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Autore: bluecoffee    07/03/2013    1 recensioni
Entrai nell'aula e la prima cosa che vidi furono due occhi verdi che spiccavano in tutta la stanza, quasi vuota e priva di studenti.
Mi andai a sedere nella parte opposta della stanza, sentendo comunque i suoi occhi perennemente puntati contro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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twelve - is he the past ghost of her?



 

Era finalmente arrivato il momento di uscire da quell'edificio che occupava la scuola.
Aspettai all'uscita, poggiato al solito muretto, che Luce uscisse assieme alle sue amiche e mi raggiungesse per poter passare un pomeriggio insieme. Forse correvo troppo, ma la rivolevo mia. La rivolevo. Punto.
Lanciai lo zaino a terra e mi sedetti a gambe penzoloni sul muretto di mattoni osservando morboso il portone della scuola, aspettando impaziente Luce e quel suo atteggiamento da ragazza semplice ed innocente, che aveva avuto una semplice vita.
Ripensai al giorno in cui la conobbi, il primo giorno di scuola, mentre vagava spaesata per i corridoi brulicanti di studenti, voltando la testa a destra e sinistra, provando a capire qualcosa e provando ad orientarsi in mezzo a quel gregge di persone che faceva gruppetti e che parlottavano ad alta voce, come se non ci fossero altre persone attorno a loro.


Vidi una figura esile, slanciata e fasciata da un leggings ed un maglione, stretta in un giubbetto di pelle marroncino, che varcava la soglia della scuola, uscendo nell'aria pungente e fredda di Manhattan. 
Si guardò intorno ed appena incrociò i miei occhi su di se, salutò velocemente le amiche e mi raggiunse, sorridendomi solare. ''Come stai?''
Presi lo zaino e le feci segno di passare per andare a prendere la macchina al parcheggio della scuola. Mi passò davanti, ma venne subito al mio fianco sinistro, guardandomi con quei suoi occhioni verdi. Bellissimi. 
''Bene. Oggi è andata abbastanza bene, se non fosse per il cinque di chimica.''
Sospirò sorridendomi. ''Un cinque in chimica da Liam Payne. - iniziò a schernirmi - Dove hai lasciato Liam? Lo rivoglio immediatamente!''
Ridemmo entrambi sonoramente e lei, incurante di tutto, mi prese la mano, facendola intrecciare con la sua. Smisi per un istante di respirare a causa di quel gesto così... perfetto fatto da lei. La sua mano pallida a contatto con la mia mi fece rabbrividire e d'istinto strinsi più forte, per qualche secondo, la sua presa, attirando la sua attenzione.
''Scusa. Ho le mani fredde.'' accennò un sorriso ed abbassò lo sguardo sui suoi piedi. 
Arrivammo alla macchina e salimmo, lei al posto del passeggero avanti ed io al posto del guidatore. 
Prima di mettere in moto l'auto la guardai. ''Vuoi passare prima in ospedale da tua madre?'' le chiesi.
Luce prese il labbro inferiore tra i suoi denti, stringendolo tanto da far diventare la pelle e il labbro di un colore bianco uniforme. Alzò lo sguardo al cielo, stringendo forte gli occhi, sicuramente provando a trattenere una lacrima che le stava per scendere. 
Tossì, girandosi verso di me e guardandomi dritto nelle iridi con i suoi occhi, diventati improvvisamente lucidi, e scosse ripetutamente e fortemente la testa. 
Sentii una stretta al cuore. Sentii di doverla abbracciare. Ma non lo feci, codardo. Ero impaurito. Spaventato dalle conseguenze che avrebbero potuto portare il mio semplice gesto, così lasciai perdere l'idea ed iniziai a guidare, immergendomi nel traffico perenne della strade di Manhattan.
 
 
 
