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Autore: chilometri    06/03/2013    8 recensioni
Zayn è unico. Ha delle visioni.
La maggior parte delle persone pensano che il suo, sia un dono, ma Zayn sa di star vivendo un Inferno.
Vede le persone che hanno perso la loro vita o suicidandosi, o a causa degli altri.
La parte peggiore è, però, che Zayn non sa cosa fare.
Come può aiutare le persone quando lui le ha solamente viste nelle sue visioni?
~
«Stronzate.»
«Puoi pensare quello che vuoi, ma ti sto dicendo la verità. Io ho visto già, tutto questo.»
«Giusto, certo, adesso puoi semplicemente andartene a fanculo?»

[Ziall!Au.
Attenzione: tratta di temi come suicidio/morti/assassini.]
Genere: Angst, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questa storia NON mi appartiene in nessun modo. Tutto quello che è e sarà scritto in questo e nei prossimi capitoli non è altro che una traduzione.
Link per la storia originale: Lost Souls
Tumblr della ragazza che l'ha scritta: Daretoliveforever.tumblr.com

Questo
, è il consenso che l'autrice mi ha dato personalmente. :)

  



Secondo capitolo.


 
Dare dei nomi a facce che non hai mai visto nella tua vita, è più difficile di quanto sembri.
Qualche giorno dopo l'incidente con Emmy e la sua mamma, ho ricominciato a fare ricerche per trovare le persone che vedo nelle mie visioni.
E' un lungo ed estremamente stancante - nonché fastidioso - compito, ma sono determinato a trovarle, tutte. 
Sono partito con la ricerca dell'ultima persona che ho visto nella mia visione.
Nel corso degli anni in cui ho vissuto con le visioni, maledicendole, ho imparato che, con un po' di sforzo, riesco a rievocarle più tardi, ed è per questo che sono più descrittivo, riguardo ciò che succede, nelle mie note, e gli schizzi delle persone sono diventate più chiare. 
Così, ho pensato che potrebbe funzionare.
La prima persona che sono riuscito a scovare è stato un uomo sulla quarantina.
Era abbastanza alto, magro, con occhiali e barba.
E' stata una di quelle persone che hanno commesso il suicidio.
Riesco ancora a ricordare la visione, è avvenuta mentre ero seduto in classe di inglese.
La povera anima si sentiva trascurata, aveva lasciato un biglietto ai suoi parenti, io lo avevo letto ed avevo capito a fondo come si sentisse.
Aveva poi preso una miscela mortale di pille che lo hanno fatto addormentare, per poi morire in modo completamente indolore.
Adesso sono seduto davanti al mio computer portatile, e fuori fa freddo e c'è pioggia ed è Venerdì, e la mia ricerca ha avuto inizio.
L'uomo è morto solo un mese fa, credo, quindi ogni informazione potrebbe e dovrebbe essere recente.
Il punto è che non ho idea di dove iniziare a cercare.
Inizio a girare su Internet ed apro la pagina di Google.
Dopo aver pensato per qualche secondo, digito "registri di morte pubblica", nel motore di ricerca; più di 121 milioni di resultati spuntano.
Clicco sul primo link indicato.
E' diretto ad un sito web, ma mi viene chiesto il nome ed il cognome della persona ed io non so nemmeno chi sono, quindi questo non fa al caso mio.
Continuo a provare alcuni altri siti web, poi provo con "morte necrologi pubblici", e questa volta ci sono 393 milioni di risultati.
Uno dei siti web apertosi offre un database di annunci funebri.
Inserisco la data nella barra di ricerca e davanti a me si aprono circa 1354 decessi, che si sono verificati in quel giorno.
Sospiro e inizio a cercare attraverso i necrologi.
Dopo 3 ore passate davanti al computer a scorrere quella che sembrava una lista infinita, lo trovo. E non mi sembra vero. Il suo nome è - anzi, era - Andrew Thompson.
Leggendo l'avviso della morte, intuisco quanto la sua famiglia lo amava e lo ami ancora ora che non c'è più.
Se solo lo avesse saputo prima di prendere i farmaci. 
Butto giù la data ed il suo nome sul disegno, allegando anche l'avviso.
E' stata dura, ma sono riuscito finalmente a mettere uno tra tanti nomi delle anime perse. 
 
