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Autore: gingerhead    05/03/2013    4 recensioni
Stylinson.
"When I was surrounded by the sea, you were the one who sailed the world to find me".
La vita è troppo corta per arrendersi. Combatti, Harry, combatti con me.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due mesi dopo
 
Harry si alzò dal letto, ancora leggermente assonnato, dopo aver passato una nottata tranquilla, per la prima volta dopo tanto tempo. Il sole che filtrava timidamente attraverso le fessure delle tapparelle e la sveglia che segnava le undici passate, gli diedero la forza di alzarsi e scendere al piano di sotto, per fare colazione. Il foglio del giorno del calendario, che sua madre aveva prontamente provveduto a voltare, gli richiamò alla mente una ricorrenza, ma Harry non aveva bisogno di leggere la data per ricordarsene. Quelli che erano appena trascorsi, erano stati due mesi di nottate passate a pensare a lui, di ore che si trasformavano in minuti, quando era al suo fianco, di libri abbandonati per lasciare spazio al libro che, stavolta, stava scrivendo lui stesso. Sua madre era già uscita per andare al lavoro, ma, come ogni mattina, gli aveva lasciato un biglietto sul tavolo.
Oggi è una data importante, per te. Passa una buona giornata, amore. E fai il bravo.
Ad Harry scappò da ridere. Sua madre aveva imparato ad usare gli smiles ed ogni parola era intervallata da quella ridicola combinazione di simboli. Harry sapeva che lei lo avrebbe appoggiato in ogni sua decisione: dopo quello che avevano passato non molto tempo prima, voleva solo che suo figlio potesse essere sereno. Da quando Louis era tornato nella sua vita, lei riusciva ad intravedere uno spiraglio in quel tunnel buio che Harry aveva scavato con le proprie mani.
Il riccio si scaldò una tazza di latte e, bevendone un sorso, afferrò svogliatamente il cellulare. Erano due mesi che Harry aveva incontrato Louis. Non era abituato a certe cose, anzi, a dirla tutta, quella era la prima volta in cui si trovava in una situazione del genere. Non era sicuro di dover mandare un messaggio a Louis, o di doverlo chiamare: non voleva sembrare pressante o chissà che altro. Ma non ebbe bisogno di porsi altre domande.
Buongiorno, curly. Preparati, ho una sorpresa per te. Tra poco ti passo a prendere.
Un suo messaggio. Il cuore di Harry fece un balzo: poteva sembrare una cosa stupida, ma nessuno si era mai rivolto a lui con un soprannome. Quello che gli aveva appena affidato Louis gli sembrava la cosa più perfetta del mondo e non poté fare a meno di sorridere. Diede un ultimo sorso alla sua tazza di latte e corse in camera, cercando disperatamente nell’armadio qualcosa che potesse essere adatto alla situazione. Finì per scegliere la solita felpa grigia ed un paio di jeans scoloriti, completando il look con il suo paio preferito di sneakers bianche. Si passò una mano tra i capelli, cercando di farli sembrare il più ordinati possibile. Harry si sentiva del tutto inadatto alla situazione, ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che Louis lo avesse davvero voluto nella sua vita. Bloccò il flusso di pensieri prima che questi potessero prendere il sopravvento e rovinare la giornata che gli si prospettava davanti. Diede un’ultima rapida occhiata allo specchio prima di tornare al piano inferiore ed attendere l’arrivo di Louis.
È un appuntamento? Harry no, smettila di dire cavolate, è solo un… Okay, è un appuntamento. Ma nessuno è mai morto al primo appuntamento, no?
Harry e Louis si erano visti ogni giorno, dal loro primo incontro, ma nessuna delle visite a casa del più grande gli era sembrata essere un appuntamento. Avevano solo parlato, letto ed ascoltato musica, alternando ciascuna di queste cose con dei timidi baci. Quei baci che Harry stava imparando ad amare, perché erano tutto ciò di cui aveva bisogno e perché, ingenuamente, sentiva che non si sarebbe potuto affidare in quel modo a nessun altro. Un pensiero gli attraversò la mente.
No, è presto, non fare il bambino.
La sua mente smise di vagare quando avvertì il suono del campanello. Afferrò distrattamente il giubbotto e corse ad aprire la porta. Davanti a lui, lo sguardo tagliente ma al tempo stesso così dannatamente rassicurante, c’era Louis. Harry non riuscì a proferire parola.
Sei così bello, Lou…
«È così che accogli il tuo cavaliere, curly?». Le parole di Louis risvegliarono Harry da quello che gli sembrava un sogno.
«N-no, scusami, stavo solo pensando.» rispose Harry, la voce tremante.
«Non scusarti, sei perfetto quando lo fai.» ammise il più grande, accennando un timido sorriso che provocò nel riccio una sensazione del tutto nuova. «Allora, sei pronto?» continuò Louis, afferrando un lembo del giaccone di Harry e trascinandolo fuori.
 
