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Autore: in love with horan    05/03/2013    4 recensioni
Come cavolo faccio a scoprire dei segreti che nasconde un ragazzo?
-fallo innamorare di te- mi volto verso la mora che era rientrata nella stanza -fallo cadere ai tuoi piedi in pochi giorni. Solo così potrai avere libero accesso alle sue informazioni più personali- perchè tutte a me?
Mi accascio sulla sedia, passando nervosamente le mani tra i capelli.
Che minchia mi invento per far cadere un ragazzo, per di più già fidanzato, ai miei piedi?
I'M BACK FOOOOOOOOR YOU!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MODELLA SBARRA SCODELLA
 
 
 
-cosa?- Keyra si gira sulla sedia, abbassando gli occhiali sul naso -credo di non seguirti- dice.
Alzo gli occhi al cielo, sedendomi disordinatamente sulla sedia, di fronte al mio capo -hai capito bene- dico -mi servono altre quattro ragazze per questo piano- ripeto, per la terza volta di fila.
Sbatte gli occhi velocemente per poi sorridere, quasi a presa in giro.
-stai scherzando, vero?- si accerta.
Scuoto la testa -no, sei stata tu a darmi un compito così difficile- rispondo a tono.
-perchè ti credo la migliore qui dentro- mi attacca.
-oh non dire cazzate! La migliore qui non sono io, ce ne sono molte meglio di me. L'hai fatto solo come punizione, come segno..- mi interrompe, alzando una mano.
-perchè?- aggrotto la fronte -perchè ti servono altre quattro ragazze?- spiega.
Prendo un respiro -ho pensato ad un piano e..- mi blocca di nuovo.
Adesso le spacco la sedia in testa!
-facciamo così- si sistema sulla sedia, incrociando le mani a mò di preghiera -Sam è libera, per questa settimana. Ed è una- tiene il conto con le dita.
Dentro me comincio a ballare la conga, o per essere in tempi moderni, gangnam style.
La porta si apre, facendomi voltare curiosa. Una chioma mora entra nella stanzetta.
-ciao- mi saluta la ragazza, sfrecciandomi accanto -ecco il tuo caffè- posa un vassoio sulla scrivania di Keyra, che sorride alla vista della ragazza.
Sbarro gli occhi.
-oh, no no no..- mi avvicino alla scrivania, notando la scintilla nei suoi occhi -è una stagista, non permetterti- la avviso.
Il sorriso di Keyra si allarga sempre di più, mentre la ragazza ci fissa ancora confusa.
-ho tutta la troupe occupata, e quale buon modo per insegnare il mestiere?- mi chiede.
Alzo gli occhi al cielo, prima di ributtarmi con le spalle allo schienale della sedia. Che presa per il culo.
 
