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Autore: Giulietta_3    06/03/2013    1 recensioni
Chi mi conosceva, avrebbe detto con tranquillità che Micol quel giorno era pimpante come al solito, ma vi assicuro che ero tutto tranne che pimpante.
Avrei voluto dare fuoco ad Holmes Chapel, buttarmi giù da un dirupo, tagliarmi le vene fino a morire piuttosto che rivederlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questo capitolo alla cara Alldayandallnight 
che mi sostiene nonostante i miei ritardi.




Era una settimana che rimanevo a letto, ma la febbre non accennava a scendere.
Il giorno in cui avevo scoperto la verità ero tornata di corsa a casa, mi ero buttata sotto il getto bollente dell’acqua calda
e poi mi ero messa a letto e non ne ero più uscita.
‘Amore ti serve qualcosa?’ disse mia madre entrando nella mia stanza.
Mia madre era sempre stata una brava donna, non molto presente nella mia vita ma non per questo una cattiva madre.
Ci assomigliavamo molto io e lei, gli stessi capelli rossi, gli stessi occhi chiari,
lo stesso fisico non particolarmente formoso. L’unica differenza palese era che lei era di una bellezza che mozzava il fiato,
io invece facevo schifo anche ai cani.
‘Si mamma mi porteresti un’aspirina? Ho la testa che mi scoppia’ mia madre annuì e chiuse la porta alle sue spalle.
Mi girai così dalla parte opposta, dando le spalle alla porta.
In quei giorni avevo pensato ad un’unica cosa, anzi ad un’unica persona.
Lo odiavo ancora perché se ne era andato ma ora ero cosciente del fatto che io l’avessi lasciato fare con tranquillità.
Io avevo lasciato andare il ragazzo che amavo.






‘Tieni l’aspirina rincoglionita’
‘Ezra che ci fai qui?’ dissi al mio amico che era appena entrato dalla porta con in mano un bicchiere e una bustina di aspirina. Ezra era indiscutibilmente un bel ragazzo e nonostante le voci che giravano sul suo andamento sessuale
le ragazze avrebbe venduto l’anima per un appuntamento con lui.
‘Sono venuta a parlarti’ quando Ezra Miller pronunciava quelle parole significava solo una cosa. Ero nei guai.
Non risposi e mi girai, dopo aver bevuto con calma l’aspirina, dandogli le spalle.
Speravo capisse che non avevo voglia di parlare, ma non recepì il messaggio. Era arrivato il predica-time.
‘Ti ricordi la prima volta che mi sono avvicinato a te?
Avevo avuto la bronchite per un mese e avevo iniziato la scuola un mese dopo’ ricordavo benissimo quel periodo,
era lo stesso in cui Harry era andato via.
‘Eri da sola, seduta in mensa con i capelli legati e la maglietta di Harry addosso.
Noi ci conoscevamo già ma non avevamo mai realmente parlato, io però ti conoscevo bene.
Ti ho sempre studiata Mic perché non eri una ragazza nella norma, eri una di quelle che dava l’anima agli altri
senza che loro se ne accorgessero’ rimasi stupita da quelle confessioni. Mi conosceva bene, forse anche meglio di me stessa.
‘E sai perché quel giorno mi avvicinai?’ mi guardò fisso costringendomi a guardarlo in volto,
abbandonando la mia posizione nascosta.
‘Eri morta Mic, ma non per scherzo. I tuoi occhi sembravano piangere dentro, la tua bocca era piegata in una linea dritta
e la tua pelle era di un bianco spaventoso. Continuavi a guardarti in giro, cercando con lo sguardo qualcuno che non c’era
e ogni tanto ti scovavo ad annusarti la maglietta che probabilmente portava ancora il profumo di Harry’
i miei occhi si riempirono di lacrime al ricordo del male che avevo provato,
ed ora che Harry era tornato me lo stavo lasciando nuovamente scappare.
“Ho mollato perché tu non mi hai chiesto di restare”
‘Con il tempo sei tornata te stessa, la pelle aveva ripreso un leggere candore e le tue labbra carnose erano tornate a sorridere,
ma i tuoi occhi Mic, quelli non mentivano. Fino ad una settimana fa avevi lo stesso sguardo.’ si fermò,
come per riordinare i pensieri, poi parlò ‘Appena l’hai visto è cambiato tutto. E’ come se avessi iniziato di nuovo a vivere.
E io non posso lasciarti stare, mentre cerchi di autodistruggerti allontanando l’unica persona che tu abbia mai amato.’
Lo stavo lasciando andare di nuovo, e questa volta lo stavo anche aiutando.
Come potevo farlo, se la sola idea di perderlo mi uccideva?
Ezra si alzò, mi posò un leggero bacio sulla fronte e prima di uscire sussurrò un ‘Buona fortuna’.
Capii il reale significato di quelle parole solo quando sentii qualcuno bussare alla mia finestra.
Il mio cuore perse un colpo e ritornai col pensiero alla mia infanzia.
Solo un idiota, aveva sempre preferito la finestra della mia stanza alla porta d’ingresso.
Harry Styles.
 