**
 
Ho speso il resto del mio weekend a cercare i nomi delle altre persone che ho visto. Fortunatamente, sono stato abbastanza abile e sono riuscito a scovarne altre undici.
Ogni volta che trovo un nuome, mi sento come se dentro di me ci fosse un mix di emozioni che vanno dal dolore della loro morte alla felicità di averli - finalmente - trovati.
Ho notato, inoltre, che il tempo tra le visioni e le morti effettive è di circa due settimane, questo mi ha reso più fiducioso perché potrebbe aiutarmi con le mie future visioni.
 
Oggi è Domenica, è tardi; il mio cervello si è completamente fuso perché ho passato tutto il fine settimana davanti allo schermo del pc.
Nemmeno una tazza di tea mi potrebbe aiutare, ora come ora, ma tentare non nuoce.
Mi alzo dal divano, mi stiracchio e sento le ossa scricchiolare piacevolmente e mi dirigo verso la cucina; prendo una tazza ed una bustina di tea, ed imposto il bollitore sul fuoco, per riscaldare l'acqua.
Poi,  poi non so cosa succede esattamente, tutto quello che capisco è che, se il momento prima aspettavo che il tea bollisse, adesso sono steso sul pavimento, i miei occhi sono risucchiati nel buio ed una visione si insinua nella mia mente.
 
Ovunque io sia, l'unica cosa che riesco a capire è che c'è il sole, è mattina. Riesco a vedere delle macchine parcheggiate in uno spiazzo alla mia destra ed un edificio - una scuola - alla mia sinistra.
Noto il nome della scuola e cerco di tenerlo a mente, sperando che questo mi possa aiutare a ricordare, poi, ciò che accadrà qui. I miei occhi si fermano su un ragazzo che sta uscendo dal palazzo, aggrappato ai libri di testo e lo zaino a tracolla sulla schiena.
Sembra più giovane di me.
I capelli sono ricci, sarà alto circa un metro e settanta, una corporatura magra ma muscolosa, occhi verdi e qualche piercing.
E' agitato, lo riesco a percepire, si muove veloce, come se sappia che qualcosa debba accadere, solo che non ha idea di dove o quando.
Comincia a camminare verso il parcheggio.
«Hey, Styles». Una voce sconosciuta grida, da lontano.
Il ragazzo, che doveva per forza essere 'Styles', si blocca e rimane fermo.
E' completamente radicato al suo posto, senza preoccuparsi di voltarsi verso il tipo che lo ha chiamato, quasi a volersi coprire gli occhi.
Un rumore sfreccia attraverso l'aria nello stesso momento in cui quella che sembra essere una roccia, colpisce il ragazzo nella parte posteriore della testa.
Il riccio inciampa, preso alla sprovvista dalla forza con cui è stato preso di mira, lascia cadere i suoi libri per mettere una mano dietro al capo.
Allontana la sua mano dalla testa dove vi è una macchia di sangue che inizia a scendere tra le sue dita sottili.
Tossisce, poi si alza ed inizia a camminare velocemente verso la sicurezza della scuola.
«Styles» Dice la voce, ancora una volta, con brutalità «torna qui, gay».
La voce della persona è così piena di divertimento e di odio e disgusto che mi irrigidisco, seppur nel bel mezzo della visione.
Il riccio, però, non lo ascolta, continua a camminare sui suoi passi e continua ad andare verso l'edificio.
Il suono di alcuni passi che corrono, arriva alle mie orecchie. 
Il tipo che aveva gridato di fermarsi al ragazzo, è ora accompagnato da altri ragazzi corpulenti, che corrono verso il ragazzo.
Il primo pugno colpisce la sua faccia ed il giovane si piega, accasciandosi a terra e tira - automaticamente - il suo corpo verso di se, raggomitolandosi.
Il gruppo di ragazzi inizia a tirare calci al riccio, mentre lui non cerca di difenersi, di combattere, accetta il pestaggio.
Lo accetta e basta.
Il gruppo non si ferma, continuano a tirare pugni e calci e a colpirlo in ogni spazio che riescono a trovare.
E' solo allora che uno dei ragazzi nota che 'Styles' aveva smesso di muoversi.
Si ferma, chinandosi, e prende il polso del ragazzo tra le mani. Inizia a scuotere la testa sussurrando a sé stesso.
Si alza in piedi. 
«Ragazzi, siamo... siamo stati... ci siamo comportati da pazzi. Non respira. Penso che... credo... credo che lo abbiamo ucciso». Dice, con vera e propria paura nella voce.
 
