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Autore: krishel    05/03/2013    1 recensioni
Tutti quanti ci siamo chiesti dove fosse finito Peter Bishop a cavallo tra la terza e la quarta stagione di Fringe. Questa storia vuole essere una risposta. La mia risposta.
Genere: Angst, Science-fiction, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ancora una volta sento il rumore dei neon che partono e mi ritrovo a fissare me stesso, ancora connesso alla macchina. Da quanto tempo sono fisso qui? Non ha importanza ora.
Ho gli occhi aperti e sto fissando me stesso invecchiato. Improvvisamente la macchina si ferma e mi lascia libero, ma so che tutto questo è opera mia. Anche trovarmi di fronte a una mia versione invecchiata lo è. Aveva ragione Walter, anche se non immaginava affatto che suo figlio potesse averne le prove tangibili: il tempo è una questione di semantica.
- Mi dispiace che tu debba apprenderlo in maniera così brusca, ma siamo rimasti solo noi due. La creazione del ponte non è stata sufficiente a riparare i danni. Guarda tu stesso cosa è accaduto.
Provo ad aprire la porta per uscire da quella stanza e mi accorgo che è bloccata. Cerco un posto dove posso osservare meglio da lontano.
Con orrore fisso lo skyline di New York... ed è interamente ricoperto d'ambra. Ritorno alla macchina e al me stesso invecchiato, in preda al terrore.
- Che cosa è successo? Volevo risolvere i problemi dei due universi, non peggiorarli!
- E' il tuo futuro, uno dei tanti. Se si realizzerà o meno, dipende da te. Tutto è sempre dipeso da te, Peter.

Riapro gli occhi e con mio sgomento mi accorgo che davvero sono ancora connesso alla macchina. Ripenso alle mie ultime parole. Se quello che è accaduto è sempre stata opera mia posso agire in modo che non si verifichi. Ma come? Come posso impedirlo? Questa volta ho bisogno di aiuto, non posso fare tutto da solo. Sono sicuro che Walter mi darà una mano.
Lo vedo, è nel laboratorio, ma non è come l'ho sempre visto, è diverso. Non importa, devo farmi vedere da lui. Peter, piantala. Sai che puoi fare quello che vuoi, è ora di finirla con il vecchio sistema di pensiero. Vuoi parlare con Walter? Fallo, niente scuse.
Sembra che non possa apparire in carne ed ossa, ma solo attraverso superfici riflettenti. Non mi farò fermare per così poco, non quando la posta in gioco è tremendamente alta. Riuscirò a comunicare con lui nonostante tutto. La prima volta che mi ha visto aveva uno sguardo allucinato, come se non mi riconoscesse. Si è andato a rifugiare nella vecchia vasca di deprivazione sensoriale.
- C'era un uomo nello specchio.
Si, Walter, sono io, non mi riconosci? Sono tuo figlio. Poi vedo che si rivolge ad Astrid con tono arrabbiato.
- C'era un altro uomo. Prima era qui, poi è sparito. Io l'ho visto.
Certo che l'hai visto. Per favore Walter non essere testardo. Sono sempre io, tuo figlio, non mi riconosci?
Un salto nel tempo ed è notte. Finalmente Walter è solo, potremo parlare tranquillamente. Mi faccio avanti:
- Walter sono qui, mi puoi sentire? Ti prego ascoltami, sono qui di fronte a te. Puoi sentirmi? Ti prego, aiutami.
Ancora una volta si comporta come se non mi avesse mai conosciuto...
   
 
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