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Autore: Lilyth    07/03/2013    0 recensioni
< quindi te ne vai… >
lo guardai negli occhi, sorrise
< devo chicca, non ho scelta ed infondo è il mio sogno da sempre, andarmene >
Già, il suo sogno da sempre, un sogno che mi perseguitava da quando lo avevo conosciuto.
Dentro di me avevo sempre sperato che rimanesse nel cassetto, e invece ecco qui che stava per realizzarsi, ed io stavo per perdere il mio migliore amico.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina mi sveglia alle 4:30.
Non appena aprii gli occhi sentii un nodo stringermi il petto, incastrarsi tra la cassa toracica ed il cuore, fare pressione.
Mi alzai sentendomi estranea al mio corpo, quasi come se fossi in un sogno.
Dormivano tutti ancora.
Di tutto ciò che avevo creduto potesse accadermi quell’anno, ciò che mi aspettava era l’ultima cosa che il mio cervello sarebbe stato in grado di immaginare.
Chicco se ne andava, Chicco partiva, Chicco mi stava lasciando sola.
Impedii alle lacrime di scendere, avrebbero dovuto aspettare, ore o giorni non importava, dovevo mantenere il mio sorriso almeno finchè lui non avesse messo piede sull’aereo.
Il volo era previsto per le 6, non dovevo tardare neanche di un minuto, non mi sarei perdonata neanche il minimo secondo di ritardo, dovevo stare con lui il più possibile.
 
Uscii di casa e lasciai che il freddo vento invernale mi scompigliasse i capelli che non ero neanche stata in grado di pettinare.
Mi avviai a passi veloci alla stazione, le cuffie conficcate nelle orecchie.
Tutto in quella giornata, dal cielo alla musica al mio aspetto non prometteva altro che gocce d' acqua, pioggia e lacrime.
Scacciai quell’ultimo pensiero dalla mente, me l’ero promesso, gliel’avevo promesso, niente lacrime, non quel giorno.
 
Mi lasciai cullare dalle dolci note musicali dei Maroon 5, che probabilmente acuirono solamente la mia profonda malinconia.
Ma ormai era fatta, ero all’aeroporto, pronta a passare gli ultimi minuti con una delle persone più importanti della mia vita.
Quando sei anni prima lo avevo conosciuto, non avrei mai creduto di potermi affezionare così tanto, non avrei mai creduto di poterlo considerare il mio migliore amico, non avrei mai potuto immaginare che così com’era arrivato, dal nulla, se ne sarebbe andato lontano, lontanissimo.
Istintivamente mi strofinai il naso e sentii le lacrime che incondizionatamente avevano iniziato a scendere lungo le guance congelate.
Le asciugai alla meglio sfilando dalle orecchie Adam Levine, tutta colpa sua e delle sue canzoni depresse!
No, in realtà era solamente colpa mia, mia e della mia sensibilità che non c’era mai ma che riusciva a comparire nei momenti meno opportuni.
 
< Chicca! >
mi fermai di botto provocando uno scontro di valigie alle mie spalle.
Mi voltai colpevole scusandomi alla meglio con i mal capitati ma tenendo lo sguardo fisso su di lui, lui che mi sorrideva davanti ai check-in .
Circumnavigai i tizi dietro di me e mi avvicinai fermandomi davanti a lui
< non mi abbracci? >
No, occhi, non ora! Ghiandole lacrimali, aspettate, anche solo un’oretta, non ora, non ora…
 
Ma quando mi strinse in quell’abbraccio, forte, poderoso, quasi violento, lui che era sempre stato il ragazzo più dolce e delicato del mondo, le lacrime decisero di non ubbidirmi e colare giù solleticandomi il naso. 
   
 
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