 


La brezza del primo pomeriggio soffiava piano contro i loro volti.
Impiegarono circa mezz’ora per arrivare nel luogo che Louis aveva scelto per la sorpresa di Harry. Camminarono fianco a fianco, lasciando che le loro mani si sfiorassero timidamente ed ogni volta, entrambi, rabbrividivano a quel contatto.
«Siamo arrivati.» disse Louis quando si trovarono di fronte ad un basso edificio dalle pareti rosate che era circondato da un cortile dove i primi fiori della stagione stavano iniziando a decorarne il prato.
Durante il tragitto, Harry aveva scambiato con Louis solo poche parole, si sentiva emozionato come un bambino al primo giorno di scuola. E alla vista che gli si presentò davanti, perse ogni capacità intellettiva. Quasi fosse riuscito a leggere i suoi pensieri, il più grande lo aveva portato di fronte alla loro scuola. A chiunque sarebbe sembrata una cosa stupida, per un primo appuntamento. Harry aveva sempre sentito dire che i primi appuntamenti si dovessero svolgere al lume di candela. Non per loro. Perché il loro inizio aveva avuto luogo lì. Quella scuola aveva rappresentato il luogo in cui si erano conosciuti. Ad Harry tornò alla mente il momento in cui, per la prima volta, i suoi occhi avevano incontrato quelli di Louis.
Vuoi essere il mio amico vero?
Cosa fanno gli amici veri, Lou?
Si proteggono, qualunque cosa accada.
Erano passati quasi vent’anni.
Senza pensarci, Harry prese il più grande per mano e si diresse verso un piccolo albero che era situato appena al di fuori del cortile. Ricordava il punto esatto in cui l’aveva inciso. Mise una mano sul tronco e la scorse rapidamente su di esso, fino ad individuare la scritta.
Harry e Lou, amici veri.
«Lou…». Il riccio raccolse una piccola pietra da terra e la porse a Louis, posando la mano sulla sua e guidandola nel disegno di un cuore attorno ai loro due nomi. In quel momento, Harry avrebbe voluto confessargli ogni cosa. Dirgli che forse, ora, avrebbe voluto che Louis diventasse più di un amico vero. Avrebbe voluto fargli sapere che la sua presenza lo faceva sentire importante, come non gli era mai successo prima. Gli avrebbe detto tutto, avrebbe trovato il coraggio di farlo. Ma non sempre le cose vanno come si vorrebbe.
Aveva premuto con troppa forza sulla mano di Louis, il cui palmo si era dipinto di un color cremisi.
Rosso. Sangue. Terreno. Colpa.
Strano, si ritrovò poi a pensare Harry, come uno stupido colore potesse averlo fatto tornare nel tunnel.


Spazio autrice.

Bene, vi avevo detto che le cose sarebbero andate bene tra Harry e Louis e, in effetti, così è stato: in questo capitolo Harry sembra accorgersi di provare qualcosa di serio per Louis ma si sente ancora troppo insicuro a riguardo. Sono passati due mesi dal loro primo incontro e solo quando Louis lo porta nel "loro posto", Harry sembra sul punto di confessargli i suoi sentimenti. Ma uno stupidissimo incidente fa tornare ad Harry bruttissimi ricordi. Non posso anticiparvi assolutamente niente, altrimenti che gusto c'è? uu Spero che mi farete sapere cosa pensate di questo capitolo o della storia in generale, non avete idea di quanto mi aiutino i vostri pareri, davvero! :) Grazie ad ognuno di voi che legge e recensisce, vi devo tutto! E nulla, al prossimo capitolo. Un abbraccio a tutti! <3

  
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