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Autore: Lost on Mars    06/03/2013    3 recensioni
Ci sono quegli amori che nascono a prima vista, uno sguardo, una carezza fatta per sbaglio, e improvvisamente tutto acquista quel senso che sembrava perduto.
Ci sono quegli amori che nascono dopo aver passato il tempo ad odiarsi, ad insultarsi, a disprezzarsi a vicenda, perché troppo codardi e intimoriti da quella sensazione strana.
Ci sono quegli amori genuini, che nascono per caso, dalla pura attrazione di due persone che impareranno a conoscersi, a diventare amici e successivamente ad amarsi.
Poi ci sono quegli amori che nascono da affetti fraterni, da un’infanzia passata a tirarsi i capelli, conoscendosi meglio dei palmi delle proprie mani, imparando ad accettare i difetti dell’altro e a tirare fuori i miglior pregi.
Si dice che quest’ultimi, siano gli amori più impensabili, illogici che possano esistere ma sono quelli più veri, quelli in cui l’amore vero si mescola ad amicizia e a fratellanza.
Infondo innamorarsi della persona con cui si è cresciuti per dodici anni non è una tragedia, no?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Condividere la stanza con i gemelli fu probabilmente la cosa migliore del mio soggiorno a Grimmauld Place.
La prima sera George ci aveva fatto leggere una lista di regola da rispettare assolutamente, la maggior parte delle quali mi provocò un attacco di ridarella isterica.
La numero sette diceva: “Poiché il sottoscritto George Weasley non vuole avere piccoli Fred o Ally in miniatura scarrozzanti per casa, i Fred e Ally Senior dovranno rimanere con il proprio pigiama addosso per tutta la notte”
Una volta appurato che con quella specie di lista George ci stava ordinando di non darci alla pazza gioia, ricevette uno schiaffo dietro i collo dalla sottoscritta, dati i suoi stupidi doppi sensi ai quali Fred scoppiava a ridere: avrei dovuto picchiare anche lui.
Gli uomini, che mistero.
Appena arrivata, notai subito il letto messo accanto a quello dei gemelli, povera Molly, era ignara di tutto; scommettevo che se avesse saputo avrebbe aggiunto un piano in più in quella casa solo per farci costruire la mia stanza.
Tutto sommato, fu divertente vedere Fred che fingeva di provare a trasgredire le regole imposte da George per poi vedere George che si avventava su Fred mentre entrambi si tiravano i capelli.
Il mio soggiorno lì però, fu molto utile, da quello che avevo capito la sera stessa del mio arrivo, Sirius conosceva bene i miei genitori, che un tempo erano membri dell’Ordine.
Avevo una voglia di chiedergli tutti, di spiegarmi che tipi erano da giovane, come era fatta mia madre, mio padre non me ne aveva mai parlato, se non quel giorno nello studio di Silente e io ero tanto curiosa.
Così un giorno dopo pranzo, quando tutti erano troppo occupati a fare qualcosa rimasi seduta al tavolo e glielo chiesi, anche se non ci avevo mai parlato in vita mia; di certo non era la timidezza il mio problema.
«Tu…conoscevi i miei genitori?» Chiesi con un groppo in gola, non avevo calcolato quanto quello che Sirius avrebbe potuto dirmi potesse segnarmi, ma ormai il danno era fatto.
«Charlotte e William. Gran belle persone» Mi rispose.
Praticamente mi aveva detto tutto e niente.
«Si conobbero a scuola, tuo padre era un Corvonero mentre Charlotte era una Grifondoro, entrambi Caposcuola, mi ricordo ancora quando facevano in modo che le loro ronde notturne coincidessero» Disse Sirius soffocando una risata.
E così anche i miei genitori facevano nelle cavolate assurde per amore, ora capisco da chi ho ripreso, io ho rischiato di perdere uno dei miei due migliori amici perché ero innamorata di lui, per fortuna la cosa era ricambiata, altrimenti a quest’ora sarei una perfetta depressa che ancora non è riuscita a toglierselo dalla testa.
«Papà era un Corvonero?» La parola “Corvonero” in quel periodo mi faceva perdere le staffe ma chiariamo, Roger non centrava assolutamente nulla, non era mica colpa sua.
Certo, Alison, certo.
Okay, forse non sopportavo quella parola per colpa sua, infondo ha quasi rischiato di far lasciare me e Fred e tutto per una stupida cotta! Un paio di mesi e si sarebbe dimenticato perfino che eravamo fratellastri.
Comunque sia, ero lì per chiedere a Sirius dei miei genitori, non per pensare a quel carciofo del mio fratellastro.