 
Eravamo seduti uno di fronte all'altra sugli sgabelli della penisola, con sotto il naso un piatto fumante di spaghetti al pomodoro, sicuramente cotti la settimana prima e poi surgelati, messi a riscaldare nel forno.
Luce affondava e levava la forchetta dall'ammasso informe di pasta ammucchiati al lato sinistro del suo piatto. Aveva lo sguardo perso.
Fissava il pomodoro che si stava raffreddando, facendo diventare ancora più immangiabile la pasta, come se cercasse delle risposte a domande espresse con tutta la voce del silenzio.
Stava come urlando aiuto, ma nessuno la ascoltava e la sua unica ancora di salvezza fossero gli spaghetti al pomodoro sul suo piatto. 
Sbuffava in continuazione, reggendosi la testa con la mano sinistra, come fosse troppo pesante per reggersi da sola. Una ciocca di capelli fuoriscita dalla coda di cavallo che si era fatta in macchina le ricadeva leggera ed armonica sul viso, solleticandole appena la punta del naso delicato. Le labbra erano perfette anche screpolate per colpa del freddo che stava invadendo New York.
I telegiornali avevano annunciato che ci sarebbe stata della neve verso i primi di dicembre, quindi tutti dovevano non solo avere l'occorrente per non beccarsi una polmonite, ma anche iniziare a portare con se il necessario per non far bloccare il traffico, avendo uno sbandamento sulla neve.
Era ovviamente salito il panico tra la gente e il tumulto si notava anche stando in casa, sentendo il suono dei clacson, rimbombare per tutte le strade. Ma anche uscendo in strada ed essere invasi dalle urla delle mamme, le chiacchiere delle ragazze e i poco delicati apprezzamenti dei ragazzi.
Durante gli ultimi mesi dell'anno, improvvisamente, chi non aveva una ragazza si svegliava, e provava a fare colpo su una ragazza facendole idioti complimenti mentre passeggiava tranquilla per le strade, cercando di non dar ascolto ai ragazzi che facevano gli stupidi.
Se Mora fosse stata a casa, per la casa sarebbero apparsi gli scatoloni mal chiusi, strabordanti di addobbi natalizi, mentre Luce sarebbe stata tutto il tempo ad imprecare contro la madre e le sue stupidissime abitudini canadesi e familiari per quanto riguardasse il Natale oppure il giorno del Ringraziamento.
Era stato così l'anno scorso, quando stavo da pochissimo con Luce. Era stato così anche gli anni prima, quando eravamo semplici amici. Era stato così anche tutti gli anni precedenti, passati in Canada, stando a quello che raccontava Luce e che documentavano le foto.
Alzò lo sguardo quando il citofono risuonò per tutta la casa, facendo sussultare sia me che Luce.
Balzammo entrambi in piedi, quasi contemporaneamente. Luce poggiò la forchetta al bordo del piatto ed io feci lo stesso, per poi seguirla come un'ombra fino alla porta.
Arrivammo davanti alla porta e Luce si voltò a guardarmi cercando conforto. Annuii e lei posò la mano sulla maniglia, tirandola leggermente verso il basso e poi aprendo lentamente, indietreggiando piano piano.
Dall'altra parte della porta apparve un uomo con un lungo cappotto marrone di lana, lungo fino a sopra le ginocchia. Alla testa aveva incalzato un cappello grigio scuro ed al collo legata una sciarpa leggera dello stesso colore del cappello.
Luce non disse nulla, ma rimase a fissarlo con gli occhi sgranati e la bocca appena schiusa. La sua mano era ancora posata alla maniglia fredda della porta e la stringeva forte, fino a far diventare le nocche ancora più chiare della sua carnagione già abbastanza pallida.
L'uomo levò il cappello ed io rimasi a fissarlo spavaldo, con gli occhi sgranati quanto quelli di Luce, davanti a me, che stringeva i denti, facendoli stridere, ed aveva gli occhi ridotti a due fessure.
''Che ci fai qui? - ringhiò contro l'uomo che le sorrise benevole - Cosa della frase 'non ti voglio più vedere' non ti è chiara?''
Chi era quell'uomo? Come faceva a conoscere Luce? Perchè era all'ospedale a vedere Mora? Che ci faceva a casa di Luce? Cosa voleva? Quando si erano già parlati lui e Luce? Che aveva a che fare con lei e Mora? E perchè, ora che vedevo vicini lui e Luce, si assomigliavano terribilmente?
 
 
 




 
 
 
 
 
 
Ciaoo!! :)
Dopo quasi un week-end senza scrivere eccomi tornata ahahaha
Finale con suspance :)
Uno dei pochi :)
Riappare l'uomo misterioso ahahaha
Credo che comunque siamo quasi alla fine :)
Devo ancora capire come concluderla, perchè non ho la minima idea :')
Bello vero?
Questo si chiama, come dico spesso, (dis)organizzazione :D
Per la prossima ff però provo a farci prima la scaletta, perchè senno faccio un pasticcio e improvviso tutto come qui :)
Però devo ammettere che per essere tutto improvvisato e scritto senza scaletta è una cosa venuta abbastanza bene :)
Tranquille, non me la sto tirando, sto semplicemente lodando la prima ff che mi viene scritta decentemente :)
Ci vediamo al prossimo aggiornamento :)
underthemistletoe
 


"Sono stato presente al tuo crollo, oggi, e voglio delle sane spiegazioni."
  
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