Il fischiare del bollitore mi riporta alla realtà.
Tremante, lo spengo ed affondo la testa nelle ginocchia, sedendomi sul pavimento.
Faccio un respiro profondo, per cercare di calmare i miei nervi, tesissimi.
So il nome della scuola ed il cognome del ragazzo, ora quello che devo fare è trovarlo prima che tutto accada.
 
**
 
Dopo una ricerca sul nome della scuola che ho visto nella visione, trovo che il luogo dove accadrà il tutto, è Holmes Chapel.
Senza pensarci due volte, incomincio ad impacchettare la mia roba.
Devo andare in quella città, devo salvare la vita a quel giovane.
Mia madre entra nella mia stanza nello stesso momento in cui finisco di impacchettare freneticamente le mie cose.
«Zayn, che stai facendo?» Chiede, con voce dolce.
Alzo lo sguardo per incontrare i suoi occhi caramellati, «Niente, mamma».
Mia madre non sa nulla delle visioni, nessuno lo sa, a dire il vero. La mia famiglia pensa solo che io sia 'interessante'.
Quindi, non c'è modo che io possa dirle che vado a salvare la vita ad un ragazzo che non conosco ma che ho visto in una visione che ho avuto.
Già, sarebbe troppo... fuori dal comune.
«E perché, allora, stai impacchettando le tue cose?» Mi chiede.
«Um, sto... solo andando a fare un viaggio con la scuola. Tornerò presto». Dico, mentendo a mia madre.
A volte vorrei porterle dire quello che mi sta succedendo, ma non posso. La mia famiglia non capirebbe.
Mi porterebbero in un manicomio prima che possa effettivamente provarlo.
Mia madre non sembra del tutto convinta, ma mi lascia continuare.
Amo questo di lei: non ha mai curiosato sui dettagli delle cose che mi riguardano.
Una volta finito di impacchettare il tutto, vado verso la macchina e parto per Holmes Chapel.
 
