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Autore: keeponsmiling    06/03/2013    2 recensioni
E allora ho deciso di strapparmi il cuore, perché non è appartenuto mai a nessuno quanto è appartenuto a te.
Tienilo pure, fottuto bastardo, come se tu non ti fossi già portato via anche tutto il resto di me.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da lontano sembrano tante formiche, tutti vestiti di nero mentre sfilano silenziosi verso la tua famiglia ad esprimere il loro rammarico.
Falsi.
Sono arrabbiato con Dio, perché non si è solo intromesso nella nostra vita, ha anche dovuto mandar giù uno di quegli acquazzoni che il picchiare delle gocce sull’asfalto ti manda fuori di senno, e la tua foto si vede sfocata da dove sono io, lontano da tutte queste facce anonime.
Non volermene Lou, ma davvero ti aspettavi che io stessi li a sentire il prete mentre ricorda che bravo figlio, amico, compagno eri?
Mi conosci meglio di cosi.
Quell’uomo non sa niente di te, poche persone qui oggi sanno chi sei veramente e io sono cosi stanco che non ho proprio la forza di stare a spiegarglielo.
E poi sono geloso.
Non devono sapere che a discapito di quello che mi raccontavi quando ti prendevo in giro, non usavi i calzini neanche in inverno;  che adoravi l’uva ma ti infastidivano la sua buccia e gli ossicini, che il dentifricio alla menta forte ti faceva strizzare gli occhi creando quelle rughette ai lati di cui mi sono innamorato.
Era in quei momenti che eri inevitabilmente mio, come quando correvamo sulla spiaggia e fingevo di essere più lento di te.
E diavolo Louis, sono cosi incazzato che se fossi qui ti riempirei di botte perché non riesco a non essere pieno di te.
Nei tatuaggi che il mio inconscio ti dedicava, in ogni canzone di Johnny Cash e negli occhi delle tue sorelle io ti vedo, e il non poterti toccare mi sta uccidendo l’anima ogni giorno, sempre un pochino di più.
Liam e Niall piangono, Zayn fissa il vuoto da quando è arrivato, non l’avevo mai visto in giacca e cravatta.
Sembrano non voler capire dove si trovano, sembrano rifiutare l’idea che alla fine di questa giornata, una di quelle che solitamente nelle sit com scandenti è accompagnata da lacrime condoglianze e un patetico veglione, non rimarrà più niente se non i sospiri e i ricordi.
Io non penso, non sospiro e soprattutto non piango.
Perché l’ultima volta, in ospedale, ho quasi pensato che stesse per uscirmi il sangue dagli occhi per quanto bruciasse. Era come essere marchiati col fuoco, uno di quelli che quando sei distratto ti ricorda perché dovresti soffrire.
E allora ho deciso di strapparmi il cuore, perché non è appartenuto mai a nessuno quanto è appartenuto a te.
Tienilo pure, fottuto bastardo, come se tu non ti fossi già portato via anche tutto il resto di me.
 
“Sei un bambino fifone”
“ripetilo e dico a Joseph di farti il tatuaggio sulle chiappe” sbuffò un ragazzo con i capelli tirati su col gel solo perché al suo ragazzo piaceva cosi.
L’altro rise e gli diede un bacio sul naso.
Non doveva più mettersi in punta di piedi oramai per essere alto come lui e questa cosa lo rendeva tremendamente orgoglioso.
“Ripetimi perché lo stiamo facendo Harold”
“Io lo faccio perché finalmente ho diciotto anni ed era il regalo che volevo da una vita, tu lo fai perché mi ami, e perché il tuo lato romantico che non ti sforzi minimamente a nascondere ti suggerisce che il tuo primo tatuaggio dev’essere ricollegato al mio”
“E ci facciamo una gabbia e degli uccelli per simboleggiare che tu tieni in mio uccello in gabbia?”
Il riccio lo guardò fingendosi scandalizzato, ma poi non potè fare a meno di scoppiare a ridere e abbracciare Louis infondendogli velatamente un po’ di forza.
A diciotto anni aveva trovato la persona con cui condividere la vita, e adesso si stava facendo un tatuaggio insieme a lui nonostante la sua fottuta paura degli aghi.
Non sapeva che sarebbe stato il primo di molti e che ognuno di questi gli avrebbe ricordato l’altra parte di lui.
E Harry lo amava.
 
 
 
E ti odio da quanto ti amo Louis, perché in questo momento, sotto la doccia calda con la fronte sulle mattonelle fredde penso ai tuoi al tuo volto dolce, alle tue labbra sul mio viso mentre dormivo e al viaggio in India e non piango, sorrido.
Avevi quel potere di trovare il mio sguardo e risollevarlo in qualsiasi posto tu fossi, perché anche a distanza sentivi quando e perché sarebbe stato incollato al pavimento.
Solitamente era quando non c’eri.
E non abbiamo mai avuto paura di ciò che avrebbero potuto pensare le persone, ci divertivamo a sfidarle, perché eravamo capaci di fare l’amore con gli occhi  dovunque ci trovassimo.
 