*  *  * 
 
-ti sta arrivando un calcio- avviso Sam, che continuava a lamentarsi per come mi ero vestita.
-mi hai fregato la maglia; ci permetti che possa prenderti in giro ora?- continua lei, con un sorriso stampato sulle labbra.
-smettila, o ti lascio senza cena- mi guarda male.
-ma se sono io quella a cucinare- alza gli occhi al cielo.
-ragazze..- la new entry cerca di mettersi in mezzo, ricevendo un 'zitta' di entrambe come risposta.
-spero che un piccione ti caghi addosso, sarebbe un ottimo accostamento con quel pantalone- stava urtando seriamente le mie ovaie.
-Sam..- ringhio a denti stretti.
-scusate, ma..- mi volto di nuovo verso la mora.
-che c'è?- per poco non urlo.
La mora mi fissa negli, poi con la testa mi fa un cenno di guardare avanti.
Merda.
-salve- un bel ragazzo moro era appoggiato allo stipite della porta in attesa di una spiegazione.
-ciao- squittisco prendendo a fuoco, nonostante i tre gradi di Londra.
Avevamo suonato il campanello di quella casa qualche minuto prima di iniziare un'accesa discussione; talmente ero concentrata a non farmi mettere i piedi in testa dalla mia amica, che non mi ero resa conto di avere uno spettatore..oltre Mortisia alle nostre spalle.
-serve qualcosa?- chiede confuso, per poi passarsi una mano tra i capelli.
Mi potresti sputtanare tutti i segreti del tuo amichetto?
-ti ricordi l'articolo che dovevamo scrivere su voi?- chiedo, retorica. Il ragazzo annuisce -bhè, è venuta fuori una vera merda e il nostro capo voleva qualcosa di più approfondito, qualcosa di diverso- tento un sorriso.
-sempre che non vi scoccia- aggiunge Sam, al mio fianco.
Ci squadra per qualche secondo, fin quando la porta non si apre di più mostrandoci la figura di un biondo tinto intento a grattarsi le noci. Doveva andare da qualche dottore, era un serio problema.
-ciao Alex- mi saluta. Perchè sì, dovevo abituarmi a quel nome.
-ciao- ma non sono l'unica a rispondere.
Mi volto, disorientata e spaventata. Minchia, ma questa si doveva chiamare come me? Cioè, io come lei? Insomma, si è capito.
-anche tu ti chiami Alex?- chiede confuso Ciop.
-qui solo io mi chiamo Alex- oh, che bella porta di legno, è antisfondamento? La proviamo subito con la testa della stagista.
-non capisco- dice Zayn.
-oh, vi abbiamo preso per il culo. Io sono Sophy e lei è Sam- indico la mia amica.
Tanto prima o poi si sarebbe venuto a sapere.
-ah- sibilano all'unisono.
-e perchè questo teatrino?- chiede il moro.
-stalking- interviene Sam -ha avuto un passato difficile -posa le sue mani sulle mie spalle, massaggiandole -capitela, ha paura di parlare di sè; è per questo che lavora in un giornalino, per cercare di ricominciare a fidarsi delle persone- ma vaffanculo.
La porta si spalanca -e voi?-.
Ciao ciao preda, ci si rivede.
 