**
 
Un'ora e mezzo più tardi, sono lì, sono nella piccola cittadina del Cheshire.
E' una bella città, tranquilla e pacifica.
E' difficile credere che un ragazzo sta per venire ucciso, proprio qui.
Tra circa due giorni la visione dovrebbe avverarsi, almeno questo mi darà abbastanza tempo per capire come ho intenzione di fermare il tutto.
Cerco un hotel a buon mercato, poi comincio a girare per la cittadina.
Mentre cammino, il mio stomaco comincia ad urlarmi di mangiare.
Mi guardo intorno e, tra i vari negozi, scorgo un forno non troppo lontano. Inizio a dirigermi verso quel punto e intanto penso a come fermare la morte.
Idee diverse vagano per la mia testa.
Non posso semplicemente chiamare la polizia, penserebbero sicuramente che sia un pazzo e poi dovrei spiegare loro come sapevo che sarebbe successo.
Non è un rischio che sono disposto a correre.
Alzo lo sguardo e apro la porta del panificio, accolto dal rumore di un campanello e dal calore della struttura.
Mi avvicino al banco espositore, guardando la varietà di cibi.
«Ciao, posso fare qualcosa per te?» Dice una voce tranquilla dietro il bancone. 
Alzo gli occhi che incontrano degli occhi verdi e penetranti.
Perdo tutte le parole appena lo vedo, non pensavo mica di trovarmi il ragazzo della visione prima di quel giorno.
Ma eccolo lì. Sembra quasi felice, non capisco perché non si difenderà, quando quei... ragazzi lo picchieranno.
«Um, puoi darmi 2 croissant, per favore?» Chiedo.
Mi fa un sorriso genuino, e si china ad afferrare due dei dolci.
Ne approfitto e guardo il cartellino che ha attaccato al petto; Harry Styles.
«Non sei di qui, vero?» Mi domanda, mentre posa i pasticcini in un sacchetto di carta marrone.
«No, no. Sono qui solo per pochi giorni». Rispondo, tirando fuori il portafoglio per pagare.
Harry annuisce e mi sorride appena gli do i soldi.
Sembra davvero un bravo ragazzo, perché nel mondo quello che sta per succedere, deve succedere proprio a lui? E perché?
«E' bello vedere un viso nuovo, ogni tanto. Buona giornata». Harry rifletté ad alta voce.
Sorrido al ragazzo e cammino fuori al negozio.
Ora che l'ho incontrato, non posso lasciarlo morire.
 