 
 
“per l’amore di tutto ciò che è buono e caro nel mondo la volete piantare? Mi state facendo venire il diabete”
Harry e Louis non erano mai stati una di quelle insopportabili coppie sempre a labbra incollate che non consideravano il resto del mondo quando si trovavano in compagnia.
Avevano la capacità di perdersi negli occhi dell’altro però, e gli capitava continuamente.
“Ma non stiamo facendo niente” rise il ragazzo riccio continuando indisturbato ad osservare il suo fidanzato mentre strimpellava accordi probabilmente inventati alla chitarra di Niall.
“Certo, certo. Io vado a fare un bagno in piscina. Chi mi accompagna? Zayn? Liam?”
“Io non ci vengo in piscina” esclamò il mulatto facendo ridere i suoi amici, ma in seguito a una gomitata ad occhio e croce tra la quarta e la quinta costola, decise di smuoversi sbuffando.
“Non sporcate troppo eh” fece malizioso Liam ricevendo in risposta una cuscinata in faccia da parte della coppia che in breve tempo rimase da sola.
“Siamo cosi prevedibili?” domandò Harry andandosi a sedere in braccio a Louis dopo averlo privato del suo ultimo divertimento
“E anche se fosse? Io adesso ti spoglierò lentamente e poi farò l’amore con te, se lo trovi prevedibile puoi sempre andare a fare il bagno con gli altri” ammiccò lui sorridendo sul suo collo bianco.
Louis amava essere di proprietà del suo ragazzo, ma metteva sempre il suo piacere davanti al proprio.
E Harry lo amava.
 
 
Ho già detto di essere stanco?
Non riesco a dormire e non per i motivi che tutti penserebbero.
Vorrei chiudere gli occhi e svegliarmi tra tre giorni lasciando perdere tutte le persone che pensano che io sia depresso e in cerca di un doloroso sollievo.
Ma non voglio entrare in camera, non voglio stendermi sul letto che è stato testimone del nostro amore di tre anni e mezzo, e sono quasi certo che il cuscino saprà di te per sempre.
Ricordo bene la regina di tutte le liti, quella che ci fece dormire separati per la notte che sembrò la più lunga della mia vita.
Tu eri troppo innamorato di me per sbattermi fuori dalla camera perciò te ne andasti sul divano che ormai mi ospita consuetamente, io ti amavo troppo per lasciarti dormire da solo e perciò aspettai che ti addormentassi per venire a  guardare il tuo viso perfetto un po’ lucido perché rigato da poche lacrime.
 
 
Il più grande era sempre stato melodrammatico ed era una sua caratteristica che faceva sorridere Harry dolcemente.
Accusava un mal di pancia strano da più di una settimana, quando svenne Harry si sentì la persona peggiore del mondo mentre chiamava l’ambulanza.
Grazie a Dio si trattava solo di un’appendicite, non era per nulla grave.
Ma Louis era un pasticcione e cadendo aveva sbattuto la testa.
Riposava con un cipiglio imbronciato e le labbra teneramente increspate.
I capelli spettinati tra le fasciature.
Approfittando del suo sonno Harry si era lasciato sfuggire qualche lacrima.
“Non piangere Styles, sai bene che sarai tu quello a lasciarmi, fino ad allora non ti libererai di me”
Era sempre lo stesso Louis, insicuro e blaterante.
E Harry lo amava.
 
 
 
Sono su un aereo che mi riporterà in Inghilterra da mia madre, la California è troppo buia ora che i tuoi occhi si sono chiusi per sempre privandola della luce di cui risplendeva da quando eravamo andati a vivere li insieme.
Il tempo è orribile, è prevista una bolla d’acqua e vedo la gente preoccupata.
Non mi dispiacerebbe cosi tanto morire Louis, sarò sincero con te.
Ci ho provato, con le pillole e con un coltello troppo poco affilato perché dentro non era cosi che volevo farlo.
Non sono pazzo, non mi ci sento.
Penso che qui, nel posto 27 di quest’aereo traballante, sia un buon posto per morire.
In ogni caso un giorno riprenderò la tua mano e correremo per i campi elisi come nei film che mi costringevi a vedere.
In un’altra vita avremmo mantenuto le nostre promesse, invece mi sei scivolato come acqua dalle dita.
In un’altra vita saremmo rimasti insieme per sempre Louis, ma non ce l’ho con te.
Ti amerò anche se hai infranto le tue stesse aspettative e sei stato tu, quello ad essere andato via.









Note finali:
Grazie a te che sei arrivato qui giù (:
Non sono una che ha fiducia nelle proprie capacità ma ci ho messo davvero tutta me stessa e l'ho fatto per tre fanciulle a cui la storia è assolutamente dedicata, Gio Cris e Deb <3 
E' stata una sfida con me stessa e spero di averla in parte vinta, pace xx
  
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