 
*  *  *
 
Fisso l'orologio, battendo il piede nervosamente sul pavimento. Femmina, ecco cos'era.
Mi passo una mano nervosa sul viso, sospirando stanca.
-sicura..- fulmino il cameriere che per la terza volta mi chiedeva se non mi avessero dato buca.
-no- strillo -mi ha chiamato- bugia -c'era traffico-.
E appena il ragazzo si allontana, ecco che due occhi celesti entrano nel locale. Non trattengo un sorriso, perdendolo immediatamente quando noto qualcosa di strano.
-ciao- mi saluta, recuperando una sedia del tavolo accanto e passandola sotto il sedere di una ragazza.
-tu devi essere Eleanor- mi accerto. La ragazza annuisce, per poi togliersi gli occhiali da sole. A bella, sono le nove di sera, poi me lo spieghi a cosa servono questi occhiali.
-stupidi paparazzi- parla.
Interessante. 
-allora, so che dovevamo vederci da soli, ma la mia ragazza- le rivolge un sorriso -è uscita prima dal servizio fotografico e sono passato a prenderla- bla bla bla.
-com'è che il servizio è fallito?- mi chiede la ragazza, ticchiettando, con le unghie appena fatte, sul tavolino. E' anche peggio di una barbie.
-al capo non andava bene e ci ha chiesto gentilmente di intervistarli uno ad uno, da soli- cerco di ricalcare bene l'ultima parola.
Gli occhi castani della ragazza mi scrutano. Si dice che chi ha gli occhi azzurri è perchè ha dentro un oceano. E chi ce l'ha marroni? I dubbi della vita.
-c'è tanto sole?- chiedo, incrociando le braccia sul tavolo. Sembra che all'improvviso faccia più caldo in quel locale, e non è dovuto a quello che avevo bevuto nell'attesa del principe dagli occhi azzurri che faceva sbavare le ragazzine.
-io sono Eleanor- soffre di amnesia? -i paparazzi mi seguono dappertutto- modesta anche!
-io sono Sophy- alzo una mano, chiamando il cameriere -e riesco a bere tre succhi di frutta di fila- le risate di Louis riempiono il locale.
Ops..persino una brutta battuta lo faceva ridere. Uno a zero per Smith.
-va bhè, non eravamo qui per un'intervista?- taglia corto.
Sorrido, frugando nella borsa, per poi uscirne un blocchetto degli appunti. Ahhh, cosa farei senza.
Ordiniamo velocemente qualcosa da bere, il tempo di poter fare delle domande che avrebbero colpito il segno.
-allora- lascio perdere la cannuccia -negozio preferito, abbigliamento preferito, primo bacio- la ragazza mi fissa, non capendo il connesso.
Il moro si gratta la testa, elaborando le parole mentalmente.
-nessuno- si appunta le risposte sulle dita -maglie a righe e bratelle- alza gli occhi al cielo, mordendosi la lingua -terza media- finisce, sfoggiando un sorriso.
Interessante, lo appunto nelle cose di cui non me ne frega.
Fingo di scrivere, meno una parte -raccontami- dico.
Ci pensa un attimo, mentre la fidanzata sfila il cellulare dalla borsa, mettendosi a picchiettare sulla tastiera rumorosamente. Oh povero Louis, quelle mani non sono poi così tanto d'oro.
-al dire il vero, è stato durante una recita. Non passa come un vero bacio, giusto?- riposo lo sguardo su Louis.
Che vita di merda. Scuoto la testa, passando ad altro.
-dove passi di solito il pomeriggio? Cosa fai?- chiedo, fingendo di scrivere.
Ci pensa sù giusto un attimo, ma prima che possa aprire bocca, la ragazza si alza dalla sedia urlando. Ha scoperto che Babbo Natale non esiste?
-mi hanno dato una promozione- civetta -sfilerò la prossima settimana- balla sui suoi stessi piedi.
Perchè i tacchi si rompono nei momenti meno opportuni?
Alzo gli occhi al cielo, portandomi il succo alla bocca. Ero al quarto, dovevo stare attenta, non potevo drogarmi di pera e andare fuori di testa.
-però devo andare lì per confermare- si siede, desolata.
-cosa aspetti?- chiede Louis -vai a dare la conferma- la abbraccia. Oh per favore, datemi fuoco.
Volto lo sguardo da un'altra parte, pregando di non vomitare quello che avevo ingurgidato nell'attesa.
-sicuro che vuoi rimanere qui, da solo?- c'erano altre 300 persone oltre noi, non l'avrei violentato qui, davanti a tutti. O si...
-vai, me la so cavare- la rassicura il fidanzato, baciandogli il naso. Vomito.
I due si salutano e finalmente mi ritrovo sola con Louis William Tomlinson.
-allora..- gli ripeto la domanda, guardando l'orologio. Se non fosse stata per quella modella sbarra scodella, a quest'ora avrei già finito questa tortura.