**
 
Il giorno dell'omicidio di Harry, decido di prepararmi per prevenirlo.
Ho trovato la sua scuola solo ieri, quindi so dove avrebbe avuto luogo il tutto.
Ho trovato tutto ed, essendo sul posto, ho potuto lentamente vedere ciò che accadrà tra qualche ora.
Ora sono a scuola, gli studenti stanno uscendo, io aspetto. Per fortuna, c'è una zona vicino al parcheggio che è coperto di alberi, e mi nascondo lì.
Vedo il flusso di persone che comincia ad andare via.
Mezz'ora dopo la scuola è quasi vuota, ma non ho ancora visto né Harry, né i teppisti che stanno per prendere la sua vita.
Sono quasi tentato di entrare nella scuola e trascinare con me Harry, almeno, così non lo avrebbero ucciso per certo.
Alla fine, comincio quasi a sonnecchiare per tutto il tempo che rimango. 
Poi, però, sento una porta chiudersi in lontananza, ed i miei occhi si spalancano mentre, nel mio campo visivo, rientra una testa con capelli ricci. Mi alzo in piedi e cerco di farmi il più vicino ad Harry, senza farmi vedere.
Mi accovaccio dietro ad una macchina, ed ho una chiara visione di tutto.
«Hey, Styles». Sento in lontananza. Mi guardo intorno e vedo il gruppo di ragazzi, poi poso nuovamente il mio sguardo su Harry che, come nella visione, si issa sul suo posso.
Salto fuori da dietro la macchina nello stesso momento in cui la roccia va a colpire Harry. Faccio quello che ritengo sia giusto; esco dal mio nascondiglio e spingo Harry a terra, prima che la pietra lo colpisca.
A giudicare dall'espressione di Harry, deve sicuramente aver pensato che sia stato il gruppo dei ragazzi, ad attaccarlo, perché si raggomitola come una palla quasi come se stesse aspettando un brutale pestagio.
Mi giro verso il gruppo che ora sembra più incazato che mai.
Incominciano a farsi strada verso di me, ora voglio me, morto, non più Harry.
Scavo nella mia tasca, prendo una manciata di pietre che ho raccolto quella stessa mattina e inizio a lanciarle verso di loro.
Iniziano ad urlare parolacce contro di me, mentre scansano le pietre.
Alla fine, la maggior parte dei ragazzi si arrendono, solo uno - evidentemente il capo del gruppo, quello decisamente stronzo - cotinua a camminare verso di me.
«Quale cazzo è il tuo problema, razza di coglione?» Mi urla contro.
So che sta per avvenire una lotta. Il grosso sacco di carne che è, troneggia sopra di me, il pugno già alto.
Quest'ultimo oscilla all'indietro, ma, proprio quando sta per scagliarsi contro la sua faccia, si ferma.
A qualche centimetro.
Gli occhi del ragazzo incrociano per un secondo quelli verdi, prima che cada al terreno, a causa del pugno del riccio.
Guardo Harry, che ha gli occhi spalancati, è scioccato da ciò che ha fatto.
Ha appena impedito di fare del male, ancora, al più grande della gang, semplicemente colpendolo dove è maggiormente ferito. Il ragazzo mi guarda a sua volta, afferra la mia mano e mi tira lontano dalla scuola.
Poco dopo, siamo arrivata alla sua casa.
Apre la porta e mi conduce in cucina, sprofondando nella poltrona e nascondendo il volto tra le mani.
«Harry, che cosa è appena successo, lì?» Domando, tranquillo, ancora in piedi sulla soglia della cucina.
Lui non risponde, ma vedo che le sue spalle tremano leggermente.
Faccio un passo incerto verso di lui, mentre poso una mano sulla sua schiena, strofinandola e cercando di calmarlo.
Harry alza lo sguardo verso di me, gli occhi pieni di lacrime e le emozioni che vanno dalla depressione alla paura.
«Non pensavo che lo avrebbero fatto». Sussurra, ad un passo dalle lacrime.
«Perché lo fanno, Harry? Cosa stavano per fare?» Chiedo, senza smettere di accarezzarlo.
Harry osserva la cucina, i suoi occhi diventano ancora più opachi non appena inizia a parlare.
«Loro... loro sono un gruppo di ragazzi che hanno reso la mia vita un Inferno, per... per molto tempo. Mi picchiavano ogni giorno, sono ancora coperto di lividi. Ma un giorno... ero così stanco di essere così impaurito, di vivere così. Ero stanco di tornare a casa con lividi e occhi neri. Quindi, ho detto a qualcuno quello che loro facevano, ma loro lo hanno scoperto. Sono venuti al mio posto di lavoro, l'altro giorno, il giorno in cui sei entrato anche tu, e mi hanno minacciato. Hanno detto che mi avrebbero picchiato fino a ché non avessi perso i sensi e la coscienza e sarei finito in ospedale. Non... non pensavo che lo avrebbero fatto davvero. Ma, loro, loro stavano davvero – »
Harry si ferma, non riesce a continuare e le lacrime, semplicemente, scendono giù.
Lo avvolgo in un abbraccio sperando che si calmi.
Si aggrappa disperatamente alle mie spalle, alla ricerca di qualsiasi fonte di conforto.
«Harry non erano... non stavano solo per mandarti all'ospedale. Loro... loro di avrebbero ucciso». Sussurro all'orecchio del ragazzo che singhiozza. Non sono sicuro che sia una buona idea, ma merita di saperlo.
Harry si tira indietro, i suoi occhi sono pieni di quello che definisco shock.
Puro.
«Co- cosa?» Mi risponde, la voce ridotta ad un sussurro.
Non riesco a trovare le parole, quindi annuisco, annuisco e basto, sperando che lui capisca.
«Per favore, per favore, non lasciarmi qui. Torneranno». Harry mi prega, ed io non posso ignorare i suoi occhi distrutti. Decido che lo porterò a casa con me. Mi ringrazia e corre verso la sua stanza per raccogliere alcune delle cose che gli appartengono.
 
