Don't look back in anger (at least not today). Il
ragazzo dai capelli biondo pallido e il suo coetaneo dalla chioma scura e
scarmigliata scendono nello stesso momento dall'Espresso. È difficile
stabilire se uno sia più alto dell'altro – sono di corporatura identica,
slanciata, e identici sono persino i sorrisi ironici che si scambiano al
momento dei saluti. Temporeggiano un po', i bauli abbandonati a terra,
scherzando, dandosi il pugno per atteggiarsi a spacconi (dopotutto hanno solo
quindici anni, è quasi loro dovere esserlo), e soltanto alla
fine il biondo afferra l'altro e lo stringe in un abbraccio scoordinato e un
po' impacciato, esattamente sulla linea di demarcazione del binario. Draco Malfoy osserva suo figlio e Albus Severus Potter, e non sa se il retrogusto che gli
riempie la bocca sia più di amarezza o di rimpianto; ad ogni modo non riesce
a guardare con malevolenza a quell'amicizia e al fatto che forse l'abbraccio
si stia protraendo un po' troppo a lungo, o che Scorpius sembri
assolutamente raggiante mentre si separa dall'amico, arruffandogli i capelli
e dicendogli qualcos’altro. Magari
loro avranno più fortuna. Magari, pensa Draco,
la vita riserverà loro più opportunità, laddove invece i rispettivi padri
hanno conosciuto solo disgrazie premature e sono stati incapaci di costruire
qualcosa di solido dalle macerie di un'ostilità stupida e miserabile. Magari
condivideranno più di quanto ora possano immaginare, e non conosceranno mai
la sensazione logorante di aver perso qualcosa prima ancora di provarla –
magari saranno semplicemente felici. Il
sole tiepido di giugno lo investe in pieno negli occhi. Distogliendo lo
sguardo, Draco lo scorge. Potter
è in piedi sulla banchina, anche lui in attesa dei figli, anche lui preso
dalla scena appena svoltasi sul ciglio del binario tra quei ragazzi che d'un
tratto sembrano a Draco un'improbabile
proiezione di loro due in un passato utopico di un mondo parallelo. Forse
percepisce il suo sguardo, perché subito dopo si volta nella sua direzione, e
solleva la mano in un cenno di saluto. Draco resta
immobile, ma rimane ad osservarlo ancora un po': il tempo necessario per
vederlo ricongiungersi col secondogenito, aiutarlo coi bagagli, e addirittura
alzare gli occhi e indirizzare un sorriso cordiale a Scorpius,
mentre Al sventola il braccio e grida «Ci vediamo presto!». Quei piccoli
gesti sono sufficienti a fargli capire che i loro pensieri sui figli devono
essere stati piuttosto simili, e che forse per la prima volta in tutti quegli
anni hanno scoperto una zona comune, neutrale, qualcosa su cui essere
finalmente d'accordo. E
poi Potter issa i bauli sul carrello e gira sui tacchi, pronto ad
allontanarsi, ma per un ultimo istante si guarda ancora indietro,
lanciandogli un'occhiata oltre la spalla; ed è allora, solo allora, col sole
che di nuovo lo costringe a stringere le palpebre, che Draco sente ogni livore ridimensionarsi
improvvisamente, ogni ombra di risentimento scivolare via. Prima
che Scorpius lo raggiunga e che Potter – Harry –
si volti di nuovo, Draco avverte un
sorriso, seppur flebile e stiracchiato, farsi strada sulle proprie labbra.
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Disclaimer: nulla
di tutto ciò è mio, per quanto io lo desideri (e per quanto mi sia accorta di
voler bene a Draco mentre scrivevo di
lui). I personaggi sono della zia Row e
io non ne guadagno un centesimo. Credits: Don't Look Back In Anger (Oasis) per il titolo. Wordcount: 488
parole. L'idea originale prevedeva che fosse una double-drabble,
ma io sono quella che si fa notoriamente prendere la mano e che riesce anche
a trasformare drabble in one-shot chilometriche. *tossisce e fa la vaga* NdA: ...e
poi niente, capita che in un momento qualunque io abbia raptus improvvisi che
mi portano ad aprire Office e scribacchiare cose come questa
in mezz'ora circa. Probabilmente scrivere di getto è nel mio DNA, perlomeno
quando si tratta del fandom di HP. Ad ogni modo, tutto ciò
è partito dal rewatching della Pietra
Filosofale sabato scorso. Mi ha fatto capire che il Drarry è
la tipica coppia che non ho mai shippato seriamente,
e che al tempo stesso ha sempre esercitato su di me un fascino latente e
quasi inconsapevole; e poi il giorno dopo, così dal nulla, avevo voglia di
scrivere Scorpius/Al (il primo occupa nel mio
cuore un posto speciale assieme a Rose, ma anche questa ship ha il suo perché), e così alla fine mi sono
ritrovata a partorire questo ibrido. Una cosa disseminata di hints che possono come non possono essere
interpretati in ottica slash, e che
chiaramente porta il mio marchio distintivo: con le introspezioni vagamente
malinconiche o angsteggianti ci
vado a nozze, si sa. E voglio bene a Draco. Sì, non è una bella persona, ma con tutte quelle
imperfezioni e meschinità è forse il personaggio più umano e realistico che
la Rowling potesse creare. …okay, magari posso
anche evitare di lanciarmi in una non richiesta apologia di Malfoy e optare piuttosto per il liberarvi della mia
invadente presenza. Chiaramente i commenti sono sempre graditi,
neanche a dirlo! Alla prossima, Lou. |