-di solito sto in casa, visto che appena metto piede in strada vengo assalito da fans- ci pensa sù -anche se a volte non è male- ridacchia.
Gli piacciono i contatti fisici.
-adoro giocare a calcio, quindi direi che il mio posto ideale è un campo, o un parco giochi, magari dove i paparazzi non se l'aspettano-.
Da giornalista, direi il contrario, ma annuisco dandogli ragione. Non sapeva con chi stesse parlando.
-parlami della tua giornata tipo- affretto la conversazione.
-uhm..- lo prendo alla sprovvista -la mattina mi alzo presto, mi piace correre- mi strozzo con la mia saliva. Non ci voleva.
Mi passa il bicchiere del mio succo, tra le risa. Ne bevo un sorso maledicendomi per la figura.
-stavi pensando a quanto fossi sexy con la pelle sudata?- aggrotto la fronte,  sistemandomi.
-no, stavo pensando chi fosse quel coglione che si alza presto per correre- faccio una pausa -e adesso l'ho conosciuto-.
Ma comunque, sorvoliamo sulla piccola pausa, per continuare con il racconto.
-quindi, dopo mi fermo a fare colazione. Non ho un bar preferito, mi piace provarne sempre di nuovi- qui mi sembra anche più complicato -poi magari torno a casa, per fare una doccia- mi nascondo dietro il block note, evitando un contatto visivo -mangio con i ragazzi; nel pomeriggio di solito faccio un pisolino, oppure gioco alla play, o magari esco. Dipende dalle giornate- finisce.
Gratto nervosamente la pellicina del mio dito: è anche più difficile del previsto, questo ragazzo è strano forte.
-e la sera? Sei l'idolo da seguire che preferisce rinchiudersi in casa o sei uno di quelli trasgressivi che partecipa a dei party?- lo sfido, notando il suo imbarazzo. Sta pur sempre parlando con una giornalista, la sua vita stava per essere sbattuta su un giornale pubblico. Almeno, questo era quello che credeva lui.
-la verità?- annuisco -mi piace divertirmi, dipende dalle serate: se mi piacciono, bene, partecipo anche io. Allora preferisco la mia cara tv-.
Fatti pure prete dato che ci sei.
-un'ultima domanda e poi giuro che sei libero- dico, puntando gli occhi sull'orologio -fra te ed Eleanor, va tutto bene? Il lavoro non ostacola il vostro rapporto?-.
Lo vedo grattarsi la testa nervosamente. 
DIN DIN DIN, colpito nel segno. L'unica cosa che fin ora mi è andata bene è questa, fra loro c'è qualcosa di misterioso. Sta a me scoprirlo.
-bhè, si...Non siamo come le normali coppie, ma ci proviamo- sorride, cercando di convincermi.
-bene- mi alzo, posando il blocchetto nella borsa -direi che è tutto- sorrido.
Si alza anche il ragazzo, correndo alla cassa per pagare da vero gentil uomo. Sorrido quando mi affianca sulla porta.
Leggo attentamente la scritta prima di uscire dal locale. Chissà perchè aveva preferito fare l'intervista a quell'ora in quel locale.
-è stato un piacere conoscerti- dico.
-oh, il piacere è stato mio- risponde.
-sai, avevo letto su te, ho visto anche qualcuno di quei strani video che facevi nella casa di xfactor, e se devo dire la verità non ho ritrovato quel ragazzo...divertente- in realtà ero un pò delusa da questo.
Sembra sorpreso -dici?-.
No, mi sono rotta le palle, non vedevo l'ora di andarmene da questo locale, solo perchè mi sono divertita un casino.
Annuisco, storcendo le labbra.
-mi dispiace, sono cresciuto- risponde.
-non è questo quello che piace alle fans- insisto.
-hai ragione- si guarda intorno -sai perchè i barboni adorano dormire sotto gli scatoloni della Barilla?- sfoggia un sorriso -perchè dove c'è Barilla, c'è casa- scoppia a ridere della sua battuta.
Resto a guardarlo, fin quando non si calma -non era divertente?- mi chiede.
-sveglia Tomlinson, questa era persino più vecchia della Flack- ed è lì che si lascia andare ad una risata, con tanto di lacrime.
Prima i tre succhi, ora anche nonna Flack..non ci voleva molto per vederlo sorridere. Facile da questo punto.
-è stato un piacere, Sophy- almeno ricordava il mio nome -spero di rivederti presto- mi allunga una mano.
La aggancio, sorridendo. Oh si, ci rivedremo molto presto.
Ognuno va per la sua strada.
   
 
 
SAAAAAAAAALVE
oddio, che parto di capitolo lol
Già sto preparando l'altro, e vi giuro che in casa
mi prendono per pazza visto che rido sola AHAHAHAHAH
Well, alla prossima :)
Ah, se volete passare, ho scritto una nuova os 
 
ps: veramente riesco a bere tre succhi di frutta di fila OuO
   
 
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