**
 
Il viaggio di ritorno verso Bradford, non è stato poi così pessimo.
E' sembrato solo più lungo di quando ero sulla strada di ritorno, ma ora ho Harry con cui posso parlare.
Gli spiego come facevo a sapere dell'attacco.
Sembra sorpreso, ma meravigliato dal fatto che io lo abbia fermato.
Non mi sembra poi così sconvolto al sapere delle visioni, e se possibile, sembra quasi pensare che il mio sia un dono.
Mi ha ringraziato numerose volte per averlo salvato.
Poi, si è addormentato completamente perché era decisamete troppo stanco.
Prendo tra le mie braccia Harry e lo faccio dormire nel mio letto. Appena il suo corpo si adatta al materasso, si stiracchia, sempre dormendo e rivela le braccia coperte di lividi, proprio come aveva detto.
Scendo le scale, gli occhi pesanti di sonno. Sono all'ultimo gradino quando sento la sensazione fastidiosa di quando sto per avere una visione. Mi dirigo velocemente verso il divano e la visione sboccia davanti a me.
 
Sono in un altro bagno, adesso. Una persona giace nella vasca, mentre tiene stretta al petto una bottiglia di liquore. Non riesco a vedere chi sia, vedo solo la sua mano che stringe la bottiglia. 
Il ragazzo si sporge in avanti, rivelando il familiare casco disordinato di capelli biondi. Sembra frantumato. E' chiaramente ubriaco, probabilmente perché sta cercando di scacciare il dolore emotivo.
Il ragazzo si china sulla vasca da bagno e prende un oggetto di metallo lucido.
Le mani gli tremano, le lacrime scendono sul viso. Alza gli occhi al soffitto e sussurra qualcosa di impercettibile.
Con un movimento rapido, fa scivolare la lama affilata sulla pelle pallida del suo polso destro, poi il sinistro.
Si appoggia allo schienale della vasca, gli occhi vitrei, lo sguardo verso il soffitto.
 
Vengo tirato fuori dalla visione. Le lacrime bagnano il mio viso non appena rievoco ciò che ho appena visto.
Perché ho visto lo stesso ragazzo due volte? E' strano. Non ho mai visto qualcuno più di una volta nelle mie visioni.
Afferro una penna ed un pezzo di carta, scribacchiando velocemente tutto quello che è successo.
Sono deciso a capire chi sia.



 


Romeo's space:
 
NAVIGARE E MESSAGGIARE, ILLIMITATAMENTEEEEEEEEE 
Basta, Pino il Pinguino mi sta fottendo il cervello çwç
Ed eccomi qui, puntuale (io? puntuale? WATTAFACK) come sempre (sì, sure AHAHAH) con un nuovo capitolo asdfghjkl
Da questo iniziamo ad entrare nel vivo della storia, infatti è tutto un mezzo casino perché insomma, chi è questo biondino misterioso che Zayn vede ben due volte? 
(WOW CHI SARA' MAI SE QUESTA STORIA E' UNA ZIALL? CHISSA'<3)
E perché appare nelle sue visioni?
Perché non riesce a trovarlo? Ed Harry, che c'entra in tutto questo?
Troppe domande e così poche risposte #troppitelefilm.
La smetto.
<3
Vi ringrazio come sempre per le recensioni, le visite, le seguite omg, siete bellissime ed io vi amo ma voi lo sapete già.<3
Quindi niente da dire, fatevi sentire con una recensione e ditemi se vi piace come prosegue la storia sdfghjklas
grazie davvero per il supporto e alksiudfg vi amo tanto,
un bacione,
Romeo.
<3
 
Prossimo aggiornamento: Venerdì/Sabato. (shame on school) (però è probabile che sia Venerdì perché il prossimo capitolo è piuttosto corto eue)
 
 

 


Spoiler.
 
«Hai...?» Inizia a chiedermi Harry, prima che lo blocchi in partenza.
«Sì, ho appena avuto una visione».
(...)
«Wolverhampton?» Mi domanda, non appena scrivo il nome della città.
«Sì, questa sarà la nostra prossima tappa». 



twitter: harrysromeo
ask: lostcause
tumblr: harrehscuddles.tumblr.com


  
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