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Autore: Queen_Dair    05/03/2013    2 recensioni
La verità è che credi di dover mantenere quella promessa. Credi che per te non ci sia altra soluzione. Ti sei arresa all'idea che questa sia la tua vita e come tale devi rispettarla, ma sai che c'è? Nessuno è legato ad un destino già scritto. Il destino ce lo creiamo da soli, con le scelte che facciamo ogni giorno. Scelte che possono anche cambiare ed evolversi per farci vivere meglio. Quando lo capirai potrai finalmente iniziare a vivere per te stessa e non per gli altri.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Dan Humphrey, Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass, Blair Waldorf/Dan Humphrey
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nel futuro
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Blair si sentiva ristorata dal bagno caldo che aveva appena fatto ed era pronta a sistemare nei minimi dettagli l’incontro con i dipendenti della Waldorf Design che avrebbe tenuto l’indomani. Dopo essersi rivestita e aver fatto un piccolo spuntino con del te e dei biscotti, si mise a recitare davanti a Dorota il discorso d’apertura che aveva scritto mentre si trovava in volo, ma una voce calda e suadente, proveniente dalle sue spalle, la distolse dai suoi compiti.

«Sono davvero estasiato. Chi non sarebbe felice di lavorare per una così bella e carismatica donna d’affari?» Blair si girò lentamente e regalò uno dei suoi più bei sorrisi a Chuck che nel frattempo si era avvicinato quel tanto che bastava per darle un veloce ma dolce bacio sulla guancia. Blair gli sorrise nuovamente e tenendolo tra le sue braccia appoggiò la sua fronte a quella del piccolo Bass.

«Scopriremo domani se quello che dici è vero. Ma ora dimmi … che ci fai qui? Pensavo fossi con Jack alla ricerca di qualche indizio sulla finta scomparsa di tuo padre.»

«Diciamo che avevo bisogno di passare un po’ di tempo con una compagnia migliore di quella di Jack.» I due si guardarono intensamente negli occhi per un lungo e interminabile istante. Chuck avvicinò le labbra a quelle di Blair e i due iniziarono a baciarsi prima lentamente e poi con più trasporto. Dorota si schiarì la gola per ricordare ai due piccioncini che lei era ancora lì. Senza staccarsi gli occhi di dosso, entrambi diedero l’ordine alla cameriera di lasciarli soli.

«Sai, credo potremmo sfruttare al meglio questo nostro piccolo incontro.»

«Uhm, l’idea mi piace. Cosa avevi in mente?»

«Che ne dici se andassimo in camera mia e giocassimo un po’ insieme?»

Chuck non se lo fece ripetere due volte. Le diede un bacio a stampo pieno di desiderio e dopo aver preso la mano di Blair nella sua, iniziò a correre su per le scale, seguito da B. e insieme chiusero la porta per poter passare un po’ di tempo da soli a fare quello che più li divertiva.

***

Mentre Dan si stava mettendo l’orologio al polso il suo telefono squillò e lui andò di corsa a rispondere.

«Pronto?»

«Parlo con Dan Humphrey? Il più grande scrittore di questo secolo?» Dan ci mise un istante a capire con chi stava parlando ma poi un sorriso illuminò il suo volto.

«Jenny, hai cambiato numero?»

«sì, da un paio di giorni.»

«Ecco perché non mi rispondevi più. Stavo iniziando a pensare che ti fossi stancata di parlare con il tuo fratellone.» Il campanello suonò e Dan si avviò ad aprire la porta.

«Come potrei mai stancarmi di te?» Quella che Dan si trovò di fronte era una bellissima ragazza bionda, con un trucco pesante e degli abiti dallo stile rock. Jenny si buttò tra le sue braccia, stringendolo forte a sé. Era così bello per lei poter finalmente riabbracciare il fratello e parlargli di persona che quasi stentava a crederci e questi erano gli stessi pensieri che stavano invadendo la mente di Dan. Quando si staccarono dal abbraccio Jenny entrò in casa e Dan chiuse la porta.

«Jenny, che cosa ci fai qui?»

«perché? Dovevo prima essere invitata da te per poter fare un salto nella mia vecchia casa?»

«No, è solo che … ehm, lascia perdere. Sono davvero felice di rivederti. Mi sei mancata.»

