Era un comune lunedì: nuova settimana, stessa noia. Qualcosa però era cambiato: nella classe di Lauren era stato aggiunto un banco accanto al suo e un biondino dagli occhi color nocciola era già seduto con le scarpe grondanti di fango sul banco nuovo di zecca, cercando di indovinare chi si sarebbe seduto accanto a lui.
Lauren attraversò la classe e si diresse al suo posto in ultima fila. Fece finta di niente e tirò fuori dalla cartella il libro di letteratura, quando ad un tratto una mando le accarezzò la schiena in tutta la sua lunghezza. Arrossì violentemente e si scostò da quella mano dalle dita affusolate.
-Sono Chris.- disse allora il suo compagno di banco con un sorriso malizioso.
-Lauren.- si limitò a dire la ragazza scocciata tornando al suo colorito naturale.
La professoressa entrò e tutti si alzarono, tutti tranne Chris.
-Buongiorno, oggi è un gran giorno. Avrete un nuovo compagno: Christian Davidson.- annunciò la professoressa con fare da presentatrice invitando il nuovo arrivato ad alzarsi per non sfigurare.
Chris si alzò pigramente lasciando il banco imbrattato, alzò la mano in segno di saluto e ripiombò a peso morto sulla sedia.
La professoressa accennò un sorriso e riattaccò a parlare:
-Christian è nato a Las Vegas e si è da poco trasferito qui. Che ne pensi di questo posto?- chiese con aria da giornalista.
-Fa schifo, preferivo l’aria dei casinò.- disse Chris tamburellando la matita sul labbro inferiore.
A Lauren venne voglia di schiaffeggiarlo: nessuno poteva parlare male della sua città, si era appena trasferito e non poteva dire nulla di un posto che ancora non conosceva.
-Allora Lauren?- chiese spazientita la professoressa.
-Mi scusi, non la stavo seguendo.- disse con un filo di voce la ragazza, poi arrossì.
-Volevo avere la conferma che avresti aiutato Christian ad ambientarsi a scuola e a fare amicizia.- disse la professoressa.
Lauren e Chris non scambiarono una parola fino all’uscita, anche se il ragazzo aveva dato fastidio un po’ a tutti durante le ore di lezione. Christian non aveva più avuto il coraggio di rivolgere la parola alla sua compagna di banco: gli era parsa troppo riservata e il modo in cui lo ignorava gli faceva perdere la forza di parlarle. Per Lauren era diverso: avrebbe voluto sapere cosa frullava nella testa del nuovo arrivato, avrebbe voluto sapere di pi su di lui, avrebbe voluto conoscerlo…ma era troppo timida.
-Lauren, alla lavagna.- disse la professoressa dell’ultima ora risvegliandola dai suoi pensieri.