 


Harry’s pov
Avevo sentito tutto.
Ogni parola che usciva dalle labbra di quel ragazzo mi lacerava un po’, ogni ricordo, che io non avevo vissuto,
o che forse avevo vissuto troppo mi uccideva. Scacciai scocciato una lacrima solitaria.
Micol si alzò dal letto con sguardo stralunato mentre mi apriva la finestra.
Rimanemmo in silenzio uno perso nella contemplazione dell’altro. Era cambiata in quegli anni.
Aveva preso qualche centimetro e sviluppato le curve al punto giusto.
I suoi capelli erano cresciuti in maniera impressionante e le andavano a coprire quasi tutta la schiena.
L’unica cosa che non era mutata erano gli occhi. Verdi, brillanti, la mia casa.
Era bellissima, anche con quello strano pigiama e senza un filo di trucco.
Pensare che mi ero perso gran parte della sua adolescenza mi distruggeva.
‘Quanto hai sentito?’ disse con voce tremante e con le lacrime che rischiavano di solcarle il volto.
Appena l’avevo vista, più o meno una settimana prima, l’unica cosa che volevo fare era baciarla.
Mi era mancata in un modo difficile da descrivere.
Poi quel ragazzo, Ezra, le aveva circondato il collo e io ero stato assalito da una voglia matta di chiamare Liam
e di architettare un omicidio.
‘Posso entrare?’ dissi sviando la domanda. Lei si scostò facendomi segno di entrare.
La stanza non era cambiata. Le pareti erano sempre lilla, il letto sempre bianco e le fotografie
erano sempre negli stessi angoli, erano solo aumentate di numero.
Altri ricordi in cui io non ero presente, altre storie di cui non facevo parte.
‘Harry quanto hai sentito?’
“Abbastanza da star male” pensai ma mi guardai bene dal dirlo. Non dovevo mostrarmi debole.
‘Hai ancora la mia maglietta?’ dissi invece cercando con lo sguardo di abbracciarla.
Volevo fosse mia, in ogni modo in cui una donna può essere di un uomo.
Lei mi apparteneva.
Cercò  di parlare ma le parole le morirono in gola, lasciando spazio ad un suono sommesso.
Io le corsi incontro e la abbracciai di slancio.
Era troppo per il mio povero cuore vederla piangere, e sapere che ero io la causa di tutto quel dolore mi straziava.
Maledetto me.
‘Voglio che tu sia mia Mic’ riuscii a sussurrare.
Lei si strinse di più a me e fu difficile sentire le sue parole ovattate dallo spessore del mio maglione,
ma sentii abbastanza per farmi scoppiare il cuore.
‘Dimostrami che non sei cambiato Harry. Io sono sempre tua’




 

Sciaoooooooooooooo madonna sono riuscita a postare *_* ahahah
Questo penso sia una delle cose più brutte che io abbia mai scritto xD
Ringrazio comunque tutti coloro che hanno messo tra le seguite, le ricordate o le preferite la mia storia. Un grazie speciale a chi l'ha commentata.
A presto :*
  
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