«Sì, era un tipo davvero brillante a scuola, forse la sua cultura gli ha un po’ rovinato la vita ma…» Continuò Sirius poi si bloccò senza motivo.
«Finita la scuola si unirono all’Ordine»
Ancora quell’Ordine, nessuno si era preso la briga di spiegarmi in cosa consisteva, nella lettera Fred aveva parlato di una specie di associazione segreta, di cui faceva parte anche Piton, quindi doveva essere una cosa seria.
«E poi, sappiamo come andò a finire, avevi quattro anni quando Molly ti trovò in casa» Annuii, non avevo mai parlato con Sirius prima, però sembrava sapere un sacco di cose dei miei genitori e di certo non me le avrebbe dette tutte in una volta anche perché Ginny scese le scale di fretta dicendomi che – testuali parole – Fred ha bisogno di te per una questione di vita o di morte, sali o ti priverà della sua eredità di famiglia.
Ovviamente, con “eredità di famiglia” non si intendevano galeoni, falci o zellini, chiariamo, sinceramente speravo di aver capito male, ma purtroppo era pur sempre Fred.
Con un aria piuttosto imbarazzata mi alzai da tavola e seguii Ginny per le scale fino a raggiungere la stanza dei gemelli, dentro c’era solo Fred, e no, non gli chiesi cosa fosse l’eredità di famiglia.
Anche se una vaga idea ce l’avevo e non era esattamente una cosa così innocente da riportare.
Dio, Alison, dovresti cruciarti da sola.
In particolare, quel pomeriggio scoprii che il mio ragazzo era tutt’altro che uno stinco di santo.
Non che non lo sapessi già, ma quel giorno ne ebbi la conferma.
Era nella nostra camera a crogiolarsi – mi piaceva definirla come nostra camera.
Appena entrata in camera lo vidi alle prese con un filo color carne, collegato ad un orecchio finto ai piedi del letto, con le riunioni segrete dell’Ordine non è che avessimo molto da fare in casa, se non origliare quando non correvamo il pericolo di andare a letto senza cena.
«E così, queste sarebbero le famose Orecchie Oblunghe» Dissi sedendomi vicino a lui, avevo lasciato la porta aperta, ma non faceva niente.
«Geniali, vero?» Mi disse alzando lo sguardo su di me.
«Degne di voi» Risposi sedendomi sul letto accanto a lui, con uno strattone riuscì a farmi finire sdraiata tra le sue braccia, lo faceva sempre.
Lasciò perdere le Orecchie Oblunghe per un attimo per dedicarsi a me, mi accoccolai sul suo petto come una bambina, chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal movimento della sua mano sui miei capelli, che mi tranquillizzava.
«Perché volevi vedermi?» Gli chiesi di punto in bianco, dopo minuti di silenzio.
«Non c’è un motivo preciso, volevo stare un po’ con te»
Allora mi girai verso di lui che non mi diede nemmeno il tempo di aprir bocca per rispondere che si era già fiondato sulle mie labbra, mi ricordai della porta che avevo lasciato aperta, ma era troppo bello stare lì con Fred per andarla a chiudere.
Così, ci ritrovammo intrecciati nei modi più strani nemmeno fossimo due salamandre nel periodo della cucciolata.
La porta poi si chiuse con un rumore secco e fortunatamente per noi, era solo George che con un  faccia abbastanza schifata prendeva la lista chiusa nel cassetto dei calzini – non si sa mai che Molly la trovasse – e ce la fece rileggere.
«Andiamo gemellino, non stavamo facendo niente» Disse Fred con un aria da angioletto, troppo poco angelico per essere credibile.
«Vi stavate rotolando, sul mio letto» Esclamò George scioccato.
«Abbassa la voce!» Lo implorai io.
Ginny sapeva abbastanza di me e Fred, il problema era che in quella casa oltre a lei c’erano almeno altre sei persone ignare di tutto ed essere scoperti non era esattamente lo scopo principale di quell’estate, forse della prossima.
Passarono anche i quattro giorni che ci dividevano dal primo di Settembre e in men che non si dica ci ritrovammo sul treno diretto ad Hogwarts, solo un anno prima io e Fred vivevamo sotto lo stesso tetto, ci comportavamo come due fratelli, litigavamo ogni giorno e facevamo pace con un pezzo di torta, adesso invece eravamo fidanzati, io avevo una nuova famiglia e le occasioni per vederci non erano moltissime; ero quasi contenta di ricominciare la scuola.
Quasi perché quello era l’anno dei M.A.G.O e né a me né ai gemelli andava molto a genio questa cosa, però quell’anno avrei dovuto studiare e tanto, a dire la verità non capivo come facessero Fred e George ad avere dei voti decenti pur non studiando quasi mai, Molly diceva sempre che se solo si fossero impegnati un po’ di più sarebbero stati dei geni.
