9. Hi Alex, Hi!
Ci ritroviamo abbracciati in una delle stanze della scuola.
Lei sta piangendo dopo avermi raccontato la sua storia.
Si sposta un po' e mi guarda, poi guarda la mia maglietta e va in panico.
-Oddio scusa! Te l'ho bagnata tutta! Mi dispiace...-
-Non me ne frega niente della maglietta- dico e lei rimane stupita per la mia risposta.
Ride asciugandosi gli occhi e questo mi fa sentire bene.
-A proposito, mi dispiace non averlo chiesto prima, ma come ti chiami?- chiedo.
-Alex, tu?-
-Jeremy-
Sorride, ricambio.
-Ehm...devo andare, scusa- dice.
-Vuoi un passaggio?-
-Mmh...disturbo-
-Ma va, no! Tanto abito lì di fronte a te-
-Già, ahahahah-
Usciamo da scuola e guido fino alla nostra via.
-Hey, ti offro qualcosa, dai-
-Ma no...-
-Dai! Entra in casa-
-Okaay- dice ridendo.
Entriamo in casa e vedo mia mamma sorpresa.
-Tu dovresti essere Alex, la figlia del giudice...- le dice.
-Già, sono io, piacere- risponde, e si stringono le mani.
-Beh, noi andiamo di sopra...- interrompo.
Mia madre annuisce e noi ci dirigiamo su per le scale.
Fa caldo e lei, senza pensarci, si tira su le maniche.
-Cazzo...-
-Cosa?-
Faccio segno con la testa.
-Ah...- dice, e si sistema la maglia.
-Gli hai disinfettati almeno?-
-Ehm...no-
-Vieni- dico prendendole la mano e portandola in bagno.
Prendo del cotone e dell'acqua ossigenata e le disinfetto i tagli.
-Ah- esclama di dolore.
-Brucia?-
Annuisce.
-Scusa-
Scuote la testa.
-Non è colpa tua-
-Neanche tua-
Sospira.
-Non ce la faccio più- dice probabilmente pensando alla sua situazione.
Appoggio il batuffolo di cotone e l'abbraccio.
-Farei di tutto per tenerti nelle mie braccia,
cercando di farti ridere-
(I'd Do Anything-Simple Plan)
-Io sono qui, ricordalo-
Annuisce.
-E ci sarò sempre- le sorrido.
-Grazie-
-Di niente-
-Ora mi sa che devo andare...scusa-
-È stato un piacere conoscerti- dico.
-Anche per me-
Scendiamo le scale, poi lei esce di casa e s'incammina.
-Alex!- urlo e quindi si gira.
-Non farlo più, okay?-
-Non posso prometterlo-
-Alex!- la rimprovero.
-Non posso, scusa- dice, si rigira e prosegue.
Un modo per farmi preoccupare di più.
Torno a casa, in camera mia e mi sento strano.
Vuoto.
Solo.
Mi sento incompleto in questa stanza dove poco fa eravamo in due.
Mi sento perso.
Non so cosa fare.
Guardo dalla finestra: non c'è.
'È appena entrata, ora salirà in camera' mi dico per tranquillizzarmi.
Comincia il panico però.
Bene.
Comincio a fare avanti e indietro.
Aspetto.
Come aspetto?
Io la sto aspettando?
Oddio.
Lo sto facendo davvero.
Non arriva però.
Mezz'ora.
Un'ora.
Un'ora e mezza.
Niente.
Ci rinuncio anche perchè devo andare a cena.
Torno alle 20.30 e dopo un'ora finalmente la vedo.
La vedo.
Lei è lì, davanti a me.
Non ci posso credere, era ora!
-Sono seduto da solo nella mia stanza,
fisso le pareti,
sono stato alzato tutta la dannata notte-
(2000 Light Years Away-Green Day)
Busso alla mia finestra in modo che lei mi possa sentire.
La cosa riesce e si gira verso di me.
Sorride.
Dio, mi fa impazzire.
Ricambio e la saluto con la mano.