai io.
-“Dai, sta calma, non sono il tipo che credi tu! Oggi mi hai evitato, non capisco il perché. Non voglio mica stuprarti in un bagno.”- aggiunse lui.
-“Probabilmente sei anche peggio! E comunque smettila di importunarmi, ho già capito che tipo sei!”- risposi io.
-“Questo è tutto da vedere!”- ammiccò lui.
Ogni minuto che passava lo odiavo sempre di più.

Spazio all'autrice

Zalve gente! Sono sempre io, Cass, Let it Be_, Hermione ... Chiamatemi come volete! AHAHA
Questo capitolo non doveva essere scritto da me, lo so, ma, inseguito ad alcuni problemi, penso che toccherà a me scrivere un po' di capitoli.
Allora, per questo ottavo capitolo vi ho fatto aspettare abbastanza, ma ho avuto moltissimi impegni, scusatemi!
Comunque, forse è un po' corto, ma abbastanza immediato. Allora, che cosa abbiamo qui?
La rossa e la mora litigano ... Piccola lite o è solo la scintilla di qualcosa di più?
E Sara e Harry? Si uccideranno vicendevolemente o succederà qualcosa fra loro? Ricordate che Sara è fidanzata, per adesso almeno.
Vi lascio con questi punti di domanda, la cena mi attende!
RECENSITE PLEASE!

CASSXOXO

   
 
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