Io però non li volevo dei geni come fratelli – e come fidanzato – già avevo Roger che quando mi era toccato vivere sotto il suo stesso tetto, si pavoneggiava come non mai per la sua E in Trasfigurazione facendosi beffe della mia “misera” O.
Anche se a me Oltre Ogni Previsione non mi era sembrato poi un voto così misero, ma sono Corvonero, chi li capisce è bravo, altro che donne complicate.
Nel nostro solito scompartimento in fondo al treno, dove nessuno ci avrebbe mai disturbato, se non Lee che qualche volta veniva a dirci che Lavanda Brown aveva di nuovo perso il suo paio di orecchini preferito e di venire a vedere la sua sfuriata isterica.
George sembrava aver superato la fase del “non baciatevi davanti a me o vi schianto” e ce ne rallegrammo tutti – Fred più di ogni altro.
Una volta scesi dal treno per raggiungere il castello dovemmo salire su alcune carrozze trainata da strani cavalli neri con delle ali alquanto sinistre.
Sembravano malnutriti, scheletrici ed erano molto inquietanti, mettevano una tale ansia che mi fecero perdere tutto il mio buon umore.
«Dovreste chiedere a Charlie che tipo cavalli sono questi» Dissi salendo su una carrozza.
«Di che cavalli parli?» Mi chiese Lee che era salito con noi.
«Quelli che trainano le carrozze» Risposi ovvia, che problemi aveva Lee che non riusciva a vedere un cavallo?
«Ally, Charlie si occupa di draghi e…le carrozze non sono trainata da niente» Mi disse George.
Aggrottai le sopracciglia. «Allora sono pazza» Conclusi.
Eppure li vedevo, sentivo il rumore degli zoccoli sul terreno, i piccoli nitriti causati dai respiri affannati, come era possibile che io li vedessi e loro no.
«Sono dei Thestral» Sentii dire da Hermione una volta scesi. «Possono essere visti solo da chi ha visto la morte»
Fantastico, meraviglioso direi.
Vedo dei cavalli fantasma perché ho visto la morte di qualcuno, anche se non so di preciso di chi, dato che quando mia madre morì io ero su per un camino mentre raggiungevo la casa dei Weasley.
Cercai di non dare molto perso a quel pensiero strano che mi riecheggiava in testa e procedetti spedita verso il castello con i gemelli al mio fianco, avevo fame e speravo con tutta me stessa che quell’anno lo Smistamento sarebbe durato poco.
La Sala Grande si riempì molto velocemente, presi il mio solito posto tra George e Fred, di fronte a Lee e quando tutti si furono calmati, Silente fece il suo solito discorso di inizio anno.
Vidi una nuova figura al tavolo degli insegnanti, una donna bassa e sorridente, con il naso schiacciato e gli occhietti piccoli.
Vestiva di un completo rosa confetto alquanto irritante e orribile alla vista.
Non avevo idea di chi fosse, ma già non la sopportavo, quando scoprii che si chiamava Dolores Umbridge e che sarebbe stata la nostra nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, per poco non scoppiai a ridere, fortunatamente Fred mi trattenne, non era il momento giusto per ridere.
Dolores Umbridge, che cavolo di nome era? E poi non ce la vedevo per niente ad insegnare Difesa.
Non c’è molto da dire, se non che se all’inizio dell’anno solo dopo averla sentita parlare con una vocetta stridula di cose riguardanti Hogwarts con un breve, minuscolo accenno al Ministero la odiavo, a fine anno avrei festeggiato allegramente la sua morte.



Spazio Autrice:
Buonsaaalve c:
Sono consapevole della schifosaggine di questo capitolo, ma sorvoliamo vi prego, lol.
Avrei aggiornato ieri (se lo avessi fatto avrebbe fatto ancor più schifo...) ma oggi avevo il compito di greco valido per l'orale, una mezza cacca anche quello, però....
Mi sento molto demenziale in questo capitolo, la depressione post compito mi fa dei brutti effetti ç_ç
Io spero che vi piaccia comunque, anche se ne dubito fortemente, e vi pubblico  anche il link della mia nuova ff nel caso voleste dare un'occhiata.
Carpe diem - La vita è imprevedibile e gli adolescenti lo sono ancor di più. (titolo lungo lo so, ma non ho elaborato di meglio)
Bien, ora vi lascio e noi ci rileggiamo (?) durante il week-end se tutto va bene (:
-Marianne (che vi stritola con un abbraccio virtuale)

   
 
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