«Mi sei mancato anche tu.» si scambiarono un tenero sorriso. «Allora, che regalo mi hai portato dall’Italia?»

«ah, è per questo che sei qui, e io che mi illudevo che sentissi davvero la mia mancanza … »

«è ovvio che mi sei mancato ma sei andato in Italia, il paese dell’arte, della cultura e soprattutto della moda! Non puoi non aver portato nulla alla tua sorellina drogata di stile e moda.»

«uhm, sì, qualcosa c’è.»

«Evviva!» Jenny iniziò a battere le mani come una bambina mentre Dan andava nella sua camera per tirar fuori dalla valigia una piccola calamita con il Colosseo disegnato sopra.

«ecco il tuo regalo.» lo mise in mano alla sorella che incredula guardava quella calamita dal aspetto carino ma lontana anni luce da quello che si aspettava realmente.

«che c’è? Non ti piace?»

«Beh ecco, non è che non sia carina ma … è solo che io mi aspettavo qualcosa di diverso.»

«tipo? »

«tipo, una giacca di Cavalli oppure un vestito di Valentino o delle scarpe di Versace. Insomma, questa calamita è davvero, davvero carina ma … non è proprio quello che mi aspettavo.» Dan scoppiò a ridere «sei davvero carina quando sei in imbarazzo e visto che non ce la faccio a continuare … » andò in camera sua a prenderle il vero regalo.

«che c’è? Perché ridi?» quando Dan uscì con una borsa di Dolce e Gabbana in mano, sua sorella perse letteralmente la testa. Iniziò a gridare, a saltare e con la borsa in mano non smetteva più di ringraziare il fratello. I due si abbracciarono e quando Dan sentì squillare nuovamente il telefono ordinò alla sorella di non muoversi. Frase del tutto inutile visto che Jenny sembrava incantata dalla sua nuova borsa.

«pronto?»

«Dan, ho saputo che sei tornato e mi chiedevo se ti andasse di andare a bere qualcosa insieme?»

«Nate, sì certo che mi va. Dimmi solo dove e quando.» I due ragazzi si misero d’accordo per trovarsi verso sera in un bar a bere qualcosa insieme e dopo essersi salutati, Dan tornò da Jenny.

«Allooooora … era Nate al telefono?»

«sì era proprio lui. » Dan guardò incuriosito la sorella. «non ti piacerà ancora Nate?»

«Che cosa? No! Ero solo curiosa di sapere che ti aveva detto. È bello vedere che siete ancora amici. Io ho perso tutte le mie amicizie, beh, a parte Eric, ma lui è costretto a sopportarmi visto che andiamo nella stessa università.» Dan era felice di vedere come la sorella avesse “rimesso la testa apposto” dopo quello che era accaduto con gli uragani Chuck e Blair ed era felice che avesse scelto di tornare a studiare per poter realizzare meglio il suo sogno di diventare stilista ma era ancora iperprotettivo con lei e nonostante non fosse più la sua sorellina di quindici anni già da un po’ lui non riusciva a fare a meno di pensare che doveva proteggerla, soprattutto dai ragazzi del UES … anche se quei ragazzi si chiamavano Nate.

«Dan, non ti ho mica chiesto di procurarmi un appuntamento con lui. Ti ho semplicemente chiesto se era lui, tutto qui.»

«Hai ragione, scusa. Sì era Nate e sì, siamo ancora amici, sperando che l’uscita del libro non gli faccia cambiare idea.»

«perché? Hai parlato male di lui?»

«di Nate? No, non proprio. Di lui ho parlato bene, ma non del modo in cui ha raggiunto il suo attuale lavoro.» Jenny dopo aver appoggiato la sua inestimabile nuova borsa sul tavolo, mise le mani sulle spalle del fratello per poterlo consolare un po’.

«ascolta. Io non so cosa hai scritto su di lui, me e sugli altri, ma se Nate è davvero un tuo amico non si arrabbierà.» Dan pensò che non era poi così spaventato per la reazione di Nate, quanto per quella di … caccio via il pensiero in un lampo e ringraziò la sorella per il supporto morale. I due parlarono ancora per un’ora prima di salutarsi e poi si strapparono la promessa di non lasciar passare più così tanto tempo prima di rivedersi. Infondo erano fratelli ed avevano bisogno l’uno dell’altra.

   
 
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